A me sembra che la valutazione della didattica si possa fare solo facendo la statistica di dove vanno a finire i prodotti (diplomati,laureati e dottorati). Certo che se vengono impiegati nei call centers allora ...... Giovanni Giacometti
At 08.50 23/03/2009 +0100, you wrote:
----Messaggio originale----
"CT" >Da: traverso@posso.dm.unipi.it
> "CC" == carlo.carminati@fastwebnet.it writes:
CC> Io penso che la valutazione degli atenei (ai fini della CC> spartizione dei fondi) vada effettuata solo sulla base della CC> ricerca.
Non sono d'accordo, una universita' eccellente deve fornire eccellente ricerca ed eccellente didattica, dichiarare che si valutera' solo la ricerca significa che si incoraggia a trascurare la didattica; ricordiamoci che si e' insistito che la buona ricerca e' necessaria ad avere buona didattica; ma ci sono ricercatori molto produttivi che sono pessimi didatti.
Mi accorgo di essermi espresso molto male: quello che intendevo e' che mi sembra difficile immaginare un sistema centralizzato che valuti analiticamente la didattica (sarebbe gia' tanto riuscire a valutare la ricerca!).
Mi sembra invece piu' realistico che i singoli Atenei (o -meglio ancora- Dipartimenti) provvedano a valutare ed incentivare la didattica (con "overhead" o altro).
Ovviamente i finanziamenti agli atenei dipendono comunque anche da parametri legati -indirettamente- alla qualita' della didattica (es: il numero di studenti).
Insomma: il problema non e' quello di stabilire se si debba valutare la didattica (e premiare la buona didattica) ma, piu' banalmente, con quali meccanismi si possa raggiungere questo scopo.
c.c.
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Anche questo sistema non mi sembra privo di difetti. Chi si laurea al sud d'Italia, o comunque è lì residente, ha certamente meno opportunità di un lavoro qualificato. Bruno Borgia
On 23 Mar, 2009, at 9:44 AM, Giacometti wrote:
A me sembra che la valutazione della didattica si possa fare solo facendo la statistica di dove vanno a finire i prodotti (diplomati,laureati e dottorati). Certo che se vengono impiegati nei call centers allora ...... Giovanni Giacometti
At 08.50 23/03/2009 +0100, you wrote:
----Messaggio originale----
"CT" >Da: traverso@posso.dm.unipi.it
>> "CC" == carlo.carminati@fastwebnet.it writes:
CC> Io penso che la valutazione degli atenei (ai fini della CC> spartizione dei fondi) vada effettuata solo sulla base della CC> ricerca.
Non sono d'accordo, una universita' eccellente deve fornire eccellente ricerca ed eccellente didattica, dichiarare che si valutera' solo la ricerca significa che si incoraggia a trascurare la didattica; ricordiamoci che si e' insistito che la buona ricerca e' necessaria ad avere buona didattica; ma ci sono ricercatori molto produttivi che sono pessimi didatti.
Mi accorgo di essermi espresso molto male: quello che intendevo e' che mi sembra difficile immaginare un sistema centralizzato che valuti analiticamente la didattica (sarebbe gia' tanto riuscire a valutare la ricerca!).
Mi sembra invece piu' realistico che i singoli Atenei (o -meglio ancora- Dipartimenti) provvedano a valutare ed incentivare la didattica (con "overhead" o altro).
Ovviamente i finanziamenti agli atenei dipendono comunque anche da parametri legati -indirettamente- alla qualita' della didattica (es: il numero di studenti).
Insomma: il problema non e' quello di stabilire se si debba valutare la didattica (e premiare la buona didattica) ma, piu' banalmente, con quali meccanismi si possa raggiungere questo scopo.
c.c.
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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