la questione secondo me poi e` sempre la stessa, se vogliamo come fino ad ora e` successo fare regole uniformi e pretendere che tutti i dipartimenti e tutte le universita` sono uguali non ne usciamo vivi.
Chiaramente una cosa e` fare il "precario" in un gruppo che prende il premio Nobel e altra fare una supplenza all'universita` di Pontecorvo per 1000 euro l'anno. Qui non c'entra molto la matematica o la biologia ma piuttosto altre cose. In Italia si aggiunge il fatto che comunque il giovane precario del gruppo da premio Nobel alla fine se ne dovra` andare all'estero per avere un lavoro stabile visto che sul mercato del lavoro Italiano la sua esperienza vale ben poco.
Quindi si ritorna al discorso, autonomia reale e vera diversificazione fra figure professionali che sono obiettivamente diverse.
Poi in media ripeto non ha senso tenere i giovani appesi a post-doc miserabili per 10 anni dopo il dottorato, non e` efficente.
On Jan 16, 2009, at 10:09 AM, giovanni giacometti wrote:
I discorsi di Di Castro sono in gran parte corretti, a mio avviso. In particolare quelli sui dottorandi e sui post-doc. Prendiamo ad esempio uno dei gruppi di ricerca più vivi ed attuali di Harvard, quello di Jack Szostak, professore di Genetica, che lavora sulle origini della vita e fa degli esperimenti epocali (visitate il suo sito web !) Nel suo gruppo non vi sono praticamente strutturati, forse qualche tecnico. Vi sono una trentina tra laureandi, dottorandi e post-doc di cui almeno 10 cinesi. La maggior parte di questi non strutturati avranno un futuro scientifico brillante. Il mondo dei matematici e quello degli scienziati sperimentali sono alquanto diversi! Giovanni Giacometti
On Thu, 15 Jan 2009 19:12:17 +0100 (CET), Carlo Traverso wrote
> "Carlo" == Carlo Di Castro Carlo.DiCastro@roma1.infn.it > writes:
Carlo> -Il personale docente-ricercatore =E8, quando va bene, Carlo> ripartito in ugual numero nei tre livelli dei professori Carlo> ordinari, dei professori associati e dei Carlo> ricercatori. Questa condizione non permette un rinnovo Carlo> adeguato, una dinamica nella ricerca. =C8 pur giusto che
ci Carlo> siano dei professori universitari stabili che diano Carlo> continuit=E0 e coordinamento alla struttura, ma ritengo Carlo> necessaria una continua evoluzione nella parte giovane, con Carlo> contratti a termine, dal dottorato al post-dottorato, in Carlo> grandissimo numero rispetto sia agli associati che ai Carlo> professori ordinari. Questo =E8 un punto essenziale.
Questo proprio non lo capisco. La ricerca cioe' dovrebbe essere fatta in massima parte da persone reclutate a termine, con scarsissima prospettiva di posto definitivo, e la quasi certezza di essere espulsi dalla ricerca quando non siano piu' giovani, e senza un aprospettiva lavorativa per cui non sono stati formati. A parte l'immoralita', mi pare che un tale modello non sia efficiente, richiedendo la formazione di personale che una volta formato viene espulso dalla ricerca. Che questo possa attrarre i giovani promettenti mi pare irrealistico.
Carlo Traverso
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