Ieri sera mi sono sorbito (è il caso di dirlo perchè alle volte queste trasmissioni sono veramente noiose) tutto il programma Otto e mezzo perchè c'era Ignazio Marino che è di sinistra e che si può definire uno scienziato. Tralasciamo la Carfagna che si difendeva e basta ma non ho sentito una parola di Marino su Università, Ricerca, Concorsi, Meritocrazia e via discorrendo. Solo nell'ultimo minuto ha detto che ci si deve battere per innovazzione, ricerca, sviluppo che mi pare un pò meno di: Università e Ricerca. Non parlo della trasmissione successiva con una lunga intervista a Matteo Renzi dove parole come Ricerca, Università, Merito non sono mai state pronunciate, ma in quel caso il tipo di trasmissione (a domanda risposta) forse non lo permetteva. L'impressione comunque che uno ha di queste propagande elettorali è che se veramente pensiamo che questi politici risolvano i nostri problemi, siamo degli illusi. Giovanni U. Floris
caro Floris le ho sentite anche io e Renzi ha ricordato una bella frase di un campione sportivo. Con il talento si può vincere una partita ma ci vuole una squadra per vincere il campionato. Bene questo `e proprio quello che manca a noi scienziati ed accademici, andiamo volentieri a ruota libera ma non siamo capaci di fare squadra. Non possiamo lamentarci se altri non risolvono i nostri problemi. claudio On Jan 24, 2013, at 8:59 AM, Giovanni Floris wrote:
Ieri sera mi sono sorbito (è il caso di dirlo perchè alle volte queste trasmissioni sono veramente noiose) tutto il programma Otto e mezzo perchè c'era Ignazio Marino che è di sinistra e che si può definire uno scienziato. Tralasciamo la Carfagna che si difendeva e basta ma non ho sentito una parola di Marino su Università, Ricerca, Concorsi, Meritocrazia e via discorrendo. Solo nell'ultimo minuto ha detto che ci si deve battere per innovazzione, ricerca, sviluppo che mi pare un pò meno di: Università e Ricerca. Non parlo della trasmissione successiva con una lunga intervista a Matteo Renzi dove parole come Ricerca, Università, Merito non sono mai state pronunciate, ma in quel caso il tipo di trasmissione (a domanda risposta) forse non lo permetteva. L'impressione comunque che uno ha di queste propagande elettorali è che se veramente pensiamo che questi politici risolvano i nostri problemi, siamo degli illusi. Giovanni U. Floris _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
concordo pienamente! Siamo capaci di dire 2-3 cose in modo essenziale su cui chiedere impegno ai "politici"? Anche nell'ambito di questa lista non mi sembra che ci si riesca. Gabriella Tocco
At 09:15 24/01/2013, you wrote:
caro Floris le ho sentite anche io e Renzi ha ricordato una bella frase di un campione sportivo. Con il talento si può vincere una partita ma ci vuole una squadra per vincere il campionato. Bene questo `e proprio quello che manca a noi scienziati ed accademici, andiamo volentieri a ruota libera ma non siamo capaci di fare squadra. Non possiamo lamentarci se altri non risolvono i nostri problemi. claudio On Jan 24, 2013, at 8:59 AM, Giovanni Floris wrote:
Ieri sera mi sono sorbito (è il caso di dirlo
perchè alle volte queste trasmissioni sono veramente noiose) tutto il programma Otto e mezzo perchè c'era Ignazio Marino che è di sinistra e che si può definire uno scienziato. Tralasciamo la Carfagna che si difendeva e basta ma non ho sentito una parola di Marino su Università, Ricerca, Concorsi, Meritocrazia e via discorrendo. Solo nell'ultimo minuto ha detto che ci si deve battere per innovazzione, ricerca, sviluppo che mi pare un pò meno di: Università e Ricerca. Non parlo della trasmissione successiva con una lunga intervista a Matteo Renzi dove parole come Ricerca, Università, Merito non sono mai state pronunciate, ma in quel caso il tipo di trasmissione (a domanda risposta) forse non lo permetteva. L'impressione comunque che uno ha di queste propagande elettorali è che se veramente pensiamo che questi politici risolvano i nostri problemi, siamo degli illusi. Giovanni U. Floris
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Concordo con Claudio e Giovanni, i politici come classe sono certamente ben lontani dall'essere utilmente impegnati a salvare l'università. Basta vedere chi mettono in lista e con quale ordine.
