Gli ultimi sviluppi di questo dibattito mi lasciano perplesso. Ricordo che esso è stato stimolato da quanto aveva segnalato Cosmelli riguardo un sottosegretario del nostro governo divenuto professore ordinario con un cammino inconsueto, che dava adito a seri dubbi circa pressioni su altri candidati. Il tema era chiaro e ben delimitato, Questo ha condotto, con una velocità notevole, ad una variegata analisi dei difetti del nostro sistema concorsuale e in genere dell'Università italiana, Si sono ripetute cose già scritte (purtroppo con incisività nulla) in questo stesso Foro un numero infinito di volte. Le ultime note poi parlano per se stesse: polemiche personali di nessun interesse generale, discussioni sulle qualità degli stranieri in confronto con gli italiani e simili, discussioni su IF e ultima l'analisi delle posizioni della famiglia Frati. Tutto ciò (in gran pare per altro ben noto) interessa forse o anche certamente il nostro ambito professionale, però nel caso specifico il problema posto era più generale Alcuni giorni fa registrai i dubbi di Claudio Procesi sull'utilità di questa discussione, dubbi che sembra non turbino molti dei colleghi. Li condivido, chiarendo che è appena ovvio, e in un mondo diverso nemmeno dovrei scriverlo, ma lo faccio per evitare una serie di mail che mi accusino del contrario, che il sistema di nomina dei professori universitari vigente finora ha permesso abusi e che in qualche caso o spesso tali abusi hanno prodotto risultati scandalosi e che nel sistema di potere universitario si hanno molte storture. Tuttavia il caso che ha stimolato il dibattito poneva un problema diverso, più generale, e che travalica i ristretti limiti del mondo accademico. I dati presentati da Cosmelli hanno ricevuto una risposta sul blog del sottosegretario. Il sottosegretario ha minimizzato la rilevanza dei ritiri degli altri candidati sostenendo anche che, in fondo, essendo rimasti due soli candidati non ha sottratto il posto a nessuno. Questi argomenti, pur nella loro debolezza, di nuovo riguardano solamente l'Università e al resto degli italiani non credo che interessino più di tanto. Tuttavia il sottosegretario ha affermato che le date di quei ritiri sono state antecedenti (con una eccezione) quella della fine del concorso in cui è risultato idoneo. Cosmelli ha ribadito che ciò non rispondeva a verità in un certo numero dei casi di ritiro e, riferendosi al caso eccezionale, ha posto in evidenza la singolare coincidenza tra la conclusione del concorso in cui il sottosegretario è stato dichiarato idoneo e quella di un nuovo bando di concorso che si concluso con l'idoneità del candidato di cui al caso eccezionale. Sulla base di tali fatti Cosmelli ha posto il problema dell'opportunità della permanenza nel governo di quel sottosegretario chiamando in causa il presidente del Consiglio, che certamente ha sensibiltà e esperienza in materia di Università. Questo problema non mi pare riguardare unicamente alcune decine di migliaia di docenti universitari, eppure la piega che ha preso il dibattito in questo Foro lo ha fatto perdere di vista. Se questo Foro vuole essere qualcosa di più di un club di mutual admiration (neanche poi tanto a dire il vero, date alcune mail apparse in esso) dovrebbe far propria la questione posta da Cosmelli: Occupa il sottosegretario in questione degnamente il suo posto nel nostro governo? e la domanda non si riferisce al concorso, le cui responsabilità non sono ascrivibili al sottosegretario, ma all'essere accusato di aver fornito informazioni false e fuorvianti sulle circostanze temporali dei ritiri degli altri candidati. A mio avviso si tratta di un piano totalmente differente da quanto invece alimenta questo dibattito e sono sorpreso di dovermi sentir una voce che parla nel deserto.
