Sia io sia, come vedete, altri abbiamo fatto circolare la cosa all'interno dell'ateneo, e questo è l'unico commento che sia girato come risposta. Lo inoltro non, ovviamente, perché lo condivida o perché mi aspetti che lo condividano altri di questa comunità, ma come contributo al capire perché alcuni (va' a sapere quanti possano essere) non abbiano firmato.
La verità è che noi (non noi-questa-comunità, ma noi-accademici) non abbiamo alcuna linea condivisa. Cosa magari normale, inevitabile e financo desiderabile, che ci lascia però sostanzialmente indifesi di fronte alle intemperie. Noi ottocento abbiamo firmato un appello che va in questa direzione, ce ne saranno altri 800 (o secondo me più probabilmente ottomila) che hanno chiesto un irrigidimento delle procedure concorsuali con il solito argomento che la nazione può funzionare solo all'interno di gabbie ferree, poi altri 800 che semplicemente se ne infischiano perché pensano che la crisi in corso offra loro un'occasione di guadagnare fettine di potere, poi altri 800 che penseranno che Berlusconi-Tremonti-Gelmini-Brunetta sono dei sangiorgi che finalmente stanno ripulendo l'accademia dagli orridi baroni fannulloni e corrotti, e così via.
Divide et impera.
Aggiungo, se mi permettete, che lunedì qua a Torino ci sono stati casini con la polizia (cinque cariche, randellate a go-go). Secondo il Rettore, che era da noi in Facoltà martedì pomeriggio per discutere dei tagli etc., si è trattato di un trappolone completamente preordinato tra FUAN (usato come forza di provocazione) e forza pubblica come contributo alla trasformazione di un problema in un problema di ordine pubblico, con conseguente progressiva militarizzazione della nazione. E vi assicuro che il nostro Rettore non è esattamente la reincarnazione di Che Guevara. Ero stupefatto di sentirlo parlare così. Tra l'altro la polizia, in attesa di intervenire, si era imboscata senza autorizzazione né richiesta all'interno dei locali dell'università.
Ciliegina sulla torta, gli studenti dell'area di autonomia hanno ritenuto che il comunicato di protesta uscito dal Senato di lunedì pomeriggio per l'intervento della polizia e per le sue modalità non fosse sufficientemente duro, hanno accusato il Rettore di essere solidale con l'intervento stesso e gli hanno detto che "d'ora innanzi tu sei nel mirino". Che può essere solo una frase molto, molto stupida e infelice oppure un segnale molto, molto allarmante e che in ogni caso contribuisce a quella progressiva militarizzazione della quale parlavo. E neppure io sono la reincarnazione di Che Guevara, credetemi. E sono stupefatto al sentirmi parlare così.
- Maurizio Tirassa
From: "Montanari Guido" guido.montanari@polito.it To: coordunito@di.unito.it, federica.galluzzi@unito.it Cc: coordric@di.unito.it Date: Thu, 12 Mar 2009 09:39:27 +0100 Subject: Re: [coordunito] Fwd: Adesioni Manifesto Universitas Futura
Tra tanti appelli che circolano per una pretesa "difesa dell'università" questo a mio avviso è certamente uno di quelli da NON firmare per il semplice fatto che pone al primo punto l'AUTONOMIA (in questo caso addirittura dei dipartimenti, neppure degli atenei!) finalizzata fra l'altro al reclutamento del personale (!). Al di là delle buone intenzioni di alcuni, si configura come un altro attacco al sistema universitario nazionale e un'ulteriore elemento di frammentazione e disgregazione alimentando gli elementi di debolezza già inseriti nel sitena attraverso appunto l'AUTONOMIA. Inoltre non si richiama mai alla necessità che l'università sia pubblica e inquadrata in un sistema nazionale di regole e risorse, come prescrive la Costituzione. saluti cordiali guido montanari
On Wed, 11 Mar 2009 12:22:27 +0100 (CET) federica.galluzzi@unito.it wrote:
Cari tutti,
ricevo e volentieri forwardo.
