Intervengo brevemente per dare il mio appoggio alla strategia proposta da Barbieri.
Voglio rassicurarlo che sono completamente d'accordo sui punti 1. e 2., mentre e' chiaramente il punto 3. che va sviluppato e dettagliato con oculatezza. Penso infatti che le probabilita' di successo o insuccesso di un'iniziativa cosi' ambizionsa come quella di riformare l'Universita', dipendera' fortemente da come sapremo precisare gli elementi che dovranno caratterizare proposte di lungo termine. Questi elementi vanno tenuti ben separati, nel dibattito sulla fase di transizione che si dovra' affrontare, da proposte di natura piu' contingente tese nell'immediato ad assicurare la qualita' della didattica e la sopravvivenza della ricerca.
Cordiali saluti a tutti Giancarlo Rossi (Tor Vergata)
Scusate se insisto, ma non possiamo rischiare di disperdere questo movimento per non avere chiaro dove andare. E questo rischio esiste. Se non mi sbaglio, la discussione potrebbe diventare piu' concreta se distinguessimo chiaramente 3 stadi diversi, senza confonderli e senza rimetterli in discussione, quando non e' utile. Provo a riassumerli:
- LA MOTIVAZIONE: Un paese moderno non puo' fare a meno di un
efficace sistema di istruzione superiore. Il nostro non lo e' per colpe varie (politici, accademia, sindacati) Esiste tuttavia una componente significativa nell'universita' che ha mantenuto a un livello dignitoso ricerca e didattica e che deve essere ascoltata se si vuole riorganizzare l'Universita'. Noi vogliamo darle voce.
- GLI OBBIETTIVI: L'Universita' si riorganizza con un piano
compessivo di lungo termini, avendo chiari gli obbiettivi finali:
- Autonomia deburocratizzata ai Dipartmenti nelle assunzioni,
nella ricerca e nella didattica. 2. Valutazione ex-post come meccanismo dichiarato a priori per determinare i finanziamenti alle strutture e ai singoli 3. Stipendi europei ai giovani strutturati e non 4. Allineamento ai paesi virtuosi della percentuale di PIL dedicata alla ricerca
- LA STRATEGIA: Il piano di ristrutturazione deve essere
implementato con realismo, persistenza e capacita' di correzione, gestendo in particolare una difficile transizione, da non confondere con gi obbiettivi finali.
Io penso che 1 non abbia bisogno di ulteriore discussione.
Spero neppure 2, ma vorrei essere rassicurato. Se e' cosi', dovremmo concentrare la discussione su 3, cercando di individuare e indicare alcune priorita' e sapendo comunque che i dettagli dipendono da un contesto generale che in parte necessariamente ci sfugge. Dico questo non per scoraggiare la discussione ma per un richiamo a ragioni di realismo.
Mi auguro che questo messaggio risulti di qualche utilita'.
Saluti
Riccardo Barbieri _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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