Mi associo a quanto scritto da Violini, il forum mi sembra continuamente deviare su discorsi demagogici poco costruttivi
Laura Sacerdote
2012/2/10 Galileo violini leoviolini@yahoo.it
Gli ultimi sviluppi di questo dibattito mi lasciano perplesso. Ricordo che esso è stato stimolato da quanto aveva segnalato Cosmelli riguardo un sottosegretario del nostro governo divenuto professore ordinario con un cammino inconsueto, che dava adito a seri dubbi circa pressioni su altri candidati. Il tema era chiaro e ben delimitato, Questo ha condotto, con una velocità notevole, ad una variegata analisi dei difetti del nostro sistema concorsuale e in genere dell'Università italiana, Si sono ripetute cose già scritte (purtroppo con incisività nulla) in questo stesso Foro un numero infinito di volte. Le ultime note poi parlano per se stesse: polemiche personali di nessun interesse generale, discussioni sulle qualità degli stranieri in confronto con gli italiani e simili, discussioni su IF e ultima l'analisi delle posizioni della famiglia Frati. Tutto ciò (in gran pare per altro ben noto) interessa forse o anche certamente il nostro ambito professionale, però nel caso specifico il problema posto era più generale Alcuni giorni fa registrai i dubbi di Claudio Procesi sull'utilità di questa discussione, dubbi che sembra non turbino molti dei colleghi. Li condivido, chiarendo che è appena ovvio, e in un mondo diverso nemmeno dovrei scriverlo, ma lo faccio per evitare una serie di mail che mi accusino del contrario, che il sistema di nomina dei professori universitari vigente finora ha permesso abusi e che in qualche caso o spesso tali abusi hanno prodotto risultati scandalosi e che nel sistema di potere universitario si hanno molte storture. Tuttavia il caso che ha stimolato il dibattito poneva un problema diverso, più generale, e che travalica i ristretti limiti del mondo accademico. I dati presentati da Cosmelli hanno ricevuto una risposta sul blog del sottosegretario. Il sottosegretario ha minimizzato la rilevanza dei ritiri degli altri candidati sostenendo anche che, in fondo, essendo rimasti due soli candidati non ha sottratto il posto a nessuno. Questi argomenti, pur nella loro debolezza, di nuovo riguardano solamente l'Università e al resto degli italiani non credo che interessino più di tanto. Tuttavia il sottosegretario ha affermato che le date di quei ritiri sono state antecedenti (con una eccezione) quella della fine del concorso in cui è risultato idoneo. Cosmelli ha ribadito che ciò non rispondeva a verità in un certo numero dei casi di ritiro e, riferendosi al caso eccezionale, ha posto in evidenza la singolare coincidenza tra la conclusione del concorso in cui il sottosegretario è stato dichiarato idoneo e quella di un nuovo bando di concorso che si concluso con l'idoneità del candidato di cui al caso eccezionale. Sulla base di tali fatti Cosmelli ha posto il problema dell'opportunità della permanenza nel governo di quel sottosegretario chiamando in causa il presidente del Consiglio, che certamente ha sensibiltà e esperienza in materia di Università. Questo problema non mi pare riguardare unicamente alcune decine di migliaia di docenti universitari, eppure la piega che ha preso il dibattito in questo Foro lo ha fatto perdere di vista. Se questo Foro vuole essere qualcosa di più di un club di mutual admiration (neanche poi tanto a dire il vero, date alcune mail apparse in esso) dovrebbe far propria la questione posta da Cosmelli: Occupa il sottosegretario in questione degnamente il suo posto nel nostro governo? e la domanda non si riferisce al concorso, le cui responsabilità non sono ascrivibili al sottosegretario, ma all'essere accusato di aver fornito informazioni false e fuorvianti sulle circostanze temporali