Cari tutti, sull'acquisto di una pagina di giornale ho più di una perplessità: è un po' come pubblicare un libro a proprie spese.
Mi spiego: se i contenuti ci sono, e sono interessanti, si viene pubblicati, anche senza pagare. Viceversa, pagando si può essere pubblicati, ma nulla garantisce di avere un impatto significativo.
Io, personalmente, penso che sarebbe molto più utile che ciascuno, singolarmente, si desse da fare (magari anche solo in piccolo, sui giornali locali, o alle lauree) per informare.
Si possono scrivere lettere ai giornali, commenti sui blog, si possono fare interventi ai vari fili diretti ... io qualche volta l'ho fatto: www.radio.rai.it/podcast/A0062182.mp3 (da 5' 25" a 6' 30" per la domanda, fino a 8' 30" per la risposta) oppure anche http://tinyurl.com/394eodf http://tinyurl.com/3y8rwrw
Bisogna ovviamente chiarirsi bene le idee su cosa dire, lo spazio è sempre minimo: se scrivete ad un giornale guardate almeno qual'è la lunghezza media delle lettere che pubblicano, se intervenite in una trasmissione radiofonica cronometrate qual'è il tempo medio di interventi e domande. E' bene anche capire le caratteristiche del canale comunicativo.
Insomma, fare un intervento comporta un minimo di sforzo comunicativo (e di meditazione :) ma, in compenso è gratis e replicabile (da altri, possibilmente: è bene che non sia sempre la stessa persona che interviene!).
Probabilmente molti interventi andranno a vuoto, ma alcuni andranno a segno, e potrebbero avere l'effetto di stimolare la curiosità del pubblico e, di riflesso, di qualche giornalista.
I giornalisti possono essere superficiali, ma non sono 'cattivi': il loro lavoro è capire cosa è 'notiziabile' e cosa no e scelgliere di conseguenza.
Come rendere 'notiziabili' le problematiche complesse che riguardano l'università è però un compito che va oltre le competenze di gran parte dei giornalisti: tocca a noi.
Ciao (e scusate la lunghezza), c.c.