Cari colleghi di Universitas,
vorrei intervenire su di un punto preciso al quale feci già rapidamente cenno giorni fa (al momento di replicare alla lettera su Science). Premetto che ringrazio Walter Lacarbonara che con Claudio Procesi ha avviato questo Forum. Mi sembra che sia un utile esercizio quello di leggere e di esprimersi, ed anche di dover far fronte ad opinioni spesso diverse dalle nostre, ed in questo spirito vorrei si leggesse il mio intervento. Speriamo che a medio termine tutto ciò sia anche efficace (intendo il forum).
Voglio dissentire con vigore dall'opinione di Walter Lacarbonara sulla presenza degli associati nelle commissioni e negli organi di governo, sottoponendovi una piccola riflessione. Notate che quanto segue è valido a fortiori per i ricercatori (peccato che domani li radieranno definitivamente dall'accademia). Sappiamo tutti credo quanto forte possa essere il potere ricattatorio di chi da ordinario è presente in una commissione insieme ad un collega associato il cui curriculum sarà a breve giudicato dallo stesso ordinario (o da un suo amico). Però, però, però...non vi pare che l'associato (sperabilmente più giovane) possa avere una visione più innovativa, più rivolta al futuro delle prossime generazioni del collega ordinario? E non vi pare che forse qualche associato anche "sotto ricatto" possa dissentire dal collega ordinario? E non vi pare che questo dissenso possa essere moooolto importante per la comunità scientifica? Prendere posizioni chiare, ferme, di minoranza; cosa di più utile al nostro paese in questo drammatico momento di spaventoso conformismo e silenzio? Io credo che togliere la possibilità di assumersi le proprie responsabilità a donne e uomini la cui età media secondo le statistiche non è inferiore ai 50 anni (non propriamente dei bambini dunque...) sia un altro modo di non credere nel futuro. E penso anche che una norma dettata dalla paura e dalla sfiducia non possa essere una buona norma. Se ci pensate, dire che si eliminano gli associati dalle commissioni e dagli organi di governo perché ricattabili, vuol dire dare agli associati il diritto di sentirsi ricattati, ed agli ordinari quello di ricattarli. Mentre io credo che dovremmo ristabilire che gli uni hanno il dovere di esprimersi secondo coscienza e gli altri hanno il dovere di rispettare le opinioni dei colleghi più giovani (e spesso anche più vicini alla ricerca). Che ci siano dei malfunzionamenti non può esimerci dall'ambire a come vorremmo che le cose fossero, perché senza questa speranza che ci stiamo a fare? Non vi pare? Oltretutto che io sappia quasi ovunque nel mondo i docenti di grado n sono giudicati da quelli di grado maggiore O UGUALE ad n (e in alcuni casi anche da quelli di grado minore di n...). Perché mai questo paese dovrebbe sempre costituire un'anomalia?
Saluti a tutti,
Lorenzo Tortora de Falco.
On Dec 21, 2010, at 12:46 PM, Walter Lacarbonara wrote:
Cari colleghi,
in merito alle iniziative del coordinamento professori associati, condivido l'impegno costruttivo ma non comprendo le ragioni di una frammentazione per categorie. Non le comprendo soprattutto di fronte alla portata di una strategia politica ampia che mina alle basi l'istituto dell'università pubblica che è unica garanzia di libertà di ricerca ed insegnamento. Mi sono sempre battuto per affermare la falsità e strumentalità di quanto viene fatto passare all'opinione pubblica sui sistemi più avanzati di università e ricerca, come quello statunitense, che è niente affatto di impianto privatistico, bensì nella sostanza fortissimamente PUBBLICO.
L'altro aspetto che non comprendo è legato alla richiesta di presenza nelle commissioni e negli organi di governo dei professori associati. Così come è stato fino ad oggi, questa presenza è fortemente condizionata dagli avanzamenti di carriera. O si va seriamente su un sistema di valutazione tipo peer review nei concorsi oppure i professori associati saranno sempre più condizionabili. Non ho sentito prevalere queste ragioni nelle discussioni. Per raffigurare meglio la situazione degli orientamenti attuali al nostro interno, vi riporto il caso di un'emblematica discussione nel Consiglio del mio Dipartimento di pochi giorni fa sui criteri per la qualifica di Professore Senior Sapienza che deve essere connotato da un profilo di eccellenza scientifica. Ho proposto che si considerassero, insieme alle altre valutazioni (criteri minimi 'burocratici' sul numero di pubblicazioni degli ultimi 3/5 anni), l'H-factor e le valutazioni della didattica frontale effettuata tramite le schede degli studenti degli utlimi 3 anni. Ho proposto che per ogni SSD si considerasse l'H-factor medio degli ultimi 3 anni e si accertasse che il candidato Professore senior "eccellente" avesse il suo H-factor superiore alla media del Dipartimento (anche di un epsilon). La mia proposta è stata definita 'provocatoria', anche da parte degli associati.
Nasce forte il sospetto che dietro le posizioni del coordinamento professori associati ci siano soltanto rivendicazioni di tipo sindacale, in linea con la tradizione del nostro paese. Oggi, più che mai, dobbiamo essere uniti, come dice Saverio Giulini, forse i nostri appelli così sfiorerebbero le 10.000 adesioni!
Walter Lacarbonara
PS In un prossimo messaggio vi riporto qualche considerazione sulla discussione al Senato sul disegno di legge n. 1905-B.
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA SAPIENZA Università di Roma via Eudossiana 18 - 00184 Rome Italy office: +39 (06) 44585-293 - fax: +39 (06) 4884852 e-mail: walter.lacarbonara@uniroma1.it webpage: w3.disg.uniroma1.it/lacarbonara
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Caro Lorenzo,
appoggio in tutto la tua analisi. E lancio una sfida:
Al di là delle critiche, quale proposta costruttiva vorreste proporre per riportare democrazia e meritocrazia nell'università?
Buone feste,
Lucia ----- Messaggio da tortora@uniroma3.it --------- Data: Wed, 22 Dec 2010 00:57:41 +0100 Da: Lorenzo Tortora de Falco tortora@uniroma3.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] pagina di giornale: associati A: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Cari colleghi di Universitas,
vorrei intervenire su di un punto preciso al quale feci già rapidamente cenno giorni fa (al momento di replicare alla lettera su Science). Premetto che ringrazio Walter Lacarbonara che con Claudio Procesi ha avviato questo Forum. Mi sembra che sia un utile esercizio quello di leggere e di esprimersi, ed anche di dover far fronte ad opinioni spesso diverse dalle nostre, ed in questo spirito vorrei si leggesse il mio intervento. Speriamo che a medio termine tutto ciò sia anche efficace (intendo il forum).
Voglio dissentire con vigore dall'opinione di Walter Lacarbonara sulla presenza degli associati nelle commissioni e negli organi di governo, sottoponendovi una piccola riflessione. Notate che quanto segue è valido a fortiori per i ricercatori (peccato che domani li radieranno definitivamente dall'accademia). Sappiamo tutti credo quanto forte possa essere il potere ricattatorio di chi da ordinario è presente in una commissione insieme ad un collega associato il cui curriculum sarà a breve giudicato dallo stesso ordinario (o da un suo amico). Però, però, però...non vi pare che l'associato (sperabilmente più giovane) possa avere una visione più innovativa, più rivolta al futuro delle prossime generazioni del collega ordinario? E non vi pare che forse qualche associato anche "sotto ricatto" possa dissentire dal collega ordinario? E non vi pare che questo dissenso possa essere moooolto importante per la comunità scientifica? Prendere posizioni chiare, ferme, di minoranza; cosa di più utile al nostro paese in questo drammatico momento di spaventoso conformismo e silenzio? Io credo che togliere la possibilità di assumersi le proprie responsabilità a donne e uomini la cui età media secondo le statistiche non è inferiore ai 50 anni (non propriamente dei bambini dunque...) sia un altro modo di non credere nel futuro. E penso anche che una norma dettata dalla paura e dalla sfiducia non possa essere una buona norma. Se ci pensate, dire che si eliminano gli associati dalle commissioni e dagli organi di governo perché ricattabili, vuol dire dare agli associati il diritto di sentirsi ricattati, ed agli ordinari quello di ricattarli. Mentre io credo che dovremmo ristabilire che gli uni hanno il dovere di esprimersi secondo coscienza e gli altri hanno il dovere di rispettare le opinioni dei colleghi più giovani (e spesso anche più vicini alla ricerca). Che ci siano dei malfunzionamenti non può esimerci dall'ambire a come vorremmo che le cose fossero, perché senza questa speranza che ci stiamo a fare? Non vi pare? Oltretutto che io sappia quasi ovunque nel mondo i docenti di grado n sono giudicati da quelli di grado maggiore O UGUALE ad n (e in alcuni casi anche da quelli di grado minore di n...). Perché mai questo paese dovrebbe sempre costituire un'anomalia?
Saluti a tutti,
Lorenzo Tortora de Falco.
On Dec 21, 2010, at 12:46 PM, Walter Lacarbonara wrote:
Cari colleghi,
in merito alle iniziative del coordinamento professori associati, condivido l'impegno costruttivo ma non comprendo le ragioni di una frammentazione per categorie. Non le comprendo soprattutto di fronte alla portata di una strategia politica ampia che mina alle basi l'istituto dell'università pubblica che è unica garanzia di libertà di ricerca ed insegnamento. Mi sono sempre battuto per affermare la falsità e strumentalità di quanto viene fatto passare all'opinione pubblica sui sistemi più avanzati di università e ricerca, come quello statunitense, che è niente affatto di impianto privatistico, bensì nella sostanza fortissimamente PUBBLICO.
L'altro aspetto che non comprendo è legato alla richiesta di presenza nelle commissioni e negli organi di governo dei professori associati. Così come è stato fino ad oggi, questa presenza è fortemente condizionata dagli avanzamenti di carriera. O si va seriamente su un sistema di valutazione tipo peer review nei concorsi oppure i professori associati saranno sempre più condizionabili. Non ho sentito prevalere queste ragioni nelle discussioni. Per raffigurare meglio la situazione degli orientamenti attuali al nostro interno, vi riporto il caso di un'emblematica discussione nel Consiglio del mio Dipartimento di pochi giorni fa sui criteri per la qualifica di Professore Senior Sapienza che deve essere connotato da un profilo di eccellenza scientifica. Ho proposto che si considerassero, insieme alle altre valutazioni (criteri minimi 'burocratici' sul numero di pubblicazioni degli ultimi 3/5 anni), l'H-factor e le valutazioni della didattica frontale effettuata tramite le schede degli studenti degli utlimi 3 anni. Ho proposto che per ogni SSD si considerasse l'H-factor medio degli ultimi 3 anni e si accertasse che il candidato Professore senior "eccellente" avesse il suo H-factor superiore alla media del Dipartimento (anche di un epsilon). La mia proposta è stata definita 'provocatoria', anche da parte degli associati.
Nasce forte il sospetto che dietro le posizioni del coordinamento professori associati ci siano soltanto rivendicazioni di tipo sindacale, in linea con la tradizione del nostro paese. Oggi, più che mai, dobbiamo essere uniti, come dice Saverio Giulini, forse i nostri appelli così sfiorerebbero le 10.000 adesioni!