dei ritiri degli altri candidati. A mio avviso si tratta di un piano totalmente differente da quanto invece alimenta questo dibattito e sono sorpreso di dovermi sentir una voce che parla nel deserto. _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Concordo anche io pienamente con quanto scritto dal Collega Violini. Pur essendo ormai in pensione, seguo sempre con molto interesse questo forum. Ho cercato allora di tirare un po' le somme dei dibattiti che si sono svolti in queste ultime settimane. A me sembra che siano stati affrontati, sia pure in maniera piuttosto confusa, e disorganica, molti temi di grande rilevanza. Ne cito alcuni, non in ordine di importanza, ma così come mi ritornano in mente: 1) Le nuove (e pessime) normative su PRIN e FIRB; 2) strettamente collegato a questo tema, il problema della valutazione, sia per quanto riguarda i "valutatori" (italiani vs. stranieri), sia per quel che concerne i criteri bibliometrici; 3) responsabilità di tutta la classe dirigente aaccademica, in cui ovviamente mi includo, e non solo dei legislatori occasionali o delle singole commissioni, per il degrado cui è ormai avviata l'Università (su questo tema mi sembra che ci sia qualche ipocrisia); 4) valore legale dei titoli di studio; 5) familismo; 6) il caso Martone (il cui significato va molto al di là del singolo e tutto sommato banale episodio). Su ciascuno di questi argomenti è stato detto e ridetto tutto e il contrario di tutto. Su nessuno (tranne forse per il caso Martone) si è giunti a delle conclusioni condivise, anzi il dibattito spesso non ha fatto altro che esasperare delle posizioni contrapposte. Ma quand'anche si raggiungessero delle conclusioni condivise su tutti i temi, quale ne sarebbe l'impatto sulla realtà? Probabilmente prossimo a zero. Tutto inutile allora (a parte il valore terapeutico di questi sfoghi...)? Io sono sicuro di no, se il dibattito servisse di spunto ai più giovani per passare dal piano virtuale del forum a quello reale, dando vita in ogni Università a dei "movimenti", non solo di protesta, ma anche e soprattutto propositivi. Ricordo che nei primi anni '80, dopo l'approvazione dell'ormai mitico DPR 382/80, il cui difetto principale fu quello di fermarsi ad un passo da una vera e rivoluzionaria riforma universitaria, nacque a Napoli un "coordinamento dei professori universitari," (guidato, tra gli altri, da personalità come il filosofo Aldo Masullo ed il matematico Antonio Zitarosa. e di cui sono orgoglioso di averne fatto parte) che raggiunse, dopo una lotta che assunse toni anche aspri, obiettivi molto importanti su scala nazionale, in primis una rivalutazione del "tempo pieno". Certo, erano altri tempi, si avvertiva ancora l'onda lunga del '68, tuttavia oggi vi è in più la straordinaria opportunità fornita dalla rete di organizzarsi anche rapidamente su larga scala, senza la necessità di assemblee oceanicehe, verso cui oggi i giovani sono giustamente refrattari Non penso, ovviamente, ad iniziative alla Beppe Grillo (con tutto il rispetto ad esse dovuto), o ai no-TAV, Tuttavia sono convinto che fin quando gli universitari si limiteranno a protestare seduti davanti a un computer, ben poco potranno cambiare le cose. Vi chiedo scusa per la prolissità. Guido Rossi Emerito dell'Università di Napoli Federico II guido.rossi@unina.it
----- Original Message ----- From: "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Friday, February 10, 2012 2:38 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Mi associo a quanto scritto da Violini, il forum mi sembra continuamente deviare su discorsi demagogici poco costruttivi
Laura Sacerdote
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Mi trovo ovviamente d'accordo con l'analisi di Guido Rossi e ne apprezzo la sincerità.