Federica Galluzzi
Cari colleghi,
come forse avrete notato il manifesto di Universitas,
Futura da voi sottoscritto ha superato le 800 adesioni:
http://w3.disg.uniroma1.it/unira
Abbiamo ancora una settimana a disposizione prima della sua presentazione al ministro il 17 marzo. Mille adesioni sarebbero già un discreto successo. Se avete la possibilità di farlo conoscere e
sottoscrivere ad altri colleghi, sarebbe un modo concreto di contribuire al successo
dell'iniziativa. Occorre ovviamente farlo in questi pochi giorni che ci
restano.
Cordiali saluti, Claudio Procesi e Walter Lacarbonara.
Prof. Arch. Guido Montanari Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città Castello del Valentino Viale Mattioli, 39 10125 Torino Italia 00 39 011 0906424 00 39 335 5860759 guido.montanari@polito.it
Intendo rispondere alle affermazioni di Guido Montanari che invita a non sottoscrivere il documento in quanto i suoi principi ispiratori prefigurerebbero un altro attacco al sistema universitario pubblico. Lo cito testualmente "il documento ....non si richiama mai alla necessità che l'università sia pubblica e inquadrata in un sistema nazionale di regole e risorse, come prescrive la Costituzione."
Mi dispiace contraddirlo. Il documento comincia con affermazioni di valori per noi intoccabili che, tra l'altro, coincidono con quelli che vorrebbe difendere Montanari. Riporto il preambolo al documento di UNI.RA. "Università e scienza sono il pilastro della società, essenziali per custodirne il passato e costruirne futuro. Il ruolo della scienza e dellUniversità in un paese sviluppato non può essere secondario rispetto a quello della politica o delleconomia. LUniversità deve essere il luogo elettivo per la ricerca in tutti i campi del sapere, la sede ideale per la creazione e la trasmissione diffusa delle conoscenze, e deve garantire ai cittadini un sistema di alta formazione. Istituzione fondamentale per la salvaguardia e la promozione dellidentità culturale della nostra democrazia, lUniversità ha il compito di preparare le future classi dirigenti e quindi il dovere di promuovere la mobilità sociale, deve perciò conservare il suo carattere pubblico, in piena armonia con i principi costituzionali. "
Il punto di fondo è che le difese ad oltranza di un sistema universitario pubblico così come è stato configurato, o con sue piccole varianti (concorsi nazionali et similia), finiscono per diventare difesa dello status quo. Occorre uno scatto in avanti!
La novità di Universitas futura è che, in modo alquanto singolare nel panorama nazionale, nasce come movimento spontaneo di colleghi che si ritrovano intorno all'idea che l'ennesima riforma non possa essere subita in modo passivo da parte di un governo blindato che ha la forza comprovata di approvarla. Molti di noi hanno fatto opposizione serrata alla Moratti e giustamente, perchè si volevano introdurre elementi radicali ed estranei perfino ai sistemi più liberali, come l'eliminazione della tenure, introducendo i contratti nelle fasi iniziali, che si potevano prolungare fino a sei anni. E quanti di noi si aspettavano grandi cose dal governo Prodi che proprio della ricerca ed innovazione aveva fatto uno dei temi centrali della sua campagna! Questa volta la riforma passa sulle nostre teste se non riusciamo in uno sforzo coordinato come classe dirigente che si contrappone dialetticamente alla controparte politica.
Walter Lacarbonara
At 18.53 12/03/2009, you wrote:
Sia io sia, come vedete, altri abbiamo fatto circolare la cosa all'interno dell'ateneo, e questo è l'unico commento che sia girato come risposta. Lo inoltro non, ovviamente, perché lo condivida o perché mi aspetti che lo condividano altri di questa comunità, ma come contributo al capire perché alcuni (va' a sapere quanti possano essere) non abbiano firmato.
La verità è che noi (non noi-questa-comunità, ma noi-accademici) non abbiamo alcuna linea condivisa. Cosa magari normale, inevitabile e financo desiderabile, che ci lascia però sostanzialmente indifesi di fronte alle intemperie. Noi ottocento abbiamo firmato un appello che va in questa direzione, ce ne saranno altri 800 (o secondo me più probabilmente ottomila) che hanno chiesto un irrigidimento delle procedure concorsuali con il solito argomento che la nazione può funzionare solo all'interno di gabbie ferree, poi altri 800 che semplicemente se ne infischiano perché pensano che la crisi in corso offra loro un'occasione di guadagnare fettine di potere, poi altri 800 che penseranno che Berlusconi-Tremonti-Gelmini-Brunetta sono dei sangiorgi che finalmente stanno ripulendo l'accademia dagli orridi baroni fannulloni e corrotti, e così via.
