Volevo segnalare questo articolo che credo sia molto interessante
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001631.html
Rimango sempre stranito quando leggo di una forte opposizione verso gli indici bibliometrici.
La nostra vita quotidiana incontra l'uso di numeri indici in mille dei suoi aspetti. A volte questi indici vengono criticati, ma solo perché si propongono nuovi numeri indice. Un esempio è il PIL.
Senza l'uso di indicatori sintetici molto decisioni non si possono non solo prendere, ma neanche immaginare. Naturalmente nessuno ha mai detto che in un numero indice ci sia tutta la verità, ma sicuramente neanche nel nostro giudizio personale può esserci tutta la verità. Ovviamente ci possono essere delle eccezioni, ma rimangono casi isolati.
Saluti e auguri di buona Pasqua Peppe
Mi associo alle considerazioni di Saccomandi e vi segnalo un altro articolo fresco di stampa su Nature
http://www.nature.com/nature/journal/v464/n7288/full/464488a.html
sullo stesso argomento.
Saluti ed auguri.
Achille
Il 30/03/10 16.36, saccomandi@mec.dii.unipg.it ha scritto:
Volevo segnalare questo articolo che credo sia molto interessante
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001631.html
Rimango sempre stranito quando leggo di una forte opposizione verso gli indici bibliometrici.
La nostra vita quotidiana incontra l'uso di numeri indici in mille dei suoi aspetti. A volte questi indici vengono criticati, ma solo perché si propongono nuovi numeri indice. Un esempio è il PIL.
Senza l'uso di indicatori sintetici molto decisioni non si possono non solo prendere, ma neanche immaginare. Naturalmente nessuno ha mai detto che in un numero indice ci sia tutta la verità, ma sicuramente neanche nel nostro giudizio personale può esserci tutta la verità. Ovviamente ci possono essere delle eccezioni, ma rimangono casi isolati.
Saluti e auguri di buona Pasqua Peppe
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Cari tutti, con tutto il rispetto, pur conoscendo pochissimo l'argomento, trovo semplicemente terrorizzante quella che mi sembra la chiusa dell'articolo di Massimo Franceschet:
""Il metodo del PageRank ha cambiato radicalmente i concetti di qualità e di verità dell'informazione che si trova sul web, allontanandoli dal giudizio erudito degli esperti e associandoli al parere espresso dall'intera comunità.""
Io continuo a credere che il concetto di qualita` non possa essere un "parere espresso dall'intera comunita`"- Galileo docet.
Questo moda della della valutazione "automatica", frutto avvelenato di una insana mezzacultura di stampo liberista livellera` verso il basso ogni intrapresa seriamente scientifica a meno che non sia usato in micro dosi dai MASSIMI esperti, ERUDITI circa la realta` piu' profonda di ciascuna disciplina.
Francesco Zucconi
concordo con Zucconi, ricordatevi che a maggioranza hanno fatto sperimentare la somatostatina di Di Bella e che i politici di cattiva qualita` ci guazzano "siamo dalla parte del popolo"!
Io continuo a pensare che quello che manca in Italia sono delle elite responsabilizzate e trasparenti. c.
On Mar 30, 2010, at 3:08 PM, Francesco Zucconi wrote:
Cari tutti, con tutto il rispetto, pur conoscendo pochissimo l'argomento, trovo semplicemente terrorizzante quella che mi sembra la chiusa dell'articolo di Massimo Franceschet:
""Il metodo del PageRank ha cambiato radicalmente i concetti di qualità e di verità dell'informazione che si trova sul web, allontanandoli dal giudizio erudito degli esperti e associandoli al parere espresso dall'intera comunità.""
Io continuo a credere che il concetto di qualita` non possa essere un "parere espresso dall'intera comunita`"- Galileo docet.
Questo moda della della valutazione "automatica", frutto avvelenato di una insana mezzacultura di stampo liberista livellera` verso il basso ogni intrapresa seriamente scientifica a meno che non sia usato in micro dosi dai MASSIMI esperti, ERUDITI circa la realta` piu' profonda di ciascuna disciplina.
