Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno votato il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non accenna a preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che mettere, l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani non si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università: ma io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
1. Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di tipo B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia di dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
2. Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche- riducendo al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo di tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto tanto da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un "troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo padre e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei, nella sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo."
Ottima lettera, se c'è da firmare la firmo... MD
2013/11/12 morante silvia.morante@roma2.infn.it
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno votato il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non accenna a preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che mettere, l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani non si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università: ma io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di tipo
B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia di dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche- riducendo al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo di tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto tanto da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un "troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo padre e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei, nella sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo."
--
Prof. Silvia Morante
Member of the C6 Commission of IUPAP
Representativefor the connectivity with IUPAB
Department of Physics University of Rome "Tor Vergata"
Via della Ricerca Scientifica, 1 00133 Roma - Italy
Tel. +390672594554
Fax. +39062023507
http://biophys.roma2.infn.it/index.php/group-members/50-morante-web-page
*/"Ceux qui peuvent vous faire croire des absurdités peuvent vous faire commettre des atrocités."/*/François-Marie Arouet -- Voltaire/
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Anche io mi associo completamente. Ho 67 anni, dovrei far parte dei "generosi": mi accorgo di non essere più come a 50 anni, ma faccio ancora 2 corsi di cui uno di laboratorio - in cui sono sempre presente, e se non sono andato in pensione finora, disgustato da come ci costringono a lavorare (i fondi PRIN diminuito del 80% in 10 anni, moduli da riempire on line - con un programma che non funziona, per dire cosa faccio invece di fare) è stato perché NON vengono assunti IN POSIZIONE PERMANENTE i precari che vengono dopo di me...
Grazie per aver scritto. Non so come vuoi formalizzare la lettera, se come lettera aperta o privata, e se la vuoi firmare solo te, o chiamare a raccolta anche altri. Bisogna cercare di pubblicizzarla (cosa estremamente difficile, come sai).
Alberto
Sono d'accordo che l'intervista era offensiva e che i problemi dell'Università italiana sono da ricercare principalmente nel deliberato sottofinanziamento generale (particolarmente grottesco nel caso degli ultimi PRIN). Non concordo molto sullo screditare la ministra che mi pare abbia qualche merito scientifico... Ciò non toglie che non mi pare stia facendo (o gli stiano facendo fare) molto per migliorare la situazione. Aggiungo che, che io sappia, almeno a Firenze i docenti vanno già in pensione a 70 anni perchè l'Ateneo non concede deroghe e ha anche un regolamento abbastanza stretto per dichiarare un prof. emerito. Inoltre l'allungamento dell'età di pensionamento a 67 anni (e magari oltre in futuro) mi sembra che renda sempre minore la differenza. Mi chiedo quindi quale sia il senso di ribadire ciò che già è... Detto questo, di professori in servizio sulla carta ma non molto sul campo ne ho visti diversi, quindi non nascondiamoci dietro a un dito. Saluti Alessio Papini
On 11/12/2013 08:59 AM, Alberto Girlando wrote:
Anche io mi associo completamente. Ho 67 anni, dovrei far parte dei "generosi": mi accorgo di non essere più come a 50 anni, ma faccio ancora 2 corsi di cui uno di laboratorio - in cui sono sempre presente, e se non sono andato in pensione finora, disgustato da come ci costringono a lavorare (i fondi PRIN diminuito del 80% in 10 anni, moduli da riempire on line - con un programma che non funziona, per dire cosa faccio invece di fare) è stato perché NON vengono assunti IN POSIZIONE PERMANENTE i precari che vengono dopo di me...
Grazie per aver scritto. Non so come vuoi formalizzare la lettera, se come lettera aperta o privata, e se la vuoi firmare solo te, o chiamare a raccolta anche altri. Bisogna cercare di pubblicizzarla (cosa estremamente difficile, come sai).
Alberto
Cari colleghi,
Sono d'accordo, la ministra è stata molto offensiva e ha ecceduto, anche perché ormai gli ordinari vanno in pensione a 70 anni, con alcune eccezioni e non credo sia questo ora il problema delle università e della ricerca. Colpisce anche, che un politico, si concentri sul pensionamento dei docenti universitari quando i politici hanno pensioni d'oro solo per aver scaldato le sedie per qualche anno. Colpisce soprattutto alla luce del recente studio della UIL secondo cui i costi annuali che gravitano intorno alla politica sono di circa 21 milioni di euro all'anno!!! http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/03/dai-consulenti-ai-portaborse-piu- di-milione-di-persone-vivono-di-politica/763832/
Detto questo, sono però anche io convinto che, pur sottolineando questo scivolone della Ministra, dovremmo protestare violentemente e compatti soprattutto contro i tagli a università e ricerca pubbliche, contro il sistema automatico e casereccio dell'Anvur ed il caos delle abilitazioni, contro l'infamia dei 38 milioni di euro al Prin 2012 e contro la ventilata concellazione del Prin 2013 che se confermata, sarebbe l'ennesimo schiaffo a migliaia di professionisti seri che lavorano nelle università e nei centri di ricerca.
Su questi argomenti ho scritto una lettera a Enrico Letta che spero l'abbia letta (scusate il gioco di parole) e che è stata pubblicata ieri da Europa. Chi vuole può inserire commenti salla elttera sul sito, oppure può mandare delel repliche direttamente al giornale. http://www.europaquotidiano.it/2013/11/11/caro-letta-universita-e-ricerca-so no-ancora-figlie-di-un-dio-minore/
Se volete possiamo organizzare un altro documento più approfondito da inviare alla Ministra.
Saluti a tutti, Patrizio Dimitri
Sono d'accordo che l'intervista era offensiva e che i problemi dell'Università italiana sono da ricercare principalmente nel deliberato sottofinanziamento generale (particolarmente grottesco nel caso degli ultimi PRIN). Non concordo molto sullo screditare la ministra che mi pare abbia qualche merito scientifico... Ciò non toglie che non mi pare stia facendo (o gli stiano facendo fare) molto per migliorare la situazione. Aggiungo che, che io sappia, almeno a Firenze i docenti vanno già in pensione a 70 anni perchè l'Ateneo non concede deroghe e ha anche un regolamento abbastanza stretto per dichiarare un prof. emerito. Inoltre l'allungamento dell'età di pensionamento a 67 anni (e magari oltre in futuro) mi sembra che renda sempre minore la differenza. Mi chiedo quindi quale sia il senso di ribadire ciò che già è... Detto questo, di professori in servizio sulla carta ma non molto sul campo ne ho visti diversi, quindi non nascondiamoci dietro a un dito. Saluti Alessio Papini
On 11/12/2013 08:59 AM, Alberto Girlando wrote:
Anche io mi associo completamente. Ho 67 anni, dovrei far parte dei "generosi": mi accorgo di non essere più come a 50 anni, ma faccio ancora 2 corsi di cui uno di laboratorio - in cui sono sempre presente, e se non sono andato in pensione finora, disgustato da come ci costringono a lavorare (i fondi PRIN diminuito del 80% in 10 anni, moduli da riempire on line - con un programma che non funziona, per dire cosa faccio invece di fare) è stato perché NON vengono assunti IN POSIZIONE PERMANENTE i precari che vengono dopo di me...
Grazie per aver scritto. Non so come vuoi formalizzare la lettera, se come lettera aperta o privata, e se la vuoi firmare solo te, o chiamare a raccolta anche altri. Bisogna cercare di pubblicizzarla (cosa estremamente difficile, come sai).
