Caro Procesi, ho sempre pensato l'incapacità di valutare gli ordini di grandezza sia la cartina la tornasole dell'ignoranza delle basi della cultura scientifica cosi' diffusa nel nostro paese. Chi non capisce gli ordini di grandezza, ragiona male anche sul resto. E' dalla scuola che si deve ripartire, ma con di una progettualità che duri almeno una generazione.
Roberto
On 08/07/10 21:07, "claudio procesi" procesi@mat.uniroma1.it wrote:
per capire il ruolo della informazione in Italia vi racconto questa piccola storia. ieri ricevo una e-mail da una giornalista, che mi chiedeva lumi sui ricercatori e mi allegava un suo articolo appena scritto. Lo leggo rapidamente e sobbalzo quando vedo scritto che
A cominciare dai tagli dei finanziamenti all¹università, che passerebbero da 7,49 milioni di euro a 6,05 milioni tra il 2009 e il 2012, con una riduzione del 19%.
Come si fa a scrivere senza sobbalzare una cosa cosi'? Immaginate se un giornale protestasse perche' il caffe al bar e` passato da 6 centesimi a 9 centesimi (e qui siamo solo ad un ordine di grandezza e non tre).
Poi glielo faccio notare e lo corregge dicendomi che aveva preso i dati da Nature.
ora che senso ha questo tipo di informazione? devo dire che su questo sono paranoico come quando sento al telegiornale che il volume totale di affari delle mafie e` di 30 milioni di euro l'anno (una fabbrichetta media).
Come si fa a parlare ad un paese di soldi se si sbagliano grossolanamente gli ordini di grandezza? Forse bisognerebbe normalizzare il tutto a spesa procapite e quindi spiegare che ad esempio la manovra di Tremonti sono 400 euro a testa (se non ho sbagliato anche io i conti)? Chiedo lumi in particolare ai colleghi non scienziati e che non hanno i numeri come professione ma credo che questo, la questione quantitativa, sia un problema di comunicazione politica enorme, se non si capiscono gli ordini di grandezza non si capisce nulla dei problemi del paese.
claudio
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