E' veramente ridicolo sapere che La Signora Ministro faccia queste intemerate. Viene da pensare che ella voglia scaricare le colpe dell'istituzione che lei rappresenta sui docenti. E' un gioco obsoleto; altri lo hanno fatto prima di lei. Forse farebbe meglio ad attualizzare le strategie di attacco al corpo docenti, magari su basi più serie di quelle usate. Il fatto che siano anni che non c'é, di fatto, un effettivo ricambio e l'ingresso dei giovani non è certo colpa dei docenti. Camillo La Mesa
Il giorno 12/nov/2013, alle ore 17.32, mdanna@dmi.unict.it ha scritto:
Sottoscrivo pienamente la lettera di Silvia Morante. Vorrei sottolineare il fatto che i posti per i giovani non ci sono perche' non c'e', di fatto, alcun turn-over.
Peraltro il turn-over al 20% e' stato calcolato globalmente per tutti gli atenei e ci sono universita', ufficialmente virtuose, che si ritrovano percentuali di turn-over a meno del 10% (per non parlare del fatto che la Scuola superiore di Sant'Anna supera il 200%! Vedi articoli su ROARS).
Quindi la promessa di un turn-over al 50% (o 40%) per il prossimo anno lascia perplessi, perche' non si sa come sara' distribuito ai singoli atenei. Nel frattempo viene chiesto di fare una programmazione triennale; ma su quali certezze? Io come presidente di un corso di laurea mi sto togliendo la vita appresso a schede e controschede che dovrebbero servire a valutarci (vista la qualita' di queste schede non vedo come faranno!), ma gia' a priori non mi si da' nessuna possibilita' di agire per migliorare o non peggiorare il corso di laurea: quando va in pensione qualcuno posso solo cancellare corsi e diminuire l'offerta formativa, finche' tra qualche anno ci chiuderanno per mancanza di requisiti minimi.
Personalmente mi sento smepre piu' preso in giro e mi viene sempre piu' voglia di disimpegnarmi da tutto.
Marco D'Anna
Silvana De Lillo silvana.delillo@pg.infn.it ha scritto:
Si cara Silvia, sottoscrivo pienamente la tua lettera.Questa donna è offensiva e arrogante
Silvana De Lillo
Giovanni Vittorio Pallottino giovanni.vittorio.pallottino@roma1.infn.it ha scritto:
Cara Morante, sottoscrivo pienamente gvp ----- Original Message ----- From: "morante" silvia.morante@roma2.infn.it To: ""Forum "Università e Ricerca""" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Tuesday, November 12, 2013 8:46 AM Subject: [Universitas_in_trasformazione] Carrozze e carrozzine
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno votato il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non accenna a preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che mettere, l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani non si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università: ma io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di tipo
B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia di dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche- riducendo al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo di tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto tanto da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un "troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo padre e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei, nella sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo."
--
Prof. Silvia Morante
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