Come al solito, una normativa rigida impedisce di lavorare nei corsi di laurea coscenziosi e ligi, e non impedisce situazioni aberranti.
Ho l'esempio di mia figlia, che ha fatto il primo anno di medicina, con il corso di inglese (5 crediti) con l'esame (idoneita' senza valutazione) suddiviso in 9 moduli, in cui l'insuficienza in uno preclude l'idoneita'. Col caso limite di uno studente di madrelingua bocciato in quanto la sua pronuncia (scozzese) non era quella richiesta.
Carlo Traverso
la questione non è la rigidità ( ben venga una normativa rigida se è antitesi di lassista ) la questione è l'idiozia dell'idea di imporre dall'alto un modello formativo astratto e rigido invece di consentire ampia autonomia ma misurare in modo serio e rigoroso la qualità dei risultai. sarebbe più semplice e più economico. f
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Carlo Traverso Inviato: venerdì 18 settembre 2009 9.55 A: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Cc: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: R: R: indicazioni ministeriali
Come al solito, una normativa rigida impedisce di lavorare nei corsi di laurea coscenziosi e ligi, e non impedisce situazioni aberranti.
Ho l'esempio di mia figlia, che ha fatto il primo anno di medicina, con il corso di inglese (5 crediti) con l'esame (idoneita' senza valutazione) suddiviso in 9 moduli, in cui l'insuficienza in uno preclude l'idoneita'. Col caso limite di uno studente di madrelingua bocciato in quanto la sua pronuncia (scozzese) non era quella richiesta.
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Cari tutti,
leggevo
http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/cronaca/denuncia-medico-usa/denunci...
pensavo: perche` non invitiamo il professor Claudio Fiocchi a fare i nomi?
Non serve a niente, certo. Ma sapere chi fa cosa mi pare l'unico mezzo che abbiamo per autovalutarci, autoregolarci e autoestromettere dal sistema chi non merita, senza sperare che un politico lo possa fare per noi...
Ciao, E.
A parte fare i nomi che probabilmente Fiocchi potrebbe non voler fare, io direi di cercare di diffondere la notizia e di provocare se possibile un dibattito (scandalo) evitando che rimanga solo tra le pagine di un giornale notoriamente "comunista" come Repubblica. Tullio Pozzan
a me capito` anni fa con certi progetti della comunita` europea. Mi chiamo' l'ambasciatore della Bielorussia per "convincermi" ad appoggiare il loro progetto. Mi ricordo di aver protestato con gli uffici CEE ma nulla ne venne fuori. Naturalmente lasciai quello e i futuri incarichi di quel tipo.
Effettivamente si tratta di un caso un po diverso perche' coinvolge la politica fra stati e i paesi dell'EST che a quel tempo erano appena entrati in contatto con il nostro mondo.
Quello che trovo un po ridicolo in tutto questo e` l'atteggiamento dei ricercatori Italiani coinvolti, i quali evidentemente non sanno che queste pressioni non portano frutti, a meno che il loro scopo fosse proprio quello di far dimettere Fiocchi.
Comunque in un paese dove filtrano fuori degli uffici cose ben piu` gravi, che a volte mettono a rischio le persone, la cosa non mi meraviglia. E` ben noto che ci sono vari professori universitari che bazzicano assiduamente il ministero e si fanno degli "amici".
Io credo che la vera morale di questo e di altre cose di questi giorni (la valutazione degli atenei) sia che senza una autorevole agenzia indipendente di valutazione con una forte leadership scientifica, le valutazioni non usciranno mai fuori dalle follie della burocrazia.
claudio
On Sep 24, 2009, at 2:00 PM, Tullio Pozzan wrote:
A parte fare i nomi che probabilmente Fiocchi potrebbe non voler fare, io direi di cercare di diffondere la notizia e di provocare se possibile un dibattito (scandalo) evitando che rimanga solo tra le pagine di un giornale notoriamente "comunista" come Repubblica. Tullio Pozzan
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Caro Claudio,
Io credo che la vera morale di questo e di altre cose di questi giorni (la valutazione degli atenei) sia che senza una autorevole agenzia indipendente di valutazione con una forte leadership scientifica, le valutazioni non usciranno mai fuori dalle follie della burocrazia.
non ho ben capito, piu` indipendente di Fiocchi? Che c'entra qui la burocrazia? A me pare sia solo inveterato malcostume...