Francesco Zucconi _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Concordo con Procesi e Zucconi. Enrico Arbarello.
On Mar 30, 2010, at 3:40 PM, claudio procesi wrote:
concordo con Zucconi, ricordatevi che a maggioranza hanno fatto sperimentare la somatostatina di Di Bella e che i politici di cattiva qualita` ci guazzano "siamo dalla parte del popolo"!
Io continuo a pensare che quello che manca in Italia sono delle elite responsabilizzate e trasparenti. c.
On Mar 30, 2010, at 3:08 PM, Francesco Zucconi wrote:
Cari tutti, con tutto il rispetto, pur conoscendo pochissimo l'argomento, trovo semplicemente terrorizzante quella che mi sembra la chiusa dell'articolo di Massimo Franceschet:
""Il metodo del PageRank ha cambiato radicalmente i concetti di qualità e di verità dell'informazione che si trova sul web, allontanandoli dal giudizio erudito degli esperti e associandoli al parere espresso dall'intera comunità.""
Io continuo a credere che il concetto di qualita` non possa essere un "parere espresso dall'intera comunita`"- Galileo docet.
Questo moda della della valutazione "automatica", frutto avvelenato di una insana mezzacultura di stampo liberista livellera` verso il basso ogni intrapresa seriamente scientifica a meno che non sia usato in micro dosi dai MASSIMI esperti, ERUDITI circa la realta` piu' profonda di ciascuna disciplina.
Francesco Zucconi _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Il problema -non facilmente risolvibile- è che in Italia chiunque si sente membro di un'"elite responsabilizzata e trasparente".... Saluti Alessio Papini
----- Messaggio da ea@mat.uniroma1.it --------- Data: Tue, 30 Mar 2010 15:48:29 +0200 Da: Enrico Arbarello <ea@mat.uniroma1.it
Concordo con Procesi e Zucconi. Enrico Arbarello.
On Mar 30, 2010, at 3:40 PM, claudio procesi wrote:
concordo con Zucconi, ricordatevi che a maggioranza hanno fatto sperimentare la somatostatina di Di Bella e che i politici di cattiva qualita` ci guazzano "siamo dalla parte del popolo"!
Io continuo a pensare che quello che manca in Italia sono delle elite responsabilizzate e trasparenti. c.
Scusate, ma mi sembra che stia montando rapidamente una polemica di cui mi sfugge il senso. I parametri bibliometrici sono un semplice strumento e tutto dipende dall'uso che se ne fa: se servono per un primo filtraggio che elimini in modo oggettivo le code (quanto ampie poi si puo' discutere) basse della distribuzione dei valori, direi che svolgono un ruolo positivo. Se con i parametri bibliometrici, divenuti un totem, si pensa di valutare in modo asettico ed automatico qualunque ricerca e ricercatore, direi che si rischia di prendere cantonate. E' un po' come un metro: se col metro cerco di valutare se e' piu' alto il Cervino o l'Everest corro il rischio di fare grossi errori di prospettiva. Tanto piu' che in alcuni contesti un dignitosissimo Cervino puo' essere meglio e piu' utile ad un dipartimento di un Everest solitario.... Se pero' in un concorso o in una commissione per l'assegnazione di fondi c'e qualcuno che pensa di mettere una modesta collinetta davanti al Cervino o all'Everest, basta prendere il metro e dire: "misura un po'"..... Per quanto riguarda il "parere della comunita'", distinguerei tra il giudizio dei semplici utenti del web (pageRank) da quello di una comunita' coesa ed omogenea di scienziati che lavorano in un determinato campo. Quest'ultimo giudizio (impact factors, numero di citazioni etc.) mi sembra un parametro rilevante ed il caso di Galileo non e' applicabile perche' la comunita' che lo giudicava non lo faceva su basi scientifiche (in senso moderno).... Un saluto a tutti Marco Grilli
Prof. Marco Grilli Dipartimento di Fisica Universita' di Roma "La Sapienza" Piazzale Aldo Moro, 2 00185 - Roma, Italy Phone: 39-06-49914341 Fax: 39-06-4957697 e-mail: marco.grilli@roma1.infn.it
Sono d'accordo con Marco Grilli. Ho segnalato un articolo che mi sembrava interessante e per sottolineare che i numeri indici vengono utilizzati spesso proprio per prendere le misure.
