la questione non è la rigidità ( ben venga una normativa rigida se è antitesi di lassista ) la questione è l'idiozia dell'idea di imporre dall'alto un modello formativo astratto e rigido invece di consentire ampia autonomia ma misurare in modo serio e rigoroso la qualità dei risultai. sarebbe più semplice e più economico. f
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Carlo Traverso Inviato: venerdì 18 settembre 2009 9.55 A: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Cc: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: R: R: indicazioni ministeriali
Come al solito, una normativa rigida impedisce di lavorare nei corsi di laurea coscenziosi e ligi, e non impedisce situazioni aberranti.
Ho l'esempio di mia figlia, che ha fatto il primo anno di medicina, con il corso di inglese (5 crediti) con l'esame (idoneita' senza valutazione) suddiviso in 9 moduli, in cui l'insuficienza in uno preclude l'idoneita'. Col caso limite di uno studente di madrelingua bocciato in quanto la sua pronuncia (scozzese) non era quella richiesta.
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