E' anche vero che gli universitari, direi quasi geneticamente, sono estranei ai "movimenti di massa" e quando, come rete29aprile e come ricercatori, siamo riusciti a coinvolgere circa 10000 universitari abbiamo fatto un sacco di rumore. Certo, non è bastato, ma non posso non notare che nonostante quei 10000 buona parte degli altri 50000 restanti passavano il tempo a dire che eravamo esagerati, che l'università richiede sacrificio, abnegazione, etc etc. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, l'università è bastonata e lo "spirito di ribellione" fortemente ridimensionato dalla "mollezza" del corpus universitario la cui reazione è quella di un muro neanche di gomma, ma di nebbia, nel quale tutto viene assorbito e sparisce come se non fosse mai esistito.
Claudio ha ragione, servirebbe organizzarsi. Io però non ho ricette in questo senso. Come rete29aprile e come ricercatori in generale ci abbiamo provato, ci stiamo ancora provando insieme a tanti altri (vedi coloro che continuano a intervenire sul sito di roars, sul sito del fatto quotidiano, sul manifesto. Abbiamo contro una campagna di persone come Ichino, Giavazzi, Alesina, che su quotidiani come il Corriere della Sera sostengono sostanzialmente che l'università dovrebbe essere governata dalle leggi di mercato. Un'aberrazione tale, ai miei occhi, che tutti dovremmo osteggiarla con tutte le nostre forze. E invece restiamo (in generale come "categoria") seduti davanti alle nostre scrivanie a brontolare tra di noi.
Proprio per questo credo che una iniziativa come l'appello di Luciano Modica possa avere un senso. Non tanto in quanto tale, tutto è perfettibile, ma come modo per attirare l'attenzione e provare a riattivare un dibattito pubblico partendo dalle questioni che l'appello mette sul piatto e poi espandendo. Adesso l'appello ha già 1600 firme in due giorni, se ci impegnassimo a diffonderlo e a farlo firmare sicuramente otterremmo due effetti: il primo è quello che magari uno o più quotidiano lo noterebbero e se ne potrebbe parlare con uditori ampi e, in seconda battuta ma non meno importante, potremmo riattivare la discussione almeno nelle mailing list dei nostri atenei, riuscendo magari anche a portare il dibattito fuori dalle nostre "mura".
Finora, tuttavia, 1600 firme sulle decine di migliaia di universitari in servizio è un numero bassino. Per ottenere di più servirebbe che ciascuno di noi si impegnasse in prima persona per dare all'iniziativa un respiro più ampio. Anche senza essere convinti che il testo sia il migliore, non serve esserlo. Quello che serve è cominciare a muoversi e, come si diceva un tempo, da cosa nasce cosa.
Cordialmente, Guido
PS qualche tempo fa mi avevano raccontato questa barzelletta: un signore, disperato per i pochi soldi che aveva, pregava continuamente Dio che gli facesse vincere il primo premio della lotteria. L'uomo pregava e Dio non rispondeva. Alla fine, stufo dalle tante insistenze e lagnanze dell'uomo, Dio gli disse: "Figliolo, io ti aiuterei, ma tu, almeno, compra un biglietto!" Mi pare che questa cosa si adatti perfettamente agli universitari che si lamentano tanto ma direttamente fanno davvero ben poco.
On 24/01/13 09.15, "claudio procesi" procesi@mat.uniroma1.it wrote:
caro Floris le ho sentite anche io e Renzi ha ricordato una bella frase di un campione sportivo. Con il talento si può vincere una partita ma ci vuole una squadra per vincere il campionato. Bene questo `e proprio quello che manca a noi scienziati ed accademici, andiamo volentieri a ruota libera ma non siamo capaci di fare squadra. Non possiamo lamentarci se altri non risolvono i nostri problemi. Claudio
Tutto il mio appoggio a Guido. Ho già diffuso l'appello e intendo insistere.
Silvia
Prof. Silvia Morante
Member of the C6 Commission of IUPAP
Representativefor the connectivity with IUPAB
Department of Physics University of Rome "Tor Vergata"
Via della Ricerca Scientifica, 1 00133 Roma - Italy
Tel. +390672594554
Fax. +39062023507
http://biophys.roma2.infn.it/index.php/group-members/50-morante-web-page
*/"Ceux qui peuvent vous faire croire des absurdités peuvent vous faire commettre des atrocités."/*/François-Marie Arouet -- Voltaire/
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Il 1/24/13 10:40 AM, Guido Mula ha scritto:
Concordo con Claudio e Giovanni, i politici come classe sono certamente ben lontani dall'essere utilmente impegnati a salvare l'università. Basta vedere chi mettono in lista e con quale ordine.