Divide et impera.
Aggiungo, se mi permettete, che lunedì qua a Torino ci sono stati casini con la polizia (cinque cariche, randellate a go-go). Secondo il Rettore, che era da noi in Facoltà martedì pomeriggio per discutere dei tagli etc., si è trattato di un trappolone completamente preordinato tra FUAN (usato come forza di provocazione) e forza pubblica come contributo alla trasformazione di un problema in un problema di ordine pubblico, con conseguente progressiva militarizzazione della nazione. E vi assicuro che il nostro Rettore non è esattamente la reincarnazione di Che Guevara. Ero stupefatto di sentirlo parlare così. Tra l'altro la polizia, in attesa di intervenire, si era imboscata senza autorizzazione né richiesta all'interno dei locali dell'università.
Ciliegina sulla torta, gli studenti dell'area di autonomia hanno ritenuto che il comunicato di protesta uscito dal Senato di lunedì pomeriggio per l'intervento della polizia e per le sue modalità non fosse sufficientemente duro, hanno accusato il Rettore di essere solidale con l'intervento stesso e gli hanno detto che "d'ora innanzi tu sei nel mirino". Che può essere solo una frase molto, molto stupida e infelice oppure un segnale molto, molto allarmante e che in ogni caso contribuisce a quella progressiva militarizzazione della quale parlavo. E neppure io sono la reincarnazione di Che Guevara, credetemi. E sono stupefatto al sentirmi parlare così.
- Maurizio Tirassa
From: "Montanari Guido" guido.montanari@polito.it To: coordunito@di.unito.it, federica.galluzzi@unito.it Cc: coordric@di.unito.it Date: Thu, 12 Mar 2009 09:39:27 +0100 Subject: Re: [coordunito] Fwd: Adesioni Manifesto Universitas Futura
Tra tanti appelli che circolano per una pretesa "difesa dell'università" questo a mio avviso è certamente uno di quelli da NON firmare per il semplice fatto che pone al primo punto l'AUTONOMIA (in questo caso addirittura dei dipartimenti, neppure degli atenei!) finalizzata fra l'altro al reclutamento del personale (!). Al di là delle buone intenzioni di alcuni, si configura come un altro attacco al sistema universitario nazionale e un'ulteriore elemento di frammentazione e disgregazione alimentando gli elementi di debolezza già inseriti nel sitena attraverso appunto l'AUTONOMIA. Inoltre non si richiama mai alla necessità che l'università sia pubblica e inquadrata in un sistema nazionale di regole e risorse, come prescrive la Costituzione. saluti cordiali guido montanari
On Wed, 11 Mar 2009 12:22:27 +0100 (CET) federica.galluzzi@unito.it wrote:
Cari tutti,
ricevo e volentieri forwardo.
Federica Galluzzi
Cari colleghi,
come forse avrete notato il manifesto di Universitas,
Futura da voi sottoscritto ha superato le 800 adesioni:
http://w3.disg.uniroma1.it/unira
Abbiamo ancora una settimana a disposizione prima della sua presentazione al ministro il 17 marzo. Mille adesioni sarebbero già un discreto successo. Se avete la possibilità di farlo conoscere e
sottoscrivere ad altri colleghi, sarebbe un modo concreto di contribuire al successo
dell'iniziativa. Occorre ovviamente farlo in questi pochi giorni che ci
restano.
Cordiali saluti, Claudio Procesi e Walter Lacarbonara.
Prof. Arch. Guido Montanari Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città Castello del Valentino Viale Mattioli, 39 10125 Torino Italia 00 39 011 0906424 00 39 335 5860759 guido.montanari@polito.it
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"il documento ....non si richiama mai alla necessità che l'università sia pubblica e inquadrata in un sistema nazionale di regole e risorse, come prescrive la Costituzione."