Alberto
i problemi sono tanti, ma non è uno scivolone innocente. Come professore universitario (anche se ancora non prossima alla pensione) sono offesa ed umiliata quando sento che tanti colleghi che si spendono per tirare avanti la baracca (e sappiamo in quali condizioni) sono trattati da ingenerosi e disonesti. Non dobbiamo tacere, abbiamo taciuto anche troppo quando hanno gettato fango sulle università. Abbiamo tanti problemi, ma nessuno di essi sarà risolto se non ci riprendiamo un po' di dignità.
saluti anna
2013/11/12 Patrizio Dimitri patrizio.dimitri@uniroma1.it
Cari colleghi,
Sono d'accordo, la ministra è stata molto offensiva e ha ecceduto, anche perché ormai gli ordinari vanno in pensione a 70 anni, con alcune eccezioni e non credo sia questo ora il problema delle università e della ricerca. Colpisce anche, che un politico, si concentri sul pensionamento dei docenti universitari quando i politici hanno pensioni d'oro solo per aver scaldato le sedie per qualche anno. Colpisce soprattutto alla luce del recente studio della UIL secondo cui i costi annuali che gravitano intorno alla politica sono di circa 21 milioni di euro all'anno!!!
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/03/dai-consulenti-ai-portaborse-piu- di-milione-di-persone-vivono-di-politica/763832/
Detto questo, sono però anche io convinto che, pur sottolineando questo scivolone della Ministra, dovremmo protestare violentemente e compatti soprattutto contro i tagli a università e ricerca pubbliche, contro il sistema automatico e casereccio dell'Anvur ed il caos delle abilitazioni, contro l'infamia dei 38 milioni di euro al Prin 2012 e contro la ventilata concellazione del Prin 2013 che se confermata, sarebbe l'ennesimo schiaffo a migliaia di professionisti seri che lavorano nelle università e nei centri di ricerca.
Su questi argomenti ho scritto una lettera a Enrico Letta che spero l'abbia letta (scusate il gioco di parole) e che è stata pubblicata ieri da Europa. Chi vuole può inserire commenti salla elttera sul sito, oppure può mandare delel repliche direttamente al giornale.
http://www.europaquotidiano.it/2013/11/11/caro-letta-universita-e-ricerca-so no-ancora-figlie-di-un-dio-minore/
Se volete possiamo organizzare un altro documento più approfondito da inviare alla Ministra.
Saluti a tutti, Patrizio Dimitri
Sono d'accordo che l'intervista era offensiva e che i problemi dell'Università italiana sono da ricercare principalmente nel deliberato sottofinanziamento generale (particolarmente grottesco nel caso degli ultimi PRIN). Non concordo molto sullo screditare la ministra che mi pare abbia qualche merito scientifico... Ciò non toglie che non mi pare stia facendo (o gli stiano facendo fare) molto per migliorare la situazione. Aggiungo che, che io sappia, almeno a Firenze i docenti vanno già in pensione a 70 anni perchè l'Ateneo non concede deroghe e ha anche un regolamento abbastanza stretto per dichiarare un prof. emerito. Inoltre l'allungamento dell'età di pensionamento a 67 anni (e magari oltre in futuro) mi sembra che renda sempre minore la differenza. Mi chiedo quindi quale sia il senso di ribadire ciò che già è... Detto questo, di professori in servizio sulla carta ma non molto sul campo ne ho visti diversi, quindi non nascondiamoci dietro a un dito. Saluti Alessio Papini
On 11/12/2013 08:59 AM, Alberto Girlando wrote:
Anche io mi associo completamente. Ho 67 anni, dovrei far parte dei "generosi": mi accorgo di non essere più come a 50 anni, ma faccio ancora 2 corsi di cui uno di laboratorio - in cui sono sempre presente, e se non sono andato in pensione finora, disgustato da come ci costringono a lavorare (i fondi PRIN diminuito del 80% in 10 anni, moduli da riempire on line - con un programma che non funziona, per dire cosa faccio invece di fare) è stato perché NON vengono assunti IN POSIZIONE PERMANENTE i precari che vengono dopo di me...
Grazie per aver scritto. Non so come vuoi formalizzare la lettera, se come lettera aperta o privata, e se la vuoi firmare solo te, o chiamare a raccolta anche altri. Bisogna cercare di pubblicizzarla (cosa estremamente difficile, come sai).
Alberto
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
mah! di fatto sono gli atenei, i rettori, a riprendersi qualche pensionato disponibile per fargli fare il lavoro che dovrebbero fare i "giovani", ossia insegnare corsi di base con contrattini e risparmiare qualche soldo, mentre non si preoccupano se perdono scienziati di fama internazionale che ancora possono dare molto, a cui ancora i "giovani" chiedono lettere di raccomandazione per andare a studiare all'estero. Purtroppo siamo in un periodo scellerato, adesso stanno anche decidendo di tagliarci le pensioni, visto che pare che abbiamo avuto il torto, la colpa, di vivere in un periodo in cui valeva il sistema retribitutivo. Si sente distintamente l'urlo della curva Sud: "dovete mori' ". Claudio
On Nov 12, 2013, at 8:46 AM, morante wrote:
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno votato il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non accenna a preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che mettere, l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani non si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università: ma io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di tipo
B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia di dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche- riducendo al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo di tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto tanto da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un "troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo padre e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei, nella sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo."
--
Prof. Silvia Morante
Member of the C6 Commission of IUPAP
Representativefor the connectivity with IUPAB
Department of Physics University of Rome "Tor Vergata"
Via della Ricerca Scientifica, 1 00133 Roma - Italy
Tel. +390672594554
Fax. +39062023507
http://biophys.roma2.infn.it/index.php/group-members/50-morante-web-page
*/"Ceux qui peuvent vous faire croire des absurdités peuvent vous faire commettre des atrocités."/*/François-Marie Arouet -- Voltaire/
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Ottima lettera: la firmo.
Prof.ssa Graziella Caselli Dipartimento di Scienze Statistiche Sapienza, Università di Roma Viale Regina Elena, 295 00161- Roma
Tel. ++39 0649255319 E-mail: graziella.caselli@uniroma1.it
----- Original Message ----- From: "morante" silvia.morante@roma2.infn.it To: ""Forum "Università e Ricerca""" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Tuesday, November 12, 2013 8:46 AM Subject: [Universitas_in_trasformazione] Carrozze e carrozzine
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno votato il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non accenna a preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che mettere, l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani non si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università: ma io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
1. Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di tipo B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia di dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
2. Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche- riducendo al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo di tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto tanto da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un "troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo padre e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei, nella sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo."
STUPENDA LETTERA: Mi associo di cuore.
Chi si dovrebbe vergognare sono ministri, politici inadeguati e rettori che hanno portato l'Universita' italiana allo sfascio attuale.
Mauro Beltrametti On 12/nov/2013, at 08.46, morante wrote:
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno votato il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non accenna a preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che mettere, l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani non si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università: ma io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di tipo
B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia di dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche- riducendo al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo di tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto tanto da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un "troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo padre e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei, nella sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo."
