A Torino (Scienze MFN) stiamo per far uscire un articolo su uno o piu' giornali (dipende a quanto si arrivera' come colletta). Il costo di una mezza pagina di giornale oscilla dai 1500 ai 15000 euro:dipende dal giornale e dalla edizione (nazionale o locale). Si sta pensando a edizione nazionale ma stanno anche considerando i giornali a diffusione gratuita tipo "leggo" per una versione molto concisa (mi pare parlassero di 6000 euro in questo caso). Ovviamente se ci fossero piu' iniziative sarebbe utile. Noi in fondo all'articolo specifichiamo che il finanziamento e' ottenuto con l'equivalente di una giornata di sciopero. Se volete piu' dettagli sui costi posso chiederli alla collega che se ne sta occupando
Laura Sacerdote
Il giorno 20 luglio 2010 18.29, claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it ha scritto:
bene, proviamoci, io posso ricordare cosa diceva Jacobi sulla Matematica "E` per l'onore del genere umano" In fondo tutti noi facciamo questo mestiere perche' lo troviamo un modo in cui vale la pena impegnare la propria vita.
Pure credo tutti i popoli hanno onorato la propria cultura e pensato che privarsene era privarsi delle ragioni stesse della vita.
Certo ci sono dei periodi di profonda crisi in cui la propria cultura vacilla o viene travolta.
Ho visto recentemente un film purtroppo fatto piuttosto male ma che proponeva una storia che potrebbe essere emblematica, quella di Ipazia nella Alessandria che si volgeva al Critianesimo.
Non credo che noi viviamo tempi altrettanto drammatici ma forse solo mediocri
claudio
On Jul 20, 2010, at 6:03 PM, anna painelli wrote:
Maria Pia il tuo pezzo è davvero bello! prova a scrivere qualcosa per la gente, magari ce la facciamo a smuovere qualche anima!
fra l'altro col sondaggio siamo già a quota 750 euro in 10 minuti ( giù di lì).
saluti anna
On Tue, 2010-07-20 at 17:55 +0200, Claudio Luchinat wrote:
Condivido sia quello che dice Maria Pia De Pascale sia come lo dice:
"Ecco, la pagina del giornale, secondo me la dobbiamo impiegare per fare l' unica cosa che sappiamo fare bene: spiegare."
Ho visto che il sondaggio/sottoscrizione di Alberto Girlando è cominciato... Ripeto qui il link: http://www.doodle.com/tub5nkgaifk75cp5
Claudio Luchinat
At 17:42 20/07/2010, mariapia wrote:
Caro Claudio,
è evidente che tra noi nessuno è scoraggiato nè scoraggiabile. Altrimenti non saremmo qui a discutere. E' evidente altresì che la maggioranza dei nostri colleghi o è indifferente, o è disinformata, o è allineata al pensiero riformistico attuale (e lo dico con rispetto per chi ha altre opinioni) o non è in generale interessata al problema.
Tra noi non troveremo mai una visione condivisa nè proposte coraggiose per l' Università del futuro. Il che è, a mio avviso, una fortuna. Non è dall' interno di un sistema che avvengono i cambiamenti necessari alle nuove condizioni al contorno, ma devono venire dalle mutate esigenze della società per il bene stesso della società in cui un sistema vive e prospera. Abbiamo tutti sotto gli occhi le distorsioni di sistemi chiusissimi e autorefenziali quali la politica e la magistratura, che pretendono di sapersi autorifondare. Ci si perde nei dettagli e nei distinguo, ma le lotte delle lobby di potere stendono un velo (di cemento armato) mantenendo un penoso quanto anacronistico e pernicioso immobilismo.
Dobbiamo dunque rivolgerci a tutta la società, evidenziando come l' attuale situazione del sistema universitario e di ricerca porterà nel volgere di una generazione all' incapacità di condividere le conoscenze, di produrne di nuove, di generare il necessario ricambio di persone nella posizione più nevralgica per una società civile: la cultura. Solo chi avrà le risorse (i più ricchi) potranno rivolgersi a strutture private o all' estero, impoverendo il Paese e consegnandolo definitivamente nelle mani del "discendente di Bossi" (come si legge sui quotidiano di oggi, possiamo stare tranquilli, sarà il Trota a portare lo scettro del secessionista Umberto) e di altri ignoranti sconsiderati e senza scrupoli. Deve essere chiaro che il problema non è nostro, ma dei nostri figli e nipoti. Noi dobbiamo e possiamo indicare pregi e difetti di un mondo che ben conosciamo per averci vissuto e lavorato un' intera vita; possiamo e vogliamo ancora investire le nostre forze con fermezza e coraggio, per gli anni che ci restano, per operare cambiamenti. Possiamo chiedere, visto che i nostri rappresentanti politici non lo fanno e se ne fregano, cosa la società voglia per il futuro dei propri figli, possiamo aprire dei forum pubblici e degli "sportelli" di ascolto di opinioni e di vaglio di proposte.
