Concordo anche io con Claudio. Aggiungerei una piccolissima chiosa. Se poi al momento di pensionare forzosamente i piu` anziani a causa di ristrettezze di bilancio si cominciasse a tagliare chi ha scelto di non farsi valutare sulla ricerca, se non altro il numero di queste persone potrebbe cominciare a diminuire Francesca Acquistapace
On Thu, 19 Mar 2009, Benedetto De Vivo wrote:
.. di nuovo, concordo con Claudio.. Cari saluti Benedetto
At 15.04 19/03/2009, you wrote:
caro Carlo io capisco benissimo le due obiezioni, la prima e` su un compromesso e come tutti i compromessi e` ben discutibile ma la seconda questione ha motivazioni molto piu` profonde.
Il problema e` che tu pensi ai nostri dipartimenti in cui ovviamente cercheremo di evitare l'esistenza di docenti che non fanno ricerca, ma il vero problema e` il proliferare di piccole Universita` di provincia che non hanno alcuna vocazione o possibilita` di ricerca. Poi queste hanno i loro rettori che siedono nella CRUI e alla fine formano una maggioranza in questa sede.
Tu pensi sia realistico eliminarle? Io non credo, per due ordini di motivi, il primo banale e` quello della politica locale che alla fine avra` l'ultima parola ma il secondo e` piu` strutturale, ovvero il fatto che nella situazione attuale vi e` una richiesta di educazione superiore di basso livello che le Universita` non possono soddisfare. Probabilmente la soluzione vera sarebbe di creare una rete di "Junior College" con regole diverse da quelle dell'Universita`, ma credo che nella situazione attuale sia una soluzione non percorribile.
Quindi la nostra soluzione di compromesso, che avrebbe anche un altro vantaggio.Tu sai benissimo che moltissimi dipartimenti sono pieni di persone che non hanno mai fatto ricerca e non sono in grado di farla. Non possiamo ne' ucciderli ne' cacciarli, molti continueranno ad occupare questi posti per chi sa quanti anni, se noi potessimo "sterilizzarli" su tutto cio` che riguarda la ricerca avremmo dei benefici enormi.
Insomma credo che hai capito, in un mondo ideale ricerca e didattica vanno insieme, nel mondo reale semplicemente NON e` cosi' e bisogna assolutamente trovare qualche rimedio. Perche' poi questi nonricercatori votano per i rettori per il CUN etc, e creano le paludi politico accademiche che ben conosciamo. Se noi prendiamo una posizione sdegnosa e li ignoriamo non significa che non continuano a fare danni.
claudio
On Mar 19, 2009, at 12:57 PM, Carlo Di Castro wrote:
Cari tutti, Mi dispiace di inviarvi queste considerazioni solo adesso a cose fatte, ma sono stato fuori. Ho firmato l'appello perche' condivido l'impostazione centrale di dare peso ai dipartimenti, eliminando o almeno cambiando le facolta' (e I CCL), proposta che faccio fin dai tempi della sperimentazione. Tuttavia ci sono due punti su cui sono in totale disaccordo:
- Anche se "limitatamnete ad una fase transitoria, un eventuale
concorso per il conseguimento di unidoneità nazionale per laccesso alla docenza" codificherebbe secondo me la scelta del candidato meno bravo senza piu' necessita' di giustificazioni. Sarebbe difficile negare l'idoneita' in un'ampia rosa di nomi a livello nazionale. 2) Il secondo punto su cui dissento e' piu' rilevante, perche' mentre il primo agirebbe su una situazione che e' gia' fortemente deteriorata e la soluzione indicata non la migliorerebbe ma certamente non potrebbe in pratica renderla peggiore di quella attuale, il secondo punto aprirebbe la strada al potenziamento e alla proliferazione di strutture che sviluppatesi negli anni per sottogoverno vorremmo invece abolire.
"...si propone di introdurre la possibilità di operare una scelta volontaria e reversibile fra carriera scientifica e carriera didattica, con la possibilità per quei colleghi che optino per questultima, sospendendo o limitando limpegno nella ricerca, di essere valutati solo in base alla didattica svolta."
Sono convinto che non si possa fare buona ricerca (salvo rare eccezioni) senza superare una soglia di competenze che permettano la formazione di scuole di ricerca. Questo aspetto coinvolge anche linsegnamento perché una didattica, che offra ai giovani un metodo di lavoro facilmente rinnovabile nei contenuti e che susciti in loro interesse e curiosità, non può essere fatta al di fuori di un contesto di ricerca vivace e stimolante. Il dipartimento, deve essere inteso, e cosi' mi pare sia inteso nel documento, come la struttura che dovrebbe recuperare luniversità al1a produzione scientifica, configurata non come somma di singoli prodotti marginali di ricerca, ma come prodotto culturale globale sia nella sua formazione che nella trasmissione. Come si puo' pensare a livello universitario di separare i due scopi? Un caro saluto, Carlo Di Castro
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
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Prof. Benedetto De Vivo Dipartimento di Scienze della Terra Università di Napoli Federico II Via Mezzocannone 8 80134 Napoli - Italy Tel. +39-081-2535065 Fax +39-081-2535061 e-mail: bdevivo@unina.it http://www.fluidenv.unina.it Skype: geobenedetto
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Chief Editor of Journal of Geochemical Exploration Associate Editor of Mineralogy and Petrology
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