--
Prof. Silvia Morante
Member of the C6 Commission of IUPAP
Representativefor the connectivity with IUPAB
Department of Physics University of Rome "Tor Vergata"
Via della Ricerca Scientifica, 1 00133 Roma - Italy
Tel. +390672594554
Fax. +39062023507
http://biophys.roma2.infn.it/index.php/group-members/50-morante-web-page
*/"Ceux qui peuvent vous faire croire des absurdités peuvent vous faire commettre des atrocités."/*/François-Marie Arouet -- Voltaire/
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Prof. Mauro C. Beltrametti Dipartimento di Matematica Universita' di Genova Via Dodecaneso, 35 16146 Genova Italy beltrametti@dima.unige.it
Mi associo,
Giuseppe Da Prato
On 12/nov/13, at 10:12, Mauro Beltrametti wrote:
STUPENDA LETTERA: Mi associo di cuore.
Chi si dovrebbe vergognare sono ministri, politici inadeguati e rettori che hanno portato l'Universita' italiana allo sfascio attuale.
Mauro Beltrametti On 12/nov/2013, at 08.46, morante wrote:
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno votato il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non accenna a preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che mettere, l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani non si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università: ma io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di
tipo B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia di dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche- riducendo al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo di tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto tanto da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un "troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo padre e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei, nella sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo."
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Cara Silvia,
Sottoscrivo molto volentieri la tua lettera.
Grazie, Stefano.
On 12 Nov 2013, at 08:46, morante silvia.morante@roma2.infn.it wrote:
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno votato il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non accenna a preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che mettere, l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani non si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università: ma io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di tipo
B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia di dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche- riducendo al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo di tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto tanto da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un "troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo padre e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei, nella sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo."
--
Prof. Silvia Morante
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===================================================================== Prof. Stefano Borgani, Astronomy Unit, Dept. of Physics, University of Trieste Director - INAF - Astronomical Observatory of Trieste via Tiepolo 11, I-34143 Trieste, Italy Tel. +39-040-3199-240 (136); Fax. +39-040-3094-18; Cel. +39-347-598-1644 borgani@oats.inaf.it http://adlibitum.oats.inaf.it/borgani
Secretary: Simonetta Fabrizio & Gabriella Schiulaz Tel. +39-040-3199-241 ; Fax. +39-040-3094-18 segreteria@oats.inaf.it =====================================================================
Cara Silvia, una lettera dettata cal cuore che entra dritta nel cuore. Sono pronto a sottoscriverla in toto. Grazie Giuseppe Marino Prof. di Analisi Matematica Dipartimento di Matematica e Informatica Università della Calabria
----- Original Message ----- From: "morante" silvia.morante@roma2.infn.it To: ""Forum "Università e Ricerca""" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Tuesday, November 12, 2013 8:46 AM Subject: [Universitas_in_trasformazione] Carrozze e carrozzine
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno votato il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non accenna a preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che mettere, l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani non si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università: ma io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
1. Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di tipo B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia di dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
2. Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche- riducendo al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo di tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto tanto da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un "troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo padre e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei, nella sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo."
Grazie!!!
Assolutamente pronto a sottoscrivere,
Pietro Terna
Il 12/11/13 08:46, morante ha scritto:
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno votato il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non accenna a preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che mettere, l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani non si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università: ma io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di tipo
B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia di dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche- riducendo al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo di tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto tanto da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un "troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo padre e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei, nella sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo."
Leggo parole scritte da chi ha vissuto con passione il proprio lavoro. Sono da sottoscrivere tutte parola per parola. Alfio Ragusa
morante silvia.morante@roma2.infn.it ha scritto:
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno votato il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non accenna a preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che mettere, l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani non si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università: ma io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di tipo
B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia di dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche- riducendo al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo di tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto tanto da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un "troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo padre e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei, nella sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo."
--
Prof. Silvia Morante
Member of the C6 Commission of IUPAP
Representativefor the connectivity with IUPAB
Department of Physics University of Rome "Tor Vergata"
Via della Ricerca Scientifica, 1 00133 Roma - Italy
Tel. +390672594554
Fax. +39062023507
http://biophys.roma2.infn.it/index.php/group-members/50-morante-web-page
*/"Ceux qui peuvent vous faire croire des absurdités peuvent vous faire commettre des atrocités."/*/François-Marie Arouet -- Voltaire/
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Prof. Alfio Ragusa Dipartimento di Matematica e Informatica Università di Catania Phone numbers Office: 0957383069 Cell. 3473764405
Silvia sottoscrivo la lettera se è possibile farlo, grazie per averla scritta Piero Frediani
Piero Frediani Full professor of industrial chemistry - University of Florence Via della Lastruccia, 13 - 50019 Sesto Fiorentino (It) piero.frediani@unifi.it, phone: 055 4573522 please note new mobile: 3280420656
P "Rispetta il tuo ambiente, pensa prima di stampare questa e-mail" " Please consider your environmental responsibility before printing this e-mail"
Cara Morante, sottoscrivo pienamente gvp ----- Original Message ----- From: "morante" silvia.morante@roma2.infn.it To: ""Forum "Università e Ricerca""" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Tuesday, November 12, 2013 8:46 AM Subject: [Universitas_in_trasformazione] Carrozze e carrozzine
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno votato il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non accenna a preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che mettere, l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani non si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università: ma io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di tipo
B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia di dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche- riducendo al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo di tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto tanto da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un "troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo padre e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei, nella sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo."
--
Prof. Silvia Morante
Member of the C6 Commission of IUPAP
Representativefor the connectivity with IUPAB
Department of Physics University of Rome "Tor Vergata"
Via della Ricerca Scientifica, 1 00133 Roma - Italy
Tel. +390672594554
Fax. +39062023507
http://biophys.roma2.infn.it/index.php/group-members/50-morante-web-page
*/"Ceux qui peuvent vous faire croire des absurdités peuvent vous faire commettre des atrocités."/*/François-Marie Arouet -- Voltaire/
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Si cara Silvia, sottoscrivo pienamente la tua lettera.Questa donna è offensiva e arrogante
Silvana De Lillo
Giovanni Vittorio Pallottino giovanni.vittorio.pallottino@roma1.infn.it ha scritto:
Cara Morante, sottoscrivo pienamente gvp ----- Original Message ----- From: "morante" silvia.morante@roma2.infn.it To: ""Forum "Università e Ricerca""" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Tuesday, November 12, 2013 8:46 AM Subject: [Universitas_in_trasformazione] Carrozze e carrozzine
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno votato il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non accenna a preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che mettere, l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani non si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università: ma io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di tipo
B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia di dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche- riducendo al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo di tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto tanto da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un "troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo padre e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei, nella sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo."
--
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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Silvana De Lillo Professore di Fisica Matematica Dipartimento di Matematica e Informatica Università di Perugia e I.N.F.N. Sezione di Perugia tel.+390755855056 fax +390755855024 http://www.dmi.unipg.it/ricerca
---------------------------------------------------------------- This message was sent using IMP, the INFN Perugia Internet Messaging Program.
Sottoscrivo pienamente la lettera di Silvia Morante. Vorrei sottolineare il fatto che i posti per i giovani non ci sono perche' non c'e', di fatto, alcun turn-over.
Peraltro il turn-over al 20% e' stato calcolato globalmente per tutti gli atenei e ci sono universita', ufficialmente virtuose, che si ritrovano percentuali di turn-over a meno del 10% (per non parlare del fatto che la Scuola superiore di Sant'Anna supera il 200%! Vedi articoli su ROARS).