Ecco, la pagina del giornale, secondo me la dobbiamo impiegare per fare l' unica cosa che sappiamo fare bene: spiegare. E chiedere che tutti insieme si pretenda a voce alta una soluzione. Una manifestazione degli universitari e dei ricercatori funzionerà se in piazza con noi ci saranno i nostri studenti e le loro famiglie che chiedano insieme a noi un equo accesso all' istruzione, alla cultura, alla preparazione del futuro di tutti. Fuori dagli schemi, fuori dai lacci e lacciuoli di una politica ormai morta e inutile, in piena libertà come siamo sempre stati abituati a lavorare. Dobbiamo prendere atto che l' Università non la conosce nessuno, dei problemi che esistono al suo interno la società non è al corrente. Facciamo intanto questo. Facciamoci conoscere e riconoscere per i professionisti che siamo. Diciamo con onestà e chiarezza come stanno le cose e perchè le riforme degli ultimi anni, e i tagli, vanno nella direzione sbagliata. Ammettiamo anche i nostri errori e spieghiamo che ci sono soluzioni possibili per ovviare a tali distorsioni. Non vendiamo fumo, spieghiamo che la strada del sapere non è facile, richiede amore, interesse, impegno, curiosità, sacrifici, studio e applicazione. Solo con tutti questi ingredienti l' essere umano cresce e migliora.
E' talmente banale che non lo ha mai fatto nessuno. Magari farà colpo per la sua ineffabile naivetè...
Maria Pia De Pascale
On Jul 20, 2010, at 3:41 PM, claudio procesi wrote:
non vorrei scoraggiarvi ma mi sembra molto difficile da realizzare. Credo che parliamo di decine di migliaia di Euro e non vedo chi o come potrebbe imbarcarsi in una tale colletta.
Poi c'e` anche un problema fondamentale di comunicazione, cosa vorremmo veramente comunicare tramite i giornali?
"cose largamente condivise, e dette pacatamente" praticamente vuol dire acqua fresca, non e` questo di cui ha bisogno l'Italia oggi.
Vi e` chiaramente un profondo senso di frustrazione fra noi a cui pero` non corrisponde una visione chiara del futuro ed una proposta coraggiosa. Di fatto molti colleghi non sembrano neppure aver capito quali meccanismi perversi hanno operato nella Universita` per anni e si aggrappano all'esistente o a fumosi principi generali o slogan. Il fallimento attuale e` figlio di un lungo fallimento di modernizzazione del nostro paese che purtroppo, invece di avere uno sbocco sensato ( di destra o di sinistra, questi dovrebbero essere valori condivisi) si e` infognato in una forma di demenza senile che mi ricorda piuttosto i tempi di Breznev e Cernienko piuttosto che quelli spesso richiamati del fascismo e Mussolini.
Non vedo partita fra un Gentile e una Gelmini o fra un Bottai e un Bondi. Vi immaginate Mussolini al Cepu? Non mi fraintendete, ovviamente non sono un nostalgico, anzi! ma qui siamo al paradigma della storia che prima appare come tragedia e poi si ripete in farsa.
Dovremmo riuscire a parlare ad un paese confuso e stanco a cui andrebbe offerta una proposta di speranza ed una strategia per combattere una partita difficilissima, quella di competere in un mondo in rapida evoluzione in cui molti degli attuali equilibri economici verranno travolti. Al momento il paese ha bevuto la commedia farsesca del "ghe pensi mi" ma credo che il cerone si stia sciogliendo e restino sul palcoscenico personaggi da pomodori marci. Questo e` in verita` il tempo della serieta` e anche direi della ricerca di unita` fuori dei tradizionali schieramenti politici. Siamo in grado?
Claudio
On Jul 20, 2010, at 12:35 PM, Claudio Luchinat wrote:
Quanto costa una pagina su un quotidiano nazionale? Quanti siamo "noi"? Io mi tasserei volentieri. Si potrebbe affidare a Claudio Procesi la stesura, limitandoci alle cose largamente condivise, e dette pacatamente. La pagina potrebbe essere ripetuta tre-quattro volte da qui a Settembre, su Repubblica, Corriere e QN (che credo sia il terzo per diffusione), uguale o meglio diversa di volta in volta. 10-12 pagine in tutto da pagare. Claudio Luchinat
At 06:45 PM 7/19/2010, anna painelli wrote: > repubblica.it/politica/2010/07/19/news/bindi_ragazza-5677046/? > ref=HRER2-1 > > Io mi sento offesa come docente universitaria e come donna. > > -- > Anna Painelli > Parma University > Dip. Chimica GIAF > Parco Area delle Scienze 17/A > 43124 Parma, Italy > tel: +390521905461 > fax: +390521905556 > email: anna.painelli@unipr.it > > _______________________________________________ > Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list > > Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie > impostazioni: > https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione > > Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di > Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Prof. Claudio Luchinat Centro Risonanze Magnetiche - CERM University of Florence Via Luigi Sacconi, 6 50019 Sesto Fiorentino (Florence) - Italy tel. +39055 4574262 - fax +39055 4574253 e-mail: luchinat@cerm.unifi.it http://www.cerm.unifi.it/luchinat/luchinat.html
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/http://www.mat.uniroma1.it/%7Eprocesi/ Accademico Linceo
Vice Presidente della "International Mathematical Union"
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