Walter Lacarbonara
PS In un prossimo messaggio vi riporto qualche considerazione sulla discussione al Senato sul disegno di legge n. 1905-B.
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
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----- Fine del messaggio da tortora@uniroma3.it -----
Sono d'accordo anch'io. Comunque sarei per la fascia unica, per tante ragioni, non ultima la definitiva sparizione della ricattabilità. Fascia unica con scatti legati al merito, qualcosa del genere. Chiaro che si apre un "problema" di valutazione del merito, ma (a) è un problema che c'è comunque, dato che il passaggio da una fascia all'altra almeno in teoria è governato appunto dal merito, (b) qualunque decisione sarebbe più facilmente reversibile (hai avuto lo scatto questa volta perché sei stato bravo, non l'avrai la volta prossima se lo sarai di meno), (c) sarebbe molto più flessibile: se un dipartimento (o una facoltà, insomma una struttura) decidesse di spalmare uniformemente gli scatti, perché no, finché producono, etc.
Poi non sono in grado di sviluppare i dettagli, ma il sistema mi sembrerebbe quello.
Maurizio
At 01.13 +0100 22.12.2010, l.magnelli@unifi.it wrote:
Caro Lorenzo,
appoggio in tutto la tua analisi. E lancio una sfida:
Al di là delle critiche, quale proposta costruttiva vorreste proporre per riportare democrazia e meritocrazia nell'università?
Buone feste,
Lucia ----- Messaggio da tortora@uniroma3.it --------- Data: Wed, 22 Dec 2010 00:57:41 +0100 Da: Lorenzo Tortora de Falco tortora@uniroma3.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] pagina di giornale: associati A: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Cari colleghi di Universitas,
vorrei intervenire su di un punto preciso al quale feci già rapidamente cenno giorni fa (al momento di replicare alla lettera su Science). Premetto che ringrazio Walter Lacarbonara che con Claudio Procesi ha avviato questo Forum. Mi sembra che sia un utile esercizio quello di leggere e di esprimersi, ed anche di dover far fronte ad opinioni spesso diverse dalle nostre, ed in questo spirito vorrei si leggesse il mio intervento. Speriamo che a medio termine tutto ciò sia anche efficace (intendo il forum).
Voglio dissentire con vigore dall'opinione di Walter Lacarbonara sulla presenza degli associati nelle commissioni e negli organi di governo, sottoponendovi una piccola riflessione. Notate che quanto segue è valido a fortiori per i ricercatori (peccato che domani li radieranno definitivamente dall'accademia). Sappiamo tutti credo quanto forte possa essere il potere ricattatorio di chi da ordinario è presente in una commissione insieme ad un collega associato il cui curriculum sarà a breve giudicato dallo stesso ordinario (o da un suo amico). Però, però, però...non vi pare che l'associato (sperabilmente più giovane) possa avere una visione più innovativa, più rivolta al futuro delle prossime generazioni del collega ordinario? E non vi pare che forse qualche associato anche "sotto ricatto" possa dissentire dal collega ordinario? E non vi pare che questo dissenso possa essere moooolto importante per la comunità scientifica? Prendere posizioni chiare, ferme, di minoranza; cosa di più utile al nostro paese in questo drammatico momento di spaventoso conformismo e silenzio? Io credo che togliere la possibilità di assumersi le proprie responsabilità a donne e uomini la cui età media secondo le statistiche non è inferiore ai 50 anni (non propriamente dei bambini dunque...) sia un altro modo di non credere nel futuro. E penso anche che una norma dettata dalla paura e dalla sfiducia non possa essere una buona norma. Se ci pensate, dire che si eliminano gli associati dalle commissioni e dagli organi di governo perché ricattabili, vuol dire dare agli associati il diritto di sentirsi ricattati, ed agli ordinari quello di ricattarli. Mentre io credo che dovremmo ristabilire che gli uni hanno il dovere di esprimersi secondo coscienza e gli altri hanno il dovere di rispettare le opinioni dei colleghi più giovani (e spesso anche più vicini alla ricerca). Che ci siano dei malfunzionamenti non può esimerci dall'ambire a come vorremmo che le cose fossero, perché senza questa speranza che ci stiamo a fare? Non vi pare? Oltretutto che io sappia quasi ovunque nel mondo i docenti di grado n sono giudicati da quelli di grado maggiore O UGUALE ad n (e in alcuni casi anche da quelli di grado minore di n...). Perché mai questo paese dovrebbe sempre costituire un'anomalia?
Saluti a tutti,
Lorenzo Tortora de Falco.
On Dec 21, 2010, at 12:46 PM, Walter Lacarbonara wrote:
Cari colleghi,
in merito alle iniziative del coordinamento professori associati, condivido l'impegno costruttivo ma non comprendo le ragioni di una frammentazione per categorie. Non le comprendo soprattutto di fronte alla portata di una strategia politica ampia che mina alle basi l'istituto dell'università pubblica che è unica garanzia di libertà di ricerca ed insegnamento. Mi sono sempre battuto per affermare la falsità e strumentalità di quanto viene fatto passare all'opinione pubblica sui sistemi più avanzati di università e ricerca, come quello statunitense, che è niente affatto di impianto privatistico, bensì nella sostanza fortissimamente PUBBLICO.
L'altro aspetto che non comprendo è legato alla richiesta di presenza nelle commissioni e negli organi di governo dei professori associati. Così come è stato fino ad oggi, questa presenza è fortemente condizionata dagli avanzamenti di carriera. O si va seriamente su un sistema di valutazione tipo peer review nei concorsi oppure i professori associati saranno sempre più condizionabili. Non ho sentito prevalere queste ragioni nelle discussioni. Per raffigurare meglio la situazione degli orientamenti attuali al nostro interno, vi riporto il caso di un'emblematica discussione nel Consiglio del mio Dipartimento di pochi giorni fa sui criteri per la qualifica di Professore Senior Sapienza che deve essere connotato da un profilo di eccellenza scientifica. Ho proposto che si considerassero, insieme alle altre valutazioni (criteri minimi 'burocratici' sul numero di pubblicazioni degli ultimi 3/5 anni), l'H-factor e le valutazioni della didattica frontale effettuata tramite le schede degli studenti degli utlimi 3 anni. Ho proposto che per ogni SSD si considerasse l'H-factor medio degli ultimi 3 anni e si accertasse che il candidato Professore senior "eccellente" avesse il suo H-factor superiore alla media del Dipartimento (anche di un epsilon). La mia proposta è stata definita 'provocatoria', anche da parte degli associati.
Nasce forte il sospetto che dietro le posizioni del coordinamento professori associati ci siano soltanto rivendicazioni di tipo sindacale, in linea con la tradizione del nostro paese. Oggi, più che mai, dobbiamo essere uniti, come dice Saverio Giulini, forse i nostri appelli così sfiorerebbero le 10.000 adesioni!
Walter Lacarbonara
PS In un prossimo messaggio vi riporto qualche considerazione sulla discussione al Senato sul disegno di legge n. 1905-B.
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----- Fine del messaggio da tortora@uniroma3.it -----
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Mi sembra una buona idea Margherita Hack ----- Original Message ----- From: "Maurizio Tirassa" maurizio.tirassa@teletu.it To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Cc: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Wednesday, December 22, 2010 1:18 AM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] pagina di giornale: associati
Sono d'accordo anch'io. Comunque sarei per la fascia unica, per tante ragioni, non ultima la definitiva sparizione della ricattabilità. Fascia unica con scatti legati al merito, qualcosa del genere. Chiaro che si apre un "problema" di valutazione del merito, ma (a) è un problema che c'è comunque, dato che il passaggio da una fascia all'altra almeno in teoria è governato appunto dal merito, (b) qualunque decisione sarebbe più facilmente reversibile (hai avuto lo scatto questa volta perché sei stato bravo, non l'avrai la volta prossima se lo sarai di meno), (c) sarebbe molto più flessibile: se un dipartimento (o una facoltà, insomma una struttura) decidesse di spalmare uniformemente gli scatti, perché no, finché producono, etc.
Poi non sono in grado di sviluppare i dettagli, ma il sistema mi sembrerebbe quello.
Maurizio
At 01.13 +0100 22.12.2010, l.magnelli@unifi.it wrote:
Caro Lorenzo,
appoggio in tutto la tua analisi. E lancio una sfida:
Al di là delle critiche, quale proposta costruttiva vorreste proporre per riportare democrazia e meritocrazia nell'università?
Buone feste,
Lucia ----- Messaggio da tortora@uniroma3.it --------- Data: Wed, 22 Dec 2010 00:57:41 +0100 Da: Lorenzo Tortora de Falco tortora@uniroma3.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] pagina di giornale: associati A: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Cari colleghi di Universitas,
vorrei intervenire su di un punto preciso al quale feci già rapidamente cenno giorni fa (al momento di replicare alla lettera su Science). Premetto che ringrazio Walter Lacarbonara che con Claudio Procesi ha avviato questo Forum. Mi sembra che sia un utile esercizio quello di leggere e di esprimersi, ed anche di dover far fronte ad opinioni spesso diverse dalle nostre, ed in questo spirito vorrei si leggesse il mio intervento. Speriamo che a medio termine tutto ciò sia anche efficace (intendo il forum).
Voglio dissentire con vigore dall'opinione di Walter Lacarbonara sulla presenza degli associati nelle commissioni e negli organi di governo, sottoponendovi una piccola riflessione. Notate che quanto segue è valido a fortiori per i ricercatori (peccato che domani li radieranno definitivamente dall'accademia). Sappiamo tutti credo quanto forte possa essere il potere ricattatorio di chi da ordinario è presente in una commissione insieme ad un collega associato il cui curriculum sarà a breve giudicato dallo stesso ordinario (o da un suo amico). Però, però, però...non vi pare che l'associato (sperabilmente più giovane) possa avere una visione più innovativa, più rivolta al futuro delle prossime generazioni del collega ordinario? E non vi pare che forse qualche associato anche "sotto ricatto" possa dissentire dal collega ordinario? E non vi pare che questo dissenso possa essere moooolto importante per la comunità scientifica? Prendere posizioni chiare, ferme, di minoranza; cosa di più utile al nostro paese in questo drammatico momento di spaventoso conformismo e silenzio? Io credo che togliere la possibilità di assumersi le proprie responsabilità a donne e uomini la cui età media secondo le statistiche non è inferiore ai 50 anni (non propriamente dei bambini dunque...) sia un altro modo di non credere nel futuro. E penso anche che una norma dettata dalla paura e dalla sfiducia non possa essere una buona norma. Se ci pensate, dire che si eliminano gli associati dalle commissioni e dagli organi di governo perché ricattabili, vuol dire dare agli associati il diritto di sentirsi ricattati, ed agli ordinari quello di ricattarli. Mentre io credo che dovremmo ristabilire che gli uni hanno il dovere di esprimersi secondo coscienza e gli altri hanno il dovere di rispettare le opinioni dei colleghi più giovani (e spesso anche più vicini alla ricerca). Che ci siano dei malfunzionamenti non può esimerci dall'ambire a come vorremmo che le cose fossero, perché senza questa speranza che ci stiamo a fare? Non vi pare? Oltretutto che io sappia quasi ovunque nel mondo i docenti di grado n sono giudicati da quelli di grado maggiore O UGUALE ad n (e in alcuni casi anche da quelli di grado minore di n...). Perché mai questo paese dovrebbe sempre costituire un'anomalia?