Quindi la promessa di un turn-over al 50% (o 40%) per il prossimo anno lascia perplessi, perche' non si sa come sara' distribuito ai singoli atenei. Nel frattempo viene chiesto di fare una programmazione triennale; ma su quali certezze? Io come presidente di un corso di laurea mi sto togliendo la vita appresso a schede e controschede che dovrebbero servire a valutarci (vista la qualita' di queste schede non vedo come faranno!), ma gia' a priori non mi si da' nessuna possibilita' di agire per migliorare o non peggiorare il corso di laurea: quando va in pensione qualcuno posso solo cancellare corsi e diminuire l'offerta formativa, finche' tra qualche anno ci chiuderanno per mancanza di requisiti minimi.
Personalmente mi sento smepre piu' preso in giro e mi viene sempre piu' voglia di disimpegnarmi da tutto.
Marco D'Anna
Silvana De Lillo silvana.delillo@pg.infn.it ha scritto:
Si cara Silvia, sottoscrivo pienamente la tua lettera.Questa donna è offensiva e arrogante
Silvana De Lillo
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Gentile Prof. Carrozza,
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Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non accenna a preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che mettere, l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani non si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università: ma io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di tipo
B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia di dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche- riducendo al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo di tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto tanto da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un "troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo padre e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei, nella sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo."
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Prof. Silvia Morante
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Silvana De Lillo Professore di Fisica Matematica Dipartimento di Matematica e Informatica Università di Perugia e I.N.F.N. Sezione di Perugia tel.+390755855056 fax +390755855024 http://www.dmi.unipg.it/ricerca
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E' veramente ridicolo sapere che La Signora Ministro faccia queste intemerate. Viene da pensare che ella voglia scaricare le colpe dell'istituzione che lei rappresenta sui docenti. E' un gioco obsoleto; altri lo hanno fatto prima di lei. Forse farebbe meglio ad attualizzare le strategie di attacco al corpo docenti, magari su basi più serie di quelle usate. Il fatto che siano anni che non c'é, di fatto, un effettivo ricambio e l'ingresso dei giovani non è certo colpa dei docenti. Camillo La Mesa
Il giorno 12/nov/2013, alle ore 17.32, mdanna@dmi.unict.it ha scritto:
Sottoscrivo pienamente la lettera di Silvia Morante. Vorrei sottolineare il fatto che i posti per i giovani non ci sono perche' non c'e', di fatto, alcun turn-over.
Peraltro il turn-over al 20% e' stato calcolato globalmente per tutti gli atenei e ci sono universita', ufficialmente virtuose, che si ritrovano percentuali di turn-over a meno del 10% (per non parlare del fatto che la Scuola superiore di Sant'Anna supera il 200%! Vedi articoli su ROARS).
Quindi la promessa di un turn-over al 50% (o 40%) per il prossimo anno lascia perplessi, perche' non si sa come sara' distribuito ai singoli atenei. Nel frattempo viene chiesto di fare una programmazione triennale; ma su quali certezze? Io come presidente di un corso di laurea mi sto togliendo la vita appresso a schede e controschede che dovrebbero servire a valutarci (vista la qualita' di queste schede non vedo come faranno!), ma gia' a priori non mi si da' nessuna possibilita' di agire per migliorare o non peggiorare il corso di laurea: quando va in pensione qualcuno posso solo cancellare corsi e diminuire l'offerta formativa, finche' tra qualche anno ci chiuderanno per mancanza di requisiti minimi.
Personalmente mi sento smepre piu' preso in giro e mi viene sempre piu' voglia di disimpegnarmi da tutto.
Marco D'Anna
Silvana De Lillo silvana.delillo@pg.infn.it ha scritto:
Si cara Silvia, sottoscrivo pienamente la tua lettera.Questa donna è offensiva e arrogante
Silvana De Lillo
Giovanni Vittorio Pallottino giovanni.vittorio.pallottino@roma1.infn.it ha scritto:
Cara Morante, sottoscrivo pienamente gvp ----- Original Message ----- From: "morante" silvia.morante@roma2.infn.it To: ""Forum "Università e Ricerca""" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Tuesday, November 12, 2013 8:46 AM Subject: [Universitas_in_trasformazione] Carrozze e carrozzine
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno votato il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non accenna a preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che mettere, l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani non si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università: ma io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di tipo
B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia di dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche- riducendo al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo di tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto tanto da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un "troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo padre e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei, nella sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
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Prof. Silvia Morante
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Silvana De Lillo Professore di Fisica Matematica Dipartimento di Matematica e Informatica Università di Perugia e I.N.F.N. Sezione di Perugia tel.+390755855056 fax +390755855024 http://www.dmi.unipg.it/ricerca
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Cara Silvia e cari colleghi,
Come ho già detto condivido pienamente lo sdegno per l'intervista della Carrozza, mi chiedo come possa un Ministro fare dichiarazioni così rozze, approssimative e offensive. E' evidente che non si tratta di una gaffe, ma dell'ennesima provocazione nell'ambito di una strategia mirata a gettare discredito sull'università pubblica, non a caso la Carrozza se la intende con i vari bocconiani che da sempre ci attaccano.
Una lettera come quella di Silvia Morante la capisco, ma non la condivido nella forma e nei contenuti, perché è chiaramente dettata da una rabbia eccessiva che diventa controproducente. Aduna provocazione del genere, non dobbiamo rispondere con un'altra provocazione, a chi getta fango non dobbiamo abboccare rispondendo con altro fango, non sortirebbe grandi risultati e tra l'altro nessun giornale la pubblicherebbe in quella forma, forse solo "Libero"....
Io suggerisco di partire da questa lettera per preparare un documento puntuale e duro, eliminando dal testo insinuazioni e riferimenti personali poco eleganti del genere "chi ti credi di essere", "che hai fatto a 49 anni", "sono meglio i 70 enni di te" ecc ecc evitando anche di citare i parenti.
Siamo persone di cultura, non scendiamo al suo livello, manteniamo dei toni elevati. Rispondiamo duramente portando elementi concreti, mettendo la Ministra con le spalle al muro, dimostrando che le sue affermazioni sono stupide e di bassa propaganda: ho saputo sono 40 circa quelli che in tutta Italia hanno chiesto la proroga dei due anni, basterebbe questo per metterla in mutande!! Di solito io preferisco l' ironia anche dura, all'aggressività e questa lettera la trovo gratuitamente aggressiva e poco utile.
Saluti, Patrizio Dimitri
Il giorno 12 novembre 2013 17:58, Camillo LaMesa <camillo.lamesa@uniroma1.it
ha scritto:
E' veramente ridicolo sapere che La Signora Ministro faccia queste intemerate. Viene da pensare che ella voglia scaricare le colpe dell'istituzione che lei rappresenta sui docenti. E' un gioco obsoleto; altri lo hanno fatto prima di lei. Forse farebbe meglio ad attualizzare le strategie di attacco al corpo docenti, magari su basi più serie di quelle usate. Il fatto che siano anni che non c'é, di fatto, un effettivo ricambio e l'ingresso dei giovani non è certo colpa dei docenti. Camillo La Mesa
Il giorno 12/nov/2013, alle ore 17.32, mdanna@dmi.unict.it ha scritto:
Sottoscrivo pienamente la lettera di Silvia Morante. Vorrei sottolineare il fatto che i posti per i giovani non ci sono perche' non c'e', di fatto, alcun turn-over.
