Cari colleghi, Sempre sulla linea della sintesi che esemplifica Cosmelli, piuttosto dell'appello di Luciano Modica, su cui tutti non possiamo che concordare, propongo la seguente "Agenda per l'Università" (molto trendy in questo periodo), sperando di smuovere un po' di coscienze, visto che pare nessuno si sia accorto che lo stanziamento complessivo di PRIN e FIRB per i progetti del prossimo triennio è di meno di 70 milioni di Euro. Uno scandalo se pensate che sul costo della politica non hanno tagliato nemmeno un centesimo!
Questa Agenda per l'Università riprende parole d'ordine che ho già proposto in passato, insieme a punti più nuovi. Si muove nella prospettiva di raddoppiare il numero degli addetti e lo stanziamento per Università in modo da riequilibrare il settore e porci sul piano dei Paesi guida in Europa. A considerarla attentamente, l'intera proposta non fa altro che prospettare l'allocazione alla ricerca pubblica dell'intero stanziamento che il bilancio dello Stato già attualmentedestina alla ricerca. Solo che più di metà di questo stanziamento fluisce verso il pozzo senza fondo delle industrie - l'Italia è l'unico Paese al mondo in cui l'industria, invece di finanziare la ricerca pubblica, si prodiga e riesce a ridirigere a suo favore il finanziamento pubblico alla ricerca. A tale proposito guardate l'istruttivo video di ROARS (http://www.roars.it/online/giorgio-sirilli-il-finanziamento-della-ricerca-e-...).
/AGENDA PER L'UNIVERSITA'/
/1) Togliere alla politica per dare alla ricerca: taglio strutturale dei bilanci parlamentari e delle provincie di 1.5 miliardi da destinare interamente all'Università, una misura senza aggravi per il bilancio statale // //// //2) Incremento progressivo del FFO per l'Università, fino a raggiungere i 20 miliardi di Euro nei prossimi 5 anni, e decuplicazione degli stanziamenti per progetti di ricerca rispetto allo scandaloso livello dell'ultimo bando (70 milioni, //http://prin.miur.it/documenti/2012/BANDO_PRIN_2012.pdfhttp://futuroinricerca.miur.it/documenti/2013/BANDO_F_Ric_2013.pdf http://futuroinricerca.miur.it/documenti/2013/BANDO_F_Ric_2013.pdf)// //// //3) Ripristino del ruolo di ricercatore a tempo indeterminato e istituzionalizzazione dell'immissione in ruolo, a regime, di 2000 ricercatori per anno e di 5000 ricercatori per anno per i prossimi 10 anni, con lo scopo di raddoppiare il numero di addetti all'Università // //// //4) Riconoscimento del stato giuridico di docente per i ricercatori // //// //5) Unificazione del ruolo dei professori associati e ordinari nel ruolo unico di professore, con classi stipendiali legate ai livelli di produttività scientifica e gestione dei gruppi di ricerca // //// //6) Modifica della riforma Gelmini per le regole del governo delle università, per l'abolizione dei concorsi locali ed a favore della chiamata diretta degli idonei da una graduatoria nazionale.
/Credo che qualcuno non gradirà molto queste proposte, ma spero che la maggioranza le condivida.
Buon anno Rino Esposito /
On 03/01/2013 19.25, Carlo Cosmelli wrote:
Sono del parere di laura sacerdote. Il testo è lungo, rischia di essere noioso e di non immediata lettura, e non puntualizza alcuni aspetti "numerici" cioè incontrovertibilmente fattuali. Capisco che è difficile ad antipatico riscrivere un testo, ma se lo fosse lo vorrei molto molto breve, mezza pagina al massimo, diviso per punti, dati e fatti. Un piccolo esempio: 1)dal 2000 ad oggi l'università italiana ha visti i suoi fondi ridotti del....50% (?) . Quale attività seria può andare avanti con un taglio del 50%,? E si tenga conto che si parte da una base che è la metà di quanto investito in media in europa. 2) Tutti i paesi europei durante la crisi economica hanno tagliato tutto, ma aumentato i fondi per la scuola e per l'università. O noi siamo speciali, o gli altri sono tutti degli imbecilli. 3) Il blocco del turn-over unito alla massiccia andata in pensione della docenza universitaria legata all'immissione in ruolo di massa del 1980 porta dover chiudere molti corsi di laurea, e a diminuire il rapporto docenti/studenti. Questo vuol dire una didattica peggiore o addirittura assenza di didattica universitaria. E' questo che si vuole? ecc..... Carlo Cosmelli
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