Caro Esposito, Condivo molte dei tuoi punto, in modo particolare punto n.1. Invece per quanto riguarda il punto 5 sono molto perplesso. Proponi stependi in base alla produttivita scientifica. Suppongo che volevi dire produttività accademica. Mi domando quali potrebbero essere i criteri che hai in mente su cui si baserebbe la valutazione della "produttività " e "la gestione dei gruppi di ricerca." Posso immaginare che pensi in termini di qualche cosa del tipo numero di citazione, numero di pubblicazione ecc per la prima valutazione e finanziamenti ottenuti per la seconda. Per quanto riguarda l'uso della bibliometria , sono gli stessi studiosi della biobliometria che avvertono di non prendere troppo sul serio questi criteri - e non faccio altri commenti. Per quanto riguarda i soldini, ti faccio presente che ci sono campi di ricerca che hanno bisogno di pochi soldi ed altri che li consumano a manciate. Se tu riuscissi a suggerire dei criteri utili allo scopo della valutazione accademica faresti, sì, un contributo molto utile. Saluti, Robert Jennings
Il 04/01/13, Rino Esposito rino.esposito@uniud.it ha scritto:
Cari colleghi pur concordando totalmente con le critiche di Girlando, credo che il problema non sia la buona fede di Modica. Francamente quella non riesco a negargliela a proposito dei principi ribaditi nell' appello, troppo lungo e dai toni non condivisibili. Ieri sera avevo inviato un'alternativa all'appello, ma credo vi sia stato qualche problema di ricezione. Ripeto la mia proposta.
Propongo la seguente "Agenda per l'Università". Pare nessuno si sia accorto che lo stanziamento complessivo di PRIN e FIRB per i progetti del prossimo triennio è di meno di 70 milioni di Euro (http://prin.miur.it/documenti/2012/BANDO_PRIN_2012.pdfhttp://futuroinricerca.miur.it/documenti/2013/BANDO_F_Ric_2013.pdf ; http://futuroinricerca.miur.it/documenti/2013/BANDO_F_Ric_2013.pdf). Uno scandalo se pensate che sul costo della politica non hanno tagliato nemmeno un centesimo!
AGENDA PER L'UNIVERSITA'
Togliere alla politica per dare alla ricerca: taglio strutturale dei bilanci parlamentari e delle provincie di 1.5 miliardi da destinare interamente all'Università, una misura senza aggravi per il bilancio statale
Incremento progressivo del FFO per l'Università, fino a raggiungere i 20 miliardi di Euro nei prossimi 5 anni, e decuplicazione degli stanziamenti per progetti di ricerca rispetto allo scandaloso livello dell'ultimo bando (70 milioni)
Ripristino del ruolo di ricercatore a tempo indeterminato e istituzionalizzazione dell'immissione in ruolo, a regime, di 2000 ricercatori per anno e di 5000 ricercatori per anno per i prossimi 10 anni, con lo scopo di raddoppiare il numero di addetti all'Università
Riconoscimento del stato giuridico di docente per i ricercatori
Unificazione del ruolo dei professori associati e ordinari nel ruolo unico di professore, con classi stipendiali legate ai livelli di produttività scientifica e gestione dei gruppi di ricerca
Modifica della riforma Gelmini per le regole del governo delle università, per l'abolizione dei concorsi locali ed a favore della chiamata diretta degli idonei da una graduatoria nazionale.
L'Agenda per l'Università riprende parole d'ordine che ho già proposto in passato, insieme a punti più nuovi. Si muove nella prospettiva di raddoppiare il numero degli addetti e lo stanziamento per Università in modo da riequilibrare il settore e porci sul piano dei Paesi guida in Europa. A considerarla attentamente, l'intera proposta non fa altro che prospettare l'allocazione alla ricerca pubblica dell'intero stanziamento che il bilancio dello Stato già attualmente destina alla ricerca. Solo che più di metà di questo stanziamento fluisce verso il pozzo senza fondo delle industrie - l'Italia è l'unico Paese al mondo in cui l'industria, invece di finanziare la ricerca pubblica, si prodiga e riesce a ridirigere a suo favore il finanziamento pubblico alla ricerca. A tale proposito guardate l'istruttivo video di ROARS (http://www.roars.it/online/giorgio-sirilli-il-finanziamento-della-ricerca-e-...).
Rino Esposito
On 03/01/2013 15.39, Alberto Girlando wrote:
Caro Modica,
non firmerò il tuo appello perché le firme non servono a niente di fronte a scelte precise che il PD ha fatto in tutti questi anni passati. In occasione dell'elezione dell'ultimo governo Prodi, io mi impegnai attivamente a favore di Prodi, partecipando (per quanto possibile) alla Fabbrica, facendo campagna elettorale - invitandoti anche a Parma. Bene, le promesse fatte in quel frangente sono state disattese completamente, nonostante tu fossi diventato se non ricordo male, sottosegretario al MIUR (ministro era naturalmente Mussi, messo lì per bilancino politico).
Mi sono poi impegnato contro il decreto Tremonti del successivo Governo Berlusconi, e contro la contro-riforma Gelmini, ma non ho certo trovato grandi sponde nel Partito Democratico, che difatti ha fatto opposizione per lo più di facciata solo alla fine. Napolitano non si è degnato neppure di rispondere all'appello mandato in quel frangente proprio da questa lista, né la cosiddetta opposizione parlamentare ha ritenuto di doverlo pubblicizzare.
Ed il PD ha appoggiato Monti che ha proseguito con la sua demolizione della Università e Scuola pubblica a favore di quelle private (per lo più cattoliche). Lo stesso ministro Profumo è a quanto si dice vicino al PD (o forse dovrei dire il contrario). Il PD ha sostenuto in commissione la legge ex-Aprea per la privatizazione delle scuole (spero che con la caduta del governo non sia passata). Stendo un velo pietoso sul programma di Bersani su Università e Scuola nelle primarie - l'unico accettabile era quello di Vendola.
Mi dispiace, ma non ci credo più alle promesse a agli impegni da parte di chi non li ha rispettati. Per me, sono con Rivoluzione Civile, che a livello di programma ha accettato i dieci punti di Cambiare si Può, che contemplano il supporto anche e soprattutto economico a Università e Scuola Pubbliche e Laiche. Può darsi che anche questa diventerà una promessa tradita, comununque mi sento di mettere queste persone alla prova.
Alberto Girlando
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php