Cerco di evitare di intervenire in questa lista come su altre, perché finisce che si moltiplicano messaggi e alla fine si dilusice il tutto.
Ma siccome Lusiani ha fatto una serie secondo me eccessiva di affermazioni "per quanto ne risulta a lui" che non sono corrette mi preme inviare una risposta fatta dall'amico e collega Roberto Livi in una serie di scambi avvenuti tra fisici e innescata dalla lettera di Angelo Vulpiani che poi è finita anche su questa lista. Non amo polemiche di fisici vs matematici vs chimici vs ecc. perché ritengo che tutti (dico tutti) i settori che si occupano eminentemente di ricerca curiosity driven nel nostro Paese sono di livello buono o ottimo sia a livello di risultati di ricerca sia a livello di formazione sia a livello di reclutamento. I distinguo possono e devono essere introdotti in settori dove la componente libero professionale diventa importante.
Caro Angelo, questa classe dirigente parla e straparla sulla base di luoghi comuni, che danno all' ascoltatore ignaro l' impressione di trovarsi in presenza di un grande comunicatore, ben addentro al problema. Non solo Gianni Riotta, ma molti degli uomini che fanno opinione, si comportano cosi', perche' il messaggio deve giungere chiaro e sufficientemente semplice se vuol consolidare l' immagine del personaggio che si sono costruito: il tuttologo che la sa lunga appunto su tutto. Poco importa se poi e' una mistificazione. Vorrei chiedere al Sig. Riotta, che ostenta una cosi' ferrea chiarezza d'idee in merito allo stato della fisica italiana, cosa ha da dire sul fatto che in Italia si nomina Umberto Veronesi come esperto sul Nucleare, oppure sui successi dei fisici italiani al CERN, o sugli insuccessi dell' IIT, documentati anche su Nature. Ah gia! Mi risponderebbe che a noi il Nobel non ce lo danno. Del resto la sua risposta qualifica l' ignoranza del personaggio su una lista quasi infinita di temi, di cui passo ad elencare i principali: - la dimensione internazionale della ricerca in fisica; - i mezzi messi a disposizione della medesima in Italia, confrontati con quelli di altri paesi; - la fuga dei giovani ricercatori, che sta dissanguando la fisica italiana; - Theodor Hensch che venne insignito del Nobel quando lavorava al Lens di Firenze con un' equipe italiana; - la gestione di enti di ricerca come CNR ed ENEA; .................
A questo signore la complessita' della situazione certamente sfugge e non saranno certo i suoi trascorsi sul Manifesto a fargli sentire la necessita' di prenderla in considerazione. Essendo passato al fronte Confindustriale avra' deciso di battersi per privatizzare anche la fisica, perche' e' chiaro che se ci mettessero le mani i grandi imprenditori italiani (come, ad esempio, il Sig. Marchionne) il Nobel non ci sfugge: magari non sara' proprio quello per la fisica, ma se istituiscono quello per le stronzate non ce n'e' per nessuno.
Un caro saluto, Roberto
On 27 Oct 2010, at 10:53, Alberto Lusiani wrote:
RItengo Gianni RIotta un pessimo direttore specie per un giornale economico come il Sole 24, tuttavia sono d'accordo con la sua replica
Quando arriverà il prossimo Nobel della fisica per un lavoro di equipe svolto in Italia da una università italiana le scriverò per dire: avevo torto. Fino ad allora ho ragione. Grazie gr
che corrisponde alla mia percezione e conoscenza dei fatti, non solo per Fisica ma per tutte le discipline scientifiche eccetto (come mi e' stato fatto notare) Matematica.
Il sistema dei concorsi accademici italiani e la struttura senza meritocrazia delle remunerazioni del sistema italiano, dai tempi poco successivi a Fermi ad oggi, hanno avuto l'effetto - per quanto risulta a me, ripeto - di espellere dall'accademia italiana tutti i potenziali premi Nobel (es. Rubbia, scartato per insufficiente esperienza didattica e amenita' del genere). Gli elementi migliori formatisi in Italia sono in generale poi stati valorizzati da sistemi accademici piu' avanzati ed efficienti di quello italiano, dove hanno condotto ricerche per cui hanno avuto in seguito il premio Nobel. E' pleonastico ma non va dimenticato aggiungere che nessun potenziale premio Nobel istruito nel resto del mondo ha trovato spazio ed e' stato valorizzato dal sistema accademico italiano prendendo grazie a questo poi il premio Nobel.
Il massimo che e' riuscito a combinare il sistema accademico italiano e' temo addebitare ai contribuenti italiani il costo elevato di alcuni premi Nobel in eta' di pensione in altri sistemi accademici, e non piu' produttivi almeno al livello di ricerche da Nobel, che hanno goduto delle condizioni particolarmente vantaggiose che l'universita' italiana garantiva e ancora garantisce in parte agli elevati livelli di anzianita' delle scala stipendiale, anche in termini di ridotte responsabilita' didattiche.
E' poi vero che molti dipartimenti di scienze italiani sono dignitosi con delle punte di ottima qualita', come mostra lo studio CHE, ma non e' possibile con questo assolvere l'Universita' italiana, anche Scienze, per i suoi difetti particolarmente nella valorizzazione e selezione dei migliori.
Inoltre posso aggiungere che almeno a Fisica ho visto recentemente gli USA assegnare ben due imporranti premi di Fisica delle particelle ad italiani, valorizzati dal sistema accademico italiano, e per ricerche condotte con equipe italiane (ovviamente poi anche collaboranti col resto del mondo). Questi fatti dovrebbero essere sottolineati a GR per fargli capire che se sicuramente l'Accademia italiana ha seri problemi a valorizzare gli elementi migliori (sia italiani sia del resto del mondo, non tutto e' da buttare e ci sono esempi non solo buoni ma anche eccellenti, per cui e' fuori luogo straparlare di "aule deserte" che non hanno nulla a che fare con i dati di fatto.
Saluti,
Alberto Lusiani ricercatore di Fisica SNS _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Giulio Peruzzi
Storia della Fisica e Storia della Scienza e della Tecnica
Dipartimento di Fisica - Università di Padova
Via Jappelli 1 - 35121 Padova
tel. 0498275150
e-mail: peruzzi@pd.infn.it
personal web site http://www.scienze.unipd.it/storiascienza/