...personalmente, pur apprezzando molto la costituzione (nonostante alcune interpretazioni bislacche che alcuni nostri politici ne fanno), non credo che dovremmo fondare le nostre richieste su di essa (come non dovremmo fondarle su filosofie e ideologie).
io sarei gia` piu` che soddisfatto se riuscissimo a fare una proposta dettata solo dal buon senso e dal rigore scientifico.
proprio perche` timeo politicos ut dona ferentem, credo sia importante essere pratici. ad esempio, dare le universita` alle banche padovane ovviamente non e` una cosa saggia, ma non deve servire la costituzione per dirlo, senno` rischiamo di impaludare il discorso.
a me sembra che i punti salienti del nostro colloqio coi politici dovrebbero essere pochi, e quei pochi ben dettagliati. io immaginerei:
1) valutazione (come farla e stima sui tempi per mandarla a regime) 2) competizione (con quali limiti e quali conseguenze) 3) fase di transizione dal sistema attuale a quello futuro (se c'e', com'e', quanto dura) 4) soldi (quanto costano i suddetti punti, se ci possiamo permettere una tale spesa, quanti fondi di ricerca arrivano, come fare in modo che li usiamo meglio)
a me pare che, se si fissano i dettagli di questi punti, il resto, piu` o meno, possa venire da se'.
e poi, sottolineerei che se un politico di destra di sinista di su o di giu` riesce a mettere i puntini sulle iota a queste cose, noi dobbiamo non dico votarlo ma almeno ringraziarlo stimarlo parlarne bene ecc.
(che in realta` io dubiti di incontrare questo politico fa parte solo del mio pessimismo cosmico)
ciao, e.
Non credo proprio che la bozza di riforma di origine ministeriale sia paragonabile a quanto è venuto fuori dalla discussione che ho seguito nel nostro forum. Vi è certamente qualche assonanza quando si parla di strutture di primo livello che, per quanto posso comprendere, potrebbero essere anche i dipartimenti. Tuttavia l?intera bozza è costellata di elementi inomogenei, frutto delle diverse mani che hanno aggiunto, ciascuna, uno specifico ?sigillo di riconoscimento? (alcuni davvero singolari come la storia del contributo da parte dei laureati una volta che comincino a guadagnare). Tra questi sigilli ne vedo alcuni rivoltanti. Non è per fare ideologia, ma l?idea dei consigli di amministrazione, con la rappresentanza di chi supporta l?istituzione universitaria con più di 500000 Euro all?anno, mi fa rabbrividire. E ancora, il ruolo del CUN, questo indiscutibile organo che dovrebbe solo nascondersi per le vergognose proposte avanzate di recente in merito ai criteri di valutazione. Da gente come Gelmini, Schifani e compagnia non mi aspetto nulla di buono, hanno in mente solo l?ossessione di assecondare gli umori più fetidi di un paese marcio come loro. Penso che la discussione sviluppata al nostro interno sia opportuna, utile e necessaria a denunciare e speriamo a convincere altri, a smuovere le coscienze sull?urgenza di non subire un?ennesima riforma dall?alto, anche se guardandosi intorno è difficile non riconoscere le ragioni dello sconforto del collega Tirassa. Ribadire la distanza abissale che c?è tra noi e quei figuranti squallidi che dal pulpito della loro ignoranza pretendono di fare politica non è velleitario: l?Università è di chi la fa, cioè di tutti quelli che onorano l?attività scientifica e didattica, senza distinzione di fascia, anzianità, ecc. Prendere coscienza e difendere la nostra dignità significherebbe far naufragare qualsiasi imposizione spacciata per riforma. Tanto per cominciare si potrebbe ?sterilizzare? qualsiasi tentativo di imporre nuovi schemi di governance basati sulle tre categorie di 1a fascia, 2a fascia e ricercatori, affermando, nell?ambito dell?autonomia delle sedi, il diritto e la pratica ad essere riconosciuti solo in base alla produzione scientifica e didattica. Vorrei vedere chi non è d?accordo. Uno scenario del genere metterebbe a nudo l?impotenza della politica di fronte alla superiorità dell?intelligenza (salvo soluzioni autoritarie difficili da praticare sic et simpliciter). Pensiamoci bene. Ma forse ho corso troppo con la fantasia ?. Un saluto Rino Esposito
Rino Esposito Università di Udine Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biomediche Tel. +39 0432494321 Fax +39 0432494301
---------------------------------------------------------------------- SEMEL (SErvizio di Messaging ELettronico) - CSIT -Universita' di Udine
cari amici, penso che quale che sia l'opinione che nutriamo sulla attuale classe di governo ci conviene essere un po piu` prudenti nel linguaggio. Questa e` una partita a poker in cui non abbiamo in mano grandi carte e non possiamo scgliere con chi giocarla. Il paese e` quello che e` e non possiamo certo cambiarlo da soli..
