Caro Andrea,
un solo commento su un solo punto del tuo interessante intervento
2009/1/17 cantini@philos.unifi.it:
Cari colleghi,
Ma nessuno dice mai che le migliori università (americane per es.) si scelgono i loro studenti fra coloro che danno garanzie di preparazione buona nelle discipline di base; da noi, ciò accade solo in qualche caso raro.
Per quanto capisco io le universita' USA non rifiutano nessuno studente, a patto che paghi. I test di ingresso servono solamente per assegnare le borse di studio, sia nelle universita' statali come Berkey che quelle private come Stanford. Certamente chi paga rette elevate perche' non era tra i migliori nei test avra incentivi maggiori che in Italia a impegnarsi sul serio. Peraltro le tasse delle univ. statali USA per i residenti dello Stato non sono poi elevate in rapporto ai salari medi USA. Aggiungo a questo che gli USA nel rapporto OCSE 2008 risultano secondi dopo l'Italia per frazione di abbandoni, dell'ordine del 50%. E gli abbandoni sono superiori almeno in California negli Atenei i cui studenti sono poco selezionati.
Quindi sostanzialmente si verifica quanto scrivi, dopo aver incluso alcuni dettagli.
I dati degli USA dicono che la partecipazione dei giovani supera il 60% e che la meta' circa, il 30%, da molti anni, completa la laurea. In Italia in anni recenti si e' laureato il 17% circa, e in passato significativamente meno. I dati dopo il 3+2 sono piu' difficili da analizzare a causa delle sovrapposizioni, ci sono state critiche riguardo a doppi conteggi. Quindi sostanzialmente si verifica quanto scrivi, tenendo conto di alcuni dettagli.
Cordialmente, -- Alberto Lusiani ricercatore di Fisica SNS