Più che battaglie di religione sui settori (tutti possono aver ragione o, al limite, c'è chi arriverebbe a prevedere due soli settori, scientifico e umanistico), credo che sia importante individuare semmai settori in cui la valutazione (articoli, pubblicazioni, altre attività) possa essere fatta in modo il più possibile omogeneo. Abbiamo già parlato della difficoltà a confrontare l'impact factor delle pubblicazioni fra settori differenti e credo che il nodo sia quello: rendere possibile una valutazione più obiettiva possibile. Saluti Alessio Papini
----- Messaggio da saccomandi@mec.dii.unipg.it --------- Data: Mon, 15 Jun 2009 00:12:38 +0200 (CEST) Da: saccomandi@mec.dii.unipg.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: Re: R: settori A: Forum Università e Ricerca universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
I settori scientifici disciplinari sono ovviamente una sovrastruttura che non ha nulla a che fare con il Sapere. Sono, se vogliamo essere positivi, una comodità burocratica. Quindi o si fanno scomparire del tutto oppure una loro riforma non deve scordare da dove si parte. Invece di fare delle proposte minimaliste, che comunque non sono l'utopia di una libertà totale dove è possibile nominare un professore di Matematica Applicata e Filosofia come è stato fatto per Rota, sarebbe più strategico fare proposte che tengono conto dello stato attuale del disastro. In questo modo si potrebbe: i) essere incisivi e non subire una riorganizzazione burocratica basata solo sui numeri; ii) dimostrare all'opinione pubblica che i docenti universitari su qualche proposta sanno anche essere uniti.