Peraltro il turn-over al 20% e' stato calcolato globalmente per tutti gli atenei e ci sono universita', ufficialmente virtuose, che si ritrovano percentuali di turn-over a meno del 10% (per non parlare del fatto che la Scuola superiore di Sant'Anna supera il 200%! Vedi articoli su
ROARS).
Quindi la promessa di un turn-over al 50% (o 40%) per il prossimo anno lascia perplessi, perche' non si sa come sara' distribuito ai singoli atenei. Nel frattempo viene chiesto di fare una programmazione triennale; ma su quali certezze? Io come presidente di un corso di laurea mi sto togliendo la vita appresso a schede e controschede che dovrebbero servire a valutarci (vista la qualita' di queste schede non vedo come faranno!), ma gia' a priori non mi si da' nessuna possibilita' di agire per migliorare o non peggiorare il corso di laurea: quando va in pensione qualcuno posso solo cancellare corsi e diminuire l'offerta formativa, finche' tra qualche anno ci chiuderanno per mancanza di requisiti minimi.
Personalmente mi sento smepre piu' preso in giro e mi viene sempre piu' voglia di disimpegnarmi da tutto.
Marco D'Anna
Silvana De Lillo silvana.delillo@pg.infn.it ha scritto:
Si cara Silvia, sottoscrivo pienamente la tua lettera.Questa donna è offensiva e
arrogante
Silvana De Lillo
Giovanni Vittorio Pallottino giovanni.vittorio.pallottino@roma1.infn.it ha scritto:
Cara Morante, sottoscrivo pienamente gvp ----- Original Message ----- From: "morante" silvia.morante@roma2.infn.it To: ""Forum "Università e Ricerca""" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Tuesday, November 12, 2013 8:46 AM Subject: [Universitas_in_trasformazione] Carrozze e carrozzine
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno
votato
il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non
accenna a
preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che
mettere,
l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani
non
si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università:
ma
io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di
tipo
B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia
di
dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche-
riducendo
al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo
di
tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto
tanto
da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un
"troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo
padre
e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei,
nella
sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare
gratuitamente
seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può
tenere
il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni,
e
che hanno avuto tanto da questo mondo."
--
Prof. Silvia Morante
Member of the C6 Commission of IUPAP
Representativefor the connectivity with IUPAB
Department of Physics University of Rome "Tor Vergata"
Via della Ricerca Scientifica, 1 00133 Roma - Italy
Tel. +390672594554
Fax. +39062023507
http://biophys.roma2.infn.it/index.php/group-members/50-morante-web-page
*/"Ceux qui peuvent vous faire croire des absurdités peuvent vous
faire
commettre des atrocités."/*/François-Marie Arouet -- Voltaire/
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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impostazioni:
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Silvana De Lillo Professore di Fisica Matematica Dipartimento di Matematica e Informatica Università di Perugia e I.N.F.N. Sezione di Perugia tel.+390755855056 fax +390755855024 http://www.dmi.unipg.it/ricerca
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condivido la sostanza di questa lettera, la lettera di Silvia è condivisibile ma troppo arrabbiata e personale.
La Carrozza evidentemente è parte di quel mondo accademico vicino alla politica che è stato la causa principale dei nostri danni.
Ho cercato di mettere in evidenza tutte le contraddizioni di questo periodo sgradevole.
Quello che trovo piu deprimente è questo parlare di merito spesso da persone che non ne hanno alcuno.
Poi questa tecnica smaccata di cominciare a denigrare una categoria, siano professori o pensionati o domani chi sa per poterla poi bastonare fra gli Osanna di una opinione pubblica sempre meno informata e sempre più manipolata, ormai il populismo sembra aver penetrato a fondo tutti i partiti politici, che evidentemente sono a corto di idee e di volontà su come affrontare i profondi problemi del paese.
Intanto le idoneità continuano a slittare e poi temo si risolveranno in una beffa per molti.
Su questo dovremo batterci, o meglio dovreste voi che siete dentro attivamente; è un atto concreto e dovuto dal ministero e se ne può chiedere conto. Claudio
On Nov 12, 2013, at 7:13 PM, Patrizio Dimitri wrote:
Cara Silvia e cari colleghi,
Come ho già detto condivido pienamente lo sdegno per l'intervista della Carrozza, mi chiedo come possa un Ministro fare dichiarazioni così rozze, approssimative e offensive. E' evidente che non si tratta di una gaffe, ma dell'ennesima provocazione nell'ambito di una strategia mirata a gettare discredito sull'università pubblica, non a caso la Carrozza se la intende con i vari bocconiani che da sempre ci attaccano.
Una lettera come quella di Silvia Morante la capisco, ma non la condivido nella forma e nei contenuti, perché è chiaramente dettata da una rabbia eccessiva che diventa controproducente. Aduna provocazione del genere, non dobbiamo rispondere con un'altra provocazione, a chi getta fango non dobbiamo abboccare rispondendo con altro fango, non sortirebbe grandi risultati e tra l'altro nessun giornale la pubblicherebbe in quella forma, forse solo "Libero"....
Io suggerisco di partire da questa lettera per preparare un documento puntuale e duro, eliminando dal testo insinuazioni e riferimenti personali poco eleganti del genere "chi ti credi di essere", "che hai fatto a 49 anni", "sono meglio i 70 enni di te" ecc ecc evitando anche di citare i parenti.
Siamo persone di cultura, non scendiamo al suo livello, manteniamo dei toni elevati. Rispondiamo duramente portando elementi concreti, mettendo la Ministra con le spalle al muro, dimostrando che le sue affermazioni sono stupide e di bassa propaganda: ho saputo sono 40 circa quelli che in tutta Italia hanno chiesto la proroga dei due anni, basterebbe questo per metterla in mutande!! Di solito io preferisco l' ironia anche dura, all'aggressività e questa lettera la trovo gratuitamente aggressiva e poco utile.
Saluti, Patrizio Dimitri
Il giorno 12 novembre 2013 17:58, Camillo LaMesa <camillo.lamesa@uniroma1.it
ha scritto:
E' veramente ridicolo sapere che La Signora Ministro faccia queste intemerate. Viene da pensare che ella voglia scaricare le colpe dell'istituzione che lei rappresenta sui docenti. E' un gioco obsoleto; altri lo hanno fatto prima di lei. Forse farebbe meglio ad attualizzare le strategie di attacco al corpo docenti, magari su basi più serie di quelle usate. Il fatto che siano anni che non c'é, di fatto, un effettivo ricambio e l'ingresso dei giovani non è certo colpa dei docenti. Camillo La Mesa
Il giorno 12/nov/2013, alle ore 17.32, mdanna@dmi.unict.it ha scritto:
Sottoscrivo pienamente la lettera di Silvia Morante. Vorrei sottolineare il fatto che i posti per i giovani non ci sono perche' non c'e', di fatto, alcun turn-over.
Peraltro il turn-over al 20% e' stato calcolato globalmente per tutti gli atenei e ci sono universita', ufficialmente virtuose, che si ritrovano percentuali di turn-over a meno del 10% (per non parlare del fatto che la Scuola superiore di Sant'Anna supera il 200%! Vedi articoli su
ROARS).
Quindi la promessa di un turn-over al 50% (o 40%) per il prossimo anno lascia perplessi, perche' non si sa come sara' distribuito ai singoli atenei. Nel frattempo viene chiesto di fare una programmazione triennale; ma su quali certezze? Io come presidente di un corso di laurea mi sto togliendo la vita appresso a schede e controschede che dovrebbero servire a valutarci (vista la qualita' di queste schede non vedo come faranno!), ma gia' a priori non mi si da' nessuna possibilita' di agire per migliorare o non peggiorare il corso di laurea: quando va in pensione qualcuno posso solo cancellare corsi e diminuire l'offerta formativa, finche' tra qualche anno ci chiuderanno per mancanza di requisiti minimi.