Proviamo ad analizzare bene la bozza, tenendo conto poi che magari fra un paio di settimane ne compare una del tutto diversa. Come voi sapete, spesso queste bozze sono dei "ballon d'essai" utilizzati per sondare le risposte del mondo esterno.
Cinicamente mi pare che 500.000 euro vadano bene forse per sedere nel consiglio di amministrazione di un supermercato. Io semplicemente alzerei la posta. Non credo che la Fiat offra un posto nel consiglio di amministrazione per meno di svariati miliardi di euro. E mi piacerebbe vedere quali privati in Italia sono pronti a mettere qualche miliardo (di euro) nell'universita`. Se ci fossero non potrei che esserne felice.
Nella bozza ci sono alcuni elementi che si possono considerare affini al nostro, certamente non la parte che riguarda il reclutamento.
Comunque sono d'accordo che e` un po un "patchwork" e quindi va analizzata con una certa cura senza farsi troppo prendere dalle pur legittime emozioni
claudio
ps Per quanto riguarda le tre fasce e la governance secondo me non abbiamo disusso bene la questione, in particolare bisognerebbe capire meglio cosa avviene in Europa. Negli USA ho cercato di darvi una idea di quello che ho visto in California. Li sostanzialmente la fascia piu bassa di assistant e` la tenure track ed e` un passaggio a termine, la fascia di associate anche in media e` un passaggio assai breve.
In europa invece credo ci siano modelli molto diversi.
On Mar 15, 2009, at 2:28 AM, Rino Esposito wrote:
Non credo proprio che la bozza di riforma di origine ministeriale sia paragonabile a quanto è venuto fuori dalla discussione che ho seguito nel nostro forum. Vi è certamente qualche assonanza quando si parla di strutture di primo livello che, per quanto posso comprendere, potrebbero essere anche i dipartimenti. Tuttavia l?intera bozza è costellata di elementi inomogenei, frutto delle diverse mani che hanno aggiunto, ciascuna, uno specifico ?sigillo di riconoscimento? (alcuni davvero singolari come la storia del contributo da parte dei laureati una volta che comincino a guadagnare). Tra questi sigilli ne vedo alcuni rivoltanti. Non è per fare ideologia, ma l?idea dei consigli di amministrazione, con la rappresentanza di chi supporta l?istituzione universitaria con più di 500000 Euro all?anno, mi fa rabbrividire. E ancora, il ruolo del CUN, questo indiscutibile organo che dovrebbe solo nascondersi per le vergognose proposte avanzate di recente in merito ai criteri di valutazione. Da gente come Gelmini, Schifani e compagnia non mi aspetto nulla di buono, hanno in mente solo l?ossessione di assecondare gli umori più fetidi di un paese marcio come loro. Penso che la discussione sviluppata al nostro interno sia opportuna, utile e necessaria a denunciare e speriamo a convincere altri, a smuovere le coscienze sull?urgenza di non subire un?ennesima riforma dall?alto, anche se guardandosi intorno è difficile non riconoscere le ragioni dello sconforto del collega Tirassa. Ribadire la distanza abissale che c?è tra noi e quei figuranti squallidi che dal pulpito della loro ignoranza pretendono di fare politica non è velleitario: l?Università è di chi la fa, cioè di tutti quelli che onorano l?attività scientifica e didattica, senza distinzione di fascia, anzianità, ecc. Prendere coscienza e difendere la nostra dignità significherebbe far naufragare qualsiasi imposizione spacciata per riforma. Tanto per cominciare si potrebbe ?sterilizzare? qualsiasi tentativo di imporre nuovi schemi di governance basati sulle tre categorie di 1a fascia, 2a fascia e ricercatori, affermando, nell?ambito dell?autonomia delle sedi, il diritto e la pratica ad essere riconosciuti solo in base alla produzione scientifica e didattica. Vorrei vedere chi non è d?accordo. Uno scenario del genere metterebbe a nudo l?impotenza della politica di fronte alla superiorità dell?intelligenza (salvo soluzioni autoritarie difficili da praticare sic et simpliciter). Pensiamoci bene. Ma forse ho corso troppo con la fantasia ?. Un saluto Rino Esposito
Rino Esposito Università di Udine Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biomediche Tel. +39 0432494321 Fax +39 0432494301
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Il documento e' ora ufficiale, come disegno di legge 1387; a prima vista sembra esattamente quello che avevamo.
