caro Enrico, ai tempi di Gobbels la radio era il mezzo di comunicazione di massa, ai tempi di Berlusconi la TV ai nostri tempi anche internet.
Temo che non sia vincente evitare il mezzo del momento, infatti Grillo ha usato al meglio il mezzo nuovo, quello intermedio e quello antico, le piazze. Il problema è molto complesso ma non credo si risolva rinunciando a confrontarsi sul web, certamente non saremo noi a fare la differenza ma quelli fra i piu giovani che già capiscono i pericoli dell'uso manipolatorio del web oggi come lo è stata la TV ieri. L'errore è sempre lp stesso: quello di attribuire ad uno strumento poteri miracolosi che non ha ma che dipendono dall'uso che se ne fa.
Al momento il movimento ipnotizza ma non propone nulla se non un livello maggiore di ipnosi. Però l'ipnosi non risolve nessuno dei problemi drammatici che attanagliano il paese e c'`e la speranza che la realtà sia più forte della droga di Grillo e Casaleggio. Poi chi sa, magari fra i 159 loro eletti qualcuno è anche disposto a non mettere online anche il cervello.
On Mar 8, 2013, at 4:44 PM, Enrico Arbarello wrote:
Caro Claudio,
Come avrai capito io nel web e nelle lettere circolari non vado e non voglio andare. Mi muovo in modo diverso e non combatto il mio avversario nel campo in cui lui è vincente.
Leggo, a tratti, il carteggio di Universitas_in_trasformazione.
Hai perfettamente ragione nel dire:
''bisogna stare molto all'erta perche' mentre noi discutiamo di gente irrilevante come questo pezzo del foglio rischiamo di finire in mano ai pazzi''
Questa non sarà una battaglia né breve né facile. Bisogna prepararsi a tempi lunghi e ragionare con calma. Bisogna convincere giovani, uno a uno, con il contatto diretto. Il web ci sta sviando. Gobbles aveva studiato e capito la comunicazione di massa. Ai suoi tempi non mi sarei messo a fare comizi in piazza. Lì vinceva lui. Bisogna portare Grillo in televisione, nelle interviste, nel contadittorio. Lì vinciamo noi.
A presto,
Ciao,
Enrico.
On Mar 8, 2013, at 10:25 AM, claudio procesi wrote:
caro Dorato se vai abbastanza sui siti di Grillo e company vedrai che c'e` da essere molto spaventati, alla fine la lenta ma inesorabile corrosione di tutte le istituzioni sta portando i suoi frutti, l'emergere di una cultura folle, guarda di cosa si nutrono http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=JodFiwBlsYs
bisogna stare molto all'erta perche' mentre noi discutiamo di gente irrilevante come questo pezzo del foglio rischiamo di finire in mano ai pazzi
claudio
On Mar 8, 2013, at 3:13 PM, Mauro Dorato wrote:
oggi per curiosità sono andato sul blog di Grillo (è la prima volta che lo faccio) e ho visto due cose che mi hanno fatto pensare (a parte l'endorsement a Mv5stelle dell'ex ragazzo di Salò Dario Fo, seguito da quello di Albertazzi, altro reduce repubblichino).
Una foto di Bersani con il cranio cucito da 8 punti rosso sangue (gli "8 punti di Bersani") e un insulto al presidente della BCE "str. si nasce", fondato su presunte svendite immobiliari di ENI alla Goldman Sachs. Su Bersani e Draghi è legittimo avere tutte le opinioni che si vogliono, ma questo uso delle immagini (si vuole forse rompere la testa a Bersani?) e la prevalenza dell'insulto non fa presagire nulla di buono, perché fa leva sulla disperazione e la rabbia della gente istigando all'odio. Rabbia causata da una classe politica complessivamente scadente. Per non parlare dei miti pericolosi della democrazia diretta via web, che non può governare società complesse basate su saperi specialistici quali diritto economia, scienze e tecnologia, ma che serve solo ai burattinai che scelgono le domande da fare, cui si può rispondere solo con un si e con no.
2013/3/7 claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it
in questo momento di grande incertezza trovo difficile dire qualche cosa di utile, il problema credo sia un impoverimento culturale del paese, dovuto a molte cause ma certo in gran parte ad una classe politica assente se non ostile.
Mi preoccupa che il nuovo che avanza, il m5s, abbia come guru un personaggio come Grillo che sulla scienza ha sempre detto sciocchezze, speculando sulle paure e sulla ignoranza.
L'altro guru addirittura ci prospetta la felicità in un mondo con un solo miliardo di persone. Fatti due conti bisogna sterminare almeno 50 milioni di italiani, al confronto Hitler era un dilettante.
