Caro Walter,
sono d'accordo col tuo punto di vista, eccetto che sulla questione di principio
il che comporterbbe una trasformazione delle universita' in un sistema misto pubblico-privato. Ma non e' cosi', e soprattutto, NON vogliamo questo perche' lede il sacrosanto principio di autonomia delle Universita' e della ricerca.
Mi pare che anche le universita` statali americane facciano leva in parte su fondi privati, ma, che io sappia, cio` non lede l'autonomia della ricerca (almeno, io in periodi meno caldi di adesso feci una domanda specifica a un professore supportato oltreoceano in parte da fondi privati chiedendogli se cio` non ledeva la sua autonomia, e lui mi rispose simpaticamente `bullshit'...).
Oltretutto, se il nostro sistema valutazione+concorrenza funzionasse davvero (?), il magnate non avrebbe interesse a svilire la ricerca che lui stesso supporta confinandola in brute applicazioni di limitato interesse, perche` cio` farebbe crollare il ranking dell'universita` e quindi influirebbe negativamente sulla sua immagine.
Il problema mi pare pratico, piu` che di principi sacri o santi - chi sarebbe in Italia il magnate che ci sponsorizza in cambio di un ritorno di immagine? E noi, potremmo fornire un ritorno di immagine spendibile dal magnate sul mercato italiano?
Anche in questa protesta, proporrei pragmatismo, pochi slogan e nessun principio...
Ciao, E.