E' anche vero che gli universitari, direi quasi geneticamente, sono estranei ai "movimenti di massa" e quando, come rete29aprile e come ricercatori, siamo riusciti a coinvolgere circa 10000 universitari abbiamo fatto un sacco di rumore. Certo, non è bastato, ma non posso non notare che nonostante quei 10000 buona parte degli altri 50000 restanti passavano il tempo a dire che eravamo esagerati, che l'università richiede sacrificio, abnegazione, etc etc. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, l'università è bastonata e lo "spirito di ribellione" fortemente ridimensionato dalla "mollezza" del corpus universitario la cui reazione è quella di un muro neanche di gomma, ma di nebbia, nel quale tutto viene assorbito e sparisce come se non fosse mai esistito.
Claudio ha ragione, servirebbe organizzarsi. Io però non ho ricette in questo senso. Come rete29aprile e come ricercatori in generale ci abbiamo provato, ci stiamo ancora provando insieme a tanti altri (vedi coloro che continuano a intervenire sul sito di roars, sul sito del fatto quotidiano, sul manifesto. Abbiamo contro una campagna di persone come Ichino, Giavazzi, Alesina, che su quotidiani come il Corriere della Sera sostengono sostanzialmente che l'università dovrebbe essere governata dalle leggi di mercato. Un'aberrazione tale, ai miei occhi, che tutti dovremmo osteggiarla con tutte le nostre forze. E invece restiamo (in generale come "categoria") seduti davanti alle nostre scrivanie a brontolare tra di noi.
Proprio per questo credo che una iniziativa come l'appello di Luciano Modica possa avere un senso. Non tanto in quanto tale, tutto è perfettibile, ma come modo per attirare l'attenzione e provare a riattivare un dibattito pubblico partendo dalle questioni che l'appello mette sul piatto e poi espandendo. Adesso l'appello ha già 1600 firme in due giorni, se ci impegnassimo a diffonderlo e a farlo firmare sicuramente otterremmo due effetti: il primo è quello che magari uno o più quotidiano lo noterebbero e se ne potrebbe parlare con uditori ampi e, in seconda battuta ma non meno importante, potremmo riattivare la discussione almeno nelle mailing list dei nostri atenei, riuscendo magari anche a portare il dibattito fuori dalle nostre "mura".
Finora, tuttavia, 1600 firme sulle decine di migliaia di universitari in servizio è un numero bassino. Per ottenere di più servirebbe che ciascuno di noi si impegnasse in prima persona per dare all'iniziativa un respiro più ampio. Anche senza essere convinti che il testo sia il migliore, non serve esserlo. Quello che serve è cominciare a muoversi e, come si diceva un tempo, da cosa nasce cosa.
Cordialmente, Guido
PS qualche tempo fa mi avevano raccontato questa barzelletta: un signore, disperato per i pochi soldi che aveva, pregava continuamente Dio che gli facesse vincere il primo premio della lotteria. L'uomo pregava e Dio non rispondeva. Alla fine, stufo dalle tante insistenze e lagnanze dell'uomo, Dio gli disse: "Figliolo, io ti aiuterei, ma tu, almeno, compra un biglietto!" Mi pare che questa cosa si adatti perfettamente agli universitari che si lamentano tanto ma direttamente fanno davvero ben poco.
On 24/01/13 09.15, "claudio procesi" procesi@mat.uniroma1.it wrote:
caro Floris le ho sentite anche io e Renzi ha ricordato una bella frase di un campione sportivo. Con il talento si può vincere una partita ma ci vuole una squadra per vincere il campionato. Bene questo `e proprio quello che manca a noi scienziati ed accademici, andiamo volentieri a ruota libera ma non siamo capaci di fare squadra. Non possiamo lamentarci se altri non risolvono i nostri problemi. Claudio
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caro Guido, dissento, nella barzelletta l'uomo pregava San Gennaro!! On Jan 24, 2013, at 10:40 AM, Guido Mula wrote:
Concordo con Claudio e Giovanni, i politici come classe sono certamente ben lontani dall'essere utilmente impegnati a salvare l'università. Basta vedere chi mettono in lista e con quale ordine.