In ogni caso e senza nessuna polemica mi piacerebbe sapere come si deve determinare un'elite scientifica o culturale.
Credo che sia un argomento interessante dal punto di vista sociologico.
Peppe
Scusate ma chi decide chi deve far parte dell'elite? Quali illuminati criteri definiscono questa elite? Torniamo a Ficino? Dobbiamo avere la massoneria della scienza? Degli iniziati che sanno per definizione?
La bibliometria non c'entra nulla con il caso Di Bella. Questo è veramente qualunquismo. Una cosa sono i peers una cosa sono i teoremi a colpo di referendum.
In ogni caso pensato alla vita quotidiana è quante volte usate numeri indici per prendere una decisione. Per esempio nel traffico.
Saluti Peppe
Ovviamente gli indici bibliometrici possono essere utili, ad esempio nella valutazione "media" (e sottolineo "media") dell'operato di un intero ateneo, rispetto a quello di altri atenei. In ogni ateneo ci sono persone che lavorano di più, altre che lavorano di meno; c'è chi fa ricerche che costano più o meno "fatica" e che, per questo, non pubblica molto; altri che si limitano a pubblicare risultati di monitoraggi che non richiedono grande studio, e analisi o elaborazione mentale; ancora, c'è chi lavora in ambiti applicativi di un certo impatto, e altri che operano in settori più di base, meno "spendibili" ma più "spessi" sul piano scientifico. E' lecito aspettarsi che, in "media", la frazione di personale che si inquadra nelle varie tipologie di cui sopra sia più o meno la stessa in ogni ateneo, e quindi l'indice bibliometrico potrebbe essere un buon indicatore per destinare più o meno fondi appunto ai singoli atenei. La cosa a mio parere assolutamente folle, è traslare questo criterio medio anche nei casi in cui, per definizione, la media non è affatto un buon indicatore... e cioè a livello "locale". In questo modo ne vengono inevitabilmente premiati coloro che hanno un'alta produzione cartacea, che non necessariamente (anzi, quasi mai, con le dovute eccezioni, s'intende...) coincide con un'alta produzione scientifica. L'uso di questi indicatori a livello locale, per ripartire ai singoli ricercatori le quote di finanziamento, invita ad abbandonare tutti i lavori ad alto contenuto scientifico, che costano decisamente troppo tempo a chi li produce (viste anche le risorse limitatissime con cui si lavora), in favore di "lavoretti" standard, fotocopia di lavori di altri già fatti in passato. Se si vuole che l'Università si trasformi in questo modo, OK, avanti tutta così... Personalmente a me fa schifo, e rimango "stranito" quando leggo di qualcuno che vede con favore un uso così spregiudicato di questi indicatori.
Cordialmente, Mauro Prencipe
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di saccomandi@mec.dii.unipg.it Inviato: martedì 30 marzo 2010 16.37 A: Forum Università e Ricerca Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] criteri di valutazione
Volevo segnalare questo articolo che credo sia molto interessante
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Rimango sempre stranito quando leggo di una forte opposizione verso gli indici bibliometrici.
La nostra vita quotidiana incontra l'uso di numeri indici in mille dei suoi aspetti. A volte questi indici vengono criticati, ma solo perché si propongono nuovi numeri indice. Un esempio è il PIL.
Senza l'uso di indicatori sintetici molto decisioni non si possono non solo prendere, ma neanche immaginare. Naturalmente nessuno ha mai detto che in un numero indice ci sia tutta la verità, ma sicuramente neanche nel nostro giudizio personale può esserci tutta la verità. Ovviamente ci possono essere delle eccezioni, ma rimangono casi isolati.
Saluti e auguri di buona Pasqua Peppe
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