Forse seguiamo mailing list diverse ma la stragrande maggioranza dei miei colleghi ricercatori (giovani fino a un certo punto) sono favorevoli ai meccanismi di valutazione, che per altro non gestiamo, non abbiamo mai gestito e non è previsto da nessuna parte che li gestiremo noi. Che poi i ricercatori dopo che tutte le categorie di questo paese hanno fatto in via del tutto prevalente i propri interessi, debbano essere i primi a sacrificarsi in nome di una riforma che non si capisce bene quali vantaggi dovrebbe portare (gli svantaggi sono invece piuttosto chiari) mi pare sorprendente. Non ho capito bene poi chi sarebbe il "voi" di cui ci vorremmo sbarazzare. Saluti Alessio Papini
claudio procesi wrote:
caro Franco siamo in sintonia ma siamo solo "due vecchi".
e` deprimente vedere che i giovani colleghi fanno gli stessi errori dei loro omologhi di 40 anni fa: corporativismo, paura di aprirsi al mondo esterno etc. Solo che quelli di 40 anni fa avevano la scusante di vivere in un paese provinciale che conosceva solo la sua realta` mentre penso che i nostri colleghi giovani qualche esperienza del mondo esterno la dovrebbero avere.
Quindi dovrebbero sapere che la massa di privilegi, autoreferenzialita` e conseguenti inefficenze del nostro sistema non esite in nessun altro paese avanzato.
Il fatto che la politica non capisca che sulla ricerca si gioca il futuro e che magari pensino di bloccare i cinesi, senza capire che fra breve andremo noi a fare i badanti in cina non e` una scusa per non assumersi le proprie responsabilita`.
E` ovvio che per chiedere con forza che la ricerca sia finanziata adeguatamente bisogna prima ridare credibilita` al sistema.
Certo gli effetti devastanti delle politiche attuali si sentiranno a lungo, ma i PRIN demenziali, l'ostilita` verso il CIVR, i corsi di laurea insensati, i carichi didattici a mezzo tempo etc. etc. non sono colpa dei politici. Se mai la loro colpa e` di non aver capito che la situazione stava degenerando e l'Universita` era caduta in mano alle forze peggiori e non migliori del mondo accademico.
Compito della politica doveva essere quello di favorire la crescita di una classe dirigente scientifica non quella di affossarla come hanno fatto con una certa sistematicita`.
Adesso hanno anche fretta di sbarazzarsi di noi claudio