io concordo pienamente con Tirassa, la mia esperienza e` stata simile e ho dovuto mandare a "fanc.." qualche collega straniero troppo supponente. Quando vengono qui si comportano peggio di noi, d'altra parte mi ricordo da studente quello che sarebbe diventato il mio mentore in America in sabbatico a Roma (una persona peraltro squisita) aveva capito tanto bene che "in Italia si parcheggia dove ciascuno vuole" che aveva lasciato la sua Jaguar in mezzo a Piazza San Silvestro!!
Cerchiamo di non essere pure provinciali, poi non arzigogoliamo troppo se no non combiniamo nulla. Il sistema perfetto non esiste ma esistono dei meccanismi che permettono ad una classe dirigente di formarsi, questa e` l'unica speranza non la supplenza degli stranieri o degli indicatori o dei vincoli, se non si forma una classe dirigente non c'e` speranza.
Su questo dobbiamo puntare sapendo che comunque non eviteremo del tutto i comportamenti delittuosi.
Non so perche' ma durante questa discussione mi riviene in mente un classico della letteratura "Il maestro e Margherita" con le sue interpretazioni del bene e del male sullo sfondo della unione sovietica stalinista.
claudio
On Jan 12, 2009, at 10:26 PM, Maurizio Tirassa wrote:
L'unico caso del genere che abbia visto è stato quello di un (molto noto) accademico inglese che ha sponsorizzato pesantemente il candidato che aveva lavorato con lui, dicendo che chiunque altri avesse vinto sarebbe stato il solito scandalo "all'italiana" e minacciando di scrivere le solite lettere alle varie riviste. Non so se avesse visto i curricula degli altri candidati, ma in ogni caso si è mosso con una supponenza e un'arroganza che di solito riteniamo tipiche soltanto dei baroni italiani.
Con la fama che ci ritroviamo, meritata o no che sia, qualunque pistola pensa di potersene approfittare come vuole. Ho visto (e talvolta patito) di persona attacchi ad hominem per il solo fatto di essere italiano, e dunque, per forza di cose, mafioso.
Se abbiamo dei problemi, risolviamoceli da noi, ché Guicciardini è mancato già tanti anni fa, chissà se di crepacuore.
- Maurizio
il modo migliore di coinvolgere colleghi stranieri non e` quello di metterli in commissione, sono quasi sicuro che non funziona per tante ragioni che se volete potrei sviluppare, il modo migliore e` di chiedere lettere di presentazione per i candidati e anche di confronto fra candidati.
claudio
On Jan 12, 2009, at 8:08 PM, P. Dimitri wrote:
Come hanno sottolineato altri colleghi, la discussione sulle regole si sta diventando una "telenovela" eccessivamente cavillosa e faticosa da seguire .....Se parliamo di concorsi, credo che per migliorare la situazione sia giusto utilizzare i vari parametri (H index, IF ecc) con ovvia attenzione; inoltre vedrei bene la presenza nelle commissioni di esperti stranieri esterni ai centri di potere accademico.
Patrizio Dimitri
At 11.41 12/01/2009 +0100, Guido Mula wrote:
Caro Piero,
Quello che mi lascia perplesso è una "rigidificazione" delle regole.
Sono poi d'accordo sulla decenza minima dei candidati, ma di fronte ad una valutazione a posteriori seria anche questo problema secondo me svanirebbe. Questi criteri normalmente non esistono, e da noi tutto questo succede perché tanto nessuno è mai davvero responsabile di niente, a meno che non faccia proprio delle enormità (o rubi un pollo...).
Non mi dimenticherei inoltre che la rigidità attuale delle regole impedisce di scegliere un candidato sulla base delle proprie reali esigenze dei gruppi e delle strutture, imponendo di fare bandi molto generici, portando come conseguenza una "abitudine" all'aggiramento delle regole che poi negli anni è degenerata sempre più.
Sono davvero convinto che la situazione attuale sia causata sostanzialmente da una voglia di "oggettivizzazione" delle scelte che poi porta ad un sistema che si incarta da solo. Non esistono o sono davvero difficili da individuare le scelte "oggettivamente corrette" e "oggettivamente scorrette" a priori, ma esistono sicuramente e si vedono bene quelle a posteriori.