Comunque, le email di Fiocchi e di Persico si trovano qui, se non sbaglio:
http://www.lerner.ccf.org/pathobio/fiocchi/
http://www.medicina.unina.it:19700/facolta/pubContenuti/contenutiPagina.do?c...
Scrivergli, se lo volessimo, non costerebbe nulla...
Ciao, E.
A me parrebbe ragionevole evitare di creare ulteriori problemi al prof. Fiocchi ma invece scrivere assai pacatamente al prof. Persico (evitando peraltro accuratamente di dargli del "collega") che forse ci spiegherà come e in qual modo siamo arrivati al livello della Bielorussia. cordiali saluti gvp
Caro professor Persico, avendo letto in rete al sito http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/cronaca/denuncia-medico-usa/denunci... quanto è avvenuto al prof. Claudio Fiocchi nella funzione di "referee anonimo" per l'assegnazione di fondi PRIN, le saremo grati, nella sua qualità di garante, di un suo commento su questa vicenda Con i migliori saluti
- ----- Original Message ----- From: "Enrico Valdinoci" valdinoc@axp.mat.uniroma2.it To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Thursday, September 24, 2009 5:34 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] tiro al bersaglio?
Caro Claudio,
Io credo che la vera morale di questo e di altre cose di questi giorni (la valutazione degli atenei) sia che senza una autorevole agenzia indipendente di valutazione con una forte leadership scientifica, le valutazioni non usciranno mai fuori dalle follie della burocrazia.
non ho ben capito, piu` indipendente di Fiocchi? Che c'entra qui la burocrazia? A me pare sia solo inveterato malcostume...
Comunque, le email di Fiocchi e di Persico si trovano qui, se non sbaglio:
http://www.lerner.ccf.org/pathobio/fiocchi/
http://www.medicina.unina.it:19700/facolta/pubContenuti/contenutiPagina.do?c...
Scrivergli, se lo volessimo, non costerebbe nulla...
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prova a leggere quello che scrivo, parlo della "agenzia di valutazione", cioe` della struttura che gestisce la procedura, diciamo l'NSF e non il ministero claudio On Sep 24, 2009, at 5:34 PM, Enrico Valdinoci wrote:
Caro Claudio,
Io credo che la vera morale di questo e di altre cose di questi giorni (la valutazione degli atenei) sia che senza una autorevole agenzia indipendente di valutazione con una forte leadership scientifica, le valutazioni non usciranno mai fuori dalle follie della burocrazia.
non ho ben capito, piu` indipendente di Fiocchi? Che c'entra qui la burocrazia? A me pare sia solo inveterato malcostume...
Comunque, le email di Fiocchi e di Persico si trovano qui, se non sbaglio:
http://www.lerner.ccf.org/pathobio/fiocchi/
http://www.medicina.unina.it:19700/facolta/pubContenuti/contenutiPagina.do?c...
Scrivergli, se lo volessimo, non costerebbe nulla...
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tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Caro Claudio,
prova a leggere quello che scrivo, parlo della "agenzia di valutazione", cioe` della struttura che gestisce la procedura, diciamo l'NSF e non il ministero claudio
io ci ho provato a leggere: anch'io sono assolutamente d'accordo con te, che serve un'agenzia di valutazione indipendente e con pochissima burocrazia, con un buon periodo di rodaggio e che venga gradualmente investita di radicale potere esecutivo.
Pero` credo che il busillis delle odierne vicende sia un altro: i politici possono darci le leggi migliori e le migliori agenzie, ma soltanto noi possiamo garantire la correttezza della valutazione e trarne le conseguenze necessarie (scusa se dico ovvieta`).
Per questo sarebbe indispensabile la nostra capacita` di emarginare le mele bacate anziche' dar loro potere (altra ovvieta`).
A me pero` pare che questo noi proprio non vogliamo farlo (noi non nel senso di io e te, ma nel senso di noi accademici in toto) perche` non vogliamo rischiare di inimicarci nessun collega (ad esempio, che in questa vicenda qualche mela marcia ci sia, a me sembra un'altra ovvieta`, e il mio pessimismo cosmico mi suggerisce che rimarra` dov'e', nonostante la tetra celebrita` ottenuta, seppur nell'anonimato, tramite la prima pagina dei giornali).
