Ancora una volta concordo con Claudio (anche se lui dissente sulla mia barzelletta ;-) ).
L'andare a cercare sempre l'esterno a tutti i costi, quasi a certificare l'impossibilità per gli italici di valutare se stessi, non ha portato ad altro che a inutili complicazioni e all'incremento dei costi. Nei famosi States, per esempio, i candidati devono presentare un certo numero di lettere di presentazione di scienziati dimostrabilmente esperti del campo, a qualunque nazione essi appartengano. Non si chiede ad altri di spostarsi per finire nella farsa dell'ANVUR che mette questi commissari esterni a valutare centinaia di persone che fanno cose diverse dalle loro competenze specifiche. Non basta essere un fisico della materia per valutare qualunque ambito di fisica della materia, così come non basta essere un filologo per valutare qualunque aspetto della filologia come esperto.
Andare a cercare cavilli e paletti, disperdere le energie in fiumi di regolette difficilmente comprensibili non porta da nessuna parte, se non alla "pulizia" della coscienza di chi, rispettando le regole nella forma ma non nella sostanza, fa i propri giochetti senza pagarne alcuna conseguenza.
Per rifondare l'università servono pochi concetti semplici:
1) responsabilità
2) finanziamenti affidabili nel tempo e nella quantità
3) dotazione di personale congrua con gli obiettivi
4) focus equilibrato sulla didattica (e non solo come sembra che stiano proponendo attualmente, tipo ripartizione delle risorse FFO con peso 80% alla didattica!!)
5) abolizione di concorsi nella loro formulazione attuale e della distinzione tra ingresso e progressione di carriera (introduzione del ruolo unico)
6) cancellazione della ricerca della soluzione dei problemi dell'università sulla base di pregiudizi indimostrati: prima si fa un'analisi per capire quali siano i problemi e dove stanno (non si suppone, cioè, di conoscere a priori la risposta a questa domanda), poi si delineano strategie atte a risolvere i problemi (il che non vuol dire necessariamente tagliando qua e là ma, piuttosto, adottando strategie specifiche a seconda del tipo di criticità riscontrata)
7) snellimento radicale della ragnatela burocratica nella quale siamo finiti (mai provato a fare un ordine di qualcosa di recente? O a riorganizzare un corso di laurea?)
Cordialmente, Guido
Le riforme si fanno curando i dettagli, ma certo credo che parlare ancora di riforma dell'Università fa veramente terrore un po a tutti perché di fatto ogni volta sembra di fare la tela di Penelope, infinite riunioni per nuovi regolamenti, votazioni lotte politiche tempo perso in abbondanza poi anni ed anni per attuare le cose più semplici. C'è qualcosa di profondamente perverso in tutto questo.