Essendo in pensione non mi sono molto preoccupato dei criteri ANVUR e della loro idoneità o meno a valutare il livello scientifico, mi pare di capire, un pò di tutti. Ma prima di essere in pensione ero al lavoro e mi ricordo bene di tutta la storia. Si iniziò con l'impact factor che però valutava solo le riviste (qualcuno adesso ha scritto che le riviste non sono più valutate), poi l'H index, poi sistemi vari con nomi vari che valutavano le citazioni e così via. Adesso che siamo (siete) sommersi di indici di tutti i tipi sento ritornare il ritornello (scusate) che la validità delle pubblicazioni si ricava dal leggerle (suggerendo eventualmente che ogni candidato e presumo ogni commissario presenti le 10 migliori in modo che possano essere veramente lette). Ora, essendo in pensione solo da un anno, ragiono ancora un pò e mi ricordo che se si proponeva questo al minimo si veniva accusati di volere continuare l'iniquo sistema dei baroni. C'è proprio da dire:"chi è causa del suo mal ...". Sono comunque ancora in attesa che dalla fase distruttiva qualcuno passi a quella costruttiva proponendo il mitico sistema completamente oggettivo per valutare la competenza scientifica dei candidati ad un concorso (e mi raccomando niente indici bibliometrici o simili). Buon lavoro. Giovanni U. Floris
Vorrei intervenire sui parametri bibliometrici. Posto che sono molto consapevole della loro inadeguatezza per un giudizio di merito fine, io credo che siano indispensabili per un giudizio sintetico che talvolta puo' veramente aiutare un dipartimento.
Ho studiato all'estero e sono rientrata in Italia dopo il PhD. Ho assistito inorridita a riunioni sulla formazione di commissioni da ricercatore (dunque riunioni della massima importanza) in cui partecipavano in maggioranza persone che non avevano pubblicato nulla negli ultimi 10 anni e avevano un miserrimo curriculum di carriera. Poter escludere questi individui (ora grazie ai pensionamenti rimasti una minoranza), grazie ad un parametro di massima non puo' che far bene all'universita'.
Cordialmente
Rita Fioresi ------------------------------------ Prof. Rita Fioresi Ufficio D9, tel. +39 051 2094477 Dipartimento di Matematica, Piazza Porta San Donato 5 40126 Bologna, Italy. ------------------------------------
5x1000 AI GIOVANI RICERCATORI DELL'UNIVERSITÀ DI BOLOGNA Codice Fiscale: 80007010376 www.unibo.it/Vademecum5permille
Questa informativa è inserita in automatico dal sistema al fine esclusivo della realizzazione dei fini istituzionali dell’ente.
E¹ molto rischioso affidare la valutazione esclusivamente a rigidi indicatori come H-index e numero di articoli, che non entrano nel merito del contributo dei singoli ( ad esempio nella biologia primo e ultimo nome). Anche a livello internazionale gli indicatori sono ritenuti molto ingannevoli e non vengono utilizzati a questi scopi. Per escludere chi non pubblica nulla e curricula scarsi basterebbero delle regole mirate o dei requisiti minimi.
