A Floris e ad Acquistapace: io sono più radicale: -I dottori di ricerca devono trovare il primo impiego universitario in sede diversa. -Lo stesso per i ricercatori che divengono associati -Lo stesso per gli associati che divengono ordinari E' l'unico modo per evitare l'"inbreeding" In Germania questa è una regola che funziona bene. Tanto che ci sono degli Associati bravissimi che, per non dover cambiare anche provvisoriamente sede, rinunciano alla promozione. Giovanni Giacometti (uno che dalla nascita universitaria è rimasto sempre nella stessa sede, tranne i soggiorni all'estero, e ne ha risentito negativamente)
On Wed, 3 Dec 2008 12:26:15 +0100 (CET), Francesca Acquistapace wrote
Buongiorno, quello che dice Floris e` corretto, pero` cio` non ha impedito che colleghi X abbiano fatto vincere o fatto idonei candidati improponibili, specie in "valutazioni comparative" in presenza di altri candidati di livello assai superiore. Forse un rimedio "meritocratico" accettabile e` proprio quello di stabilire livelli minimi anche grossolani sia per i concorrenti che (soprattutto) per i commissari.
Altra considerazione: Vedere un allievo/a brillante, che hai formato per anni, sparire solo perche` non ci sono abbastanza concorsi e` assolutamente desolante, meno desolante vederlo assumere da un'altra Universita` dove, grazie alla formazione ricevuta, potra` crescere e rinnovarsi. Mica bisogna per forza fare la stessa ricerca tutta la vita. Ci avevano promesso un'assunzione straordinaria di ricercatori, a prescindere dalle sedi e dalle Universita` piu` o meno virtuose, se questo progetto andava in porto (e i soldi erano stati stanziati, ma forse sono stati dirottati sui debiti della compagnia di bandiera) qualche allievo brillante sarebbe diventato ricercatore da qualche parte e avrebbe speso la sua sudata formazione.
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