cari colleghi, mi scuso ma non saro` brevissimo.
E` chiaro che ci sono molti aspetti dell'organizzazione di una futura Universita` che non compaiono nel manifesto, questo non pretende certo di essere una riforma ma solo una miccia per innescarla secondo alcuni principi. Sarebbe utile che almeno parte della discussione avvenuta su questa mailing-list apparisse nel blog dove punti di vista diversi possono coesistere e che puo` essere consultato da una comunita` piu` ampia.
Pero` vorrei spiegare il mio punto di vista sulle Facolta`, queste insieme ai settori scientifici disciplinari sono a mio avviso una causa di CATTIVA DIDATTICA. Purtroppo dovro` un po divagare per spiegarmi. MI basero` ovviamente sulla mia esperienza di matematico ma credo che, mutatis mutandis, molte delle mie considerazionii si applicano ad altre discipline.
Parto dalla definizione che un mio collega americano David Eisenbud (un famoso matematico) da di matematico americano:
Un matematico americano e` "un insegnante di calculus."
Naturalmente capirete che dietro questa definizione ci sono molte sottigliezze intellettuali.
Intanto la base della definizione:
Calculus (diciamo il calcolo infinitesimale declinato in molte e svariate maniere) e` un corso richiesto a quasi tutti gli studenti americani. Certamente a tutti quelli che vogliono fare un percorso scientifico, ma non solo, credo sia richiesto a tutti quelli che vogliono fare la medical school e certamente e` anche un corso preso per puro interesse culturale o perche' e` una forma di selezione qualitativa.
L'implicazione e` ovviamente che ogni universita` offre moltissimi corsi di calculus a diversi livelli di difficolta` e come conseguenza vi e` necessita` di un ampio numero di matematici per insegnarli.
Naturalmente qualcosa di simile avviene in Italia ma con conseguenze molto diverse che vale la pena approfondire.
In america a nessuna persona sana di mente verrebbe da pensare che assumendo un matematico questo debba essere uno specialista di calculus. Il fatto che qualunque matematico, qualunque siano i suoi interessi scientifici sia in grado di insegnare calculus e` talmente evidente che non viene certamente discusso. Il dipartimento di matematica fa le sue chiamate in base a puri parametri di politica scientifica e poi naturalmente ci sono complessi equilibri interni per la distribuzione del carico didattico ed in particolare per l'attribuzione dei corsi di base come calculus o linear algebra. In generale nessuno e` esentato da insegnarli (anche se magari non sempre e con qualche eccezione per professori di particolare chiara fama).
In Italia invece abbiamo i gruppi scientifico-disciplinari, quindi calculus viene più o meno esplicitamente identificato con analisi e questa e` una delle cause principali del fatto che il gruppo scientifico disciplinare di analisi e` il più` potente e ovviamente cerca di mantenere questa preminenza in tutti i modi. le argomentazioni pseudoscientifiche sono ovviamente risibili ma quando si parla di potere tutto passa. Mi ricordo i colleghi di analisi si sono opposti quando una volta volevo insegnare uno dei loro corsi.
Ora passiamo alle facolta`.
Insegnamenti di base di matematica vengono ovviamente impartiti in varie facolta` . Alcune, come ingegneria, creano i loro dipartimenti di matematica.
In generale pero` (ci sono eccezioni ovviamente) il reclutamento in tali dipartimenti e` o e` stato improntato al principio di avere una ampia manodopera docile e di bassa qualificazione.
Alcune nullita` scientifiche sono diventati dei potenti baroni, uno e` addirittura diventato rettore, dietro ci sono anche stati corposi interessi economici perche' vendere un libro di testo agli studenti di ingegneria e` un affare.
In altre facolta` il numero dei matematici e` minimo quindi non ci sono dipartimenti e i docenti afferiscono al principale dipartimento di matematica, questo gia` e` un notevole progresso ma alcune distorsioni sono inevitabili, per esempio al momento delle chiamate, della distribuzione dei posti, della mancata flessibilita` nell'insegnamento. Un sistema veramente PESSIMO.
In un sistema sensato la offerta didattica e` determinata a priori dalla domanda e dalle strategie dell'universita` e poi i dipartimenti devono coprire in modo corretto le esigenze didattiche, certamente ci sara` bisogno di alcuni luoghi di coordinamento ma non mi pare il caso ora di approfondire questo punto. Abbiamo discusso di didattica per anni con la riforma del 3+2, parliamo un po di ricerca ora e lasciamo alle universita` il compito di razionalizzare il sistema.
Naturalmente puntare su i dipartimenti non assicura che gruppi molto forti non continuino ad ostacolare un corretto sviluppo scientifico. Questo dipende da una complessiva sanita` del sistema che va quindi costruito con opportuni bilanciamenti di potere che elimini la autoreferenzialita` di gruppi scientifici o politici. Non sara` cosa facile.
claudio procesi