Caro Riccardo,
la tua proposta per responsabilizzare il reclutamento mi sembra abbastanza incisiva (forse troppo) per avere la deterrenza e l'incentivo e scegliere bene che sono richiesti. Faccio alcuni commenti al termine della risposta.
2009/3/29 Riccardo BARBIERI r.barbieri@sns.it:
Ecco la mia proposta.
- In un determinato anno un certo numero di soggetti sono
assunti (o promossi) nelle varie discipline e nelle varie categorie (ricercatori, ass, ord). Dopo 4 anni, la Agenzia di valutazione ordina per merito la loro attivita' (per disciplina e per categoria)
- Ogni Universita' riceve un aumento/decurtazione del FFO
pari alla spesa per gli stipendi di chi si situa nel 30% superiore/inferiore di queste classifiche.
Faccio un esempio. Nel 2009 saranno assunti (promossi) 4000 nuovi soggetti con un costo medio annuo di 50.000 EU/persona? La proposta comporta una riallocazione fra 4 anni di circa 70 MEU. Dieci anni di questa regola implementata cambierebbero molto piu' di qualunche alchimia concorsuale.
Valutare singolarmente un docente o ricercatore con criteri razionali e obiettivi e' piu' difficile, piu' incerto e piu' delicato che valutare i risultati aggregati di un intero Dipartimento. Anche su un periodo di 4 anni, la produzione scientifica accertabile puo' oscillare considerevolmente, per esempio tra chi collabora alla costruzione di un apparato oppure all'analisi dati di un esperimento, oppure tra chi lavora su campi nuovi e non praticati e chi segue settori gia' praticati e affollati. Questi effetti tendono a mediarsi quando vengono valutati i risultati aggregati di un Dipartimento, che risultano pertanto relativamente piu' obiettivi e meno incerti.
Tuttavia, in una fase transitoria in cui si avviano nuovi criteri riguardo reclutamento e promozioni, mi sembra che una valutazione incisiva delle persone reclutate e promosse - per quanto piu' difficoltosa - sia piu' efficace e produca piu' deterrenza rispetto ad una valutazione comparativa tra Dipartimenti. Ma terrei presente che almeno a regime la valutazione piu' opportuna dovrebbe essere quella dei risultati aggregati dei Dipartimenti, riscalati per le unita' di personale e le risorse utilizzate.
Premesso questo credo sia opportuno cercare di prevedere problemi e obiezioni che questa tua proposta puo' incontrare.
Personalmente non conosco esempi esteri di una valutazione centralizzata dei ricercatori o docenti a N anni dal reclutamento / promozione, ma questo puo' essere dovuto alla limitatezza della mia esperienza. In ogni caso va tenuto presente che esistono e sono sperimentate valutazioni dei Dipartimenti (es. RAE, lo studio tedesco che ho menzionato in passato) mentre sono meno conosciute e forse assenti valutazioni centralizzate di singoli assunti dopo N anni come premessa per modulare i finanziamenti ai Dipartimenti. Nei contesti che conosco meglio, gli USA, la valutazione del singolo viene effettuata primariamente dal Dipartimento di appartenenza (ammissione a tenure-track, tenure, promozione a full professor), mentre invece i Dipartimenti competono tra loro per ottenere la migiore reputazione. Tutto cio' e' abbastanza logico perche' e' il Dipartimento il luogo dove sono concentrate le informazioni sul singolo, e anche gli incentivi a scegliere bene, e allo stesso tempo dall'esterno e' piu' facile ed efficiente valutare e confrontare i risultati aggregati dei Dipartimenti piuttosto che le singole persone.
Va tenuto poi presente il sistema di incentivi che questa proposta creerebbe.
Dal punto di vista dei Dipartimenti, ci sarebbe elevato interesse creare le migliori condizioni per massimizzare la produttivita' scientifica dei nuovi assunti e promossi rispetto a quelli di altri Dipartimenti, e questo e' un bene in generale ma puo' creare distorsioni se realizzato con metodi non onesti come ad esempio far firmare lavori dove il contributo del singolo e' nullo o trascurabile, oppure conferendo responsabilita' nominali ma non effettive ne' onestamente meritate. Questo genere di distorsioni non avrebbero effetto sulla misura dei risultati complessivi di un Dipartimento, mentre invece possono essere sfruttate per far prevalere singole persone rispetto ad altre di altri Dipartimenti in una valutazione centralizzata.
La valutazione centralizzata dovrebbe essere fatta da una commissione nazionale e tale commissione per valutare accuratamente i singoli dovrebbe cercare di entrare nel merito dei loro risultati scientifici. Lo sforzo richiesto e' paradossalmente maggiore rispetto a quello necessario a confrontare complessivamente diversi Dipartimenti, compito che puo' essere portato a termine con minimo sforzo anche solo o prevalentemente con dati bibliometrici opportunamente pesati, come si propone di fare piu' o meno il futuro RAE inglese, e come ha mostrato lo studio della correlazione tra bibliometria con google scholar e i risultati CIVR messa in luce da alcuni universitari a Roma.
Ma una commissione nazionale non ha realistici incentivi a fare lo sforzo di misura approfondita e nemmeno ha realistici incentivi a fare una valutazione corretta, perche' non sconterebbe conseguenze delle proprie scelte. I membri di una commissione nazionale avrebbero semmai incentivo a favorire i DIpartimenti amici indipendentemente da una valutazione approfondita, risparmiando lo sforzo necessario per la misura di produttivita' scientifica e contemporaneamente ottenendo crediti e riconoscimento per l'occhio di riguardo usato.
Al contrario, i membri di un DIpartimendo in un contesto sano e ben avviato in cui i finanziamenti dipendessero dai risultati aggregati ed eventualmente dagli overhead su fondi di ricerca ottenuti dai colleghi, avrebbero incentivi estremamente piu' incisivi per fare una valutazione estremamente accurata delle persone da reclutare e da promuovere, perche' questi ultimi saranno colleghi nei decenni successivi e contribuiranno a determinare le fortune del Dipartimento di appartenenza.
Arrivato qui mi scuso per la lunghezza del messaggio che contrasta con l'essenzialita' della tua proposta e ringrazio per l'attenzione chi sia arrivato fin qui.