Personalmente mi sento smepre piu' preso in giro e mi viene sempre piu' voglia di disimpegnarmi da tutto.
Marco D'Anna
Silvana De Lillo silvana.delillo@pg.infn.it ha scritto:
Si cara Silvia, sottoscrivo pienamente la tua lettera.Questa donna è offensiva e
arrogante
Silvana De Lillo
Giovanni Vittorio Pallottino giovanni.vittorio.pallottino@roma1.infn.it ha scritto:
Cara Morante, sottoscrivo pienamente gvp ----- Original Message ----- From: "morante" silvia.morante@roma2.infn.it To: ""Forum "Università e Ricerca""" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Tuesday, November 12, 2013 8:46 AM Subject: [Universitas_in_trasformazione] Carrozze e carrozzine
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno
votato
il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non
accenna a
preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che
mettere,
l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani
non
si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università:
ma
io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di
tipo
B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia
di
dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche-
riducendo
al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo
di
tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto
tanto
da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un
"troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo
padre
e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei,
nella
sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare
gratuitamente
seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può
tenere
il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni,
e
che hanno avuto tanto da questo mondo."
--
Prof. Silvia Morante
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Fax. +39062023507
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*/"Ceux qui peuvent vous faire croire des absurdités peuvent vous
faire
commettre des atrocités."/*/François-Marie Arouet -- Voltaire/
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
Universitas
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Silvana De Lillo Professore di Fisica Matematica Dipartimento di Matematica e Informatica Università di Perugia e I.N.F.N. Sezione di Perugia tel.+390755855056 fax +390755855024 http://www.dmi.unipg.it/ricerca
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Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Concordo con Patrizio
Laura Sacerdote
2013/11/12 Patrizio Dimitri patrizio.dimitri@uniroma1.it
Cara Silvia e cari colleghi,
Come ho già detto condivido pienamente lo sdegno per l'intervista della Carrozza, mi chiedo come possa un Ministro fare dichiarazioni così rozze, approssimative e offensive. E' evidente che non si tratta di una gaffe, ma dell'ennesima provocazione nell'ambito di una strategia mirata a gettare discredito sull'università pubblica, non a caso la Carrozza se la intende con i vari bocconiani che da sempre ci attaccano.
Una lettera come quella di Silvia Morante la capisco, ma non la condivido nella forma e nei contenuti, perché è chiaramente dettata da una rabbia eccessiva che diventa controproducente. Aduna provocazione del genere, non dobbiamo rispondere con un'altra provocazione, a chi getta fango non dobbiamo abboccare rispondendo con altro fango, non sortirebbe grandi risultati e tra l'altro nessun giornale la pubblicherebbe in quella forma, forse solo "Libero"....
Io suggerisco di partire da questa lettera per preparare un documento puntuale e duro, eliminando dal testo insinuazioni e riferimenti personali poco eleganti del genere "chi ti credi di essere", "che hai fatto a 49 anni", "sono meglio i 70 enni di te" ecc ecc evitando anche di citare i parenti.
Siamo persone di cultura, non scendiamo al suo livello, manteniamo dei toni elevati. Rispondiamo duramente portando elementi concreti, mettendo la Ministra con le spalle al muro, dimostrando che le sue affermazioni sono stupide e di bassa propaganda: ho saputo sono 40 circa quelli che in tutta Italia hanno chiesto la proroga dei due anni, basterebbe questo per metterla in mutande!! Di solito io preferisco l' ironia anche dura, all'aggressività e questa lettera la trovo gratuitamente aggressiva e poco utile.
Saluti, Patrizio Dimitri
Il giorno 12 novembre 2013 17:58, Camillo LaMesa < camillo.lamesa@uniroma1.it
ha scritto:
E' veramente ridicolo sapere che La Signora Ministro faccia queste intemerate. Viene da pensare che ella voglia scaricare le colpe dell'istituzione che lei rappresenta sui docenti. E' un gioco obsoleto; altri lo hanno fatto prima di lei. Forse farebbe meglio ad attualizzare
le
strategie di attacco al corpo docenti, magari su basi più serie di quelle usate. Il fatto che siano anni che non c'é, di fatto, un effettivo ricambio e l'ingresso dei giovani non è certo colpa dei docenti. Camillo La Mesa
Il giorno 12/nov/2013, alle ore 17.32, mdanna@dmi.unict.it ha scritto:
Sottoscrivo pienamente la lettera di Silvia Morante. Vorrei sottolineare il fatto che i posti per i giovani non ci sono perche' non c'e', di fatto, alcun turn-over.
Peraltro il turn-over al 20% e' stato calcolato globalmente per tutti gli atenei e ci sono universita', ufficialmente virtuose, che si ritrovano percentuali di turn-over a meno del 10% (per non parlare del fatto che la Scuola superiore di Sant'Anna supera il 200%! Vedi articoli su
ROARS).
Quindi la promessa di un turn-over al 50% (o 40%) per il prossimo anno lascia perplessi, perche' non si sa come sara' distribuito ai singoli atenei. Nel frattempo viene chiesto di fare una programmazione triennale; ma su quali certezze? Io come presidente di un corso di laurea mi sto togliendo la vita appresso a schede e controschede che dovrebbero servire a valutarci (vista la qualita' di queste schede non vedo come faranno!), ma gia' a priori non mi si da' nessuna possibilita' di agire per migliorare o non peggiorare il corso di laurea: quando va in pensione qualcuno posso solo cancellare corsi e diminuire l'offerta formativa, finche' tra qualche anno ci chiuderanno per mancanza di requisiti minimi.
Personalmente mi sento smepre piu' preso in giro e mi viene sempre piu' voglia di disimpegnarmi da tutto.
Marco D'Anna
Silvana De Lillo silvana.delillo@pg.infn.it ha scritto:
Si cara Silvia, sottoscrivo pienamente la tua lettera.Questa donna è offensiva e
arrogante
Silvana De Lillo
Giovanni Vittorio Pallottino giovanni.vittorio.pallottino@roma1.infn.it ha scritto:
Cara Morante, sottoscrivo pienamente gvp ----- Original Message ----- From: "morante" silvia.morante@roma2.infn.it To: ""Forum "Università e Ricerca""" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Tuesday, November 12, 2013 8:46 AM Subject: [Universitas_in_trasformazione] Carrozze e carrozzine
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che
lei
sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno
votato
il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non
accenna a
preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che
mettere,
l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani
non
si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università:
ma
io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione,
sarebbe
meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di
tipo
B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei
tralascia
di
dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci
sarà
bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche-
riducendo
al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito
l'utilizzo
di
tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto
tanto
da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un
"troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità
di
fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo
padre
e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non
certo
generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che
hanno
fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta
parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei,
nella
sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi
e
onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare
gratuitamente
seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende
la
propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può
tenere
il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima
di
tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici
per
tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70
anni,
e
che hanno avuto tanto da questo mondo."