On Mar 7, 2013, at 7:06 PM, anna painelli wrote:
Galileo violini wrote:
scusate il commento forse ingenuo. E inutile credo che fra noi ci scambiamo commenti su questa idiozia.
Certo a Papini direi che mi congratulo per il cambiamento di nome del dipartimento che mostra come, abbandonati i pregiudizi ottocenteschi sia entrato nel terzo millennio.Occorrerebbe piuttosto, a mio avviso, che qualcuno scriva una stroncatura su un giornale di ampia circolazione. Chiedo anche scusa a Solari, ma mi pare ci voglia molta buona volonta per considerare quel testo una satira.
Concordo con Violini: non si può tacere. Segnalo questo articolo appena uscito sulla stampa relativo alla "cultura scietifica" degli italiani. Buona lettura. Anna
Pianeta Sole per metà degli italiani piero bianucci Fumano ancora le macerie della Città della Scienza di Napoli e un’indagine certifica che un italiano su due crede che il sole sia un pianeta.
Stella è la risposta giusta, tanto per non lasciare dubbi. E più di un italiano su due (55%) pensa che l’elettrone sia più grande dell’atomo (mentre la sua massa è un duemillesimo delle particelle che costituiscono i nuclei atomici). Inoltre 6 italiani su 10 ignorano la funzione degli antibiotici.
Da anni un gruppo di sociologi interroga un campione significativo della popolazione su questi tre punti elementari. Apprendiamo così che nel 2012 il livello di competenza scientifica degli italiani è ulteriormente sceso rispetto al 2011 e che non sempre la laurea o gli studi freschi migliorano la situazione: solo il 45% dei laureati e il 30% dei giovani tra i 15 e i 25 anni ha risposto in modo corretto a tutte e tre le domande. Eppure l’esposizione alle informazioni su scienza e tecnologia nell’ultimo anno è aumentata. Cresce il numero di coloro che cercano di aggiornarsi con Internet, programmi tv, riviste scientifiche, ed è incoraggiante il fatto che la divulgazione ritenuta più affidabile sia rappresentata da conferenze tenute direttamente dagli scienziati.
I dati sono tratti dall’Annuario Scienza e Società 2013 curato dai sociologi Federico Neresini e Andrea Lorenzet dell’Università di Padova; completa il quadro Come cambia la comunicazione della scienza di Sergio Scamuzzi e Andrea De Bortoli (entrambi appena pubblicati da il Mulino). Sfogliando queste pagine si capisce meglio come possa accadere che un (ex) ministro della Ricerca pensi a un tunnel per neutrini e che sia Celentano a valutare le cure con cellule staminali. Si capisce anche perché la nostra industria arranca nella competizione internazionale. Ci raccontiamo sempre che siamo creativi, ma nella classifica dei paesi più capaci di innovare occupiamo il diciottesimo posto. Appena un soffio sopra il Portogallo e dopo Slovenia, Cipro ed Estonia: purtroppo la creatività importante non è quella degli chef che reinventano le orecchiette alle cime di rapa.
Dopo aver consultato l’Annuario Scienza e Società 2013, l’incendio doloso che a Napoli ha distrutto la Città della Scienza diventa un segnale ancora più funesto. Non è andata in fumo soltanto una struttura che aveva ridato dignità a un territorio socialmente degradato. Lì in 12 anni milioni di ragazzi hanno trovato laboratori per appassionarsi alla biologia e alla fisica, un planetario per distinguere stelle e pianeti, esperimenti che facevano vivere in prima persona il metodo scientifico. Inventando la Città della Scienza, il fisico Vittorio Silvestrini era andato aldilà di una intelligente operazione didattica. Aveva voluto dirci che l’Italia ha bisogno di razionalità e di leggi basate sulla conoscenza. I numeri devono essere interpretati politicamente, non c’è dubbio, ma senza numeri e dati certi condivisi - come accade nella scienza - non è possibile fare buona politica neppure se si fosse eticamente ineccepibili. Da questo punto di vista, la fragile (inesistente?) preparazione scientifica che traspare dalle prime mosse dei neoeletti non aiuta la speranza.
http://www.lastampa.it/2013/03/07/cultura/opinioni/editoriali/pianeta-sole-p...
-- Anna Painelli Dip. Chimica Università di Parma Viale delle scienze 17/A 43124 Parma, Italy email: anna.painelli@unipr.it skype: anna.painelli tel +390521905461 fax +390521905556
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Quaedam ergo nos magis torquent quam debent, quaedam ante torquent quam debent, quaedam torquent cum omnino non debeant (Seneca, Liber II, Epistula XIII) Certe cose ci tormentano più del dovuto, certe prima del dovuto, certe assolutamente senza motivo. Accordingly, some things torment us more than they ought; some torment us before they ought; and some torment us when they ought not to torment us at all. _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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