Caro Professore,
il mio blog sulla valutazione cerca di rispondere all'esigenza di fornire informazioni e riferimenti utili - soprattutto in chiave Europea e internazionale - per chi volesse avere qualcosa in piu' delle scarne e misere informazioni messe a disposizione dal Ministero e dagli appositi Comitati (CNVSU, CIVR) che si sono succeduti in questi anni. Nei fatti, nasce proprio da quella stessa idea di scrivere un contributo specifico sull'ANVUR per Universitas Futura e che avevo gia' promesso al Prof. Lacarbonara. Anziche' scrivere un unico contributo, ho fatto il blog e scrivo a pezzi delle storielle, che poi pubblicizzo anche via e-mail (pure qui) per chi vuole venire a vedere. Ovviamente posso sempre ritornare sull'idea di scrivere un pezzo specifico anche per Universitas Futura, ma l'incertezza sulla situazione dell'ANVUR aveva sempre costituito una barriera temporale-concettuale sul grado e sull'estensione di un "magnum opus" :-)
Comunque ringrazio sempre Universitas Futura per l'utile divulgazione del pezzo sui "sistemi anglosassoni" http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php?option=com_content&task=view&... che e' stato anche citato da questo bel paper degli amministrativisti Civitarese-Matteucci e Gardini http://www.amministrativamente.net/sezioni/welf/studi/2009/aprile/studio%20g...
Fu anche da quella noterella che poi discese un invito da colleghi ricercatori (strutturati) di Universitas Futura di Napoli ad un contributo che portai alla Facolta' si Scienze della Federico II l'anno scorso http://www.news.unina.it/dettagli_agenda.jsp?ID=6816 e del quale posso segnalare le slides qui http://www.rubele.eu/docs/personal/090407a.pdf (beninteso si e' trattato di una pappardella di un'ora, e le slides non possono sostituire il discorso).
Certo, ho trovato un po' curiosa la discussione sull'articolo di "Science", sul quale ho forse scherzato troppo a definirmi "responsabile": in fin dei conti, come e' stato ricordato, la "responsabilita'" e' del giornalista. Io ho poi giudicato congruente con i canoni di informazione giornalistica di "Science" l'articolo, che non puo' limitarsi ad essere informato da un solo orientamento, e che deve riportare le varie posizioni rilevanti in gioco. Se poi - nell'incipit - il sistema universitario italiano viene definito "archaic", vuol dire che questo e' un giudizio consolidato di "Science", che non potevo cambiare ne' io ne' altri - anzi se avessi tentato di convogliare un'immagine radicalmente diversa (cioe' e.g. che non ci sia nepotismo, che i concorsi sono veramente sempre concorsi, ecc. ecc.) la mia credibilita' sarebbe diminuita agli occhi del giornalista, che evidentemente ha il mandato dell'editore e dei lettori a raccontare le cose secondo certi canoni.
Ribadisco che ho sempre considerato Universitas Futura un'interessante piattaforma di discussione e di confronto, e soprattutto "di base" (anche Euroscience ama definirsi "grass-root", non e' un'"Accademia"), per la qual cosa riferiro' al giornalista di Science un breve riassunto delle Vs. Opinioni.
Cordiali saluti,
Renzo Rubele
Il 19/12/2010 9.32, claudio procesi ha scritto:
caro Rubele, a me personalmente interessa il tuo punto di vista da Bruxelles (e mi interessa pochissimo la polemica sull'articolo, peraltro quanti politici leggono Science? o ancora peggio sono capaci di leggere l'inglese?).
So perfettamente che le agenzie di valutazione sono strutture complicate in cui anche le metodologie, diciamo pure "burocratiche", hanno un peso non indifferente ed esiste tutta una letteratura che noi in generale ignoriamo. Pensare che possa esistere una "peer review" del tutto astratta e che vive nel mondo delle idee è chiaramente una ingenuità.
Chiunque sia stato in un comitato di valutazione (io sono stato molti anni fa a Bruxelles nell'Human Capital), sa che si tratta comunque di sistemi molto imperfetti in cui alla fine si può vincere o perdere un grant più per essere stati bravi a scriverlo che per meriti scientifici (e naturalmente anche per la fortuna o sfortuna di essere incappati in un referee amico od ostile).
Io ho provato un paio di anni fa a chiedere un grosso grant un po troppo innovativo e sono stato segato da uno dei due referees (avevo razzolato nell'orto sbagliato).
Non è affatto raro che si scelga, per presentare un grosso grant, non lo scienziato migliore del gruppo ma quello con più esperienza nei biechi trucchi della "grantologia". Il sistema italiano non è essenzialmente mai esistito e questa è la ragione di un ovvio immobilismo del mondo accademico, in assenza di strumenti di selezione i PRIN si danno sempre agli stessi gruppi ben stabiliti. Quando comincerà a funzionare l'ANVUR scatenerà comunque infinite polemiche (basta ricordarsi le polemiche, in generale abbastanza stupide, seguite al CIVR).
Per questo è di capitale importanza seguire l'iter di formazione dell'ANVUR, ammesso che mai si sblocchi, e su questo sono sicuro che puoi (e spero vorrai) dare un contributo. Ai colleghi continuo a chiedere di smetterla di beccarci sui nostri CV o profili professionali che possono anche essere molto diversi ma non per questo meno utili, più di questo non sono in grado di fare.
buone feste a tutti claudio