Scusate se intervengo di nuovo su un tema secondario, ma quando non capisco qualcosa cerco in ogni modo di chiarirla. 'E vero che la riforma universitaria (ormai quasi legge) va al di la di parentopoli. Ma che c'entra? Qui stiamo parlando di nostri comportamenti apparentemente schizofrenici e forse, solo indirettamente, di riforma. Quindi rivalutiamo Frati dopo averlo per mesi preso come modello di quello che non si deve fare all'Università (parentopoli vs meritocrazia), al grido di: vogliamo all'Università i più ricchi perchè hanno più possibilità di crescere in belle famiglie colte, con ricche biblioteche ed attrezzate per vincere i concorsi preparati dai loro genitori o dai loro amici? E, visto che qualcuno si è lamentato, quante sono in realtà le coppie formate da docenti universitari, magari nello stesso Dipartimento e nella stessa disciplina (leggi settore)? E poi loro che c'entrano? Non stiamo parlando di parenti (ed eventualmente affini) e marito e moglie od amanti o chi si vuole non sono nè parenti nè affini? Insomma, ripeto, non capisco bene e vorrei chiarimenti. Grazie, Giovanni U. Floris.
Il caso di marito e moglie (o assimilati) che partecipano allo stesso concorso e magari lo vincono, e quindi lavorano mella stessa struttura, non è parentopoli. Parentopoli è il papà che baratta con un collega l'"aiutino" al figlio. GN
Def. Quota Giovanni Floris floris@unica.it:
Scusate se intervengo di nuovo su un tema secondario, ma quando non capisco qualcosa cerco in ogni modo di chiarirla. 'E vero che la riforma universitaria (ormai quasi legge) va al di la di parentopoli. Ma che c'entra? Qui stiamo parlando di nostri comportamenti apparentemente schizofrenici e forse, solo indirettamente, di riforma. Quindi rivalutiamo Frati dopo averlo per mesi preso come modello di quello che non si deve fare all'Università (parentopoli vs meritocrazia), al grido di: vogliamo all'Università i più ricchi perchè hanno più possibilità di crescere in belle famiglie colte, con ricche biblioteche ed attrezzate per vincere i concorsi preparati dai loro genitori o dai loro amici? E, visto che qualcuno si è lamentato, quante sono in realtà le coppie formate da docenti universitari, magari nello stesso Dipartimento e nella stessa disciplina (leggi settore)? E poi loro che c'entrano? Non stiamo parlando di parenti (ed eventualmente affini) e marito e moglie od amanti o chi si vuole non sono nè parenti nè affini? Insomma, ripeto, non capisco bene e vorrei chiarimenti. Grazie, Giovanni U. Floris. _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Scusate ma mi sembra che ci stiamo prendendo in giro.
On 12/02/2010 10:21 AM, gnistico@unical.it wrote:
Il caso di marito e moglie (o assimilati) che partecipano allo stesso concorso e magari lo vincono, e quindi lavorano mella stessa struttura, non è parentopoli. Parentopoli è il papà che baratta con un collega l'"aiutino" al figlio. GN
Def. Quota Giovanni Floris floris@unica.it:
Scusate se intervengo di nuovo su un tema secondario, ma quando non capisco qualcosa cerco in ogni modo di chiarirla. 'E vero che la riforma universitaria (ormai quasi legge) va al di la di parentopoli. Ma che c'entra? Qui stiamo parlando di nostri comportamenti apparentemente schizofrenici e forse, solo indirettamente, di riforma. Quindi rivalutiamo Frati dopo averlo per mesi preso come modello di quello che non si deve fare all'Università (parentopoli vs meritocrazia), al grido di: vogliamo all'Università i più ricchi perchè hanno più possibilità di crescere in belle famiglie colte, con ricche biblioteche ed attrezzate per vincere i concorsi preparati dai loro genitori o dai loro amici? E, visto che qualcuno si è lamentato, quante sono in realtà le coppie formate da docenti universitari, magari nello stesso Dipartimento e nella stessa disciplina (leggi settore)? E poi loro che c'entrano? Non stiamo parlando di parenti (ed eventualmente affini) e marito e moglie od amanti o chi si vuole non sono nè parenti nè affini? Insomma, ripeto, non capisco bene e vorrei chiarimenti. Grazie, Giovanni U. Floris. _______________________________________________
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