Saluti a tutti,
Lorenzo Tortora de Falco.
On Dec 21, 2010, at 12:46 PM, Walter Lacarbonara wrote:
Cari colleghi,
in merito alle iniziative del coordinamento professori associati, condivido l'impegno costruttivo ma non comprendo le ragioni di una frammentazione per categorie. Non le comprendo soprattutto di fronte alla portata di una strategia politica ampia che mina alle basi l'istituto dell'università pubblica che è unica garanzia di libertà di ricerca ed insegnamento. Mi sono sempre battuto per affermare la falsità e strumentalità di quanto viene fatto passare all'opinione pubblica sui sistemi più avanzati di università e ricerca, come quello statunitense, che è niente affatto di impianto privatistico, bensì nella sostanza fortissimamente PUBBLICO.
L'altro aspetto che non comprendo è legato alla richiesta di presenza nelle commissioni e negli organi di governo dei professori associati. Così come è stato fino ad oggi, questa presenza è fortemente condizionata dagli avanzamenti di carriera. O si va seriamente su un sistema di valutazione tipo peer review nei concorsi oppure i professori associati saranno sempre più condizionabili. Non ho sentito prevalere queste ragioni nelle discussioni. Per raffigurare meglio la situazione degli orientamenti attuali al nostro interno, vi riporto il caso di un'emblematica discussione nel Consiglio del mio Dipartimento di pochi giorni fa sui criteri per la qualifica di Professore Senior Sapienza che deve essere connotato da un profilo di eccellenza scientifica. Ho proposto che si considerassero, insieme alle altre valutazioni (criteri minimi 'burocratici' sul numero di pubblicazioni degli ultimi 3/5 anni), l'H-factor e le valutazioni della didattica frontale effettuata tramite le schede degli studenti degli utlimi 3 anni. Ho proposto che per ogni SSD si considerasse l'H-factor medio degli ultimi 3 anni e si accertasse che il candidato Professore senior "eccellente" avesse il suo H-factor superiore alla media del Dipartimento (anche di un epsilon). La mia proposta è stata definita 'provocatoria', anche da parte degli associati.
Nasce forte il sospetto che dietro le posizioni del coordinamento professori associati ci siano soltanto rivendicazioni di tipo sindacale, in linea con la tradizione del nostro paese. Oggi, più che mai, dobbiamo essere uniti, come dice Saverio Giulini, forse i nostri appelli così sfiorerebbero le 10.000 adesioni!
Walter Lacarbonara
PS In un prossimo messaggio vi riporto qualche considerazione sulla discussione al Senato sul disegno di legge n. 1905-B.
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA SAPIENZA Università di Roma via Eudossiana 18 - 00184 Rome Italy office: +39 (06) 44585-293 - fax: +39 (06) 4884852 e-mail: walter.lacarbonara@uniroma1.it webpage: w3.disg.uniroma1.it/lacarbonara
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----- Fine del messaggio da tortora@uniroma3.it -----
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E` molto tempo che lo dico, avevo anche aderito ad un gruppo facebook "aboliamo i concorsi universitari". Comunque questa è la proposta della rete 29 aprile e credo anche di compass. Pare che questa proposta vaghi anche nel PD, ma senza molto seguito.
Da qualche parte ho letto anche una possibile implementazione come norma transitoria: tutte le fascie entrano in un ruolo ad esuarimento (senza più scatti). A domanda si passa nella fascia unica in una posizione collegata alla propria produttività scientifica e didattica, e da lì si prosegue.
Comunque stiamo parlando solo tra di noi.
Alberto Girlando
On Thu, 2010-12-23 at 17:49 +0100, Margherita Hack wrote:
Mi sembra una buona idea Margherita Hack ----- Original Message ----- From: "Maurizio Tirassa" maurizio.tirassa@teletu.it To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Cc: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Wednesday, December 22, 2010 1:18 AM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] pagina di giornale: associati
Sono d'accordo anch'io. Comunque sarei per la fascia unica, per tante ragioni, non ultima la definitiva sparizione della ricattabilità. Fascia unica con scatti legati al merito, qualcosa del genere. Chiaro che si apre un "problema" di valutazione del merito, ma (a) è un problema che c'è comunque, dato che il passaggio da una fascia all'altra almeno in teoria è governato appunto dal merito, (b) qualunque decisione sarebbe più facilmente reversibile (hai avuto lo scatto questa volta perché sei stato bravo, non l'avrai la volta prossima se lo sarai di meno), (c) sarebbe molto più flessibile: se un dipartimento (o una facoltà, insomma una struttura) decidesse di spalmare uniformemente gli scatti, perché no, finché producono, etc.
Poi non sono in grado di sviluppare i dettagli, ma il sistema mi sembrerebbe quello.
Maurizio
At 01.13 +0100 22.12.2010, l.magnelli@unifi.it wrote:
Caro Lorenzo,
appoggio in tutto la tua analisi. E lancio una sfida:
Al di là delle critiche, quale proposta costruttiva vorreste proporre per riportare democrazia e meritocrazia nell'università?
Buone feste,
Lucia ----- Messaggio da tortora@uniroma3.it --------- Data: Wed, 22 Dec 2010 00:57:41 +0100 Da: Lorenzo Tortora de Falco tortora@uniroma3.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] pagina di giornale: associati A: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Cari colleghi di Universitas,
vorrei intervenire su di un punto preciso al quale feci già rapidamente cenno giorni fa (al momento di replicare alla lettera su Science). Premetto che ringrazio Walter Lacarbonara che con Claudio Procesi ha avviato questo Forum. Mi sembra che sia un utile esercizio quello di leggere e di esprimersi, ed anche di dover far fronte ad opinioni spesso diverse dalle nostre, ed in questo spirito vorrei si leggesse il mio intervento. Speriamo che a medio termine tutto ciò sia anche efficace (intendo il forum).
Voglio dissentire con vigore dall'opinione di Walter Lacarbonara sulla presenza degli associati nelle commissioni e negli organi di governo, sottoponendovi una piccola riflessione. Notate che quanto segue è valido a fortiori per i ricercatori (peccato che domani li radieranno definitivamente dall'accademia). Sappiamo tutti credo quanto forte possa essere il potere ricattatorio di chi da ordinario è presente in una commissione insieme ad un collega associato il cui curriculum sarà a breve giudicato dallo stesso ordinario (o da un suo amico). Però, però, però...non vi pare che l'associato (sperabilmente più giovane) possa avere una visione più innovativa, più rivolta al futuro delle prossime generazioni del collega ordinario? E non vi pare che forse qualche associato anche "sotto ricatto" possa dissentire dal collega ordinario? E non vi pare che questo dissenso possa essere moooolto importante per la comunità scientifica? Prendere posizioni chiare, ferme, di minoranza; cosa di più utile al nostro paese in questo drammatico momento di spaventoso conformismo e silenzio? Io credo che togliere la possibilità di assumersi le proprie responsabilità a donne e uomini la cui età media secondo le statistiche non è inferiore ai 50 anni (non propriamente dei bambini dunque...) sia un altro modo di non credere nel futuro. E penso anche che una norma dettata dalla paura e dalla sfiducia non possa essere una buona norma. Se ci pensate, dire che si eliminano gli associati dalle commissioni e dagli organi di governo perché ricattabili, vuol dire dare agli associati il diritto di sentirsi ricattati, ed agli ordinari quello di ricattarli. Mentre io credo che dovremmo ristabilire che gli uni hanno il dovere di esprimersi secondo coscienza e gli altri hanno il dovere di rispettare le opinioni dei colleghi più giovani (e spesso anche più vicini alla ricerca). Che ci siano dei malfunzionamenti non può esimerci dall'ambire a come vorremmo che le cose fossero, perché senza questa speranza che ci stiamo a fare? Non vi pare? Oltretutto che io sappia quasi ovunque nel mondo i docenti di grado n sono giudicati da quelli di grado maggiore O UGUALE ad n (e in alcuni casi anche da quelli di grado minore di n...). Perché mai questo paese dovrebbe sempre costituire un'anomalia?
Saluti a tutti,
Lorenzo Tortora de Falco.
On Dec 21, 2010, at 12:46 PM, Walter Lacarbonara wrote:
Cari colleghi,
in merito alle iniziative del coordinamento professori associati, condivido l'impegno costruttivo ma non comprendo le ragioni di una frammentazione per categorie. Non le comprendo soprattutto di fronte alla portata di una strategia politica ampia che mina alle basi l'istituto dell'università pubblica che è unica garanzia di libertà di ricerca ed insegnamento. Mi sono sempre battuto per affermare la falsità e strumentalità di quanto viene fatto passare all'opinione pubblica sui sistemi più avanzati di università e ricerca, come quello statunitense, che è niente affatto di impianto privatistico, bensì nella sostanza fortissimamente PUBBLICO.
L'altro aspetto che non comprendo è legato alla richiesta di presenza nelle commissioni e negli organi di governo dei professori associati. Così come è stato fino ad oggi, questa presenza è fortemente condizionata dagli avanzamenti di carriera. O si va seriamente su un sistema di valutazione tipo peer review nei concorsi oppure i professori associati saranno sempre più condizionabili. Non ho sentito prevalere queste ragioni nelle discussioni. Per raffigurare meglio la situazione degli orientamenti attuali al nostro interno, vi riporto il caso di un'emblematica discussione nel Consiglio del mio Dipartimento di pochi giorni fa sui criteri per la qualifica di Professore Senior Sapienza che deve essere connotato da un profilo di eccellenza scientifica. Ho proposto che si considerassero, insieme alle altre valutazioni (criteri minimi 'burocratici' sul numero di pubblicazioni degli ultimi 3/5 anni), l'H-factor e le valutazioni della didattica frontale effettuata tramite le schede degli studenti degli utlimi 3 anni. Ho proposto che per ogni SSD si considerasse l'H-factor medio degli ultimi 3 anni e si accertasse che il candidato Professore senior "eccellente" avesse il suo H-factor superiore alla media del Dipartimento (anche di un epsilon). La mia proposta è stata definita 'provocatoria', anche da parte degli associati.
Nasce forte il sospetto che dietro le posizioni del coordinamento professori associati ci siano soltanto rivendicazioni di tipo sindacale, in linea con la tradizione del nostro paese. Oggi, più che mai, dobbiamo essere uniti, come dice Saverio Giulini, forse i nostri appelli così sfiorerebbero le 10.000 adesioni!
Walter Lacarbonara
PS In un prossimo messaggio vi riporto qualche considerazione sulla discussione al Senato sul disegno di legge n. 1905-B.
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA SAPIENZA Università di Roma via Eudossiana 18 - 00184 Rome Italy office: +39 (06) 44585-293 - fax: +39 (06) 4884852 e-mail: walter.lacarbonara@uniroma1.it webpage: w3.disg.uniroma1.it/lacarbonara
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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----- Fine del messaggio da tortora@uniroma3.it -----
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Abbiamo già fatto varie volte queste discussioni ed in parte erano sfociate nel primo documento di Universitas Futura. Se diventassero una piattaforma di 10.000 docenti e ricercatori, allora potremmo cominciare ad interloquire con le forze di opposizione che, speriamo, domani saranno forze di governo.