Da questa nostra incapacita` di autoselezione (o da questa nostra premurosa delicatezza nei confronti dei nostri ahime` colleghi), mi pare derivi il nostro impasse nel gestire una qualsiasi fase di transizione verso un'universita` futura.
Ma magari sono io che son troppo depresso perche` l'estate sta finendo, come dicevano i Righeira. Ciao, Enrico
temo che questo sia il cuore del problema. non è possibile alcuna valutazione di merito se non da parte dei valutati. è quindi la qualità morale e professionale (preferirei invertire e dire professionale e morale) che fa la qualità dei sistemi organizzativi. partendo dal presupposto empiricamente rilevato che l'autovalutazione non funziona per una carenza strutturale di natura valoriale non esiste alcun sistema organizzativo che possa produrre un risultato migliore. detto questo e concluso che non esistono oggi sistemi che riescano a comportarsi meglio dei loro componenti (almeno da un punto di vista dei sistemi organizzativi, anche se su questo immagino mille controdeduzioni dei colleghi economisti...), rimangono a mio avviso poche alternative: 1. la prima è quella di utilizzare persone esterne al sistema (anche qui non senza rischi, poiché una lettura della scienza per paradigmi suggerisce che questo potrebbe comunque produrre delle distorsioni, faovrendo i paradigmi che hanno una massima diffusione internazionale a dispetto di quelli locali, almeno per alcuni campi del sapere) 2. la seconda è quella di limitarsi ad una valutazione formale 3. la terza è utilizzare un sistema davvero randomico nella percezione che le sue distorsioni possano essere meno gravi di quelle volontarie 4. la quarta è riprendere in mano un tema spesso dimenticato che è la relazione tra sistema scientifico e società, discutendo apertamente di temi quali rigore vs rilevanza della ricerca e capire se questa strada consente di uscire da una visione spesso auto-referenziale della ricerca e del suo funzionamento 5. la quinta è abbandonare il sistema nazionale di finanziamento e aprire tutti i meccanismi a tutti in maniera tale che un collega irlandese possa concorrere per il finanziamento in Italia e viceversa nell'ipotesi che la concorrenza tra sistemi di regolazione della ricerca diversi possa nel tempo produrre un loro miglioramento 6. in via del tutto ipotetica poi ci potrebbe essere l'opzione del "giudizio divino" su chi è morale e chi no, ma a chi la possiamo attribuire? come possiamo identificare le mele marce? chi sono le mele marce e quanto sono marce perché i processi sono marci? quanto poi si è marci in funzione delle situazioni?
questo a livello di sistema, poi a livello individuale c'è sempre l'opzione di uscita che temo sia l'unica controllabile da ogni singolo ricercatore
luca
Il giorno 25/set/2009, alle ore 09.49, Enrico Valdinoci ha scritto:
Caro Claudio,
prova a leggere quello che scrivo, parlo della "agenzia di valutazione", cioe` della struttura che gestisce la procedura, diciamo l'NSF e non il ministero claudio
io ci ho provato a leggere: anch'io sono assolutamente d'accordo con te, che serve un'agenzia di valutazione indipendente e con pochissima burocrazia, con un buon periodo di rodaggio e che venga gradualmente investita di radicale potere esecutivo.
Pero` credo che il busillis delle odierne vicende sia un altro: i politici possono darci le leggi migliori e le migliori agenzie, ma soltanto noi possiamo garantire la correttezza della valutazione e trarne le conseguenze necessarie (scusa se dico ovvieta`).
Per questo sarebbe indispensabile la nostra capacita` di emarginare le mele bacate anziche' dar loro potere (altra ovvieta`).
A me pero` pare che questo noi proprio non vogliamo farlo (noi non nel senso di io e te, ma nel senso di noi accademici in toto) perche` non vogliamo rischiare di inimicarci nessun collega (ad esempio, che in questa vicenda qualche mela marcia ci sia, a me sembra un'altra ovvieta`, e il mio pessimismo cosmico mi suggerisce che rimarra` dov'e', nonostante la tetra celebrita` ottenuta, seppur nell'anonimato, tramite la prima pagina dei giornali).
