Carlo,
non intendevo dire che è giustificata la spesa militare italiana a fronte dei pochi finanziamenti che questi signori elargiscono allla ricerca (a differenza, ripeto, di quanto accade nei paesi evoluti). Quello che intendevo dire è di fare attenzione ad evitare di cadere nella trappola di essere apostrofati come ingenui che non sanno come va il mondo. Se si vuole fare un'analisi accurata di quanto va in spesa militare e quanto di questa va in ricerca a confronto con USA, Germania, Francia, UK, Giappone etc. va benissimo, ma criticare tout court la spesa militare è pericoloso. Vi parlo di cose che conosco.
____________________________________________________ Walter Lacarbonara Department of Structural and Geotechnical Engineering Sapienza University of Rome via Eudossiana 18 - 00184 ROMA Italy off: +39 06 44585293 fax: +39 06 4884852 e-mail: walter.lacarbonara@uniroma1.it web: www.disg.uniroma1.it/lacarbonara
Per universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it CC CCR Walter Lacarbonara/Dip-Ing_SG/Dipartimenti/Didattica/Ateneo/Uniroma1/it Oggetto [Universitas_in_trasformazione] Spese militari "carlo.carminati@poste.it" carlo.carminati@poste.it Inviato da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it 11/07/2010 14:45 ZE2 <HR><font size=-1>Per favore, rispondere a Forum "Università e Ricerca" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it</font><HR> <font size=-1> </font>
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To : "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Date : Sat, 10 Jul 2010 21:55:33 +0200
[...] Su un'altra nota. Condivido l'idee della raccolta dei dati sintetici, anche se sull'accertamento dell'accuratezza degli stessi, sarà interessante capire come orientarsi. In ultimo, ho appena letto il messaggio di Anna Painelli sulla spesa militare, eviterei di toccare quel tasto, molto delicato. In paesi avanzati, sostanziali investimenti alla ricerca vengono dal comparto militare, non possiamo chiuderci nella solita torre.
un caro saluto a tutti, Walter
Sono in totale disaccordo con Walter e, in questo caso, penso che non sia solo una questione di (s)proporzioni tra spese per forniture militari e spese per la ricerca ma anche di merito.
Seguendo questo ragionamento dovremmo essere giulivi per lo scudo fiscale, in quanto (forse) da qui arriverà qualche spicciolo in più alla ricerca.
Anzi, peggio: l'enorme spesa militare fa sì che alcune importanti aziende, che non sono esclusivamente produttrici di armi (come quelle di tutto il comparto aereospaziale), rivolgano i propri sforzi (anche di ricerca) verso applicazioni utili solo in campo militare.
Rinunciare a criticare certe politiche solo perché alla fine poi qualche soldo arriva alla ricerca sarebbe come rassegnarsi che i fondi per la ricerca siano gravati da una vera e propria tangente (all'industria militare, agli evasori fiscali, etc) Con la differenza che l'importo di questa tangente è ben più sostanzioso di quello in genere riscosso dai grassatori della cricca.
Forse dovremmo dire che approviamo qualsiasi cosa, pur che ci diano i quattro soldi che ci servono per le nostre ricerche? Questo sì, sarebbe uno chiudersi nella torre d'avorio.
Saluti, c.c.
PS: riguardo al rettore Frati, qualche giorno fa mi son divertito a scrivere un breve post mettendo in fila un po' di articoli di giornale, più o meno recenti. http://unimediapisa.wordpress.com/2010/07/06/il-barone-rampante/
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Salve:
la pagina facebook http://www.facebook.com/pages/Uniti-per-la-Ricerca/132734716745038 sta decollando.
Leggiucchiando qua e là si scoprono idee interessanti. Questa in particolare mi piace:
************ A Torino stiamo organizzandoci per acquistando pagine di giornali, tassandoci con l'equivalente di una giornata di sciopero. Se lo facessero anche altre sedi avrebbe piu' visibilita'. Qualcuno puo' proporlo in altre sedi? *************
Potremmo fare qualcosa del genere acquistando qualche pagina di qualche giornale a diffusione nazionale (Repubblica, la Stampa, il corriere...) per rendere pubblica la raccolta di firme, dimostrando così che ci mettiamo del nostro?
Saluti Anna
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