Non credo proprio che la bozza di riforma di origine ministeriale sia paragonabile a quanto è venuto fuori dalla discussione che ho seguito nel nostro forum. Vi è certamente qualche assonanza quando si parla di strutture di primo livello che, per quanto posso comprendere, potrebbero essere anche i dipartimenti. Tuttavia l?intera bozza è costellata di elementi inomogenei, frutto delle diverse mani che hanno aggiunto, ciascuna, uno specifico ?sigillo di riconoscimento? (alcuni davvero singolari come la storia del contributo da parte dei laureati una volta che comincino a guadagnare). Tra questi sigilli ne vedo alcuni rivoltanti. Non è per fare ideologia, ma l?idea dei consigli di amministrazione, con la rappresentanza di chi supporta l?istituzione universitaria con più di 500000 Euro all?anno, mi fa rabbrividire. E ancora, il ruolo del CUN, questo indiscutibile organo che dovrebbe solo nascondersi per le vergognose proposte avanzate di recente in merito ai criteri di valutazione. Da gente come Gelmini, Schifani e compagnia non mi aspetto nulla di buono, hanno in mente solo l?ossessione di assecondare gli umori più fetidi di un paese marcio come loro. Penso che la discussione sviluppata al nostro interno sia opportuna, utile e necessaria a denunciare e speriamo a convincere altri, a smuovere le coscienze sull?urgenza di non subire un?ennesima riforma dall?alto, anche se guardandosi intorno è difficile non riconoscere le ragioni dello sconforto del collega Tirassa. Ribadire la distanza abissale che c?è tra noi e quei figuranti squallidi che dal pulpito della loro ignoranza pretendono di fare politica non è velleitario: l?Università è di chi la fa, cioè di tutti quelli che onorano l?attività scientifica e didattica, senza distinzione di fascia, anzianità, ecc. Prendere coscienza e difendere la nostra dignità significherebbe far naufragare qualsiasi imposizione spacciata per riforma. Tanto per cominciare si potrebbe ?sterilizzare? qualsiasi tentativo di imporre nuovi schemi di governance basati sulle tre categorie di 1a fascia, 2a fascia e ricercatori, affermando, nell?ambito dell?autonomia delle sedi, il diritto e la pratica ad essere riconosciuti solo in base alla produzione scientifica e didattica. Vorrei vedere chi non è d?accordo. Uno scenario del genere metterebbe a nudo l?impotenza della politica di fronte alla superiorità dell?intelligenza (salvo soluzioni autoritarie difficili da praticare sic et simpliciter). Pensiamoci bene. Ma forse ho corso troppo con la fantasia ?. Un saluto Rino Esposito
Rino Esposito Università di Udine Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biomediche Tel. +39 0432494321 Fax +39 0432494301
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