Da questa nostra incapacita` di autoselezione (o da questa nostra premurosa delicatezza nei confronti dei nostri ahime` colleghi), mi pare derivi il nostro impasse nel gestire una qualsiasi fase di transizione verso un'universita` futura.
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per il ricevimento, prenotarsi at: http://lsolari.acuityscheduling.com
I'm on Skype luca.solari visit my Blog at: http://web.mac.com/luca_solari/
Come risolvere il problema legato alle differenze di valutazione (Stesso giudizio qualitativo espresso con una votazione completamente diversa) e alle "raccomandazioni"? 1) Innanzitutto sarebbe utile che, nella stessa area di PRIN, i progetti siuano sottoposti allo stesso "tipo" di referaggio. Tutti internazionali o tutti nazionali. 2) I progetti non vengano finanziati nell'ordine della graduatoria determinata sulla base del punteggio di valutazione. Si stabilisca un punteggio minimo (molto più alto di quello presente nel bando) che si ritiene garantisca una qualità del progetto (potrebbe essere un 7/10 a livello internazionale). La graduatoria viene stilata dal sorteggio fra tutti i progetti che hanno superato tale valore soglia. Succederà che qualche progetto valido non venga finanziato, però si evita quello che succede adesso, cioè che progetti validi non vengono finanziati solo perché non hanno avuto l'appoggio giusto o perchè revisionati da un referee straniero. Paolo Gerola
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Luca Solari Inviato: venerdì 25 settembre 2009 10.25 A: Forum "Università e Ricerca" Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] tiro al bersaglio?
temo che questo sia il cuore del problema. non è possibile alcuna valutazione di merito se non da parte dei valutati. è quindi la qualità morale e professionale (preferirei invertire e dire professionale e morale) che fa la qualità dei sistemi organizzativi. partendo dal presupposto empiricamente rilevato che l'autovalutazione non funziona per una carenza strutturale di natura valoriale non esiste alcun sistema organizzativo che possa produrre un risultato migliore. detto questo e concluso che non esistono oggi sistemi che riescano a comportarsi meglio dei loro componenti (almeno da un punto di vista dei sistemi organizzativi, anche se su questo immagino mille controdeduzioni dei colleghi economisti...), rimangono a mio avviso poche alternative: 1. la prima è quella di utilizzare persone esterne al sistema (anche qui non senza rischi, poiché una lettura della scienza per paradigmi suggerisce che questo potrebbe comunque produrre delle distorsioni, faovrendo i paradigmi che hanno una massima diffusione internazionale a dispetto di quelli locali, almeno per alcuni campi del sapere) 2. la seconda è quella di limitarsi ad una valutazione formale 3. la terza è utilizzare un sistema davvero randomico nella percezione che le sue distorsioni possano essere meno gravi di quelle volontarie 4. la quarta è riprendere in mano un tema spesso dimenticato che è la relazione tra sistema scientifico e società, discutendo apertamente di temi quali rigore vs rilevanza della ricerca e capire se questa strada consente di uscire da una visione spesso auto-referenziale della ricerca e del suo funzionamento 5. la quinta è abbandonare il sistema nazionale di finanziamento e aprire tutti i meccanismi a tutti in maniera tale che un collega irlandese possa concorrere per il finanziamento in Italia e viceversa nell'ipotesi che la concorrenza tra sistemi di regolazione della ricerca diversi possa nel tempo produrre un loro miglioramento 6. in via del tutto ipotetica poi ci potrebbe essere l'opzione del "giudizio divino" su chi è morale e chi no, ma a chi la possiamo attribuire? come possiamo identificare le mele marce? chi sono le mele marce e quanto sono marce perché i processi sono marci? quanto poi si è marci in funzione delle situazioni?
questo a livello di sistema, poi a livello individuale c'è sempre l'opzione di uscita che temo sia l'unica controllabile da ogni singolo ricercatore
luca
Il giorno 25/set/2009, alle ore 09.49, Enrico Valdinoci ha scritto:
Caro Claudio,
prova a leggere quello che scrivo, parlo della "agenzia di valutazione", cioe` della struttura che gestisce la procedura, diciamo l'NSF e non il ministero claudio
io ci ho provato a leggere: anch'io sono assolutamente d'accordo con te, che serve un'agenzia di valutazione indipendente e con pochissima burocrazia, con un buon periodo di rodaggio e che venga gradualmente investita di radicale potere esecutivo.