Per questo servirebbe un coordinamento fra tutti i gruppi che al momento sono purtroppo divisi per fasce.
Nei fatti abbiamo tutto il tempo. Ora che la riforma e` passata per un po non succederà proprio niente anche se temo le Università dovranno perdere tempo ed energie per adeguare gli statuti, scrivere il codice deontologico etc..
Io credo che il governo, un po per ignavia un po per tornaconto, farà melina e tutto slitterà permettendo a Tremonti di sfilarci un altro po di soldi dalle tasche.
Una grossa difficoltà nel discutere di queste cose consiste nel fatto che costano, e temo nessuno di noi ha gli strumenti per fare dei conti precisi dei costi delle varie ipotesi.
Certo questo e` il compito della politica ma se vogliamo interloquire dobbiamo di fatto fare politica. Chiaramente pero` e` assurdo che ci siano dei tappi nelle carriere per cui giovani brillanti non raggiungono posti di responsabilità se non quando hanno perso tutte le energie della gioventu`.
Io inviterei i responsabili o sostenitori dei vari gruppi che si sono organizzati di coordinare una discussione a tutto campo ed anche uno studio comparato della organizzazione della docenza nei vari paesi occidentali, per formulare una proposta da portare a tutti i partiti ma in particolare a quei partiti di opposizione che si sono impegnati a cambiare la legge una volta andassero al governo.
claudio
On Dec 23, 2010, at 6:40 PM, Alberto Girlando wrote:
E` molto tempo che lo dico, avevo anche aderito ad un gruppo facebook "aboliamo i concorsi universitari". Comunque questa è la proposta della rete 29 aprile e credo anche di compass. Pare che questa proposta vaghi anche nel PD, ma senza molto seguito.
Da qualche parte ho letto anche una possibile implementazione come norma transitoria: tutte le fascie entrano in un ruolo ad esuarimento (senza più scatti). A domanda si passa nella fascia unica in una posizione collegata alla propria produttività scientifica e didattica, e da lì si prosegue.
Comunque stiamo parlando solo tra di noi.
Alberto Girlando
On Thu, 2010-12-23 at 17:49 +0100, Margherita Hack wrote:
Mi sembra una buona idea Margherita Hack ----- Original Message ----- From: "Maurizio Tirassa" maurizio.tirassa@teletu.it To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Cc: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Wednesday, December 22, 2010 1:18 AM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] pagina di giornale: associati
Sono d'accordo anch'io. Comunque sarei per la fascia unica, per tante ragioni, non ultima la definitiva sparizione della ricattabilità. Fascia unica con scatti legati al merito, qualcosa del genere. Chiaro che si apre un "problema" di valutazione del merito, ma (a) è un problema che c'è comunque, dato che il passaggio da una fascia all'altra almeno in teoria è governato appunto dal merito, (b) qualunque decisione sarebbe più facilmente reversibile (hai avuto lo scatto questa volta perché sei stato bravo, non l'avrai la volta prossima se lo sarai di meno), (c) sarebbe molto più flessibile: se un dipartimento (o una facoltà, insomma una struttura) decidesse di spalmare uniformemente gli scatti, perché no, finché producono, etc.
Poi non sono in grado di sviluppare i dettagli, ma il sistema mi sembrerebbe quello.
Maurizio
At 01.13 +0100 22.12.2010, l.magnelli@unifi.it wrote:
Caro Lorenzo,
appoggio in tutto la tua analisi. E lancio una sfida:
Al di là delle critiche, quale proposta costruttiva vorreste proporre per riportare democrazia e meritocrazia nell'università?
Buone feste,
Lucia ----- Messaggio da tortora@uniroma3.it --------- Data: Wed, 22 Dec 2010 00:57:41 +0100 Da: Lorenzo Tortora de Falco tortora@uniroma3.it Rispondi-A:"Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] pagina di giornale: associati A: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Cari colleghi di Universitas,
vorrei intervenire su di un punto preciso al quale feci già rapidamente cenno giorni fa (al momento di replicare alla lettera su Science). Premetto che ringrazio Walter Lacarbonara che con Claudio Procesi ha avviato questo Forum. Mi sembra che sia un utile esercizio quello di leggere e di esprimersi, ed anche di dover far fronte ad opinioni spesso diverse dalle nostre, ed in questo spirito vorrei si leggesse il mio intervento. Speriamo che a medio termine tutto ciò sia anche efficace (intendo il forum).
Voglio dissentire con vigore dall'opinione di Walter Lacarbonara sulla presenza degli associati nelle commissioni e negli organi di governo, sottoponendovi una piccola riflessione. Notate che quanto segue è valido a fortiori per i ricercatori (peccato che domani li radieranno definitivamente dall'accademia). Sappiamo tutti credo quanto forte possa essere il potere ricattatorio di chi da ordinario è presente in una commissione insieme ad un collega associato il cui curriculum sarà a breve giudicato dallo stesso ordinario (o da un suo amico). Però, però, però...non vi pare che l'associato (sperabilmente più giovane) possa avere una visione più innovativa, più rivolta al futuro delle prossime generazioni del collega ordinario? E non vi pare che forse qualche associato anche "sotto ricatto" possa dissentire dal collega ordinario? E non vi pare che questo dissenso possa essere moooolto importante per la comunità scientifica? Prendere posizioni chiare, ferme, di minoranza; cosa di più utile al nostro paese in questo drammatico momento di spaventoso conformismo e silenzio? Io credo che togliere la possibilità di assumersi le proprie responsabilità a donne e uomini la cui età media secondo le statistiche non è inferiore ai 50 anni (non propriamente dei bambini dunque...) sia un altro modo di non credere nel futuro. E penso anche che una norma dettata dalla paura e dalla sfiducia non possa essere una buona norma. Se ci pensate, dire che si eliminano gli associati dalle commissioni e dagli organi di governo perché ricattabili, vuol dire dare agli associati il diritto di sentirsi ricattati, ed agli ordinari quello di ricattarli. Mentre io credo che dovremmo ristabilire che gli uni hanno il dovere di esprimersi secondo coscienza e gli altri hanno il dovere di rispettare le opinioni dei colleghi più giovani (e spesso anche più vicini alla ricerca). Che ci siano dei malfunzionamenti non può esimerci dall'ambire a come vorremmo che le cose fossero, perché senza questa speranza che ci stiamo a fare? Non vi pare? Oltretutto che io sappia quasi ovunque nel mondo i docenti di grado n sono giudicati da quelli di grado maggiore O UGUALE ad n (e in alcuni casi anche da quelli di grado minore di n...). Perché mai questo paese dovrebbe sempre costituire un'anomalia?
Saluti a tutti,
Lorenzo Tortora de Falco.
On Dec 21, 2010, at 12:46 PM, Walter Lacarbonara wrote:
Cari colleghi,
in merito alle iniziative del coordinamento professori associati, condivido l'impegno costruttivo ma non comprendo le ragioni di una frammentazione per categorie. Non le comprendo soprattutto di fronte alla portata di una strategia politica ampia che mina alle basi l'istituto dell'università pubblica che è unica garanzia di libertà di ricerca ed insegnamento. Mi sono sempre battuto per affermare la falsità e strumentalità di quanto viene fatto passare all'opinione pubblica sui sistemi più avanzati di università e ricerca, come quello statunitense, che è niente affatto di impianto privatistico, bensì nella sostanza fortissimamente PUBBLICO.
L'altro aspetto che non comprendo è legato alla richiesta di presenza nelle commissioni e negli organi di governo dei professori associati. Così come è stato fino ad oggi, questa presenza è fortemente condizionata dagli avanzamenti di carriera. O si va seriamente su un sistema di valutazione tipo peer review nei concorsi oppure i professori associati saranno sempre più condizionabili. Non ho sentito prevalere queste ragioni nelle discussioni. Per raffigurare meglio la situazione degli orientamenti attuali al nostro interno, vi riporto il caso di un'emblematica discussione nel Consiglio del mio Dipartimento di pochi giorni fa sui criteri per la qualifica di Professore Senior Sapienza che deve essere connotato da un profilo di eccellenza scientifica. Ho proposto che si considerassero, insieme alle altre valutazioni (criteri minimi 'burocratici' sul numero di pubblicazioni degli ultimi 3/5 anni), l'H-factor e le valutazioni della didattica frontale effettuata tramite le schede degli studenti degli utlimi 3 anni. Ho proposto che per ogni SSD si considerasse l'H-factor medio degli ultimi 3 anni e si accertasse che il candidato Professore senior "eccellente" avesse il suo H-factor superiore alla media del Dipartimento (anche di un epsilon). La mia proposta è stata definita 'provocatoria', anche da parte degli associati.
Nasce forte il sospetto che dietro le posizioni del coordinamento professori associati ci siano soltanto rivendicazioni di tipo sindacale, in linea con la tradizione del nostro paese. Oggi, più che mai, dobbiamo essere uniti, come dice Saverio Giulini, forse i nostri appelli così sfiorerebbero le 10.000 adesioni!
Walter Lacarbonara
PS In un prossimo messaggio vi riporto qualche considerazione sulla discussione al Senato sul disegno di legge n. 1905-B.
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----- Fine del messaggio da tortora@uniroma3.it -----
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-- ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ Prof. Alberto Girlando Parma University Dip Chimica Generale ed Inorganica, Chimica analitica e Chimica Fisica Parco Area delle Scienze 17/a 43100-I Parma, Italy
Tf.+39 0521 905443 FAX +39 0521 905556 e-mail: girlando@unipr.it www: http://continfo.chim.unipr.it/mmaa/
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Sono sempre stato dell'opinione del collega Lorenzo Tortora de Falco. Secondo la Ministra o chi ne fa le veci, poiché che nelle commissioni concorsuali ci sono stati finora solo ricattatori (ordinari) e ricattati (associati), per risolvere il problema si lascia tutto i potere decisionale nelle mani mani dei ricattatori che così se la vedranno tra loro, in una sorta di guerra tra cosche rivali! Si tratta di una logica aberrante che non risolve il problema.
Cari colleghi di Universitas,
vorrei intervenire su di un punto preciso al quale feci già rapidamente cenno giorni fa (al momento di replicare alla lettera su Science). Premetto che ringrazio Walter Lacarbonara che con Claudio Procesi ha avviato questo Forum. Mi sembra che sia un utile esercizio quello di leggere e di esprimersi, ed anche di dover far fronte ad opinioni spesso diverse dalle nostre, ed in questo spirito vorrei si leggesse il mio intervento. Speriamo che a medio termine tutto ciò sia anche efficace (intendo il forum).