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Ddlpres&leg=16&a...
(non troppo facile da leggere).
Notiamo nella descrizione dei membri del consiglio di amministrazione:
I membri esterni sono scelti tra esponenti significativi del mondo impreditoriale e finanziario, tra ex studenti che si siano particolarmente affermati nella vita professionale ovvero tra personalita' di chiara fama che possano fornire relazioni significative e competenze utili ai fini delle strategie di sviluppo dell'universita'. Non possono comunque essere nominati soggetti che rivestano incarichi di natura politica.
Leggasi: politici trombati.
Carlo
PS: metto una copia fatta col cut&paste in
Cari Colleghi, ho trovato anche questo: http://cnu.cineca.it/notizie06/narducci_-_istituzione_del_ruolo_unico_della_ docenza_universitaria_e_disciplina_relativa_al_reclutamento.pdf
come potete leggere ( anche dal titolo) qui si prevedere un ruolo unico della docenza universitaria; qualcuno sa qualcosa più nel dettaglio? Cari saluti D.Caramelli
************************* David Caramelli Department of Evolutionary Biology Laboratory of Anthropology University of Florence Via del Proconsolo 12 50122 Florence- Italy tel +390552743021 fax+390552743038 *************************
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Carlo Traverso Inviato: domenica 15 marzo 2009 13.34 A: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Cc: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] Fwd: Re: [coordunito] Fwd: Adesioni Manifesto Universitas Futura
Il documento e' ora ufficiale, come disegno di legge 1387; a prima vista sembra esattamente quello che avevamo.
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Ddlpres&leg=16&a... 4184
(non troppo facile da leggere).
Notiamo nella descrizione dei membri del consiglio di amministrazione:
I membri esterni sono scelti tra esponenti significativi del mondo impreditoriale e finanziario, tra ex studenti che si siano particolarmente affermati nella vita professionale ovvero tra personalita' di chiara fama che possano fornire relazioni significative e competenze utili ai fini delle strategie di sviluppo dell'universita'. Non possono comunque essere nominati soggetti che rivestano incarichi di natura politica.
Leggasi: politici trombati.
Carlo
PS: metto una copia fatta col cut&paste in
http://posso.dm.unipi.it/~traverso/DDL1387.txt _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
non sono riuscita ad arrivare in fondo alla proposta di legge: posso leggerla solo a piccole dosi per non avvelenarmi troppo.
Vi faccio notare (se non l'avete già visto) che 7 dei 9 membri del CdA (gli altri due sono il rettore un rappresentante degli studenti) sono NOMINATI DAL RETTORE (non votiamo più) e al massimo 3 possono essere universitari.
Direi che già questo è assolutamente inaccettabile: non avremo alcun controllo sul governo delle Università. Avete idea dei danni che hanno fatto (e stanno facendo) nelle aziende sanitarie i cosiddetti manager? Vogliamo davvero ripetere questi errori? Esattamente come gli ospedali, le università NON sono aziende e non possono essere gestite seguendo logiche prettamente aziendali. Consiglio a tutti un libretto che mi ha aperto gli occhi: T. Princen, The logic of sufficiency, (2005 MIT) che illustra bene i danni fatti dal trasferimento insensato di criteri di *efficienza* dall'ambinto aziendale verso gli ambiti medico ed educativo. In particolare c'e' un riquadro (box 4.1) dal titolo *Managing doctors and beds: hospitals emulate Henry Ford* su cui vale la pena di riflettere.
