Ovviamente gli indici bibliometrici possono essere utili, ad esempio nella valutazione "media" (e sottolineo "media") dell'operato di un intero ateneo, rispetto a quello di altri atenei. In ogni ateneo ci sono persone che lavorano di più, altre che lavorano di meno; c'è chi fa ricerche che costano più o meno "fatica" e che, per questo, non pubblica molto; altri che si limitano a pubblicare risultati di monitoraggi che non richiedono grande studio, e analisi o elaborazione mentale; ancora, c'è chi lavora in ambiti applicativi di un certo impatto, e altri che operano in settori più di base, meno "spendibili" ma più "spessi" sul piano scientifico. E' lecito aspettarsi che, in "media", la frazione di personale che si inquadra nelle varie tipologie di cui sopra sia più o meno la stessa in ogni ateneo, e quindi l'indice bibliometrico potrebbe essere un buon indicatore per destinare più o meno fondi appunto ai singoli atenei. La cosa a mio parere assolutamente folle, è traslare questo criterio medio anche nei casi in cui, per definizione, la media non è affatto un buon indicatore... e cioè a livello "locale". In questo modo ne vengono inevitabilmente premiati coloro che hanno un'alta produzione cartacea, che non necessariamente (anzi, quasi mai, con le dovute eccezioni, s'intende...) coincide con un'alta produzione scientifica. L'uso di questi indicatori a livello locale, per ripartire ai singoli ricercatori le quote di finanziamento, invita ad abbandonare tutti i lavori ad alto contenuto scientifico, che costano decisamente troppo tempo a chi li produce (viste anche le risorse limitatissime con cui si lavora), in favore di "lavoretti" standard, fotocopia di lavori di altri già fatti in passato. Se si vuole che l'Università si trasformi in questo modo, OK, avanti tutta così... Personalmente a me fa schifo, e rimango "stranito" quando leggo di qualcuno che vede con favore un uso così spregiudicato di questi indicatori.
Cordialmente, Mauro Prencipe
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di saccomandi@mec.dii.unipg.it Inviato: martedì 30 marzo 2010 16.37 A: Forum Università e Ricerca Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] criteri di valutazione
Volevo segnalare questo articolo che credo sia molto interessante
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001631.html
Rimango sempre stranito quando leggo di una forte opposizione verso gli indici bibliometrici.
La nostra vita quotidiana incontra l'uso di numeri indici in mille dei suoi aspetti. A volte questi indici vengono criticati, ma solo perché si propongono nuovi numeri indice. Un esempio è il PIL.
Senza l'uso di indicatori sintetici molto decisioni non si possono non solo prendere, ma neanche immaginare. Naturalmente nessuno ha mai detto che in un numero indice ci sia tutta la verità, ma sicuramente neanche nel nostro giudizio personale può esserci tutta la verità. Ovviamente ci possono essere delle eccezioni, ma rimangono casi isolati.
Saluti e auguri di buona Pasqua Peppe
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
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