Cari colleghi,
una questione importante, riguardo alle dimissioni, e` che la nostra proclamazione dovrebbe includere, per un minimo di coerenza, il rifiuto di accettare nuove nomine o elezioni. Fino a quando? Ci diamo il tempo di un anno (coincide quasi con quello accademico), poi si vede se rinnovare l'astensione?
Su quali cariche includere, sono abbastanza d'accordo con Laura Sacerdote: nelle commissioni dove si va a rappresentare un'area, non ha molto senso ritirarsi, lasciando campo libero ad altri. Certo rischiamo di dover fare dei distinguo un po' cavillosi, forse sarebbe meglio fare un elenco a nostro uso e consumo. Ne propongo uno, bacchettatemi se non vi piace, completatelo con quel che ho dimenticato.
Dimissioni da: Preside, Direttore di Dipartimento, Presidente di CdS, Presidente di Dottorato o Scuola, Presidente di Bilioteca, loro vice o aiuti vari. Commissioni per l'applicazione di riforme (riorganizzzione di corsi di studio, organi d'ateneo, statuti etc).
No dimissioni da: Commissioni di valutazione comparativa. Nuclei di valutazione, commissioni per valutazione di richieste di fondi, commissioni per il personale.
Cordiali saluti
Maurizio Persico
--------------------------------------------- Prof. Maurizio Persico
Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale Universita` di Pisa v. Risorgimento 35 I-56126 PISA (ITALY)
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"If you think education is expensive, try ignorance" (D. Bok, President of Harvard University 1971-1990)