E' anche vero che gli universitari, direi quasi geneticamente, sono estranei ai "movimenti di massa" e quando, come rete29aprile e come ricercatori, siamo riusciti a coinvolgere circa 10000 universitari abbiamo fatto un sacco di rumore. Certo, non è bastato, ma non posso non notare che nonostante quei 10000 buona parte degli altri 50000 restanti passavano il tempo a dire che eravamo esagerati, che l'università richiede sacrificio, abnegazione, etc etc. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, l'università è bastonata e lo "spirito di ribellione" fortemente ridimensionato dalla "mollezza" del corpus universitario la cui reazione è quella di un muro neanche di gomma, ma di nebbia, nel quale tutto viene assorbito e sparisce come se non fosse mai esistito.
Claudio ha ragione, servirebbe organizzarsi. Io però non ho ricette in questo senso. Come rete29aprile e come ricercatori in generale ci abbiamo provato, ci stiamo ancora provando insieme a tanti altri (vedi coloro che continuano a intervenire sul sito di roars, sul sito del fatto quotidiano, sul manifesto. Abbiamo contro una campagna di persone come Ichino, Giavazzi, Alesina, che su quotidiani come il Corriere della Sera sostengono sostanzialmente che l'università dovrebbe essere governata dalle leggi di mercato. Un'aberrazione tale, ai miei occhi, che tutti dovremmo osteggiarla con tutte le nostre forze. E invece restiamo (in generale come "categoria") seduti davanti alle nostre scrivanie a brontolare tra di noi.
Proprio per questo credo che una iniziativa come l'appello di Luciano Modica possa avere un senso. Non tanto in quanto tale, tutto è perfettibile, ma come modo per attirare l'attenzione e provare a riattivare un dibattito pubblico partendo dalle questioni che l'appello mette sul piatto e poi espandendo. Adesso l'appello ha già 1600 firme in due giorni, se ci impegnassimo a diffonderlo e a farlo firmare sicuramente otterremmo due effetti: il primo è quello che magari uno o più quotidiano lo noterebbero e se ne potrebbe parlare con uditori ampi e, in seconda battuta ma non meno importante, potremmo riattivare la discussione almeno nelle mailing list dei nostri atenei, riuscendo magari anche a portare il dibattito fuori dalle nostre "mura".
Finora, tuttavia, 1600 firme sulle decine di migliaia di universitari in servizio è un numero bassino. Per ottenere di più servirebbe che ciascuno di noi si impegnasse in prima persona per dare all'iniziativa un respiro più ampio. Anche senza essere convinti che il testo sia il migliore, non serve esserlo. Quello che serve è cominciare a muoversi e, come si diceva un tempo, da cosa nasce cosa.
Cordialmente, Guido
PS qualche tempo fa mi avevano raccontato questa barzelletta: un signore, disperato per i pochi soldi che aveva, pregava continuamente Dio che gli facesse vincere il primo premio della lotteria. L'uomo pregava e Dio non rispondeva. Alla fine, stufo dalle tante insistenze e lagnanze dell'uomo, Dio gli disse: "Figliolo, io ti aiuterei, ma tu, almeno, compra un biglietto!" Mi pare che questa cosa si adatti perfettamente agli universitari che si lamentano tanto ma direttamente fanno davvero ben poco.
