Come faranno le universita` a fare una selezione ragionevolmente giusta ed efficace, se potranno approvare un solo progetto (raramente due) per area? E` chiaro che se ci fosse da scegliere tra piu` progetti di buona qualita` e/o sostenuti da gruppi capaci di imporsi a livello di ateneo, tutti tranne uno sarebbero comunque scartati in partenza. Per evitare questo disastro, prevedo che in ogni universita` si faranno accordi area per area, per presentare un solo progetto con coordinatore nazionale. Gli altri si cercheranno un coordinatore nazionale altrove, con un giro di alleanze sottobanco e di "do ut des" che favorira` chi ha da sempre prosperato con questi traffici.
Sconsolatamente vostro
Maurizio Persico
Se io fossi "esterna" (vedi più avanti) al mondo universitario e leggessi le poche e-mail che ci siamo scambiati in questa lista, non potrei fare a meno di notare che gli universitari hanno un'assoluta mancanza di fiducia nei propri colleghi. Si evince, da quello che diciamo, che il mondo universitario si regge su intrallazzi e accordi "politici" (usando il termine nell'accezione negativa che non condivido e che, ereditata dal precedente governo, gioiosamente e incoscientemente accettiamo ) che, miracolosamente, vedono sempre altri protagonisti, mai noi.
Come al solito ci aspettiamo che qualcuno, che deve essere "esterno" perchè altrimenti emerge il "conflitto d'interessi", (concetto anche questo sacrosanto, ma utilizzato spesso a sproposito-vedi dopo-) purifichi per noi l'aria mefitica che abbiamo respirato fino ad oggi.
Mi si conceda un piccolo ragionamento logico dal quale esce un evidente paradosso. A me pare che "esterno" e "tecnico" siano termini in evidente conflitto tra loro: un tecnico, per essere tale, deve avere delle specifiche competenze nel settore e, se non è un politico di professione (ma auspicabilmente anche se lo è), deve aver acquisito queste competenze lavorando nel settore. Se ogni volta che questo accade lo si definisce "conflitto di interesse" questo significa che noi riteniamo auspicabile avere ministri incompetenti (=esterni) (la Gelmini, era, in questo senso, il nostro ideale!).
Il conflitto di interessi è ben altra cosa, possibile che ce lo siamo già scordato?
A me pare quindi che il problema sia che non siamo d'accordo sulle scelte "tecniche" del nostro Ministro. Sarebbe opportuno discuterne con calma, da tecnici, cercando di individuare correttivi che anche se non saranno possibili durante questa tornata, saranno utili per la prossima volta.
Personalmente l'unico vero difetto che vedo (e mi pare sia stato già notato da altri) è il fatto che, buone o cattive che siano, le regole siano state cambiate con un così breve preavviso.
In un mondo ideale (cui dobbiamo tendere) non vedo cosa ci sia di sbagliato a far fare alle Università una pre-selezione. Si dovrebbe supporre (sempre nel mondo ideale di cui sopra) che l'Università conosca meglio di altri cosa avviene al suo interno. D'altra parte una Università che facesse le scelte sbagliate, ovvero selezionasse progetti che venissero poi bocciati a livello nazionale perchè scarsamente competitivi, dovrebbe (nel mondo ideale) essere automaticamente punita. Quello cui dobbiamo aspirare è una situazione in cui un atteggiamento virtuoso è automaticamente premiato. Temo che spetti a noi e a nessun governo nè politico (dio ci liberi!) ne tecnico (esterno o interno che sia) liberarci da imbrogli e intrallazzi. Questo non si può fare "per legge", temo.
Questa lista potrebbe forse trasformarsi, in questo momento e per un breve periodo, in un utile strumento per aiutare i meno accorti a districarsi nelle nuove norme e trovare il modo migliore (senza intrallazzi) di avere successo.
Con i miei migliori auguri,
Silvia
-- Prof.Silvia Morante President of SIBPA (Italian Society of Pure and Applied Biophysics) Department of Physics University of Rome "Tor Vergata" Via della Ricerca Scientifica, 1 00133 Roma - Italy Tel. +390672594554 Fax. +39062023507 http://people.roma2.infn.it/~morante/ http://biophys.roma2.infn.it/
cari colleghi, io penso che al fondo ci siano due problemi, il primo sono i pochissimi soldi ed il secondo una cronica inefficenza nella organizzazione delle valutazioni dei progetti.
In teoria almeno questo secondo problema potrebbe essere superato attraverso strumenti forniti dall'ANVUR, purche' non succeda come con il CIVR, li abbiamo lavorato duramente per fornire alla comunità elenchi di valutatori che poi non sono stati utilizzati per i successivi PRIN, i burocrati del ministero avevano deciso altrimenti. Qui bisognerebbe che i politici (il ministro) chiariscano a fondo che ruolo deve avere l'ANVUR. C ' è il rischio di altri soldi e tempo buttati.
La mia personale esperienza è, detta piuttosto brutalmente, che in assenza di fondi è logico formare dei gruppi larghi (dei carrozzoni) che gestiscono un po di risorse cercando di supplire alle carenze strutturali e di dare un minimo di supporto ai colleghi.
Se non diventano dei puri centri di potere sono una modesta forma di decentralizzazione della gestione della ricerca.
Certo questo ha piu senso per la matematica, dove non servono grossi investimenti per strumenti o materiale da laboratorio.
Io suggerisco di non mettersi a fare polemiche con i fondi per la politica, perche' allora non con le spese militari o per lo sport il cinema etc. etc., se mai fare un raffronto (io non ne sono capace) fra i bilanci dei vari stati a noi simili per vedere di fatto come sono allocate TUTTE le risorse dello stato e che parte hanno i fondi per la ricerca.
Infine, io non ho i dati, ma almeno nella matematica mi pare che non sia male il successo in sede europea delle proposte italiane (e.g. ERC). Su questo punto bisognerebbe ben documentarsi perche può essere uno strumento di pressione politica.
Claudio
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