Patrizio Dimitri
Il 10/02/12 18.09, "Guido Rossi" guirossi@unina.it ha scritto:
Concordo anche io pienamente con quanto scritto dal Collega Violini. Pur essendo ormai in pensione, seguo sempre con molto interesse questo forum. Ho cercato allora di tirare un po' le somme dei dibattiti che si sono svolti in queste ultime settimane. A me sembra che siano stati affrontati, sia pure in maniera piuttosto confusa, e disorganica, molti temi di grande rilevanza. Ne cito alcuni, non in ordine di importanza, ma così come mi ritornano in mente:
- Le nuove (e pessime) normative su PRIN e FIRB;
- strettamente collegato a questo tema, il problema della valutazione, sia
per quanto riguarda i "valutatori" (italiani vs. stranieri), sia per quel che concerne i criteri bibliometrici; 3) responsabilità di tutta la classe dirigente aaccademica, in cui ovviamente mi includo, e non solo dei legislatori occasionali o delle singole commissioni, per il degrado cui è ormai avviata l'Università (su questo tema mi sembra che ci sia qualche ipocrisia); 4) valore legale dei titoli di studio; 5) familismo; 6) il caso Martone (il cui significato va molto al di là del singolo e tutto sommato banale episodio). Su ciascuno di questi argomenti è stato detto e ridetto tutto e il contrario di tutto. Su nessuno (tranne forse per il caso Martone) si è giunti a delle conclusioni condivise, anzi il dibattito spesso non ha fatto altro che esasperare delle posizioni contrapposte. Ma quand'anche si raggiungessero delle conclusioni condivise su tutti i temi, quale ne sarebbe l'impatto sulla realtà? Probabilmente prossimo a zero. Tutto inutile allora (a parte il valore terapeutico di questi sfoghi...)? Io sono sicuro di no, se il dibattito servisse di spunto ai più giovani per passare dal piano virtuale del forum a quello reale, dando vita in ogni Università a dei "movimenti", non solo di protesta, ma anche e soprattutto propositivi. Ricordo che nei primi anni '80, dopo l'approvazione dell'ormai mitico DPR 382/80, il cui difetto principale fu quello di fermarsi ad un passo da una vera e rivoluzionaria riforma universitaria, nacque a Napoli un "coordinamento dei professori universitari," (guidato, tra gli altri, da personalità come il filosofo Aldo Masullo ed il matematico Antonio Zitarosa. e di cui sono orgoglioso di averne fatto parte) che raggiunse, dopo una lotta che assunse toni anche aspri, obiettivi molto importanti su scala nazionale, in primis una rivalutazione del "tempo pieno". Certo, erano altri tempi, si avvertiva ancora l'onda lunga del '68, tuttavia oggi vi è in più la straordinaria opportunità fornita dalla rete di organizzarsi anche rapidamente su larga scala, senza la necessità di assemblee oceanicehe, verso cui oggi i giovani sono giustamente refrattari Non penso, ovviamente, ad iniziative alla Beppe Grillo (con tutto il rispetto ad esse dovuto), o ai no-TAV, Tuttavia sono convinto che fin quando gli universitari si limiteranno a protestare seduti davanti a un computer, ben poco potranno cambiare le cose. Vi chiedo scusa per la prolissità. Guido Rossi Emerito dell'Università di Napoli Federico II guido.rossi@unina.it
----- Original Message ----- From: "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Friday, February 10, 2012 2:38 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
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Mi associo anch'io a a quanto scrive Galileo Violini
aggiungendo che Martone, liberato dai suoi impegni di governo, potrebbe utilmente dedicarsi ad arricchire la sua debolissima lista di pubblicazioni
giovanni vittorio pallottino
----- Original Message ----- From: "Laura Sacerdote" laura.sacerdote@gmail.com To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Friday, February 10, 2012 2:38 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] (senza oggetto)
Mi associo a quanto scritto da Violini, il forum mi sembra continuamente deviare su discorsi demagogici poco costruttivi
Laura Sacerdote
2012/2/10 Galileo violini leoviolini@yahoo.it
