Concordo assolutamente con Claudio sulla necessità di avere un'Agenzia indipendente dal potere politico. Ma sarà mai possibile tutto questo in Italia? Forse questa indipendenza la si otterrà un giorno, ma quando si sarà svuotato completamente il salvadanaio; nel frattempo le risorse vere vanno in altra direzione, e con metodi che nulla hanno a che vedere con quelli per i quali noi, dotati di tanta buona volontà, tanto ci stiamo affannando.
Mentre noi discutiamo con passione di come deve avvenire la valutazione della ricerca per il finanziamento di tutte le discipline scientifiche (che coinvolge risorse misere), succede quanto segue:
"Progetti di ricerca di eccellenza": é la rubrica dell'art. 17 della Legge 133 del 6 agosto 2008 che ha convertito in Legge dello Stato la finanziaria varata nel giugno scorso. Ci si apsetterebbe di trovare in queste norme nuove risorse per la ricerca di base. Invece, leggendo il testo, ci si accorge che le norme riguardano un ulteriore potenziamento dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova al quale vengono devolute le ingenti dotazioni finanziarie della Fondazione IRI. Le dotazioni patrimoniali della Fondazione IRI che ammontavano, all'epoca della costituzione nel 2000, a 130 milioni di Euro vanno ad aggiungersi a quelle già ingenti garantite all'IIT dall'art. 4 della Legge n. 326 del 24 novembre 2003 (50 milioni di Euro per il 2004 e poi 100 milioni di Euro all'anno fino al 2014!). L'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, su iniziativa del suo fondatore Avv. Gerardo Marotta, sta raccogliendo adesioni contro questa articolo della Legge 133. Io ho dato la mia adesione. Forse dovremmo fare anche noi qualche cosa nella stessa direzione dell'Istituto per gli Studi Filosofici.. cosa ne pensate? Benedetto
Come vedete il vero punto e` di costruire una agenzia indipendente (non un braccio del ministro o del governo) che sia di valutazione e di finanziamento, Qui secondo me noi qualche idea la possiamo anche buttare giu ma si tratta di una grossa impresa che richiede un vasto dibattito scientifico e politico. L'importante e` che si sia almeno d'accordo che e` una cosa essenziale. Poi andrebbe costruita insieme da politici e scienziati claudio
On Dec 30, 2008, at 12:39 PM, Alberto Abbondandolo wrote:
Penso che sia importante parlare di PRIN - e piu' in generale di finanziamento della ricerca. Sono completamente d'accordo con De Vivo: la ricerca dovrebbe essere finanziata in misura consistente tramite progetti individuali. L'attuale PRIN potrebbe essere lo strumento da trasformare in tale direzione, ovviamente modificando tanto i requisiti delle domande (una sede invece che cinque) quanto le modalita' di valutazione (il ruolo del panel dovrebbe essere quello di scegliere referee internazionali per ciascun progetto e di prendere la decisione finale in base ai rapporti ricevuti, un po' quello che fa un editor di una rivista).
Riporto in seguito quanto avevo scritto qualche settimana fa come commento al documento sulla vecchia pagina web (nella nuova i vecchi commenti non sono stati importati, del resto c'erano solamente il mio e le due risposte di Procesi...).
Un argomento di cui non parliamo - e forse dovremmo - e' la sostanziale mancanza di un'agenzia nazionale che finanzi la ricerca, mediante grant individuali e a gruppi che lavorano su uno stesso progetto. Fare confronti con gli Stati Uniti e' sempre deprimente (e spesso poco appropriato, trattandosi di un sistema molto diverso), quindi provo a fornire qualche dato sulla DFG, l'agenzia di finanziamento della ricerca tedesca.
Nel 2007 la DFG ha finanziato la ricerca con 2167 milioni di Euro, di cui 635 milioni per grant individuali (4131 individui finanziati) e 136 per giovani ricercatori. Il peso dei macrosettori e' il seguente: discipline umanistiche e sociali 14%, scienze della vita 38%, scienze naturali 26%, ingegneria 22% (penso che la biologia faccia parte delle scienze della vita, non delle scienze naturali, ma potrei sbagliare).
Qual e' l'equivalente italiano? Forse il MIUR, con i finanziamenti PRIN (le discipline coperte dai 14 settori MIUR coincidono abbastanza con quelle dei 4 macrosettori tedeschi). Ma a parte le cifre (il PRIN 2008 assegnera' in tutto 96 milioni!), e' la forma stessa dei finanziamenti PRIN ad essere profondamente sbagliata. Non conosco la situazione in altre discipline, ma in matematica formare grupponi sparsi su 5 sedi significa spesso riunire tutte le persone che in Italia studiano un determinato tipo di problemi. Cosi' la concorrenza non avviene tra le persone che lavorano sugli stessi temi, ma tra i temi stessi (o sul livello medio delle persone che lavorano su un certo tema, che puo' essere molto distante dal livello dei singoli). Senza contare che una volta formatisi, e' facile che questi grupponi facciano sentire il loro peso su questioni di tutt'altro tipo (concorsi, votazioni, ecc.). A scanso di equivoci, vorrei precisare che fin da bambino faccio parte di un PRIN che e' stato sempre finanziato. E' vero che alle deficienze del MIUR suppliscono in modo diverso istituti monografici (l'INDAM dei matematici, l'INFN e INFM dei fisici, ecc.), ma la mancanza di un'agenzia nazionale - possibilmente non ministeriale - si sente.
Penso che una riforma dell'universita' non possa prescindere da una riforma del finanziamento della ricerca. L'assegnazione di un numero consistente di grant individuali e a piccoli gruppi e' gia' di per se un ottimo modo per valutare la ricerca dei singoli , e se i grant prevedono anche un contributo al dipartimento di appartenenza, diventano un ottimo incentivo ad assumere i migliori. Il tutto senza dover escogitare valutazioni fini a se' stesse e creare alchimie di parametri oggettivi o meno (i peer reviewer internazionali che valutano i singoli progetti usano i criteri standard della propria disciplina).
Concretamente: potremmo aggiungere alla nostra lista di punti l'istituzione di un'agenzia nazionale non ministeriale (ossia i cui componenti non cambiano quando cambia il governo) di finanziamento alla ricerca, con modalita' di finanziamento e disponibilita' economiche analoghe agli equivalenti europei (a tal proposito, sarebbe utile raccogliere qualche dato, da accludere in un allegato).
Alberto Abbondandolo
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