On 24/01/13 09.15, "claudio procesi" procesi@mat.uniroma1.it wrote:
caro Floris le ho sentite anche io e Renzi ha ricordato una bella frase di un campione sportivo. Con il talento si può vincere una partita ma ci vuole una squadra per vincere il campionato. Bene questo `e proprio quello che manca a noi scienziati ed accademici, andiamo volentieri a ruota libera ma non siamo capaci di fare squadra. Non possiamo lamentarci se altri non risolvono i nostri problemi. Claudio
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Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Caro Floris, anche io ho "sorbito" ieri sera la noiosissima tirata di Otto e mezzo. Purtroppo la campagna elettorale e' trascinata dal rientro di Berlusconi e dall'ascolto che gli danno i giornalisti di nuovo su argomenti che pensavamo di non dover piu' sentire. Nel contesto della trasmissione non vedo cosa Marino poteva dire di piu' di quanto tu richiami: "Solo nell'ultimo minuto ha detto che ci si deve battere per innovazzione, ricerca, sviluppo" Proprio lamentazioni di questo tipo hanno portato alla caduta del governo Prodi e reso impossibile l'attuazione di ogni programma innovativo o almeno di contenimento dello sfacelo che poi e' seguito. Stiamo facendo gli stessi sbagli, condannandoci veramente ad un'eterna illusione. Carlo Di Castro
On Jan 24, 2013, at 9:15 AM, claudio procesi wrote:
caro Floris le ho sentite anche io e Renzi ha ricordato una bella frase di un campione sportivo. Con il talento si può vincere una partita ma ci vuole una squadra per vincere il campionato. Bene questo `e proprio quello che manca a noi scienziati ed accademici, andiamo volentieri a ruota libera ma non siamo capaci di fare squadra. Non possiamo lamentarci se altri non risolvono i nostri problemi. claudio On Jan 24, 2013, at 8:59 AM, Giovanni Floris wrote:
Ieri sera mi sono sorbito (è il caso di dirlo perchè alle volte queste trasmissioni sono veramente noiose) tutto il programma Otto e mezzo perchè c'era Ignazio Marino che è di sinistra e che si può definire uno scienziato. Tralasciamo la Carfagna che si difendeva e basta ma non ho sentito una parola di Marino su Università, Ricerca, Concorsi, Meritocrazia e via discorrendo. Solo nell'ultimo minuto ha detto che ci si deve battere per innovazzione, ricerca, sviluppo che mi pare un pò meno di: Università e Ricerca. Non parlo della trasmissione successiva con una lunga intervista a Matteo Renzi dove parole come Ricerca, Università, Merito non sono mai state pronunciate, ma in quel caso il tipo di trasmissione (a domanda risposta) forse non lo permetteva. L'impressione comunque che uno ha di queste propagande elettorali è che se veramente pensiamo che questi politici risolvano i nostri problemi, siamo degli illusi. Giovanni U. Floris _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Non potrei essere piu' d'accordo con le osservazioni di Carlo qui sotto Giancarlo Rossi
On Jan 24, 2013, at 12:09 PM, Carlo Di Castro wrote:
Caro Floris, anche io ho "sorbito" ieri sera la noiosissima tirata di Otto e mezzo. Purtroppo la campagna elettorale e' trascinata dal rientro di Berlusconi e dall'ascolto che gli danno i giornalisti di nuovo su argomenti che pensavamo di non dover piu' sentire. Nel contesto della trasmissione non vedo cosa Marino poteva dire di piu' di quanto tu richiami: "Solo nell'ultimo minuto ha detto che ci si deve battere per innovazzione, ricerca, sviluppo" Proprio lamentazioni di questo tipo hanno portato alla caduta del governo Prodi e reso impossibile l'attuazione di ogni programma innovativo o almeno di contenimento dello sfacelo che poi e' seguito. Stiamo facendo gli stessi sbagli, condannandoci veramente ad un'eterna illusione. Carlo Di Castro
On Jan 24, 2013, at 9:15 AM, claudio procesi wrote:
caro Floris le ho sentite anche io e Renzi ha ricordato una bella frase di un campione sportivo. Con il talento si può vincere una partita ma ci vuole una squadra per vincere il campionato. Bene questo `e proprio quello che manca a noi scienziati ed accademici, andiamo volentieri a ruota libera ma non siamo capaci di fare squadra. Non possiamo lamentarci se altri non risolvono i nostri problemi. claudio On Jan 24, 2013, at 8:59 AM, Giovanni Floris wrote:
Ieri sera mi sono sorbito (è il caso di dirlo perchè alle volte queste trasmissioni sono veramente noiose) tutto il programma Otto e mezzo perchè c'era Ignazio Marino che è di sinistra e che si può definire uno scienziato. Tralasciamo la Carfagna che si difendeva e basta ma non ho sentito una parola di Marino su Università, Ricerca, Concorsi, Meritocrazia e via discorrendo. Solo nell'ultimo minuto ha detto che ci si deve battere per innovazzione, ricerca, sviluppo che mi pare un pò meno di: Università e Ricerca. Non parlo della trasmissione successiva con una lunga intervista a Matteo Renzi dove parole come Ricerca, Università, Merito non sono mai state pronunciate, ma in quel caso il tipo di trasmissione (a domanda risposta) forse non lo permetteva. L'impressione comunque che uno ha di queste propagande elettorali è che se veramente pensiamo che questi politici risolvano i nostri problemi, siamo degli illusi. Giovanni U. Floris _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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A mio parere governo Prodi è caduto perché non si reggeva in piedi e non per le lamentazioni sulla ricerca....
