Caro Claudio (Procesi), purtroppo non ho la fantasia sufficiente a farmi venire in mente qualcosa di migliore e/o più efficace che non uno sciopero della didattica. Si tratterebbe di sospendere le lezioni, gli esami e le sessioni di laurea. Qui dalle mie parti (Trento) iniziative di questo tipo hanno avuto vita brevissima. In alcuni casi (ricercatori ad Ingegneria) sono morte ancora prima di nascere perché in molti hanno ceduto al ricatto di una (ipotetica) promozione ad associato. Inoltre, come molti sapranno, l' università di Trento sta trasformandosi in un ente sotto il completo controllo della Provincia e, si sa, il paese è piccolo e la gente mormora.
A me pare che il momento sia talmente critico che far distinguo sulla compattezza o sull'individualismo non sia così proficuo. Preferirei di gran lunga poter contare su un movimento assolutamente compatto che porti, per assurdo, in seno qualche difetto di autopromozione, piuttosto che assistere all'ennesimo tentativo a macchia di leopardo.
Ormai, come diceva Anna ed altri prima e dopo di lei, il presente dei cosiddetti giovani non è l' Italia a meno di casi del tutto sporadici. A tutti gli studenti (ovviamente in quanto precario faccio, a vario titolo, molti corsi) che mi chiedono informazioni sul post- laurea rispondo ormai come un disco rotto: "Andate all' estero. Australia, Cina, India, Brasile, Germania, USA etc.". Questo consiglio lo "urlo" tanto più forte quanto più la/il ragazza/o è brava/o ed in modo ancora più deciso quando è manifesta l'intenzione di tentare un dottorato.
Possibile che sia pervaso da un senso di pessimismo cosmico, ma qui stiamo mettendo un'ipoteca più che seria sui ragazzi nati a cavallo del 2000... per quelli nati prima la strada è già negativamente segnata.
LuCa