Intendo rispondere alle affermazioni di Guido Montanari che invita a non sottoscrivere il documento in quanto i suoi principi ispiratori prefigurerebbero un altro attacco al sistema universitario pubblico. Lo cito testualmente "il documento ....non si richiama mai alla necessità che l'università sia pubblica e inquadrata in un sistema nazionale di regole e risorse, come prescrive la Costituzione."
Mi dispiace contraddirlo. Il documento comincia con affermazioni di valori per noi intoccabili che, tra l'altro, coincidono con quelli che vorrebbe difendere Montanari. Riporto il preambolo al documento di UNI.RA. "Università e scienza sono il pilastro della società, essenziali per custodirne il passato e costruirne futuro. Il ruolo della scienza e dellUniversità in un paese sviluppato non può essere secondario rispetto a quello della politica o delleconomia. LUniversità deve essere il luogo elettivo per la ricerca in tutti i campi del sapere, la sede ideale per la creazione e la trasmissione diffusa delle conoscenze, e deve garantire ai cittadini un sistema di alta formazione. Istituzione fondamentale per la salvaguardia e la promozione dellidentità culturale della nostra democrazia, lUniversità ha il compito di preparare le future classi dirigenti e quindi il dovere di promuovere la mobilità sociale, deve perciò conservare il suo carattere pubblico, in piena armonia con i principi costituzionali. "
Il punto di fondo è che le difese ad oltranza di un sistema universitario pubblico così come è stato configurato, o con sue piccole varianti (concorsi nazionali et similia), finiscono per diventare difesa dello status quo. Occorre uno scatto in avanti!
La novità di Universitas futura è che, in modo alquanto singolare nel panorama nazionale, nasce come movimento spontaneo di colleghi che si ritrovano intorno all'idea che l'ennesima riforma non possa essere subita in modo passivo da parte di un governo blindato che ha la forza comprovata di approvarla. Molti di noi hanno fatto opposizione serrata alla Moratti e giustamente, perchè si volevano introdurre elementi radicali ed estranei perfino ai sistemi più liberali, come l'eliminazione della tenure, introducendo i contratti nelle fasi iniziali, che si potevano prolungare fino a sei anni. E quanti di noi si aspettavano grandi cose dal governo Prodi che proprio della ricerca ed innovazione aveva fatto uno dei temi centrali della sua campagna! Questa volta la riforma passa sulle nostre teste se non riusciamo in uno sforzo coordinato come classe dirigente che si contrappone dialetticamente alla controparte politica.
Walter Lacarbonara
At 18.53 12/03/2009, you wrote:
Sia io sia, come vedete, altri abbiamo fatto circolare la cosa all'interno dell'ateneo, e questo è l'unico commento che sia girato come risposta. Lo inoltro non, ovviamente, perché lo condivida o perché mi aspetti che lo condividano altri di questa comunità, ma come contributo al capire perché alcuni (va' a sapere quanti possano essere) non abbiano firmato.
La verità è che noi (non noi-questa-comunità, ma noi-accademici) non abbiamo alcuna linea condivisa. Cosa magari normale, inevitabile e financo desiderabile, che ci lascia però sostanzialmente indifesi di fronte alle intemperie. Noi ottocento abbiamo firmato un appello che va in questa direzione, ce ne saranno altri 800 (o secondo me più probabilmente ottomila) che hanno chiesto un irrigidimento delle procedure concorsuali con il solito argomento che la nazione può funzionare solo all'interno di gabbie ferree, poi altri 800 che semplicemente se ne infischiano perché pensano che la crisi in corso offra loro un'occasione di guadagnare fettine di potere, poi altri 800 che penseranno che Berlusconi-Tremonti-Gelmini-Brunetta sono dei sangiorgi che finalmente stanno ripulendo l'accademia dagli orridi baroni fannulloni e corrotti, e così via.
Divide et impera.
Aggiungo, se mi permettete, che lunedì qua a Torino ci sono stati casini con la polizia (cinque cariche, randellate a go-go). Secondo il Rettore, che era da noi in Facoltà martedì pomeriggio per discutere dei tagli etc., si è trattato di un trappolone completamente preordinato tra FUAN (usato come forza di provocazione) e forza pubblica come contributo alla trasformazione di un problema in un problema di ordine pubblico, con conseguente progressiva militarizzazione della nazione. E vi assicuro che il nostro Rettore non è esattamente la reincarnazione di Che Guevara. Ero stupefatto di sentirlo parlare così. Tra l'altro la polizia, in attesa di intervenire, si era imboscata senza autorizzazione né richiesta all'interno dei locali dell'università.
Ciliegina sulla torta, gli studenti dell'area di autonomia hanno ritenuto che il comunicato di protesta uscito dal Senato di lunedì pomeriggio per l'intervento della polizia e per le sue modalità non fosse sufficientemente duro, hanno accusato il Rettore di essere solidale con l'intervento stesso e gli hanno detto che "d'ora innanzi tu sei nel mirino". Che può essere solo una frase molto, molto stupida e infelice oppure un segnale molto, molto allarmante e che in ogni caso contribuisce a quella progressiva militarizzazione della quale parlavo. E neppure io sono la reincarnazione di Che Guevara, credetemi. E sono stupefatto al sentirmi parlare così.
- Maurizio Tirassa
From: "Montanari Guido" guido.montanari@polito.it To: coordunito@di.unito.it, federica.galluzzi@unito.it Cc: coordric@di.unito.it Date: Thu, 12 Mar 2009 09:39:27 +0100 Subject: Re: [coordunito] Fwd: Adesioni Manifesto Universitas Futura
Tra tanti appelli che circolano per una pretesa "difesa dell'università" questo a mio avviso è certamente uno di quelli da NON firmare per il semplice fatto che pone al primo punto l'AUTONOMIA (in questo caso addirittura dei dipartimenti, neppure degli atenei!) finalizzata fra l'altro al reclutamento del personale (!). Al di là delle buone intenzioni di alcuni, si configura come un altro attacco al sistema universitario nazionale e un'ulteriore elemento di frammentazione e disgregazione alimentando gli elementi di debolezza già inseriti nel sitena attraverso appunto l'AUTONOMIA. Inoltre non si richiama mai alla necessità che l'università sia pubblica e inquadrata in un sistema nazionale di regole e risorse, come prescrive la Costituzione. saluti cordiali guido montanari
On Wed, 11 Mar 2009 12:22:27 +0100 (CET) federica.galluzzi@unito.it wrote:
Cari tutti,
ricevo e volentieri forwardo.
Federica Galluzzi
Cari colleghi,
come forse avrete notato il manifesto di Universitas,
Futura da voi sottoscritto ha superato le 800 adesioni:
http://w3.disg.uniroma1.it/unira
Abbiamo ancora una settimana a disposizione prima della sua presentazione al ministro il 17 marzo. Mille adesioni sarebbero già un discreto successo. Se avete la possibilità di farlo conoscere e
sottoscrivere ad altri colleghi, sarebbe un modo concreto di contribuire al successo
dell'iniziativa. Occorre ovviamente farlo in questi pochi giorni che ci
restano.
Cordiali saluti, Claudio Procesi e Walter Lacarbonara.
Prof. Arch. Guido Montanari Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città Castello del Valentino Viale Mattioli, 39 10125 Torino Italia 00 39 011 0906424 00 39 335 5860759 guido.montanari@polito.it
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php