--
Prof. Silvia Morante
Member of the C6 Commission of IUPAP
Representativefor the connectivity with IUPAB
Department of Physics University of Rome "Tor Vergata"
Via della Ricerca Scientifica, 1 00133 Roma - Italy
Tel. +390672594554
Fax. +39062023507
http://biophys.roma2.infn.it/index.php/group-members/50-morante-web-page
*/"Ceux qui peuvent vous faire croire des absurdités peuvent vous
faire
commettre des atrocités."/*/François-Marie Arouet -- Voltaire/
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Silvana De Lillo Professore di Fisica Matematica Dipartimento di Matematica e Informatica Università di Perugia e I.N.F.N. Sezione di Perugia tel.+390755855056 fax +390755855024 http://www.dmi.unipg.it/ricerca
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Non me lo sarei detto così duramente, ma sono sostanzialmente daccordo con Patrizio Dimitri. Giuro che ho scritto la precedente mail prima di leggere questa!
Silvia
Prof. Silvia Morante
Member of the C6 Commission of IUPAP
Representativefor the connectivity with IUPAB
Department of Physics University of Rome "Tor Vergata"
Via della Ricerca Scientifica, 1 00133 Roma - Italy
Tel. +390672594554
Fax. +39062023507
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-
Il 11/12/13 7:13 PM, Patrizio Dimitri ha scritto:
Cara Silvia e cari colleghi,
Come ho già detto condivido pienamente lo sdegno per l'intervista della Carrozza, mi chiedo come possa un Ministro fare dichiarazioni così rozze, approssimative e offensive. E' evidente che non si tratta di una gaffe, ma dell'ennesima provocazione nell'ambito di una strategia mirata a gettare discredito sull'università pubblica, non a caso la Carrozza se la intende con i vari bocconiani che da sempre ci attaccano.
Una lettera come quella di Silvia Morante la capisco, ma non la condivido nella forma e nei contenuti, perché è chiaramente dettata da una rabbia eccessiva che diventa controproducente. Aduna provocazione del genere, non dobbiamo rispondere con un'altra provocazione, a chi getta fango non dobbiamo abboccare rispondendo con altro fango, non sortirebbe grandi risultati e tra l'altro nessun giornale la pubblicherebbe in quella forma, forse solo "Libero"....
Io suggerisco di partire da questa lettera per preparare un documento puntuale e duro, eliminando dal testo insinuazioni e riferimenti personali poco eleganti del genere "chi ti credi di essere", "che hai fatto a 49 anni", "sono meglio i 70 enni di te" ecc ecc evitando anche di citare i parenti.
Siamo persone di cultura, non scendiamo al suo livello, manteniamo dei toni elevati. Rispondiamo duramente portando elementi concreti, mettendo la Ministra con le spalle al muro, dimostrando che le sue affermazioni sono stupide e di bassa propaganda: ho saputo sono 40 circa quelli che in tutta Italia hanno chiesto la proroga dei due anni, basterebbe questo per metterla in mutande!! Di solito io preferisco l' ironia anche dura, all'aggressività e questa lettera la trovo gratuitamente aggressiva e poco utile.
Saluti, Patrizio Dimitri
Il giorno 12 novembre 2013 17:58, Camillo LaMesa <camillo.lamesa@uniroma1.it
ha scritto: E' veramente ridicolo sapere che La Signora Ministro faccia queste intemerate. Viene da pensare che ella voglia scaricare le colpe dell'istituzione che lei rappresenta sui docenti. E' un gioco obsoleto; altri lo hanno fatto prima di lei. Forse farebbe meglio ad attualizzare le strategie di attacco al corpo docenti, magari su basi più serie di quelle usate. Il fatto che siano anni che non c'é, di fatto, un effettivo ricambio e l'ingresso dei giovani non è certo colpa dei docenti. Camillo La Mesa
Il giorno 12/nov/2013, alle ore 17.32, mdanna@dmi.unict.it ha scritto:
Sottoscrivo pienamente la lettera di Silvia Morante. Vorrei sottolineare il fatto che i posti per i giovani non ci sono perche' non c'e', di fatto, alcun turn-over.
Peraltro il turn-over al 20% e' stato calcolato globalmente per tutti gli atenei e ci sono universita', ufficialmente virtuose, che si ritrovano percentuali di turn-over a meno del 10% (per non parlare del fatto che la Scuola superiore di Sant'Anna supera il 200%! Vedi articoli su
ROARS).
Quindi la promessa di un turn-over al 50% (o 40%) per il prossimo anno lascia perplessi, perche' non si sa come sara' distribuito ai singoli atenei. Nel frattempo viene chiesto di fare una programmazione triennale; ma su quali certezze? Io come presidente di un corso di laurea mi sto togliendo la vita appresso a schede e controschede che dovrebbero servire a valutarci (vista la qualita' di queste schede non vedo come faranno!), ma gia' a priori non mi si da' nessuna possibilita' di agire per migliorare o non peggiorare il corso di laurea: quando va in pensione qualcuno posso solo cancellare corsi e diminuire l'offerta formativa, finche' tra qualche anno ci chiuderanno per mancanza di requisiti minimi.
Personalmente mi sento smepre piu' preso in giro e mi viene sempre piu' voglia di disimpegnarmi da tutto.
Marco D'Anna
Silvana De Lillo silvana.delillo@pg.infn.it ha scritto:
Si cara Silvia, sottoscrivo pienamente la tua lettera.Questa donna è offensiva e
arrogante
Silvana De Lillo
Giovanni Vittorio Pallottino giovanni.vittorio.pallottino@roma1.infn.it ha scritto:
Cara Morante, sottoscrivo pienamente gvp ----- Original Message ----- From: "morante" silvia.morante@roma2.infn.it To: ""Forum "Università e Ricerca""" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Tuesday, November 12, 2013 8:46 AM Subject: [Universitas_in_trasformazione] Carrozze e carrozzine
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno
votato
il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non
accenna a
preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che
mettere,
l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani
non
si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università:
ma
io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di
tipo
B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia
di
dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche-
riducendo
al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo
di
tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto
tanto
da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un
"troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo
padre
e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei,
nella
sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare
gratuitamente
seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può
tenere
il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni,
e
che hanno avuto tanto da questo mondo."
--
Prof. Silvia Morante
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questa discussione sui 70 anni non mi appassiona affatto, infatti non ho mai detto di sottoscrivere quella lettera, credo sarebbe molto piu interessante sapere quanti sono quelli che invece se ne sono andati spontaneamente prima dell'età pensionabile e credo sia un numero molto significativo e sarebbe anche interessante conoscere le motivazioni.
Qualcuno è in grado di darci questi dati? Molte delle persone che conosco e che hanno deciso di andarsene prima della scadenza naturale, lo hanno fatto perche' si erano stufati di lavorare in un ambiente degradato in cui le condizioni di lavoro peggiorano ogni giorno.
Credo che sarebbe una ricerca molto istruttiva Claudio
Non capisco il motivo di tanto chiasso per le parole della Carrozza, al di fuori del solito corporativismo. Sono un PO di 68 anni e intendo andare in pensione fra 2 anni - anche con piacere. Comunque vorrei dire due "cosette" a proposito della presente questione. Chi ha 70 anni è vecchio - può essere arzillo, sveglio ecc , però è vecchio. A mio umile parere le società umane non devono pensare, come criterio prioritario, ai vecchi. Le priorità vanno ai non vecchi, che ovviamente rappresentano il futuro. Noi abbiamo sostanzialmente fatto la nostra vita (quella buona) e abbiamo il dovere di uscire dal mondo di lavoro, e non solo dal mondo di lavoro, ad un certo punto per lasciare spazio ai non vecchi e anche perfino ai giovani. Devo dire che le persone che vanno avanti, oltre 70 anni, anche vantandosi di essere ancora di grande valore, non mi fanno una buona impressione.