Voglio dissentire con vigore dall'opinione di Walter Lacarbonara sulla presenza degli associati nelle commissioni e negli organi di governo, sottoponendovi una piccola riflessione. Notate che quanto segue è valido a fortiori per i ricercatori (peccato che domani li radieranno definitivamente dall'accademia). Sappiamo tutti credo quanto forte possa essere il potere ricattatorio di chi da ordinario è presente in una commissione insieme ad un collega associato il cui curriculum sarà a breve giudicato dallo stesso ordinario (o da un suo amico). Però, però, però...non vi pare che l'associato (sperabilmente più giovane) possa avere una visione più innovativa, più rivolta al futuro delle prossime generazioni del collega ordinario? E non vi pare che forse qualche associato anche "sotto ricatto" possa dissentire dal collega ordinario? E non vi pare che questo dissenso possa essere moooolto importante per la comunità scientifica? Prendere posizioni chiare, ferme, di minoranza; cosa di più utile al nostro paese in questo drammatico momento di spaventoso conformismo e silenzio? Io credo che togliere la possibilità di assumersi le proprie responsabilità a donne e uomini la cui età media secondo le statistiche non è inferiore ai 50 anni (non propriamente dei bambini dunque...) sia un altro modo di non credere nel futuro. E penso anche che una norma dettata dalla paura e dalla sfiducia non possa essere una buona norma. Se ci pensate, dire che si eliminano gli associati dalle commissioni e dagli organi di governo perché ricattabili, vuol dire dare agli associati il diritto di sentirsi ricattati, ed agli ordinari quello di ricattarli. Mentre io credo che dovremmo ristabilire che gli uni hanno il dovere di esprimersi secondo coscienza e gli altri hanno il dovere di rispettare le opinioni dei colleghi più giovani (e spesso anche più vicini alla ricerca). Che ci siano dei malfunzionamenti non può esimerci dall'ambire a come vorremmo che le cose fossero, perché senza questa speranza che ci stiamo a fare? Non vi pare? Oltretutto che io sappia quasi ovunque nel mondo i docenti di grado n sono giudicati da quelli di grado maggiore O UGUALE ad n (e in alcuni casi anche da quelli di grado minore di n...). Perché mai questo paese dovrebbe sempre costituire un'anomalia?
Saluti a tutti,
Lorenzo Tortora de Falco.
On Dec 21, 2010, at 12:46 PM, Walter Lacarbonara wrote:
Cari colleghi,
in merito alle iniziative del coordinamento professori associati, condivido l'impegno costruttivo ma non comprendo le ragioni di una frammentazione per categorie. Non le comprendo soprattutto di fronte alla portata di una strategia politica ampia che mina alle basi l'istituto dell'università pubblica che è unica garanzia di libertà di ricerca ed insegnamento. Mi sono sempre battuto per affermare la falsità e strumentalità di quanto viene fatto passare all'opinione pubblica sui sistemi più avanzati di università e ricerca, come quello statunitense, che è niente affatto di impianto privatistico, bensì nella sostanza fortissimamente PUBBLICO.
L'altro aspetto che non comprendo è legato alla richiesta di presenza nelle commissioni e negli organi di governo dei professori associati. Così come è stato fino ad oggi, questa presenza è fortemente condizionata dagli avanzamenti di carriera. O si va seriamente su un sistema di valutazione tipo peer review nei concorsi oppure i professori associati saranno sempre più condizionabili. Non ho sentito prevalere queste ragioni nelle discussioni. Per raffigurare meglio la situazione degli orientamenti attuali al nostro interno, vi riporto il caso di un'emblematica discussione nel Consiglio del mio Dipartimento di pochi giorni fa sui criteri per la qualifica di Professore Senior Sapienza che deve essere connotato da un profilo di eccellenza scientifica. Ho proposto che si considerassero, insieme alle altre valutazioni (criteri minimi 'burocratici' sul numero di pubblicazioni degli ultimi 3/5 anni), l'H-factor e le valutazioni della didattica frontale effettuata tramite le schede degli studenti degli utlimi 3 anni. Ho proposto che per ogni SSD si considerasse l'H-factor medio degli ultimi 3 anni e si accertasse che il candidato Professore senior "eccellente" avesse il suo H-factor superiore alla media del Dipartimento (anche di un epsilon). La mia proposta è stata definita 'provocatoria', anche da parte degli associati.
Nasce forte il sospetto che dietro le posizioni del coordinamento professori associati ci siano soltanto rivendicazioni di tipo sindacale, in linea con la tradizione del nostro paese. Oggi, più che mai, dobbiamo essere uniti, come dice Saverio Giulini, forse i nostri appelli così sfiorerebbero le 10.000 adesioni!
Walter Lacarbonara
PS In un prossimo messaggio vi riporto qualche considerazione sulla discussione al Senato sul disegno di legge n. 1905-B.
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA SAPIENZA Università di Roma via Eudossiana 18 - 00184 Rome Italy office: +39 (06) 44585-293 - fax: +39 (06) 4884852 e-mail: walter.lacarbonara@uniroma1.it webpage: w3.disg.uniroma1.it/lacarbonara
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Avevo deciso di farvi semplicemente gli Auguri per il Natale ed il prossimo nuovo anno, ma vorrei giusto esprimere alcune considerazioni: a) possibile che ancore i media pensano che la ricerca scientifica possa essere, nel 2010.... portata avanti da un singolo ricercatore? b) quindi se così non è, possibile che nessuno indichi su come "veramente ed oggettivamente" valutare l'apporto del singolo al risultato ottenuto dalla ricerca e descritto nel "prodotto pubblicato" e quindi applicare davvero la tanto abusata meritocrazia?
Fino a quando non verrà sciolto il punto b) non avremo mai una possibilità di procedere in modo univoco nella valutazione di tutti gli eventi universitari. Altra cosa estremamente importante: stabilito questo, dovremmo mantenere tali regole inalterate per un congruo periodo temporale in modo da porre tutti i candidati nelle stessa potenziali condizioni di poter competere alla valutazione. Auguri ed un caro saluto a tutti Carlo Franchini
Prof. Carlo FRANCHINI Ordinario di Chimica Farmaceutica e Tossicologica - Facoltà di Farmacia Via Orabona 4, 70125 Bari (Italy); mail: cfranc@farmchim.uniba.it uff. (+39) 080 5442743; cell. (+39) 338 7302609; abit. (+39) 080 5613110
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di P. Dimitri Inviato: mercoledì 22 dicembre 2010 7.53 A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] pagina di giornale: associati
Sono sempre stato dell'opinione del collega Lorenzo Tortora de Falco. Secondo la Ministra o chi ne fa le veci, poiché che nelle commissioni concorsuali ci sono stati finora solo ricattatori (ordinari) e ricattati (associati), per risolvere il problema si lascia tutto i potere decisionale nelle mani mani dei ricattatori che così se la vedranno tra loro, in una sorta di guerra tra cosche rivali! Si tratta di una logica aberrante che non risolve il problema.
Cari colleghi di Universitas,
vorrei intervenire su di un punto preciso al quale feci già rapidamente
cenno
giorni fa (al momento di replicare alla lettera su Science). Premetto che ringrazio Walter Lacarbonara che con Claudio Procesi ha avviato questo
Forum.
Mi sembra che sia un utile esercizio quello di leggere e di esprimersi, ed anche di dover far fronte ad opinioni spesso diverse dalle nostre, ed in questo spirito vorrei si leggesse il mio intervento. Speriamo che a medio termine tutto ciò sia anche efficace (intendo il forum).
Voglio dissentire con vigore dall'opinione di Walter Lacarbonara sulla presenza degli associati nelle commissioni e negli organi di governo, sottoponendovi una piccola riflessione. Notate che quanto segue è valido a fortiori per i ricercatori (peccato che domani li radieranno
definitivamente
dall'accademia). Sappiamo tutti credo quanto forte possa essere il potere ricattatorio di chi da ordinario è presente in una commissione insieme ad
un
collega associato il cui curriculum sarà a breve giudicato dallo stesso ordinario (o da un suo amico). Però, però, però...non vi pare che
l'associato
(sperabilmente più giovane) possa avere una visione più innovativa, più rivolta al futuro delle prossime generazioni del collega ordinario? E non
vi
pare che forse qualche associato anche "sotto ricatto" possa dissentire
dal
collega ordinario? E non vi pare che questo dissenso possa essere moooolto importante per la comunità scientifica? Prendere posizioni chiare, ferme,
di
minoranza; cosa di più utile al nostro paese in questo drammatico momento
di
spaventoso conformismo e silenzio? Io credo che togliere la possibilità di assumersi le proprie responsabilità a donne e uomini la cui età media
secondo
le statistiche non è inferiore ai 50 anni (non propriamente dei bambini dunque...) sia un altro modo di non credere nel futuro. E penso anche che
una
norma dettata dalla paura e dalla sfiducia non possa essere una buona
norma.
Se ci pensate, dire che si eliminano gli associati dalle commissioni e
dagli
organi di governo perché ricattabili, vuol dire dare agli associati il
diritto
di sentirsi ricattati, ed agli ordinari quello di ricattarli. Mentre io
credo
che dovremmo ristabilire che gli uni hanno il dovere di esprimersi secondo coscienza e gli altri hanno il dovere di rispettare le opinioni dei
colleghi
più giovani (e spesso anche più vicini alla ricerca). Che ci siano dei malfunzionamenti non può esimerci dall'ambire a come vorremmo che le cose fossero, perché senza questa speranza che ci stiamo a fare? Non vi pare? Oltretutto che io sappia quasi ovunque nel mondo i docenti di grado n sono giudicati da quelli di grado maggiore O UGUALE ad n (e in alcuni casi
anche da
quelli di grado minore di n...). Perché mai questo paese dovrebbe sempre costituire un'anomalia?
Saluti a tutti,
Lorenzo Tortora de Falco.
On Dec 21, 2010, at 12:46 PM, Walter Lacarbonara wrote:
Cari colleghi,
in merito alle iniziative del coordinamento professori associati, condivido l'impegno costruttivo ma non comprendo le ragioni di una frammentazione per categorie. Non le comprendo soprattutto di fronte alla portata di una strategia politica ampia che mina alle basi l'istituto dell'università pubblica che è unica garanzia di libertà di ricerca ed insegnamento. Mi sono sempre battuto per affermare la falsità e strumentalità di quanto viene fatto passare all'opinione pubblica sui sistemi più avanzati di università e ricerca, come quello statunitense, che è niente affatto di impianto privatistico, bensì nella sostanza fortissimamente PUBBLICO.
L'altro aspetto che non comprendo è legato alla richiesta di presenza nelle commissioni e negli organi di governo dei professori associati. Così come è stato fino ad oggi, questa presenza è fortemente condizionata dagli avanzamenti di carriera. O si va seriamente su un sistema di valutazione tipo peer review nei concorsi oppure i professori associati saranno sempre più condizionabili. Non ho sentito prevalere queste ragioni nelle discussioni. Per raffigurare meglio la situazione degli orientamenti attuali al nostro interno, vi riporto il caso di un'emblematica discussione nel Consiglio del mio Dipartimento di pochi giorni fa sui criteri per la qualifica di Professore Senior Sapienza che deve essere connotato da un profilo di eccellenza scientifica. Ho proposto che si considerassero, insieme alle altre valutazioni (criteri minimi 'burocratici' sul numero di pubblicazioni degli ultimi 3/5 anni), l'H-factor e le valutazioni della didattica frontale effettuata tramite le schede degli studenti degli utlimi 3 anni. Ho proposto che per ogni SSD si considerasse l'H-factor medio degli ultimi 3 anni e si accertasse che il candidato Professore senior "eccellente" avesse il suo H-factor superiore alla media del Dipartimento (anche di un epsilon). La mia proposta è stata definita 'provocatoria', anche da parte degli associati.
Nasce forte il sospetto che dietro le posizioni del coordinamento professori associati ci siano soltanto rivendicazioni di tipo sindacale, in linea con la tradizione del nostro paese. Oggi, più che mai, dobbiamo essere uniti, come dice Saverio Giulini, forse i nostri appelli così sfiorerebbero le 10.000 adesioni!
