caro Barbieri,
quello che sollevi e' uno degli aspetti del problema
accanto al silenzio e ad una diffusa sottovalutazione, esiste un dissenso piu' ampio di quel che appare, che pero' fatica ad emergere
del resto non e' facile: tra i rettori veneti (mi piacerebbe che qualche collega di Venezia si esprimesse) e' di moda il dirigismo decisionista, a Padova i vertici accademici sono (o appaiono) monolitici, il nostro rettore teme il confronto e cerca di costantemente di non dare voce al dissenso e di tenerlo lontano
del resto come dicevo c'e' un consenso trasversale delle forze politiche sull'operazione Univeneto, anche da parte del PD veneto che probabilmente cerca spazi di potere che non riesce ad ottenere per via elettorale e che persegue una via federalista in campo universitario inseguendo malamente la lega sul suo terreno
questo si vede molto bene da come tutta la stampa locale tratta la questione
un dissenso effettivo su Univeneto e' emerso solo da parte degli studenti e del personale tecnico-amministrativo che ultimamente si e' svegliato, anche e finalmente per l'azione dei sindacati per lungo tempo inattivi
le cose sono molto cambiate rispetto anche a non molti mesi fa: ormai ad ogni manifestazione, anche quelle del personale e dei ricercatori, il rettore fa chiudere e blindare da polizia e digos il palazzo centrale dell'Universita', il cortile interno meta tradizionale delle manifestazioni e dei sit-in e' reso inaccessibile, all'inaugurazione dell'anno accademico (forse per la presenza dei politici locali) siamo stati perquisiti all'entrata della nostra aula magna (alle signore controllavano addirittura le borsette) e il personale che voleva manifestare e' stato tenuto ben lontano dal palazzo
in piu' di 200 docenti avevamo firmato una petizione per l'uscita dalla CRUI, il senato accademico ha risposto: interessante, possiamo anche condividere ma e' prematuro
in piu' di 500 abbiamo firmato un documento che chiedeva trasparenza e condivisione nella nomina della commissione statuto e nella revisione dello statuto, il rettore non ha mai risposto e nei fatti ha fatto nominare una commissione blindata senza alcuna consultazione col corpo docente (con motivazioni pseudo-legali), concedendoci come massimo di democrazia un indirizzo e-mail della commissione come canale di comunicazione (!)
ma la cosa piu' preoccupante resta la sostanza e il modus operandi della fondazione Univeneto
quando (e se) ci sveglieremo temo sara' tardi
Marco Vianello Universita' di Padova
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