Cordialmente,
Guido
On 12/01/09 11:30, "Piero Lattanzi" lattanzp@unica.it wrote:
> caro Guido, sono d'accordo sul principio > la "certezza della pena" potrebbe derivare dal condizionare in > modo > sostanziale i finanziamenti di una struttura alla sua > produttività > scientifica > in questo modo i commissari della struttura (o quelli da essa > delegati) > avrebbero tutto l'interesse a scegliere "il meglio" (in > funzione anche della > situazione specifica della struttura, che potrebbe non aver > bisogno del > ricercatore in assoluto più brillante, ma di una figura con > particolari > caratteristiche) > tuttavia, e scusate se mi ripeto, NEL CONTESTO ITALIANO > l'introduzione di > parametri MINIMI oggettivi sarebbe un bel progresso! la mia > personale > esperienza mi dice che se un Wiles è stato bocciato a un > concorso
italiano,
> non è tanto perchè si è trovato a competere con > laboriosi, ma meno creativi, accumulatori di citazioni, ma > perchè non
aveva
> "santi in paradiso" (non era il candidato della sede, non era > "di scuola" > non era il nipote del Preside ecc.) > > Piero Lattanzi > -------------------------------------------------- > From: "Guido Mula" guido.mula@dsf.unica.it > Sent: Monday, January 12, 2009 10:32 AM > To: "Universitàe Ricerca Forum" > universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it > Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] ancora sui > parametri oggettivi: > mozione UMI > >> Cari tutti, >> >> Da tempo su questa mailing list si discute di criteri >> "oggettivi" di >> valutazione. Pur condividendo l'idea che questi possano >> funzionare come >> "ausilio", decretare che la scelta dei candidati da assumere >> possa
essere
>> fatta affidando a quei parametri priorità assoluta è, a mio >> avviso, >> estremamente pericoloso e contro lo spirito di qualunque >> attività >> scientifica, dove la capacità di valutazione risiede in chi >> valuta e non >> su >> numeri ragionieristici. E' a questo che ci vogliamo ridurre? >> Tanto vale >> far >> fare le scelte da un computer. >> >> L'uso di strumenti come gli indici di valutazione è uno >> strumento
valido,
>> a >> mio avviso, esclusivamente se serve come PARTE della >> valutazione,
insieme
>> ad >> altri parametri. >> >> Il criterio essenziale, tuttavia, è che credo che, qualunque
strumento si
>> utilizzi per la valutazione, nel momento in cui lo strumento >> diventa >> rigido, >> farraginoso o troppo carico di cavilli, si apre la strada o a
valutazione
>> insensate o ad abusi "legalmente validi". >> >> Il solo criterio vincente, a mio avviso, è una valutazione dei
risultati a
>> posteriori. Deve essere lecito scegliere un candidato che >> sulla
carta vale
>> meno di un altro, se questo candidato ha, per esempio, >> migliori
chances di
>> integrarsi e portare frutti positivi nel gruppo dove verrà >> inserito.
Deve
>> essere tuttavia stringente una valutazione dell'attività del
candidato nei
>> primi due-tre anni, con conseguenze efficaci in caso di >> insuccesso
per chi
>> ha scelto e per chi è stato scelto, nonché per la struttura di >> appartenenza. >> >> Di fronte ad un sistema capace di valutare davvero l'efficacia >> delle >> scelte, >> con una vera responsabilizzazione di chi sceglie e della sua >> struttura, >> nessuno avrà interesse a prendere persone scadenti. Senza la >> responsabilità, >> e l'uso automatico di criteri pseudo oggettivi non può che >> aggravare il >> problema, non avremo mai valutazioni serie. >> >> Il rischio è ragionare in termini analioghi al mettere a zero >> il tasso >> alcolemico alla guida per punire chi ha tre grammi di alcool >> nel sangue. >> Chi >> beve, si droga o altro è già ben al di là delle norme. >> Stringere i >> parametri >> equivale a rendere la vita difficile a chi segue le regole. >> Chi le >> infrange >> comunque non si accorgerà della differenza. Se invece si >> facessero
davvero
>> controlli a tappeto allora sì che si vedrebbe una differenza. >> >> E' la "certezza della pena" che può cambiare le cose, non >> regole su >> regole. >> >> Cordialmente, >> Guido Mula >> >> >> >> On 11/01/09 19:58, "Ugo Vaccaro" uvaccaro@gmail.com wrote: >> >>> Salve, >>> sono Ugo Vaccaro (informatico) ed ho presieduto >>> la commissione nazionale degli informatici >>> che ha elaborato il documento per la valutazione della >>> ricerca per cio' che riguarda l'area INF/01. >>> Ho trascorso molto (troppo!) tempo a studiarmi tutti >>> gli indicatori bibliometrici che sono stati proposti >>> in letteratura (una bella valutazione di essi li trovate >>> su tanti lavori pubblicati sulla rivista Scientometrics >>> http://www.springerlink.com/content/101080/). >>> La conclusione che ne ho tratto e' che si puo' >>> senz'altro delegare ad un loro calcolo la valutazione >>> della validita' della ricerca svolta da un collega, >>> ma cio' e' perfettamente equivalente a "scollegare" >>> il proprio cervello, rinunciando ad esercitare le facolta' >>> critiche che ci dovrebbero essere proprie (in qualita' >>> di scienziati). E' sicuramente riposante e comodo, >>> ma credo che non ci si confa'. >>> In uno di tali articoli era citata la seguente frase diS. >>> Brenner >>> (premio >>> Nobel medicina, 2002): >>> "What matters absolutely is the scientific content of a >>> paper, >>> and NOTHING will substitute for either knowing or reading >>> it" . >>> Io la condivido in pieno. >>> >>> Altra questione e' l'uso "consapevole" >>> (cioe' l'uso consequenziale ad un loro studio >>> approfondito) di criteri >>> bibliometrici come AUSILIO per la valutazione della ricerca. >>> >>> Concludo dicendo che concordo con chi ha detto che >>> l'imposizione >>> di parametri "oggettivi" sembra essere in contraddizione >>> con lo >>> spirito della lettera di Procesi, e' che piu' si arzigogola >>> sule regole (sperando vanamente di impedire ai delinquenti >>> di delinquere) e peggio e'. >>> >>> Cordiali saluti >>> Ugo Vaccaro >>> >>> >>> -- >>> ========================================= >>> Email :uv@dia.unisa.it >>> WWW :http://www.dia.unisa.it/~uv >>> TEL. :+39 089 969734 FAX :+39 089 969600 >>> ORG. :Dipartimento di Informatica ed Applicazioni >>> Universita` di Salerno, Via Ponte Don >>> Melillo, >>> 84084 Fisciano (SA), Italy >>> ========================================= >>> _______________________________________________ >>> Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list >>> >>> Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le >>> proprie >>> impostazioni: >>> https://mail.dm.unipi.it/listinfo/ >>> universitas_in_trasformazione >>> >>> Ulteriori informazioni:
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>> 12/01/2009 7.04 >> > _______________________________________________ > Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list > > Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: > https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione > > Ulteriori informazioni: http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/ > lettera.html
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