Pero` credo che il busillis delle odierne vicende sia un altro: i politici possono darci le leggi migliori e le migliori agenzie, ma soltanto noi possiamo garantire la correttezza della valutazione e trarne le conseguenze necessarie (scusa se dico ovvieta`).
Per questo sarebbe indispensabile la nostra capacita` di emarginare le mele bacate anziche' dar loro potere (altra ovvieta`).
A me pero` pare che questo noi proprio non vogliamo farlo (noi non nel senso di io e te, ma nel senso di noi accademici in toto) perche` non vogliamo rischiare di inimicarci nessun collega (ad esempio, che in questa vicenda qualche mela marcia ci sia, a me sembra un'altra ovvieta`, e il mio pessimismo cosmico mi suggerisce che rimarra` dov'e', nonostante la tetra celebrita` ottenuta, seppur nell'anonimato, tramite la prima pagina dei giornali).
Da questa nostra incapacita` di autoselezione (o da questa nostra premurosa delicatezza nei confronti dei nostri ahime` colleghi), mi pare derivi il nostro impasse nel gestire una qualsiasi fase di transizione verso un'universita` futura.
Ma magari sono io che son troppo depresso perche` l'estate sta finendo, come dicevano i Righeira. Ciao, Enrico _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Concordo con Claudio, ci sarebbe la necessità di una Agenzia di Valutazione indipendente tipo NSF.... ma questo rimane un sogno... in Italia, purtroppo di indipendente non c'é ASSOLUTAMEMTE nulla. Figuriamoci quanto possa essere indipendente un processo gestito dal Ministero, con tutta la buona volontà di tante persone oneste e corrette che pure ci sono.... il problema é strutturale. Cari saluti Benedetto
At 18.49 24/09/2009, you wrote:
prova a leggere quello che scrivo, parlo della "agenzia di valutazione", cioe` della struttura che gestisce la procedura, diciamo l'NSF e non il ministero claudio On Sep 24, 2009, at 5:34 PM, Enrico Valdinoci wrote:
Caro Claudio,
Io credo che la vera morale di questo e di altre cose di questi giorni (la valutazione degli atenei) sia che senza una autorevole agenzia indipendente di valutazione con una forte leadership scientifica, le valutazioni non usciranno mai fuori dalle follie della burocrazia.
non ho ben capito, piu` indipendente di Fiocchi? Che c'entra qui la burocrazia? A me pare sia solo inveterato malcostume...
Comunque, le email di Fiocchi e di Persico si trovano qui, se non sbaglio:
http://www.medicina.unina.it:19700/facolta/pubContenuti/contenutiPagina.do?c...
Scrivergli, se lo volessimo, non costerebbe nulla...
Ciao, E. _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Cari tutti,
credo che sia il punto di vista con il quale guardiamo adesso la questione che non permetta la risoluzione del problema specifico. Come abbiamo detto in altre occasioni, quello che manca è la responsabilità diretta e certa. Fintanto che questo mancherà solo pochi si sentiranno vincolati dalla moralità o meno delle proprie azioni, mentre altri preferiranno il "non visto = non colpevole".
Serve che ci sia qualcuno direttamente responsabile dei processi di valutazione, facilmente individuabile e penalizzabile in caso di comportamenti indegni.
Nessuna regola e nessun vincolo potranno mai convincere la gente a comportarsi correttamente se non quelle che portano ciascuno (direttamente e non collettivamente) ad essere penalizzato per i propri errori.
Cordialmente, Guido Mula RuC - Dipartimento di Fisica Cagliari
Concordo con Claudio, ci sarebbe la necessità di una Agenzia di Valutazione indipendente tipo NSF.... ma questo rimane un sogno... in Italia, purtroppo di indipendente non c'é ASSOLUTAMEMTE nulla. Figuriamoci quanto possa essere indipendente un processo gestito dal Ministero, con tutta la buona volontà di tante persone oneste e corrette che pure ci sono.... il problema é strutturale. Cari saluti Benedetto
At 18.49 24/09/2009, you wrote:
prova a leggere quello che scrivo, parlo della "agenzia di valutazione", cioe` della struttura che gestisce la procedura, diciamo l'NSF e non il ministero claudio On Sep 24, 2009, at 5:34 PM, Enrico Valdinoci wrote:
Caro Claudio,
Io credo che la vera morale di questo e di altre cose di questi giorni (la valutazione degli atenei) sia che senza una autorevole agenzia indipendente di valutazione con una forte leadership scientifica, le valutazioni non usciranno mai fuori dalle follie della burocrazia.
non ho ben capito, piu` indipendente di Fiocchi? Che c'entra qui la burocrazia? A me pare sia solo inveterato malcostume...
