Il problema non mi pare risolvibile semplicemente con la buona abitudine di trovare impiego in sede diversa da quella in cui ci si è formati, anche se può essere una buona abitudine. Per altro, mentre sono d'accordo sulla mobilità ai primi livelli, lo sono meno per gli altri. Si noti che negli Stati uniti, ma anche in altri stati europei quando si trova un posto con tenure, si può continuare a far carriera nella stessa università (una che dalla nascita ha girato all'estero ed in Italia). Ma torniamo al punto principale, mi sembra che occorra rendere responsibili le università delle scelte che fanno, dando reale autonomia e levando il valore legale del titolo di studio (che peraltro per l'assunzione nel privato già vale,almeno in qualche misura).
Guasti Maria Teresa
At 15:51 03/12/2008, you wrote:
A Floris e ad Acquistapace: io sono più radicale: -I dottori di ricerca devono trovare il primo impiego universitario in sede diversa. -Lo stesso per i ricercatori che divengono associati -Lo stesso per gli associati che divengono ordinari E' l'unico modo per evitare l'"inbreeding" In Germania questa è una regola che funziona bene. Tanto che ci sono degli Associati bravissimi che, per non dover cambiare anche provvisoriamente sede, rinunciano alla promozione. Giovanni Giacometti (uno che dalla nascita universitaria è rimasto sempre nella stessa sede, tranne i soggiorni all'estero, e ne ha risentito negativamente)
On Wed, 3 Dec 2008 12:26:15 +0100 (CET), Francesca Acquistapace wrote
Buongiorno, quello che dice Floris e` corretto, pero` cio` non ha impedito che colleghi X abbiano fatto vincere o fatto idonei candidati improponibili, specie in "valutazioni comparative" in presenza di altri candidati di livello assai superiore. Forse un rimedio "meritocratico" accettabile e` proprio quello di stabilire livelli minimi anche grossolani sia per i concorrenti che (soprattutto) per i commissari.
Altra considerazione: Vedere un allievo/a brillante, che hai formato per anni, sparire solo perche` non ci sono abbastanza concorsi e` assolutamente desolante, meno desolante vederlo assumere da un'altra Universita` dove, grazie alla formazione ricevuta, potra` crescere e rinnovarsi. Mica bisogna per forza fare la stessa ricerca tutta la vita. Ci avevano promesso un'assunzione straordinaria di ricercatori, a prescindere dalle sedi e dalle Universita` piu` o meno virtuose, se questo progetto andava in porto (e i soldi erano stati stanziati, ma forse sono stati dirottati sui debiti della compagnia di bandiera) qualche allievo brillante sarebbe diventato ricercatore da qualche parte e avrebbe speso la sua sudata formazione.
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Prof.ssa Maria Teresa Guasti Ph.D. Professor of Linguistics Università di Milano Bicocca Diprtimento di Psicologia Via dell'Innovazione 10 20126 Milano www.unimib.it/go/Home/Pagine-Speciali/Elenco-Docenti/GUASTI-MARIA-TERESA fax: 0264483788