Saluti Anna
On Sun, 15 Mar 2009 13:34:27 +0100 (CET), Carlo Traverso wrote
Il documento e' ora ufficiale, come disegno di legge 1387; a prima vista sembra esattamente quello che avevamo.
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Ddlpres&leg=16&a...
(non troppo facile da leggere).
Notiamo nella descrizione dei membri del consiglio di amministrazione:
I membri esterni sono scelti tra esponenti significativi del mondo impreditoriale e finanziario, tra ex studenti che si siano particolarmente affermati nella vita professionale ovvero tra personalita' di chiara fama che possano fornire relazioni significative e competenze utili ai fini delle strategie di sviluppo dell'universita'. Non possono comunque essere nominati soggetti che rivestano incarichi di natura politica.
Leggasi: politici trombati.
Carlo
PS: metto una copia fatta col cut&paste in
http://posso.dm.unipi.it/~traverso/DDL1387.txt _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
-- Universita' degli Studi di Parma (http://www.unipr.it)
Cari amici,
Anch'io non riesco a leggere la proposta di legge. Lo sconforto e' troppo grande.
Tra pochi anni le Universita' (intese come centri che producono cultura) non esisteranno piu', uccise dal sistema-managers (+ Rettori).
Quello stesso sistema che ha portato allo sfascio l'Italia, paese ormai morto.
Una delle idee basi del nostro documento, forse l'idea essenziale, e' proprio quella di cercare di contrastare questa follia.
Ci resta la soddisfazione morale di aver almeno cercato di fare qualcosa,
Saluti (tristi) a tutti,
MAURO
Begin forwarded message:
From: "Anna Painelli" anna.painelli@unipr.it Date: 15 marzo 2009 17:33:15 GMT+01:00 To: traverso@dm.unipi.it, Forum "Università e Ricerca" <universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] Fwd: Re: [coordunito] Fwd: Adesioni Manifesto Universitas Futura Reply-To: anna.painelli@unipr.it, Forum "Università e Ricerca" <universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
non sono riuscita ad arrivare in fondo alla proposta di legge: posso leggerla solo a piccole dosi per non avvelenarmi troppo.
Vi faccio notare (se non l'avete già visto) che 7 dei 9 membri del CdA (gli altri due sono il rettore un rappresentante degli studenti) sono NOMINATI DAL RETTORE (non votiamo più) e al massimo 3 possono essere universitari.
Direi che già questo è assolutamente inaccettabile: non avremo alcun controllo sul governo delle Università. Avete idea dei danni che hanno fatto (e stanno facendo) nelle aziende sanitarie i cosiddetti manager? Vogliamo davvero ripetere questi errori? Esattamente come gli ospedali, le università NON sono aziende e non possono essere gestite seguendo logiche prettamente aziendali. Consiglio a tutti un libretto che mi ha aperto gli occhi: T. Princen, The logic of sufficiency, (2005 MIT) che illustra bene i danni fatti dal trasferimento insensato di criteri di *efficienza* dall'ambinto aziendale verso gli ambiti medico ed educativo. In particolare c'e' un riquadro (box 4.1) dal titolo *Managing doctors and beds: hospitals emulate Henry Ford* su cui vale la pena di riflettere.
Saluti Anna
On Sun, 15 Mar 2009 13:34:27 +0100 (CET), Carlo Traverso wrote
Il documento e' ora ufficiale, come disegno di legge 1387; a prima vista sembra esattamente quello che avevamo.
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Ddlpres&leg=16&a...
(non troppo facile da leggere).
Notiamo nella descrizione dei membri del consiglio di amministrazione:
I membri esterni sono scelti tra esponenti significativi del mondo impreditoriale e finanziario, tra ex studenti che si siano particolarmente affermati nella vita professionale ovvero tra personalita' di chiara fama che possano fornire relazioni significative e competenze utili ai fini delle strategie di sviluppo dell'universita'. Non possono comunque essere nominati soggetti che rivestano incarichi di natura politica.
Leggasi: politici trombati.
Carlo
PS: metto una copia fatta col cut&paste in
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Prof. Mauro C. Beltrametti Dipartimento di Matematica Universita' di Genova Via Dodecaneso, 35 16146 Genova Italy beltrametti@dima.unige.it
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