Cordialmente, Patrizio Dimitri
Vorrei intervenire sui parametri bibliometrici. Posto che sono molto consapevole della loro inadeguatezza per un giudizio di merito fine, io credo che siano indispensabili per un giudizio sintetico che talvolta puo' veramente aiutare un dipartimento. Ho studiato all'estero e sono rientrata in Italia dopo il PhD. Ho assistito inorridita a riunioni sulla formazione di commissioni da ricercatore (dunque riunioni della massima importanza) in cui partecipavano in maggioranza persone che non avevano pubblicato nulla negli ultimi 10 anni e avevano un miserrimo curriculum di carriera. Poter escludere questi individui (ora grazie ai pensionamenti rimasti una minoranza), grazie ad un parametro di massima non puo' che far bene all'universita'. Cordialmente Rita Fioresi ------------------------------------ Prof. Rita Fioresi Ufficio D9, tel. +39 051 2094477 Dipartimento di Matematica, Piazza Porta San Donato 5 40126 Bologna, Italy. ------------------------------------ 5x1000 AI GIOVANI RICERCATORI DELL'UNIVERSITÀ DI BOLOGNA Codice Fiscale: 80007010376 www.unibo.it/Vademecum5permille Questa informativa è inserita in automatico dal sistema al fine esclusivo della realizzazione dei fini istituzionali dell¹ente. _______________________________________________ Universitas_in_tras formazione@mail.dm.unipi.it mailing list Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Dal lavoro originale:
An index to quantify an individual's scientific research output J. E. Hirsch*
There are, however, a number of caveats that should be kept in mind. Obviously, a single number can never give more than a rough approximation to an individual's multifaceted profile, and many other factors should be considered in combination in evaluating an individual. Furthermore, the fact that there can always be exceptions to rules should be kept in mind, especially in life-changing decisions such as the granting or denying of tenure. There will be differences in typical h values in different fields, determined in part by the average number of references in a paper in the field, the average number of papers produced by each scientist in the field, and the size (number of scientists) of the field (although, to a first approximation in a larger field, there are more scientists to share a larger number of citations, so typical h values should not necessarily be larger). Scientists working in non mainstream areas will not achieve the same very high h values as the top echelon of those working in highly topical areas. Although I argue that a high h is a reliable indicator of high accomplishment, the converse is not necessarily always true. There is considerable variation in the skewness of citation distributions even within a given subfield, and for an author with a relatively low h that has a few seminal papers with extraordinarily high citation counts, the h index will not fully reflect that scientist's accomplishments.
Conversely, a scientist with a high h achieved mostly through papers with many coauthors would be treated overly kindly by his or her h.
Subfields with typically large collaborations (e.g., high-energy experiment) will exhibit larger h values, and I suggest that in cases of large differences in the number of coauthors, it may be useful in comparing different individuals to normalize h by a factor that reflects the average number of coauthors. For determining the scientific "age" in the computation of m, the very first paper may sometimes not be the appropriate starting point if it represents a relatively minor early contribution well before sustained productivity ensued.
Prof. Silvia Morante
Member of the C6 Commission of IUPAP
Representativefor the connectivity with IUPAB
Department of Physics University of Rome "Tor Vergata"
Via della Ricerca Scientifica, 1 00133 Roma - Italy
Tel. +390672594554
Fax. +39062023507
http://biophys.roma2.infn.it/index.php/group-members/50-morante-web-page
*/"Ceux qui peuvent vous faire croire des absurdités peuvent vous faire commettre des atrocités."/*/François-Marie Arouet -- Voltaire/
-
Il 5/16/13 12:10 PM, Patrizio Dimitri ha scritto:
E¹ molto rischioso affidare la valutazione esclusivamente a rigidi indicatori come H-index e numero di articoli, che non entrano nel merito del contributo dei singoli ( ad esempio nella biologia primo e ultimo nome). Anche a livello internazionale gli indicatori sono ritenuti molto ingannevoli e non vengono utilizzati a questi scopi. Per escludere chi non pubblica nulla e curricula scarsi basterebbero delle regole mirate o dei requisiti minimi.
Cordialmente, Patrizio Dimitri
Vorrei intervenire sui parametri bibliometrici. Posto che sono molto consapevole della loro inadeguatezza per un giudizio di merito fine, io credo che siano indispensabili per un giudizio sintetico che talvolta puo' veramente aiutare un dipartimento. Ho studiato all'estero e sono rientrata in Italia dopo il PhD. Ho assistito inorridita a riunioni sulla formazione di commissioni da ricercatore (dunque riunioni della massima importanza) in cui partecipavano in maggioranza persone che non avevano pubblicato nulla negli ultimi 10 anni e avevano un miserrimo curriculum di carriera. Poter escludere questi individui (ora grazie ai pensionamenti rimasti una minoranza), grazie ad un parametro di massima non puo' che far bene all'universita'. Cordialmente Rita Fioresi ------------------------------------ Prof. Rita Fioresi Ufficio D9, tel. +39 051 2094477 Dipartimento di Matematica, Piazza Porta San Donato 5 40126 Bologna, Italy. ------------------------------------ 5x1000 AI GIOVANI RICERCATORI DELL'UNIVERSITÀ DI BOLOGNA Codice Fiscale: 80007010376 www.unibo.it/Vademecum5permille Questa informativa è inserita in automatico dal sistema al fine esclusivo della realizzazione dei fini istituzionali dell¹ente. _______________________________________________ Universitas_in_tras formazione@mail.dm.unipi.it mailing list Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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cari colleghi, l'intervista al ministro mi sembra interessante e le sue parole le condivido.
