caro Michele, purtroppo non ho neppure io una risposta. Io credo che la malattia del nostro paese sia il fatto che spesso nei posti di comando, dalla politica al mondo accademico alle varie tecnostrutture prevalga la presenza dei mediocri, come dicevano Fruttero e Lucentini "La prevalenza del cretino".
Vi ricordate le ingiurie in parlamento a Rita Levi Montalcini, la buffonata della Carlucci contro Maiani, i politici che sostenevano Di Bella, le idiozie che sistematicamente ha predicato Grillo riscuotendo una gran platea di consenso e la sostanziale mediocrità intellettuale di Berlusconi la quantità di proposte idiote del mio attuale sindaco e potremmo continuare per un pezzo.
Capire il perche' richiederebbe probabilmente capacità di analisi storica che non possiedo, visto che invece l'Italia è piena di persone intelligenti. Temo sia legata ad una qualche forma di malattia della democrazia che spesso si è trasformata in varie forme di partitocrazia o comunque "crazia" di lobbies varie.
Un indizio però credo sia l'esistenza di una cultura che fa prevalere la forma sulla sostanza, e dall'altra di fronte ad una idea di diritto che dovrebbe essere perfetto vi è la pratica sistematica di eluderlo tramite il lassismo e la totale inefficienza (la famosa arte di arrangiarsi), vedi gli scempi edilizi il collasso della giustizia e cosi via. Sono malattie che perdurano nei secoli ed ogni generazione è chiamata a fare una sua parte per fronteggiarle.
Poi ciascuno di noi prova a contribuire nel modo che meglio sa fare, io mi sono dedicato con successo a fare matematica anche se ho sempre cercato di combattere la mediocrità. In genere è stata la mediocrità a vincere le battaglie da me sostenute, qualche volta l'ho spuntata, spesso mi sono esposto troppo facendomi molto male. Claudio
On Jan 3, 2013, at 10:37 PM, Michele Bolognesi wrote:
Caro Claudio,
Personalmente sono del tutto pessimista a meno che i giovani di oggi non si
sveglino e pretendano un profondo cambiamento
credo di essere "un giovane" e lavoro in un'università Francese. Nel breve non prevedo di rientrare in Italia, però mi interessa il tuo punto di vista, dato che la tua prospettiva è sicuramente più ampia di quella della maggior parte di noi altri. e poi ovviamente tengo all'università che a suo tempo mi ha formato e in cui ho tanti amici e colleghi di valore. In che modo secondo te si può pretendere *e ottenere* questo profondo cambiamento?
io vedo una prima risposta ovvia, cioè essere irreprensibili e professionalissimi sul lavoro, sperando di essere testimoni "apostolici" che c'è modo di fare bene il proprio lavoro.
però non basta, si è solo delle gocce nel mare.
per cui che fare? ci tocca fare i "politici"? manifestare, ok. parlare alla gente, certo. però fra il casino dell'informazione e il pressapochismo dei giornalisti non mi sento di scommettere su una grande efficacia di questa strategia (senza contare il tempo rubato alla ricerca nel fare "i politici"...). qui in francia nel 2009 ci furono scioperi ad oltranza, forse sarebbe un'idea... non so, come vedi anche io ho le idee molto confuse. sembra tutto così gelatinoso.
un saluto, Michele
claudio
On Jan 3, 2013, at 7:25 PM, Carlo Cosmelli wrote:
Sono del parere di laura sacerdote. Il testo è lungo, rischia di essere noioso e di non immediata lettura, e non puntualizza alcuni aspetti "numerici" cioè incontrovertibilmente fattuali. Capisco che è difficile ad antipatico riscrivere un testo, ma se lo fosse lo vorrei molto molto breve, mezza pagina al massimo, diviso per punti, dati e fatti. Un piccolo esempio: 1)dal 2000 ad oggi l'università italiana ha visti i suoi fondi ridotti del....50% (?) . Quale attività seria può andare avanti con un taglio del 50%,? E si tenga conto che si parte da una base che è la metà di quanto investito in media in europa. 2) Tutti i paesi europei durante la crisi economica hanno tagliato tutto, ma aumentato i fondi per la scuola e per l'università. O noi siamo speciali, o gli altri sono tutti degli imbecilli. 3) Il blocco del turn-over unito alla massiccia andata in pensione della docenza universitaria legata all'immissione in ruolo di massa del 1980 porta dover chiudere molti corsi di laurea, e a diminuire il rapporto docenti/studenti. Questo vuol dire una didattica peggiore o addirittura assenza di didattica universitaria. E' questo che si vuole? ecc..... Carlo Cosmelli
-- .................................. Ciò che mi spaventa non è la violenza dei potenti, ma il silenzio degli onesti. Martin Luther King .................................. Prof. Carlo Cosmelli Dipartimento di Fisica Sapienza, Università di Roma P. A. Moro 5 00185 Roma, Italy tel. (+39) 06-4991-4216 fax. (+39) 06-4957- 697 http://www.roma1.infn.it/exp/webmqc/cosmelli.html _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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