Mi sembra indubbio che non ci possa essere una legge universitaria che possa conciliare la realtà delle facoltà scientifiche con quelle ad elevato impatto professionale (vedi Legge, Medicina). Bisognerebbe quindi, idealmente, fare per esempio una Legge per Giurisprudenza e Medicina diversa da quella per le facoltà scientifiche.... ma tutto questo può avvenire con una legge emanata da un Ministero che pensa tutto e a tutti? Benedetto De Vivo
At 13.12 15/12/2008, you wrote:
E' così, credetemi! Quanto dice Mirella Sari Gorla è sacrosanto. Colla palla ai piedi di Medici(clinici), Avvocati, Ingegneri, Economisti, e anche letterati e filosofi(vedi Cerami), non arriviamo da nessuna parte! Il movimento parte dalle scienze di base e si batte per la loro sopravvivenza!! STANNO MORENDO!!! Anche se ancora parecchio di buono c'è (eroi coloro che ne sono gli artefici!) Ma presto non ci sarà più nemmeno questo Giovanni Giacometti
On Mon, 15 Dec 2008 09:59:53 +0100, Mirella Sari Gorla wrote
Sono completamente d'accordo con quanto scrive Maria Pia De Pascale, ma per quanto riguarda la partecipazione dei colleghi delle altre facoltà, in particolare Medicina e Giurisprudenza, temo di sapere le ragioni del loro mancato coinvolgimento nello sforzo di rinnovare la nostra Università. A troppi di questi docenti l'Università va bene così: consente loro di svolgere la propria professione, alla quale dedicano la gran parte del tempo, sfruttando il valore d'immagine che il titolo di Prof loro conferisce. Spero di sbagliarmi. Cordiali saluti a tutti Mirella Sari Gorla (PO BIO/18)
At 01.29 12/12/2008, you wrote:
Cari Colleghi,
Credo che votare la proposta sia l' unico modo per non disperdere tutti gli sforzi fatti finora. Indipendentemente dal risultato del sondaggio, ovviamente. Personalmente ritengo che nessuna legge potrà mai sostituirsi all' etica di una società sana, è inutile tentare di trovare il meccanismo perfetto, a prova di accordo sotterraneo. Quello che a mio avviso potrebbe funzionare però è il deterrente. Quindi la valutazione a posteriori delle scelte che i Dipartimenti fanno, con conseguenti misure penalizzanti per chi del sistema abusa. Non mi faccio grandi illusioni, in un Paese dove i responsabili non si trovano mai, soprattutto nella classe dirigente, sarebbe un' innovazione rivoluzionaria. La scelta della proposta di Procesi è dunque, secondo me, una scelta virtuosa e una assunzione di responsabilità. Noi vogliamo difendere la ricerca e la cultura e affermiamo di volerci prendere cura degli studenti che si iscrivono all' Università e di quanti di loro vogliono operare per continuare, mi auguro per migliorare, quanto si sta già facendo. Siamo disposti a farci carico delle scelte conseguenti, siamo aperti ad essere valutati perchè crediamo in quello che facciamo, perchè siamo perlopiù una comunità sana, perchè, a meno di più radicali modifiche, è alle Università che viene affidato il compito di formare individui ad alto profilo di professionalità nei campi più svariati. Inoltre, se si guardassero un po' di più i dati, si vedrebbe anche che, con tutti i vizi e i difetti di un sistema in parte un po' obsoleto e in parte molto vessato, siamo anche capaci di reggere il confronto internazionale con brillanti risultati.
Un punto molto dolente però, è la constatazione che la maggioranza dei partecipanti al Forum e alle varie discussioni appartiene all' area di Scienze. Purtroppo, non siamo la maggioranza della popolazione universitaria, non solo, siamo anche gli unici, o quasi, che operano più o meno integralmente all' interno degli Atenei per la ricerca. Dovremmo capire come coinvolgere realtà complesse come le Facoltà di Medicina o di Giurisprudenza e acquisire anche la loro esperienza. I colleghi di queste aree, oltre a essere più numerosi, sono molto più visibili all' esterno, sono più comprensibili per la natura del loro lavoro, non credo che possiamo lavorare senza di loro ad una qualunque proposta che abbia un margine di successo per essere accolta. Mi chiedo: non siamo riusciti ad arrivare fino a loro? Non sono interessati ad un cambiamento? Se è così, perchè?
Ringraziandovi del tempo che mi avete dedicato, vi invio un caro saluto
Maria Pia De Pascale
Professore Associato - Dipartimento di Fisica- Università Tor Vergata
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