Proprio lamentazioni di questo tipo hanno portato alla caduta del governo Prodi e reso impossibile l'attuazione di ogni programma innovativo o almeno di contenimento dello sfacelo che poi e' seguito. Stiamo facendo gli stessi sbagli, condannandoci
veramente ad un'eterna illusione. Carlo Di Castro
Def. Quota Patrizio Dimitri patrizio.dimitri@uniroma1.it:
A mio parere governo Prodi è caduto perché non si reggeva in piedi e non per le lamentazioni sulla ricerca....
attenzione, non dimentichiamo che la mancata visita del Papa alla Sapienza nel gennaio 2008 ha avuto un ruolo decisivo per la caduta del Governo Prodi e, aggiungo, proprio quella vicenda segna l'inizio di una virulenta campagna di denigrazione dell'Università italiana. "Hanno imbavagliato il Papa" strillavano i giornali e politici di entrambi gli schieramenti politici, puntando il dito contro i "cattivi maestri" (tra cui ricordo Marcello Cini che non è più tra noi). Luciano Maiani colpevole di aver firmato l'"infame appello" contro la decisione del Rettore Guarini di assegnare al Papa la lectio magistralis, si vede congelato dal Senato la nomina a Presidente del Cnr. Una settimana dopo l'annullamento della visita, dopo un incontro con Veltroni, Ratzinger in una nota evidenzia il degrado della città di Roma. Il 20 gennaio l'Angelus si trasforma in una manifestazione politica antigovernativa. Clemente Mastella, che partecipa alla manifestazione, è ripetutamente ivitato a buttare giù Prodi: il giorno dopo l'Udeur è fuori dal Governo. Il 21 gennaio il presidente Bagnasco al Consiglio dei vescovi presenta un quadro catastrofico della società italiana, parla di oscurantismo laicista, e afferma che l'annullamento della visita del Papa è stata suggerita dal Governo italiano (che smentisce). Il 24 gennaio Prodi cade.
Sono molto daccordo con quello che dice Carlo e penso che dovremmo prenderlo come un invito forte a cercare, per una volta, quello che ci unisce e non quello che ci divide (faccio umilmente notare che questa seconda strada è così facile che non ci fa certo onore sceglierla sempre: date due persone è sempre possibile trovare qualcosa che le divide!). In particolare, io non ho sentito la trasmissione di cui si parla, ma avere come parole d'ordine "innovazione, ricerca e sviluppo" non mi pare una cosa di cui vergognarsi e, come universitaria, mi sento ben rappresentata da tutt'e tre le parole.
Silvia
Prof. Silvia Morante
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*/"Ceux qui peuvent vous faire croire des absurdités peuvent vous faire commettre des atrocités."/*/François-Marie Arouet -- Voltaire/
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Il 1/24/13 12:09 PM, Carlo Di Castro ha scritto:
Caro Floris, anche io ho "sorbito" ieri sera la noiosissima tirata di Otto e mezzo. Purtroppo la campagna elettorale e' trascinata dal rientro di Berlusconi e dall'ascolto che gli danno i giornalisti di nuovo su argomenti che pensavamo di non dover piu' sentire. Nel contesto della trasmissione non vedo cosa Marino poteva dire di piu' di quanto tu richiami: "Solo nell'ultimo minuto ha detto che ci si deve battere per innovazzione, ricerca, sviluppo" Proprio lamentazioni di questo tipo hanno portato alla caduta del governo Prodi e reso impossibile l'attuazione di ogni programma innovativo o almeno di contenimento dello sfacelo che poi e' seguito. Stiamo facendo gli stessi sbagli, condannandoci veramente ad un'eterna illusione. Carlo Di Castro
On Jan 24, 2013, at 9:15 AM, claudio procesi wrote:
caro Floris le ho sentite anche io e Renzi ha ricordato una bella frase di un campione sportivo. Con il talento si può vincere una partita ma ci vuole una squadra per vincere il campionato. Bene questo `e proprio quello che manca a noi scienziati ed accademici, andiamo volentieri a ruota libera ma non siamo capaci di fare squadra. Non possiamo lamentarci se altri non risolvono i nostri problemi. claudio On Jan 24, 2013, at 8:59 AM, Giovanni Floris wrote:
