On Tue, Dec 23, 2008 at 9:51 PM, claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it wrote:
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- Lo stipendio iniziale di un ricercatore e` bassissimo, circa 1200€
al mese netti, e un professore con una anzianita` media non porta a casa molto di piu` di 3000€ netti. Se deve mantenere una famiglia a Roma e non ha altri redditi non e` che nuota nell'oro.
Dove c'e' contrattazione privata sugli stipendi dei docenti (USA) questa tiene automaticamente conto del costo della vita, altrove ci sono addizionali collegate col costo della vita come ad es. la London allowance.
- Lo stipendio dipende solo dall'eta` e quindi due docenti a parita`
di carriera, uno che ha fatto cose eccelse e l'altro che si e` imboscato per tutta la vita prendono lo stesso stipendio. Naturalmente l'assurdo sta nel fatto che ci siano persone che fanno quasi nulla nell'universita`, i "fantasmi" di Rizzolatti.
Introdurre differenze di salario tra docenti in un sistema intensamente statalista come quello italiano non e' per nulla semplice. Tuttavia il sistema italiano e' significativamente anomalo rispetto agli altri sistemi statali, come quello francese, perche' i salari tabellari dei docenti universitari salgono molto piu' ripidamente con l'anzianita'. Sarebbe opportuno attenuare la componente di anzianita' e in questo modo sarebbe possibile anche dare stipendi decenti ai ricercatori ad inizio carriera. Sarebbe anche opportuno riconoscere adeguatamente l'anzianita' maturata all'estero o anche in Italia in attivita' collegate con la ricerca, altrimenti rimarra' molto difficile attrarre docenti esteri. Le universita' migliori come Harvard hanno anche 1/3 di docenti provenienti dall'estero. Il sistema italiano nel determinare gli stipendi e riconoscere l'anzianita' secondo R.Perotti e' costruito in modo tale da respingere i migliori scienziati esteri ed attrarre quelli peggiori, interessati principalmente ad un posto sicuro senza responsabilta'.
Cordialmente, -- Alberto Lusiani ricercatore di Fisica, SNS