Come sapete io ho sempre espresso la mia opinione sui meccanismi automatici, credo che siano il frutto di una mentalità burocratica e formalistica molto profonda nella cultura Italiana che a mio avviso è uno degli ostacoli a formare una vera classe dirigente del paese, una classe autorevole ma non autoreferenziale, che debba comunque rendere conto delle proprie scelte. Nel caso dell'Università questa mentalità e prassi ha ostacolato sistematicamente l'emergere dei leader scientifici ed ha favorito il proliferare dei baroni, io ne ho fatto le spese varie volte. Ieri erano le procedure demenziali con le buste sigillate, i fogli non firmati, controbuste verbali firme e controfirme oggi le mediane. Se devono prendere un professore a Cambridge o a Princeton, il dipartimento ha carta bianca e magari deve confrontarsi con il Dean, non c'è verbale o altre formalità che ostacoleranno una scelta scientifica. Certo poi c'è una forte competizione fra Dipartimenti ed Università.
A questo si è aggiunta una corrente di opinione negli ultimi anni, sulla stampa, nei blogs, negli innumerevoli pseudospettacoli televisivi che io chiamerei il "polpottismo" dal famigerato Pol Pot che riteneva che la rivoluzione Cambogiana passasse attraverso lo sterminio fisico di tutta la classe dirigente, chiunque avesse un posto di un qualche rilievo, fosse pure un maestro elementare, faceva automaticamente parte dei "nemici del popolo".
Da noi per fortuna tutto questo si limita alla denigrazione sistematica delle classi dirigenti, che certamente in parte lo meritano, e non la eliminazione fisica, ma finendo con il delegittimare tutti, fino ad arrivare a considerare come possibile salvatore della patria un comico cialtrone che ha fatto una formidabile carriera manipolando la realtà e nutrendosi con le frustrazioni di una società in crisi. Oggi Grillo ci annuncia che se avrà la maggioranza assoluta si dedicherà interamente a rifondare l'Italia, un incubo rispetto a cui venti anni di Berlusconismo sembrano solo un raffreddore.
Ora noi, anche se piuttosto spezzacchiati, siamo classe dirigente e come tale dobbiamo comportarci.
Quindi niente fughe in avanti ma analisi puntuali, ampia discussione e proposte condivise, se ci riusciremo avremo il diritto di considerarci ancora parte della classe dirigente di questo sfortunato paese altrimenti meglio tacere.
Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Certo, l'università è in queste condizioni perché molti di quelli che negli utlimi 30 anni hanno gestito i concorsi (e non solo) hanno pensato più che altro al tornaconto personale, utilizzando la cooptazione come unica modalità, costruendo reti di potere accademico, gestendo il reclutamento e la progressione delle carriere a proprio piacimento. Niente di molto diverso da quello che è accaduto in altri ambiti.
Patrizio Dimitri
Essendo in pensione non mi sono molto preoccupato dei criteri ANVUR e della loro idoneità o meno a valutare il livello scientifico, mi pare di capire, un pò di tutti. Ma prima di essere in pensione ero al lavoro e mi ricordo bene di tutta la storia. Si iniziò con l'impact factor che però valutava solo le riviste (qualcuno adesso ha scritto che le riviste non sono più valutate), poi l'H index, poi sistemi vari con nomi vari che valutavano le citazioni e così via. Adesso che siamo (siete) sommersi di indici di tutti i tipi sento ritornare il ritornello (scusate) che la validità delle pubblicazioni si ricava dal leggerle (suggerendo eventualmente che ogni candidato e presumo ogni commissario presenti le 10 migliori in modo che possano essere veramente lette). Ora, essendo in pensione solo da un anno, ragiono ancora un pò e mi ricordo che se si proponeva questo al minimo si veniva accusati di volere continuare l'iniquo sistema dei baroni. C'è proprio da dire:"chi è causa del suo mal ...". Sono comunque ancora in attesa che dalla fase distruttiva qualcuno passi a quella costruttiva proponendo il mitico sistema completamente oggettivo per valutare la competenza scientifica dei candidati ad un concorso (e mi raccomando niente indici bibliometrici o simili). Buon lavoro. Giovanni U. Floris _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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