Non volevo intervenire più nel dibattito in corso, anche per evitare ulteriori intasamenti di posta elettronica. Lo faccio per esprimere un mio pensiero fisso sulla ipotetica riforma. Dalle tante discussioni sui concorsi, procedure etc.. mi sembra si voglia in un modo o nell'altro ritenere che ci possa essere una Legge che permetta una gestione dei concorsi stessi in modo corretto e sulla base di valori etici condivisi. Io continuo a ritenere che l'eticità non la si riceve per Decreto Legge, e che l'Accademia troverà sempre e comunque il metodo di aggirare il problema. L'unico modo di "risolvere" il problema sarebbe quello di attuare, secondo me, i punti da me richiamati nel mio documento: autonomia, eliminazione del valore del titolo di studio, premialità per chi opera bene (con risultati dimostrabili secondo parametri internazionali), e pesanti penalizzazioni per chi non ottiene risultati dimostrabili. Insomma il primo ad essere penalizzato se si sceglie collaboratori non all'altezza deve essere il docente che opera tali scelte... in questo senso i concorsi possono essere tranquillamente eliminati. Il sistema americano non é migliore del nostro per "bontà". E' migliore solo per i motivi della premialità e della penalizzazione secondo meriti dimostrati e dimostrabili. I tanti sottili distinguo penso portino solo al "si cambia tutto, per non cambiare nulla". E il problema non è nè di destra nè di sinistra, considerata la trasversalità politica del "Partito dei Professori Universitari". Io sono convinto che anche questa volta non avremo alcuna riforma di sostanza.... ma solo tanto, tanto fumo. Spero di sbagliarmi e di venire smentito dai fatti. Cordiali saluti B. De Vivo
At 15.00 09/12/2008, you wrote:
Concordo con quanto scritto da Gherardo Piacitelli. Il punto fondante di una proposta di riforma universitaria deve essere la valutazione, che deve avere conseguenze significative. Di fatto le comunita' locali dei settori disciplinari cooptano gia' chi vogliono, con buona approssimazione: devono solo rispettare onerosi obblighi procedurali, che consumano inutilmente cospicue risorse umane sia dei commissari di concorso sia dei candidati.
Bisogna assolutamente evitare di ripetere in forma ancora piu' grave l'errore gia' fatto con la riforma dei concorsi locali. La riforma includeva tre aspetti nella sua formulazione iniziale:
- maggiore responsabilita' di scelta alle sedi locali
- divieto di promozioni interne, per contrastare nepotismo e localismo
- almeno implicitamente, una valutazione a posteriori delle scelte fatte
Questi tre elementi avevano un senso se attuati insieme, ma il Parlamento molto poco saggiamente elimino' il secondo punto e in seguito non ci fu alcuna seria valutazione delle scelte fatte dalle sedi locali.
Pertanto e' necessario chiarire fin dall'inizio che sarebbe improponibile e sbagliato permettere cooptazione senza regole in assenza di una valutazione effettiva e incisiva. Idealmente la valutazione dovrebbe essere sulle scelte gia' compiute ed avere effetto prima delle prossime scelte.
On Tue, Dec 9, 2008 at 9:52 AM, Gherardo Piacitelli gherardo@piacitelli.org wrote:
Marco Vianello wrote:
Cari colleghi,
[...]
Concordo: estremamente pericoloso parlare di cooptazione senza valutazione.
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Prof. Benedetto De Vivo Dipartimento di Scienze della Terra Università di Napoli Federico II Via Mezzocannone 8 80134 Napoli - Italy Tel. +39-081-2535065 Fax +39-081-2535061 e-mail: bdevivo@unina.it http://www.fluidenv.unina.it Skype: geobenedetto
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Chief Editor of Journal of Geochemical Exploration Associate Editor of Mineralogy and Petrology