Walter Lacarbonara
PS In un prossimo messaggio vi riporto qualche considerazione sulla discussione al Senato sul disegno di legge n. 1905-B.
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA SAPIENZA Università di Roma via Eudossiana 18 - 00184 Rome Italy office: +39 (06) 44585-293 - fax: +39 (06) 4884852 e-mail: walter.lacarbonara@uniroma1.it webpage: w3.disg.uniroma1.it/lacarbonara
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-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di prof. Carlo Franchini Inviato: mercoledì 22 dicembre 2010 09:26 A: 'Forum "Università e Ricerca"'
a) possibile che ancore i media pensano che la ricerca scientifica possa essere, nel 2010.... portata avanti da un singolo ricercatore?
Non sono solo i media a pensarla così... Ieri sera a Ballarò, in risposta a un servizio che confrontava la situazione della ricerca pubblica in Germania e in Italia. il Ministro Alfano ha portato l'esempio di quel tizio, studente senza mezzi, che ha inventato facebook nel garage di casa sua... come dire: basta avere la genialità, e anche senza mezzi si realizzano grandi imprese. Evidentemente i nostri politici credono che l'impresa scientifica sia qualcosa di paragonabile all'invenzione di una cosa come facebook, per quanto riguarda competenze, mezzi, risorse, scopi...
Con questi politici (e anche con tutti gli altri che si vanno via via alternando...) non si va da nessuna parte.
Mauro Prencipe
Beh si dice che Newton abbia pensato la gravitazione universale vedendo cadere una mela riposando sotto l'abero autore del misfatto (barone sfaticato che non era altro!), altro che PRIN!!
On 12/22/2010 10:05 AM, mauro.prencipe@unito.it wrote:
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di prof. Carlo Franchini Inviato: mercoledì 22 dicembre 2010 09:26 A: 'Forum "Università e Ricerca"'
Non sono solo i media a pensarla così... Ieri sera a Ballarò, in risposta
a un servizio che confrontava la situazione della ricerca pubblica in Germania e in Italia. il Ministro Alfano ha portato l'esempio di quel tizio, studente senza mezzi, che ha inventato facebook nel garage di casa sua... come dire: basta avere la genialità, e anche senza mezzi si realizzano grandi imprese. Evidentemente i nostri politici credono che l'impresa scientifica sia qualcosa di paragonabile all'invenzione di una cosa come facebook, per quanto riguarda competenze, mezzi, risorse, scopi...
Con questi politici (e anche con tutti gli altri che si vanno via via alternando...) non si va da nessuna parte.
Mauro Prencipe
Il giorno 22/dic/10, alle ore 09:25, prof. Carlo Franchini ha scritto:
Avevo deciso di farvi semplicemente gli Auguri per il Natale ed il prossimo nuovo anno, ma vorrei giusto esprimere alcune considerazioni: a) possibile che ancore i media pensano che la ricerca scientifica possa essere, nel 2010.... portata avanti da un singolo ricercatore? b) quindi se così non è, possibile che nessuno indichi su come "veramente ed oggettivamente" valutare l'apporto del singolo al risultato ottenuto dalla ricerca e descritto nel "prodotto pubblicato" e quindi applicare davvero la tanto abusata meritocrazia?
Fino a quando non verrà sciolto il punto b) non avremo mai una possibilità di procedere in modo univoco nella valutazione di tutti gli eventi universitari. Altra cosa estremamente importante: stabilito questo, dovremmo mantenere tali regole inalterate per un congruo periodo temporale in modo da porre tutti i candidati nelle stessa potenziali condizioni di poter competere alla valutazione. Auguri ed un caro saluto a tutti Carlo Franchini
Prof. Carlo FRANCHINI Ordinario di Chimica Farmaceutica e Tossicologica - Facoltà di Farmacia Via Orabona 4, 70125 Bari (Italy); mail: cfranc@farmchim.uniba.it uff. (+39) 080 5442743; cell. (+39) 338 7302609; abit. (+39) 080 5613110
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di P. Dimitri Inviato: mercoledì 22 dicembre 2010 7.53 A: Università e Ricerca Forum Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] pagina di giornale: associati
Sono sempre stato dell'opinione del collega Lorenzo Tortora de Falco. Secondo la Ministra o chi ne fa le veci, poiché che nelle commissioni concorsuali ci sono stati finora solo ricattatori (ordinari) e ricattati (associati), per risolvere il problema si lascia tutto i potere decisionale nelle mani mani dei ricattatori che così se la vedranno tra loro, in una sorta di guerra tra cosche rivali! Si tratta di una logica aberrante che non risolve il problema.
Cari colleghi di Universitas,
vorrei intervenire su di un punto preciso al quale feci già rapidamente
cenno
giorni fa (al momento di replicare alla lettera su Science). Premetto che ringrazio Walter Lacarbonara che con Claudio Procesi ha avviato questo
Forum.
Mi sembra che sia un utile esercizio quello di leggere e di esprimersi, ed anche di dover far fronte ad opinioni spesso diverse dalle nostre, ed in questo spirito vorrei si leggesse il mio intervento. Speriamo che a medio termine tutto ciò sia anche efficace (intendo il forum).
Voglio dissentire con vigore dall'opinione di Walter Lacarbonara sulla presenza degli associati nelle commissioni e negli organi di governo, sottoponendovi una piccola riflessione. Notate che quanto segue è valido a fortiori per i ricercatori (peccato che domani li radieranno
definitivamente
dall'accademia). Sappiamo tutti credo quanto forte possa essere il potere ricattatorio di chi da ordinario è presente in una commissione insieme ad
un
collega associato il cui curriculum sarà a breve giudicato dallo stesso ordinario (o da un suo amico). Però, però, però...non vi pare che
l'associato
(sperabilmente più giovane) possa avere una visione più innovativa, più rivolta al futuro delle prossime generazioni del collega ordinario? E non
vi
pare che forse qualche associato anche "sotto ricatto" possa dissentire
dal
collega ordinario? E non vi pare che questo dissenso possa essere moooolto importante per la comunità scientifica? Prendere posizioni chiare, ferme,
di
minoranza; cosa di più utile al nostro paese in questo drammatico momento
di
spaventoso conformismo e silenzio? Io credo che togliere la possibilità di assumersi le proprie responsabilità a donne e uomini la cui età media
secondo
le statistiche non è inferiore ai 50 anni (non propriamente dei bambini dunque...) sia un altro modo di non credere nel futuro. E penso anche che
una
norma dettata dalla paura e dalla sfiducia non possa essere una buona
norma.
Se ci pensate, dire che si eliminano gli associati dalle commissioni e
dagli
organi di governo perché ricattabili, vuol dire dare agli associati il
diritto
di sentirsi ricattati, ed agli ordinari quello di ricattarli. Mentre io
credo
che dovremmo ristabilire che gli uni hanno il dovere di esprimersi secondo coscienza e gli altri hanno il dovere di rispettare le opinioni dei
colleghi
più giovani (e spesso anche più vicini alla ricerca). Che ci siano dei malfunzionamenti non può esimerci dall'ambire a come vorremmo che le cose fossero, perché senza questa speranza che ci stiamo a fare? Non vi pare? Oltretutto che io sappia quasi ovunque nel mondo i docenti di grado n sono giudicati da quelli di grado maggiore O UGUALE ad n (e in alcuni casi
anche da
quelli di grado minore di n...). Perché mai questo paese dovrebbe sempre costituire un'anomalia?
Saluti a tutti,
Lorenzo Tortora de Falco.
On Dec 21, 2010, at 12:46 PM, Walter Lacarbonara wrote:
Cari colleghi,
in merito alle iniziative del coordinamento professori associati, condivido l'impegno costruttivo ma non comprendo le ragioni di una frammentazione per categorie. Non le comprendo soprattutto di fronte alla portata di una strategia politica ampia che mina alle basi l'istituto dell'università pubblica che è unica garanzia di libertà di ricerca ed insegnamento. Mi sono sempre battuto per affermare la falsità e strumentalità di quanto viene fatto passare all'opinione pubblica sui sistemi più avanzati di università e ricerca, come quello statunitense, che è niente affatto di impianto privatistico, bensì nella sostanza fortissimamente PUBBLICO.
L'altro aspetto che non comprendo è legato alla richiesta di presenza nelle commissioni e negli organi di governo dei professori associati. Così come è stato fino ad oggi, questa presenza è fortemente condizionata dagli avanzamenti di carriera. O si va seriamente su un sistema di valutazione tipo peer review nei concorsi oppure i professori associati saranno sempre più condizionabili. Non ho sentito prevalere queste ragioni nelle discussioni. Per raffigurare meglio la situazione degli orientamenti attuali al nostro interno, vi riporto il caso di un'emblematica discussione nel Consiglio del mio Dipartimento di pochi giorni fa sui criteri per la qualifica di Professore Senior Sapienza che deve essere connotato da un profilo di eccellenza scientifica. Ho proposto che si considerassero, insieme alle altre valutazioni (criteri minimi 'burocratici' sul numero di pubblicazioni degli ultimi 3/5 anni), l'H-factor e le valutazioni della didattica frontale effettuata tramite le schede degli studenti degli utlimi 3 anni. Ho proposto che per ogni SSD si considerasse l'H-factor medio degli ultimi 3 anni e si accertasse che il candidato Professore senior "eccellente" avesse il suo H-factor superiore alla media del Dipartimento (anche di un epsilon). La mia proposta è stata definita 'provocatoria', anche da parte degli associati.
Nasce forte il sospetto che dietro le posizioni del coordinamento professori associati ci siano soltanto rivendicazioni di tipo sindacale, in linea con la tradizione del nostro paese. Oggi, più che mai, dobbiamo essere uniti, come dice Saverio Giulini, forse i nostri appelli così sfiorerebbero le 10.000 adesioni!
Walter Lacarbonara
PS In un prossimo messaggio vi riporto qualche considerazione sulla discussione al Senato sul disegno di legge n. 1905-B.
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Mi trovo del tutto d'accordo. Sono ordinario, ma penso di aver sempre rispettato le opinioni dei colleghi più giovani accademicamente e sono del tutto convinta della giustezza delle affermazioni di Lorenzo Tortora. Mi sono sempre battuta perchè sia esattamente cosi'. Se le commissioni sono tutte di ordinari non è che la pressione non ci sia perchè ogni ordinario avrà qualcuno da sistemare al concorso successivo. Allora se si ragiona cosi' non se ne uscirà mai. Il punto è che bisogna creare un circolo virtuoso e non lo si crea certo limitando l'accesso alle commissioni.
Saluti a tutti
Anna B.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Anna Berti, MD, PhD Psychology Department, Neuropsychology research group and Neuroscience Institute of Turin (NIT) University of Turin Via Po 14, 10123 Turin (IT) http://www.psych.unito.it/main/pers/ordinari/berti.html °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
------------------ Messaggio originale ------------------- Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] pagina di giornale: associati Da: "Lorenzo Tortora de Falco" tortora@uniroma3.it Data: Mer, 22 Dicembre 2010, 12:57 am A: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Cari colleghi di Universitas,
vorrei intervenire su di un punto preciso al quale feci già rapidamente cenno giorni fa (al momento di replicare alla lettera su Science). Premetto che ringrazio Walter Lacarbonara che con Claudio Procesi ha avviato questo Forum. Mi sembra che sia un utile esercizio quello di leggere e di esprimersi, ed anche di dover far fronte ad opinioni spesso diverse dalle nostre, ed in questo spirito vorrei si leggesse il mio intervento. Speriamo che a medio termine tutto ciò sia anche efficace (intendo il forum).