Gli ultimi sviluppi di questo dibattito mi lasciano perplesso. Ricordo che esso è stato stimolato da quanto aveva segnalato Cosmelli riguardo un sottosegretario del nostro governo divenuto professore ordinario con un cammino inconsueto, che dava adito a seri dubbi circa pressioni su altri candidati. Il tema era chiaro e ben delimitato, Questo ha condotto, con una velocità notevole, ad una variegata analisi dei difetti del nostro sistema concorsuale e in genere dell'Università italiana, Si sono ripetute cose già scritte (purtroppo con incisività nulla) in questo stesso Foro un numero infinito di volte. Le ultime note poi parlano per se stesse: polemiche personali di nessun interesse generale, discussioni sulle qualità degli stranieri in confronto con gli italiani e simili, discussioni su IF e ultima l'analisi delle posizioni della famiglia Frati. Tutto ciò (in gran pare per altro ben noto) interessa forse o anche certamente il nostro ambito professionale, però nel caso specifico il problema posto era più generale Alcuni giorni fa registrai i dubbi di Claudio Procesi sull'utilità di questa discussione, dubbi che sembra non turbino molti dei colleghi. Li condivido, chiarendo che è appena ovvio, e in un mondo diverso nemmeno dovrei scriverlo, ma lo faccio per evitare una serie di mail che mi accusino del contrario, che il sistema di nomina dei professori universitari vigente finora ha permesso abusi e che in qualche caso o spesso tali abusi hanno prodotto risultati scandalosi e che nel sistema di potere universitario si hanno molte storture. Tuttavia il caso che ha stimolato il dibattito poneva un problema diverso, più generale, e che travalica i ristretti limiti del mondo accademico. I dati presentati da Cosmelli hanno ricevuto una risposta sul blog del sottosegretario. Il sottosegretario ha minimizzato la rilevanza dei ritiri degli altri candidati sostenendo anche che, in fondo, essendo rimasti due soli candidati non ha sottratto il posto a nessuno. Questi argomenti, pur nella loro debolezza, di nuovo riguardano solamente l'Università e al resto degli italiani non credo che interessino più di tanto. Tuttavia il sottosegretario ha affermato che le date di quei ritiri sono state antecedenti (con una eccezione) quella della fine del concorso in cui è risultato idoneo. Cosmelli ha ribadito che ciò non rispondeva a verità in un certo numero dei casi di ritiro e, riferendosi al caso eccezionale, ha posto in evidenza la singolare coincidenza tra la conclusione del concorso in cui il sottosegretario è stato dichiarato idoneo e quella di un nuovo bando di concorso che si concluso con l'idoneità del candidato di cui al caso eccezionale. Sulla base di tali fatti Cosmelli ha posto il problema dell'opportunità della permanenza nel governo di quel sottosegretario chiamando in causa il presidente del Consiglio, che certamente ha sensibiltà e esperienza in materia di Università. Questo problema non mi pare riguardare unicamente alcune decine di migliaia di docenti universitari, eppure la piega che ha preso il dibattito in questo Foro lo ha fatto perdere di vista. Se questo Foro vuole essere qualcosa di più di un club di mutual admiration (neanche poi tanto a dire il vero, date alcune mail apparse in esso) dovrebbe far propria la questione posta da Cosmelli: Occupa il sottosegretario in questione degnamente il suo posto nel nostro governo? e la domanda non si riferisce al concorso, le cui responsabilità non sono ascrivibili al sottosegretario, ma all'essere accusato di aver fornito informazioni false e fuorvianti sulle circostanze temporali dei ritiri degli altri candidati. A mio avviso si tratta di un piano totalmente differente da quanto invece alimenta questo dibattito e sono sorpreso di dovermi sentir una voce che parla nel deserto. _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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-- Laura Sacerdote Dipartimento di Matematica Università di Torino Via Carlo Alberto 10 10123 Torino, Italia tel. +39 0116702919 fax +39 0116702878 http://www.dm.unito.it/personalpages/sacerdote/ _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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