Comunque, le email di Fiocchi e di Persico si trovano qui, se non sbaglio:
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On Thu, 2009-09-24 at 13:37 +0200, Enrico Valdinoci wrote:
Cari tutti,
leggevo
http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/cronaca/denuncia-medico-usa/denunci...
pensavo: perche` non invitiamo il professor Claudio Fiocchi a fare i nomi?
Non serve a niente, certo. Ma sapere chi fa cosa mi pare l'unico mezzo che abbiamo per autovalutarci, autoregolarci e autoestromettere dal sistema chi non merita, senza sperare che un politico lo possa fare per noi...
Ciao, E.
mi pare che la responsabilità sia più che chiara: il garante PRIN di medicina. Il nome del referee NON doveva essere noto, o sbaglio?
più a monte la responsabilità è il sotto finanziamento cronico e drammatico. ognuno di noi farebbe qualunque cosa (magari con qualche limite) per poter continuare a lavorare.
sarebbe da segnare all'opinione pubblica che i soldi in ballo servono per lavorare e non vengono messi in tasca.
Ad evitare un mare di risposte indignate: concordo che il tutto fa schifo e che si dovrebbe far pulizia. Purtroppo però per far davvero pulizia servono finanziamenti veri e in quantità non omeopatica.
Cito Einstein come riportato in uno degli ultimi Physics Today: ONLY SOMEONE WHO IS TRULY INDEPENDENT CAN REMAIN FREE ENOUGH TO ACT MORALLY
saluti Anna
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Scusami ma mi pare che ben poche persone in Italia possono essere indipendenti come noi: siamo dipendenti pubblici sostanzialmente inlicenziabli. Se non otteniamo fondi da quella scarsa fonte del PRIN possiamo chiederli a privati o all'Unione Europee. La verità è che ricercatori e docenti non hanno nessuna scusante di fronte a questi comportamenti. Saluti Alessio Papini
----- Messaggio da anna.painelli@unipr.it --------- Data: Thu, 24 Sep 2009 15:37:10 +0200 ...
mi pare che la responsabilità sia più che chiara: il garante PRIN di medicina. Il nome del referee NON doveva essere noto, o sbaglio?
più a monte la responsabilità è il sotto finanziamento cronico e drammatico. ognuno di noi farebbe qualunque cosa (magari con qualche limite) per poter continuare a lavorare.
sarebbe da segnare all'opinione pubblica che i soldi in ballo servono per lavorare e non vengono messi in tasca.
Ad evitare un mare di risposte indignate: concordo che il tutto fa schifo e che si dovrebbe far pulizia. Purtroppo però per far davvero pulizia servono finanziamenti veri e in quantità non omeopatica.
Cito Einstein come riportato in uno degli ultimi Physics Today: ONLY SOMEONE WHO IS TRULY INDEPENDENT CAN REMAIN FREE ENOUGH TO ACT MORALLY
saluti Anna
On Thu, 2009-09-24 at 16:09 +0200, alessio.papini@unifi.it wrote:
Scusami ma mi pare che ben poche persone in Italia possono essere indipendenti come noi: siamo dipendenti pubblici sostanzialmente inlicenziabli. Se non otteniamo fondi da quella scarsa fonte del PRIN possiamo chiederli a privati o all'Unione Europee. La verità è che ricercatori e docenti non hanno nessuna scusante di fronte a questi comportamenti. Saluti Alessio Papini
sulla nessuna scusante posso essere d'accordo.
I finanziamenti dai privati però mettono in grave pericolo la libertà di ricerca (pensa solo alla ricerca medica e alle case farmaceutiche...). I fondi europei sono dati ai laboratori già eccellenti. Non è un caso che il rate di successo dei gruppi italiani sia molto basso nonostante gli italiani presentino molte domande...
La ricerca di base italiana o la finanzia il MIUR o qualche agenzia o senno muore (se non è già morta).
