Care cari colleghi, bruttissime notizie, il piano inclinato su cui stiamo da tempo scivolando non pare conoscere limiti né discontinuità. Ieri il Consiglio di Amministrazione dell'Univeristà di Firenze ha confermato la scelta già assunta dal Senato accademico: in pensione i ricercatori con 40 anni di contributi! Hanno votato a favore e se ne sono assunti la grave responsabilità il rettore Marinelli, il suo vice Corpaci, il direttore amm.vo Orefice, i docenti ordinari Marchionni, Giusti, gli associati Dei, Tanini, gli amministrativi La Gamba, Scarpellini (ambedue della CGIL !!), gli studenti Frontini, Epifani (lista studenti di sinistra !!) e Nano (Lista Aperta). Unico voto contrario il mio, mentre l'altro rappresentante dei ricercatori Filippo Catani si è astenuto (?!). Per la prima volta intendo esprimere il mio profondo disagio per le condizioni politiche in cui mi trovo ad operare come membro di questo CdA, e il mio sdegno per la qualità, bassissima, degli interventi e le motivazioni, per noi offensive, addotte a favore del provvedimento: si risparmia e si svecchia !. Si tratta, è bene dirlo senza molti giri di parole, di una vera e propria ingiustizia a cui dobbiamo reagire con il massimo delle nostre energie. Si tratta di una palese dimostrazione di insensibilità umana e sociale, di una chiara e unilaterale rottura del patto sociale fra le varie componenti dell'ateneo. Siamo ormai al tutti contro tutti, all'avvio della stagione esplicita dei comportamenti corporativi. Voglio affermare e me ne assumo la responsabilità, che ormai l'ateneo è sfasciato, il giocattolo si è rotto e non si intravedono comportamenti coerenti e virtuosi che possano al momento produrre positive condizioni di nuova unità. Quell'unità d'intenti che è invece fondamentale per affrontare una stagione ventura che mai è stata così difficile e delicata. Voglio dire con chiarezza che giudico questo CdA ormai incapace di essere autorevole momento di equilibrio fra le componenti e inadeguato per qualità politica e capacità amministrativa, insieme al Senato, a poter gestire ed affrontare positivamente le svolte epocali che ci aspettano. Lo stesso Rettore appare ormai, ed è forse anche comprensibile a giugno si vota per il nuovo, come autorità che si spegne, a fine corsa, senza più incisività e progettualità, sempre più astioso verso la stampa e i media: speriamo che non si incateni anche lui come il Sindaco di Firenze Domenici !.
Cordiali saluti. Alberto Di Cintio rappresentante eletto dai ricercatori nel Consiglio di Amministrazione dell'Università di Firenze