Ieri sera mi sono sorbito (è il caso di dirlo perchè alle volte queste trasmissioni sono veramente noiose) tutto il programma Otto e mezzo perchè c'era Ignazio Marino che è di sinistra e che si può definire uno scienziato. Tralasciamo la Carfagna che si difendeva e basta ma non ho sentito una parola di Marino su Università, Ricerca, Concorsi, Meritocrazia e via discorrendo. Solo nell'ultimo minuto ha detto che ci si deve battere per innovazzione, ricerca, sviluppo che mi pare un pò meno di: Università e Ricerca. Non parlo della trasmissione successiva con una lunga intervista a Matteo Renzi dove parole come Ricerca, Università, Merito non sono mai state pronunciate, ma in quel caso il tipo di trasmissione (a domanda risposta) forse non lo permetteva. L'impressione comunque che uno ha di queste propagande elettorali è che se veramente pensiamo che questi politici risolvano i nostri problemi, siamo degli illusi. Giovanni U. Floris _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
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Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
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morante wrote:
Sono molto daccordo con quello che dice Carlo e penso che dovremmo prenderlo come un invito forte a cercare, per una volta, quello che ci unisce e non quello che ci divide (faccio umilmente notare che questa seconda strada è così facile che non ci fa certo onore sceglierla sempre: date due persone è sempre possibile trovare qualcosa che le divide!). In particolare, io non ho sentito la trasmissione di cui si parla, ma avere come parole d'ordine "innovazione, ricerca e sviluppo" non mi pare una cosa di cui vergognarsi e, come universitaria, mi sento ben rappresentata da tutt'e tre le parole.
Silvia
fra le parole d'ordine mancano cultura ed educazione.
Lo sviluppo è certo importante, ma la cultura e l'educazione, anche se prerequisiti allo sviluppo, non sono solo strumentali ad esso.
Concordo pienamente, non possiamo aspettarci nulla da questa gente, che anche se una volta era all'Università, si sono per lo più scordati cosa vuol dire lavorare nell'Università Pubblica (con la P maiuscola). Quindi gli appelli o le dichiarazion non servono a nulla.
In occasione della elezione di Prodi, io mi sono speso per appoggiare i candidati del PD, tra cui Modica. Abbiamo visto quello che è successo. Questa volta mi ero impegnato con la campagna di scopo Cambiare Si Può, cercando di portare in Parlamento persone che avessero lottato in questi anni per la Scuola e L'Università pubbliche. Ma Cambiare si Può ha poi fallito (ed infatti i primi firmatari hanno ritirato il loro appoggio, così come molte altre associazioni e movimenti) perché le liste di Ingroia sono state scelte dai partiti secondo la logica spartitoria. Io non sarei contro i partiti in quanto tali e mettendo tutta l'erba in un fascio, ma contro questi comportamenti. Su Beppe Grillo e su chi vuol far eleggere non commento, vedo solo quello che (NON) stanno facendo i 5* che hanno vinto le elezioni a Parma...
Io non so chi voterò, cercherò di capire chi sono i primi in lista e che cosa hanno fatto finora.
Alberto Girlando
On gio, 2013-01-24 at 08:59 +0100, Giovanni Floris wrote:
Ieri sera mi sono sorbito (è il caso di dirlo perchè alle volte queste trasmissioni sono veramente noiose) tutto il programma Otto e mezzo perchè c'era Ignazio Marino che è di sinistra e che si può definire uno scienziato. Tralasciamo la Carfagna che si difendeva e basta ma non ho sentito una parola di Marino su Università, Ricerca, Concorsi, Meritocrazia e via discorrendo. Solo nell'ultimo minuto ha detto che ci si deve battere per innovazzione, ricerca, sviluppo che mi pare un pò meno di: Università e Ricerca. Non parlo della trasmissione successiva con una lunga intervista a Matteo Renzi dove parole come Ricerca, Università, Merito non sono mai state pronunciate, ma in quel caso il tipo di trasmissione (a domanda risposta) forse non lo permetteva. L'impressione comunque che uno ha di queste propagande elettorali è che se veramente pensiamo che questi politici risolvano i nostri problemi, siamo degli illusi. Giovanni U. Floris _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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