Voglio dissentire con vigore dall'opinione di Walter Lacarbonara sulla presenza degli associati nelle commissioni e negli organi di governo, sottoponendovi una piccola riflessione. Notate che quanto segue è valido a fortiori per i ricercatori (peccato che domani li radieranno definitivamente dall'accademia). Sappiamo tutti credo quanto forte possa essere il potere ricattatorio di chi da ordinario è presente in una commissione insieme ad un collega associato il cui curriculum sarà a breve giudicato dallo stesso ordinario (o da un suo amico). Però, però, però...non vi pare che l'associato (sperabilmente più giovane) possa avere una visione più innovativa, più rivolta al futuro delle prossime generazioni del collega ordinario? E non vi pare che forse qualche associato anche "sotto ricatto" possa dissentire dal collega ordinario? E non vi pare che questo dissenso possa essere moooolto importante per la comunità scientifica? Prendere posizioni chiare, ferme, di minoranza; cosa di più utile al nostro paese in questo drammatico momento di spaventoso conformismo e silenzio? Io credo che togliere la possibilità di assumersi le proprie responsabilità a donne e uomini la cui età media secondo le statistiche non è inferiore ai 50 anni (non propriamente dei bambini dunque...) sia un altro modo di non credere nel futuro. E penso anche che una norma dettata dalla paura e dalla sfiducia non possa essere una buona norma. Se ci pensate, dire che si eliminano gli associati dalle commissioni e dagli organi di governo perché ricattabili, vuol dire dare agli associati il diritto di sentirsi ricattati, ed agli ordinari quello di ricattarli. Mentre io credo che dovremmo ristabilire che gli uni hanno il dovere di esprimersi secondo coscienza e gli altri hanno il dovere di rispettare le opinioni dei colleghi più giovani (e spesso anche più vicini alla ricerca). Che ci siano dei malfunzionamenti non può esimerci dall'ambire a come vorremmo che le cose fossero, perché senza questa speranza che ci stiamo a fare? Non vi pare? Oltretutto che io sappia quasi ovunque nel mondo i docenti di grado n sono giudicati da quelli di grado maggiore O UGUALE ad n (e in alcuni casi anche da quelli di grado minore di n...). Perché mai questo paese dovrebbe sempre costituire un'anomalia?
Saluti a tutti,
Lorenzo Tortora de Falco.
On Dec 21, 2010, at 12:46 PM, Walter Lacarbonara wrote:
Cari colleghi,
in merito alle iniziative del coordinamento professori associati, condivido l'impegno costruttivo ma non comprendo le ragioni di una frammentazione per categorie. Non le comprendo soprattutto di fronte alla portata di una strategia politica ampia che mina alle basi l'istituto dell'università pubblica che è unica garanzia di libertà di ricerca ed insegnamento. Mi sono sempre battuto per affermare la falsità e strumentalità di quanto viene fatto passare all'opinione pubblica sui sistemi più avanzati di università e ricerca, come quello statunitense, che è niente affatto di impianto privatistico, bensì nella sostanza fortissimamente PUBBLICO.
L'altro aspetto che non comprendo è legato alla richiesta di presenza nelle commissioni e negli organi di governo dei professori associati. Così come è stato fino ad oggi, questa presenza è fortemente condizionata dagli avanzamenti di carriera. O si va seriamente su un sistema di valutazione tipo peer review nei concorsi oppure i professori associati saranno sempre più condizionabili. Non ho sentito prevalere queste ragioni nelle discussioni. Per raffigurare meglio la situazione degli orientamenti attuali al nostro interno, vi riporto il caso di un'emblematica discussione nel Consiglio del mio Dipartimento di pochi giorni fa sui criteri per la qualifica di Professore Senior Sapienza che deve essere connotato da un profilo di eccellenza scientifica. Ho proposto che si considerassero, insieme alle altre valutazioni (criteri minimi 'burocratici' sul numero di pubblicazioni degli ultimi 3/5 anni), l'H-factor e le valutazioni della didattica frontale effettuata tramite le schede degli studenti degli utlimi 3 anni. Ho proposto che per ogni SSD si considerasse l'H-factor medio degli ultimi 3 anni e si accertasse che il candidato Professore senior "eccellente" avesse il suo H-factor superiore alla media del Dipartimento (anche di un epsilon). La mia proposta è stata definita 'provocatoria', anche da parte degli associati.
Nasce forte il sospetto che dietro le posizioni del coordinamento professori associati ci siano soltanto rivendicazioni di tipo sindacale, in linea con la tradizione del nostro paese. Oggi, più che mai, dobbiamo essere uniti, come dice Saverio Giulini, forse i nostri appelli così sfiorerebbero le 10.000 adesioni!
Walter Lacarbonara
PS In un prossimo messaggio vi riporto qualche considerazione sulla discussione al Senato sul disegno di legge n. 1905-B.
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Concordo anch'io. I concorsi spesso vedono una sana collaborazione tra commissari di fasce diverse (e' anche una bella occasione per conoscere nuovi colleghi). E molti concorsi sono serissimi.
Le varie pastette devono venir demotivate responsabilizzando sulle conseguenze di cattive assunzioni e, avendo il coraggio di denunciare eventuali situazioni di malcostume. Forse sarebbe bene cominciare a dire qualcosa quando si vedono cose non piacevoli, ma spesso non si osa intervenire per situazioni non legate al proprio settore, lasciando perpetrate tradizioni non condivisibili. Ci si fa molti nemici parlando, se lo fanno in pochi, ma se divenisse un'abitudine condivisa forse le reazioni sarebbero diverse. Ammetto che, a mio avviso per ora, anche colleghi molto seri, accettano abitudini non condivisibili. Abitudine, pigrizia, mancanza di coraggio... Non vi e' mai capitato? Laura Sacerdote
Il 22/12/2010 17:11, Annamaria Berti ha scritto:
Mi trovo del tutto d'accordo. Sono ordinario, ma penso di aver sempre rispettato le opinioni dei colleghi più giovani accademicamente e sono del tutto convinta della giustezza delle affermazioni di Lorenzo Tortora. Mi sono sempre battuta perchè sia esattamente cosi'. Se le commissioni sono tutte di ordinari non è che la pressione non ci sia perchè ogni ordinario avrà qualcuno da sistemare al concorso successivo. Allora se si ragiona cosi' non se ne uscirà mai. Il punto è che bisogna creare un circolo virtuoso e non lo si crea certo limitando l'accesso alle commissioni.
Saluti a tutti
Anna B.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Anna Berti, MD, PhD Psychology Department, Neuropsychology research group and Neuroscience Institute of Turin (NIT) University of Turin Via Po 14, 10123 Turin (IT) http://www.psych.unito.it/main/pers/ordinari/berti.html °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
------------------ Messaggio originale ------------------- Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] pagina di giornale: associati Da: "Lorenzo Tortora de Falco"tortora@uniroma3.it Data: Mer, 22 Dicembre 2010, 12:57 am A: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
Cari colleghi di Universitas,
vorrei intervenire su di un punto preciso al quale feci già rapidamente cenno giorni fa (al momento di replicare alla lettera su Science). Premetto che ringrazio Walter Lacarbonara che con Claudio Procesi ha avviato questo Forum. Mi sembra che sia un utile esercizio quello di leggere e di esprimersi, ed anche di dover far fronte ad opinioni spesso diverse dalle nostre, ed in questo spirito vorrei si leggesse il mio intervento. Speriamo che a medio termine tutto ciò sia anche efficace (intendo il forum).
Voglio dissentire con vigore dall'opinione di Walter Lacarbonara sulla presenza degli associati nelle commissioni e negli organi di governo, sottoponendovi una piccola riflessione. Notate che quanto segue è valido a fortiori per i ricercatori (peccato che domani li radieranno definitivamente dall'accademia). Sappiamo tutti credo quanto forte possa essere il potere ricattatorio di chi da ordinario è presente in una commissione insieme ad un collega associato il cui curriculum sarà a breve giudicato dallo stesso ordinario (o da un suo amico). Però, però, però...non vi pare che l'associato (sperabilmente più giovane) possa avere una visione più innovativa, più rivolta al futuro delle prossime generazioni del collega ordinario? E non vi pare che forse qualche associato anche "sotto ricatto" possa dissentire dal collega ordinario? E non vi pare che questo dissenso possa essere moooolto importante per la comunità scientifica? Prendere posizioni chiare, ferme, di minoranza; cosa di più utile al nostro paese in questo drammatico momento di spaventoso conformismo e silenzio? Io credo che togliere la possibilità di assumersi le proprie responsabilità a donne e uomini la cui età media secondo le statistiche non è inferiore ai 50 anni (non propriamente dei bambini dunque...) sia un altro modo di non credere nel futuro. E penso anche che una norma dettata dalla paura e dalla sfiducia non possa essere una buona norma. Se ci pensate, dire che si eliminano gli associati dalle commissioni e dagli organi di governo perché ricattabili, vuol dire dare agli associati il diritto di sentirsi ricattati, ed agli ordinari quello di ricattarli. Mentre io credo che dovremmo ristabilire che gli uni hanno il dovere di esprimersi secondo coscienza e gli altri hanno il dovere di rispettare le opinioni dei colleghi più giovani (e spesso anche più vicini alla ricerca). Che ci siano dei malfunzionamenti non può esimerci dall'ambire a come vorremmo che le cose fossero, perché senza questa speranza che ci stiamo a fare? Non vi pare? Oltretutto che io sappia quasi ovunque nel mondo i docenti di grado n sono giudicati da quelli di grado maggiore O UGUALE ad n (e in alcuni casi anche da quelli di grado minore di n...). Perché mai questo paese dovrebbe sempre costituire un'anomalia?
Saluti a tutti,
Lorenzo Tortora de Falco.
On Dec 21, 2010, at 12:46 PM, Walter Lacarbonara wrote:
Cari colleghi,
in merito alle iniziative del coordinamento professori associati, condivido l'impegno costruttivo ma non comprendo le ragioni di una frammentazione per categorie. Non le comprendo soprattutto di fronte alla portata di una strategia politica ampia che mina alle basi l'istituto dell'università pubblica che è unica garanzia di libertà di ricerca ed insegnamento. Mi sono sempre battuto per affermare la falsità e strumentalità di quanto viene fatto passare all'opinione pubblica sui sistemi più avanzati di università e ricerca, come quello statunitense, che è niente affatto di impianto privatistico, bensì nella sostanza fortissimamente PUBBLICO.
