Il problema del costo per laureato per anno (fatto passare per inefficienza del nostro sistema) è collegato a qualcosa di STRUTTURALE del nostro sistema. Ma questo problema, guarda caso, non è affrontato per nulla nella cosiddetta riforma. Colpa nostra ? Forse, ma non solo.
Prima di tutto, le nostre Università (tranne qualche rara eccezione) NON sono Università residenziali. Lo studente abita FUORI dell'Università, magari in un'altra città, e fa avanti e indietro col treno o paga salato dei privati (il numero di studenti che usufruiscono dei servizi residenziali è trasurabile). QUINDI la frequenza non mai obbligatoria, e l'aiuto, magari limitato che possiamo dare noi docenti può in certi casi essere nullo. Da qui la spinta ad avere tante Università, una per città. Nel piano delle Università varato in Francia, invece, c'è una forte spinta verso le Università residenziali.
Secondo, da noi lo studente può ripetere un esame ad libitum. In tutti i paesi di cui sono a conoscenza tramite colleghi (Stati Uniti, Germania, Francia, Polonia etc. etc) QUESTO NON Ẽ POSSIBILE. Quindi i fuori corso non esistono perché vengono eliminati. Dato che si sa questo, il docente ci pensa più di una volta prima di "eliminare" uno studente. Ci sono poi dei correttivi per togliere una eccessiva arbitrarietà ad un singolo docente. I fuori corso non solo usano le strutture, ma anche il nostro tempo docente. Anche in Italia, a livello di scuola superiore, non è possibile ripetere l'anno (o l'esame di maturità) più di due volte. Chissà perché questo per l'Univerisità non vale.
Alberto Girlando
On Thu, 2010-04-15 at 12:13 +0200, Alberto Lusiani wrote:
2010/4/15 Guido Mula guido.mula@dsf.unica.it:
Aggiungo una chiosa al collega Luisani. Gli italiani sono in coda alla graduatoria della spesa per studente, stando alla graduatoria OCSE, il che non può non provocare una forte emorragia di studenti ed un basso numero di laureati (siamo in coda anche su quello). E' quindi forzato, a mio avviso, dire che l'investimento per laureato è alto quando le risorse sono insufficienti all'inizio per la preparazione degli studenti in ingresso. I soldi che noi investiamo in media per studente sono circa la metà dei paesi con i quali vorremmo confrontarci, siamo largamente in coda al G8, così come da noi è più basso il rapporto docenti/studenti. Con la riforma in discussione si parla di "riordino" senza parametri che, viste le premesse, vuol dire solo una ulteriore, drammatica, riduzione di soldi e di personale.
I dati sul costo per studente cambiano radicalmente a seconda di come vengono considerati gli studenti fuori corso che sono il ~40% del totale. Secondo le stime di Perotti contando i fuori corso per il loro uso effettivo delle strutture, il finanziamento per studente full-time-equivalent italiano e' ai vertici mondiali, in termini assoluti. Le stime di Perotti sono opinabili ma ancor piu' opinabile e' includere la frazione abnorme dei fuori corso italiani sul totale come fossero studenti normali degli altri sistemi universitari.
Ma proprio per evitare queste discussioni ho parlato di costo per laureato. Il numero di laureati per anno non si puo' discutere, e il finanziamento pubblico italiano per laureato e' tra i piu' alti del mondo. Quando ho tempo faccio i conti usando i dati di Education at a glance degli ultimi anni.
Cordialmente,