Saluti anna
----- Messaggio da anna.painelli@unipr.it --------- Data: Thu, 24 Sep 2009 15:37:10 +0200 ...
mi pare che la responsabilità sia più che chiara: il garante PRIN di medicina. Il nome del referee NON doveva essere noto, o sbaglio?
più a monte la responsabilità è il sotto finanziamento cronico e drammatico. ognuno di noi farebbe qualunque cosa (magari con qualche limite) per poter continuare a lavorare.
sarebbe da segnare all'opinione pubblica che i soldi in ballo servono per lavorare e non vengono messi in tasca.
Ad evitare un mare di risposte indignate: concordo che il tutto fa schifo e che si dovrebbe far pulizia. Purtroppo però per far davvero pulizia servono finanziamenti veri e in quantità non omeopatica.
Cito Einstein come riportato in uno degli ultimi Physics Today: ONLY SOMEONE WHO IS TRULY INDEPENDENT CAN REMAIN FREE ENOUGH TO ACT MORALLY
saluti Anna
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Sono d'accordo, sia perché episodi del genere finiscono per svalutare anche chi si comporta onestamente (ho fatto da valutatore in più di un caso e non ho mai ricevuto pressioni né mai ho svelato se e chi stessi valutando), sia perché ancor più colpevoli sono coloro (ministeriali? colleghi "garanti"?) che hanno rivelato agli interessati il nome del loro valutatore e forse riusciremmo a metterli in difficoltà. Rita Librandi Enrico Valdinoci ha scritto:
Cari tutti,
leggevo
http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/cronaca/denuncia-medico-usa/denunci...
pensavo: perche` non invitiamo il professor Claudio Fiocchi a fare i nomi?
Non serve a niente, certo. Ma sapere chi fa cosa mi pare l'unico mezzo che abbiamo per autovalutarci, autoregolarci e autoestromettere dal sistema chi non merita, senza sperare che un politico lo possa fare per noi...
Ciao, E. _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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E' passato praticamente inosservato un articolo dalla repubblica online sui criteri MIUR di assegnazione del 7%. Ne consiglio la lettura.
http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/scuola_e_universita/servizi /universita-governo-2/fondi-atenei/fondi-atenei.html
Saluti,
Mario Pulvirenti
On Thu, September 24, 2009 3:42 pm, RL wrote:
Sono d'accordo, sia perché episodi del genere finiscono per svalutare anche chi si comporta onestamente (ho fatto da valutatore in più di un caso e non ho mai ricevuto pressioni né mai ho svelato se e chi stessi valutando), sia perché ancor più colpevoli sono coloro (ministeriali? colleghi "garanti"?) che hanno rivelato agli interessati il nome del loro valutatore e forse riusciremmo a metterli in difficoltà. Rita Librandi Enrico Valdinoci ha scritto:
Cari tutti,
leggevo
http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/cronaca/denuncia-medico-usa/de nuncia-medico-usa/denuncia-medico-usa.html
pensavo: perche` non invitiamo il professor Claudio Fiocchi a fare i nomi?
Non serve a niente, certo. Ma sapere chi fa cosa mi pare l'unico mezzo che abbiamo per autovalutarci, autoregolarci e autoestromettere dal sistema chi non merita, senza sperare che un politico lo possa fare per noi...
Ciao, E. _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Concordo pienamente con Valdinoci: le e-mails ricevute dal Prof.Fiocchi vanno rese pubbliche. Il sistema deve avere una vivace 'reazione di rigetto', e i fatti denunciati devono essere chiariti al meglio. Strumentalizzazioni di diversa natura sarebbero molto facili. Cordialmente,
Martino Bolognesi
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Enrico Valdinoci Inviato: giovedì 24 settembre 2009 13.37 A: Forum "Università e Ricerca" Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] tiro al bersaglio?
Cari tutti,
leggevo
http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/cronaca/denuncia-medico-usa/denunci a-medico-usa/denuncia-medico-usa.html
pensavo: perche` non invitiamo il professor Claudio Fiocchi a fare i nomi?
Non serve a niente, certo. Ma sapere chi fa cosa mi pare l'unico mezzo che abbiamo per autovalutarci, autoregolarci e autoestromettere dal sistema chi non merita, senza sperare che un politico lo possa fare per noi...
Ciao, E. _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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