L'altro aspetto che non comprendo è legato alla richiesta di presenza nelle commissioni e negli organi di governo dei professori associati. Così come è stato fino ad oggi, questa presenza è fortemente condizionata dagli avanzamenti di carriera. O si va seriamente su un sistema di valutazione tipo peer review nei concorsi oppure i professori associati saranno sempre più condizionabili. Non ho sentito prevalere queste ragioni nelle discussioni. Per raffigurare meglio la situazione degli orientamenti attuali al nostro interno, vi riporto il caso di un'emblematica discussione nel Consiglio del mio Dipartimento di pochi giorni fa sui criteri per la qualifica di Professore Senior Sapienza che deve essere connotato da un profilo di eccellenza scientifica. Ho proposto che si considerassero, insieme alle altre valutazioni (criteri minimi 'burocratici' sul numero di pubblicazioni degli ultimi 3/5 anni), l'H-factor e le valutazioni della didattica frontale effettuata tramite le schede degli studenti degli utlimi 3 anni. Ho proposto che per ogni SSD si considerasse l'H-factor medio degli ultimi 3 anni e si accertasse che il candidato Professore senior "eccellente" avesse il suo H-factor superiore alla media del Dipartimento (anche di un epsilon). La mia proposta è stata definita 'provocatoria', anche da parte degli associati.
Nasce forte il sospetto che dietro le posizioni del coordinamento professori associati ci siano soltanto rivendicazioni di tipo sindacale, in linea con la tradizione del nostro paese. Oggi, più che mai, dobbiamo essere uniti, come dice Saverio Giulini, forse i nostri appelli così sfiorerebbero le 10.000 adesioni!
Walter Lacarbonara
PS In un prossimo messaggio vi riporto qualche considerazione sulla discussione al Senato sul disegno di legge n. 1905-B.
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA SAPIENZA Università di Roma via Eudossiana 18 - 00184 Rome Italy office: +39 (06) 44585-293 - fax: +39 (06) 4884852 e-mail: walter.lacarbonara@uniroma1.it webpage: w3.disg.uniroma1.it/lacarbonara
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Caro Lorenzo e cari colleghi,
mi fa piacere che sia stata avviata una discussione su un tema così delicato che riguarda tutti gli aspetti dell'organizzazione della vita universitaria, dagli scorrimenti tra fasce ai rapporti tra colleghi giovani e meno giovani. Ho apprezzato molto i vostri interventi.
Per fugare il campo da ogni dubbio sul mio punto di vista, mi pemette di riportare uno stralcio di un articolo pubblicato nel 2005 http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php?option=com_docman&task=cat_vi... e presentato in un seminario nazionale sull'Università del 2004 (tra gli altri, vi era anche il bocconiano Perotti) http://www.dsi.uniroma1.it/~cencia/OTTOPROPOSTE ed in svariate altre occasioni pubbliche.
"L’Università di oggi ed ancor più quella del futuro non può fare a meno dei giovani, deve perciò prospettare loro un realistico inquadramento in posizioni di responsabilità in tempi ragionevolmente brevi e certi. Negli altri paesi evoluti con cui ci confrontiamo nella competizione scientifica e tecnologica, i giovani, dopo avere conseguito il dottorato ed un eventuale periodo di post-dottorato utile ad affinare ulteriormente le capacità di autonomia scientifica, sono inquadrati in ruoli a forte contenuto di responsabilità ed autonomia sia nella didattica che nella ricerca. Ed è proprio in ragione della progressione di carriera che l’autonomia diventa una condizione essenziale al fine di valutare la maturità scientifica e didattica del giovane. Il percorso di crescita nel ruolo docente è graduale, spesso prevede un reclutamento iniziale nel ruolo di professore di primo livello e due avanzamenti intermedi. Secondo l’attuale riforma (ndr, Riforma Moratti), invece, sono previste a regime due sole fasce di docenza (professore associato e ordinario) di fatto allungando in modo insostenibile i tempi per l’inquadramento in un ruolo stabile, condizione necessaria per garantire libertà di ricerca e di insegnamento."
Tornando al punto che ha scatenato tanta vis polemica, quello cui ho assistito negli anni è stata una presenza di ricercatori ed associati nei concorsi priva di alcuna capacità di incidere sulle scelte, spesso gli stessi ricercatori ed associati eletti erano a loro volta sotto concorso per la progressione di carriera con un evidente conflitto di interessi. Da qui la mia provocazione. Mi farebbe piacere venire a conoscenza di situazioni di segno diverso.
Se da professori associati si vuole avere un ruolo più incisivo nell'Università occorre battersi con vigore per i valori della trasparenza e del merito delle valutazioni (non secondo gli slogan propagantistici di Maria Stella) affermando in modo limpido quei principi di autonomia ed indipendenza. Sono questi gli indirizzi prevalenti? Vi è un comune senso di consapevolezza di rappresentare il risultato di un processo selettivo di altissima qualità?
Per questo mi ritrovo a condividere pienamente le posizioni di Univeristas Futura che - fatto inedito nella storia recente dell'Università italiana - faceva di questi principi dei capisaldi del proprio manifesto per un'Università moderna. Sapete cosa si dice in certi ambienti di economisti? Che la riforma dell'Università è in ultima analisi il primo esperimento di riforma di finanza pubblica responsabile, di un nuovo modo di amministrare le risorse pubbliche agganciandole ai risultati, insomma la si giustifica, con raffinate argomentazioni di finanza pubblica moderna, come una riforma che razionalizza in senso innovativo la spesa pubblica, altro che valori, principi, ricerca, didattica, competizione globale dei saperi.
Caro Lorenzo, ricorderai i nostri incontri a Roma 3 nel 2004-2005 in cui si discuteva delle linee di una riforma che prevedesse una fascia unica, porgramma che in UNIRA avrebbe potuto trovare un consenso. Si è preferito il Coordinamento associati mentre sarebbe stato e sarebbe oggi più efficace un percorso comune, che non presti il fianco a critiche di difesa di interessi corporativi, ci battiamo tutti insieme per un'Università pubblica, moderna, finanziata con risorse congrue.
E veniamo così al presente. Il DDL passerà tra poche ore. Sono d'accordo con Claudio Procesi, ragioniamo ad esempio sulla piattaforma di pochi punti indicati che riguardano soprattutto le modalità in cui la riforma sarà implementata nei nostri Atenei.
Walter Lacarbonara
Il giorno Dec 22, 2010, alle ore 12:57 AM, Lorenzo Tortora de Falco ha scritto:
Cari colleghi di Universitas,
vorrei intervenire su di un punto preciso al quale feci già rapidamente cenno giorni fa (al momento di replicare alla lettera su Science). Premetto che ringrazio Walter Lacarbonara che con Claudio Procesi ha avviato questo Forum. Mi sembra che sia un utile esercizio quello di leggere e di esprimersi, ed anche di dover far fronte ad opinioni spesso diverse dalle nostre, ed in questo spirito vorrei si leggesse il mio intervento. Speriamo che a medio termine tutto ciò sia anche efficace (intendo il forum).
Voglio dissentire con vigore dall'opinione di Walter Lacarbonara sulla presenza degli associati nelle commissioni e negli organi di governo, sottoponendovi una piccola riflessione. Notate che quanto segue è valido a fortiori per i ricercatori (peccato che domani li radieranno definitivamente dall'accademia). Sappiamo tutti credo quanto forte possa essere il potere ricattatorio di chi da ordinario è presente in una commissione insieme ad un collega associato il cui curriculum sarà a breve giudicato dallo stesso ordinario (o da un suo amico). Però, però, però...non vi pare che l'associato (sperabilmente più giovane) possa avere una visione più innovativa, più rivolta al futuro delle prossime generazioni del collega ordinario? E non vi pare che forse qualche associato anche "sotto ricatto" possa dissentire dal collega ordinario? E non vi pare che questo dissenso possa essere moooolto importante per la comunità scientifica? Prendere posizioni chiare, ferme, di minoranza; cosa di più utile al nostro paese in questo drammatico momento di spaventoso conformismo e silenzio? Io credo che togliere la possibilità di assumersi le proprie responsabilità a donne e uomini la cui età media secondo le statistiche non è inferiore ai 50 anni (non propriamente dei bambini dunque...) sia un altro modo di non credere nel futuro. E penso anche che una norma dettata dalla paura e dalla sfiducia non possa essere una buona norma. Se ci pensate, dire che si eliminano gli associati dalle commissioni e dagli organi di governo perché ricattabili, vuol dire dare agli associati il diritto di sentirsi ricattati, ed agli ordinari quello di ricattarli. Mentre io credo che dovremmo ristabilire che gli uni hanno il dovere di esprimersi secondo coscienza e gli altri hanno il dovere di rispettare le opinioni dei colleghi più giovani (e spesso anche più vicini alla ricerca). Che ci siano dei malfunzionamenti non può esimerci dall'ambire a come vorremmo che le cose fossero, perché senza questa speranza che ci stiamo a fare? Non vi pare? Oltretutto che io sappia quasi ovunque nel mondo i docenti di grado n sono giudicati da quelli di grado maggiore O UGUALE ad n (e in alcuni casi anche da quelli di grado minore di n...). Perché mai questo paese dovrebbe sempre costituire un'anomalia?
Saluti a tutti,
Lorenzo Tortora de Falco.
On Dec 21, 2010, at 12:46 PM, Walter Lacarbonara wrote:
Cari colleghi,
in merito alle iniziative del coordinamento professori associati, condivido l'impegno costruttivo ma non comprendo le ragioni di una frammentazione per categorie. Non le comprendo soprattutto di fronte alla portata di una strategia politica ampia che mina alle basi l'istituto dell'università pubblica che è unica garanzia di libertà di ricerca ed insegnamento. Mi sono sempre battuto per affermare la falsità e strumentalità di quanto viene fatto passare all'opinione pubblica sui sistemi più avanzati di università e ricerca, come quello statunitense, che è niente affatto di impianto privatistico, bensì nella sostanza fortissimamente PUBBLICO.
L'altro aspetto che non comprendo è legato alla richiesta di presenza nelle commissioni e negli organi di governo dei professori associati. Così come è stato fino ad oggi, questa presenza è fortemente condizionata dagli avanzamenti di carriera. O si va seriamente su un sistema di valutazione tipo peer review nei concorsi oppure i professori associati saranno sempre più condizionabili. Non ho sentito prevalere queste ragioni nelle discussioni. Per raffigurare meglio la situazione degli orientamenti attuali al nostro interno, vi riporto il caso di un'emblematica discussione nel Consiglio del mio Dipartimento di pochi giorni fa sui criteri per la qualifica di Professore Senior Sapienza che deve essere connotato da un profilo di eccellenza scientifica. Ho proposto che si considerassero, insieme alle altre valutazioni (criteri minimi 'burocratici' sul numero di pubblicazioni degli ultimi 3/5 anni), l'H-factor e le valutazioni della didattica frontale effettuata tramite le schede degli studenti degli utlimi 3 anni. Ho proposto che per ogni SSD si considerasse l'H-factor medio degli ultimi 3 anni e si accertasse che il candidato Professore senior "eccellente" avesse il suo H-factor superiore alla media del Dipartimento (anche di un epsilon). La mia proposta è stata definita 'provocatoria', anche da parte degli associati.
Nasce forte il sospetto che dietro le posizioni del coordinamento professori associati ci siano soltanto rivendicazioni di tipo sindacale, in linea con la tradizione del nostro paese. Oggi, più che mai, dobbiamo essere uniti, come dice Saverio Giulini, forse i nostri appelli così sfiorerebbero le 10.000 adesioni!
Walter Lacarbonara
PS In un prossimo messaggio vi riporto qualche considerazione sulla discussione al Senato sul disegno di legge n. 1905-B.
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