La Carrozza non ha detto tante cavolate, a mio, sempre umile, parere. Cordialità, Robert Jennings
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La cavolata e' che l'andata in pensione dei senior dia spazio ai giovani. Con i ritmi attuali e' meglio non liberare posti subito ma aspettare che il turn over migliori i rapporti. Diversamente sara' solo una contrazione di organico, con maggiore lavoro per i precari
Laura Sacerdote
2013/11/13 Robert Jennings robert.jennings@unimi.it
Non capisco il motivo di tanto chiasso per le parole della Carrozza, al di fuori del solito corporativismo. Sono un PO di 68 anni e intendo andare in pensione fra 2 anni - anche con piacere. Comunque vorrei dire due "cosette" a proposito della presente questione. Chi ha 70 anni è vecchio - può essere arzillo, sveglio ecc , però è vecchio. A mio umile parere le società umane non devono pensare, come criterio prioritario, ai vecchi. Le priorità vanno ai non vecchi, che ovviamente rappresentano il futuro. Noi abbiamo sostanzialmente fatto la nostra vita (quella buona) e abbiamo il dovere di uscire dal mondo di lavoro, e non solo dal mondo di lavoro, ad un certo punto per lasciare spazio ai non vecchi e anche perfino ai giovani. Devo dire che le persone che vanno avanti, oltre 70 anni, anche vantandosi di essere ancora di grande valore, non mi fanno una buona impressione.
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Sono contento se, alla fine, il buon senso rifiorisce. Pensiamo a cosa sarà un vero miglioramento della situazione. Carlo Bernardini PS Ho scritto "pensiamo" ma leggete "pensate". Io sono troppo avanti con gli anni.
Il 2013-11-13 17:08 Laura Sacerdote ha scritto:
La cavolata e' che l'andata in pensione dei senior dia spazio ai giovani. Con i ritmi attuali e' meglio non liberare posti subito ma aspettare che il turn over migliori i rapporti. Diversamente sara' solo una contrazione di organico, con maggiore lavoro per i precari
Laura Sacerdote
2013/11/13 Robert Jennings robert.jennings@unimi.it
Non capisco il motivo di tanto chiasso per le parole della Carrozza, al di fuori del solito corporativismo. Sono un PO di 68 anni e intendo andare in pensione fra 2 anni - anche con piacere. Comunque vorrei dire due "cosette" a proposito della presente questione. Chi ha 70 anni è vecchio - può essere arzillo, sveglio ecc , però è vecchio. A mio umile parere le società umane non devono pensare, come criterio prioritario, ai vecchi. Le priorità vanno ai non vecchi, che ovviamente rappresentano il futuro. Noi abbiamo sostanzialmente fatto la nostra vita (quella buona) e abbiamo il dovere di uscire dal mondo di lavoro, e non solo dal mondo di lavoro, ad un certo punto per lasciare spazio ai non vecchi e anche perfino ai giovani. Devo dire che le persone che vanno avanti, oltre 70 anni, anche vantandosi di essere ancora di grande valore, non mi fanno una buona impressione.
La Carrozza non ha detto tante cavolate, a mio, sempre umile,
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-- Laura Sacerdote Dipartimento di Matematica Università di Torino Via Carlo Alberto 10 10123 Torino, Italia tel. +39 0116702919 fax +39 0116702878 http://www.dm.unito.it/personalpages/sacerdote/ _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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io continuo a ritenere che l'intervento del ministro sia stato estremamente scorretto in quanto populista: ha puntato il dito su un falso problema (i professori vanno in pensione a 70 anni, comunque) per nascondere i veri problemi e cercando di scatenare la guerra generazionale. Inoltre ha implicitamente definito ingenerosi e disonesti quei colleghi che sono semplicemente vecchi e che per qualunque ragione ritengono di potere/dovere continuare a dare un contributo. Un contributo di cui in questo momento l'università italiana ha estremamente bisogno.
Ma lo sapete o no che stiamo chiudendo i corsi di studio? lo sapete o no che coi prossimi pensionamenti e le regole di accreditamento si chiude bottega?
Cari colleghi, sarete anche più eleganti e sereni di me e magari pieni di buon senso e savoir fair. Io lotto giorno per giorno per tenere in piedi la baracca e dare uno straccio di opportunità ai giovani studenti italiani, magari quelli che non hanno le risorse economiche per andare a studiare all'estero o in un club privé. Io personalmente sono molto stanca di essere presa a pesci in faccia dal ministro della NON_PIU'_PUBBLICA istruzione di turno.
sottolineo, per evitare strani pensieri, che ho 55 anni e sinceramente i 15 anni che mi mancano alla pensione mi sembrano tanti, decisamente troppi col clima invelenito che si respira.
saluti anna
2013/11/13 carlo bernardini carlo.bernardini@roma1.infn.it
Sono contento se, alla fine, il buon senso rifiorisce. Pensiamo a cosa sarà un vero miglioramento della situazione. Carlo Bernardini PS Ho scritto "pensiamo" ma leggete "pensate". Io sono troppo avanti con gli anni.
Il 2013-11-13 17:08 Laura Sacerdote ha scritto:
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Sinceramente, queste frasi, per quanto sgradevoli, mi sembrano poco rilevanti, dopo Moratti e Gelmini.
Nè la causa della crisi dell'Università sta solo nella azione dei politici: non sempre s' è dato un fulgido esempio di comportamento e di onestà intellettuale alla Nazione, e una rifflessione andrebbe fatta su quanto ciò abbia danneggiato la struttura, ed abbia minato la credibilità dell'insieme dei docenti.
saluti,
Ruggero Stanga
....
*Ed io, minimo essere, ebbro del grande vuoto costellato, a somiglianza, a immagine del mistero, mi sentii parte pura dell'abisso, ruotai con le stelle, il mio cuore si sparpagliò nel vento.*
*Pablo Neruda*
Ruggero Stanga
Dip. Fisica ed Astronomia, Università di Firenze
and INFN, sezione di Firenze
Tel: +390554572268/2613/2587 Mobile: +393473587284 skype: ruggeros
Il giorno mercoledì 13 novembre 2013, anna painelli ha scritto:
io continuo a ritenere che l'intervento del ministro sia stato estremamente scorretto in quanto populista: ha puntato il dito su un falso problema (i professori vanno in pensione a 70 anni, comunque) per nascondere i veri problemi e cercando di scatenare la guerra generazionale. Inoltre ha implicitamente definito ingenerosi e disonesti quei colleghi che sono semplicemente vecchi e che per qualunque ragione ritengono di potere/dovere continuare a dare un contributo. Un contributo di cui in questo momento l'università italiana ha estremamente bisogno.
Ma lo sapete o no che stiamo chiudendo i corsi di studio? lo sapete o no che coi prossimi pensionamenti e le regole di accreditamento si chiude bottega?
Cari colleghi, sarete anche più eleganti e sereni di me e magari pieni di buon senso e savoir fair. Io lotto giorno per giorno per tenere in piedi la baracca e dare uno straccio di opportunità ai giovani studenti italiani, magari quelli che non hanno le risorse economiche per andare a studiare all'estero o in un club privé. Io personalmente sono molto stanca di essere presa a pesci in faccia dal ministro della NON_PIU'_PUBBLICA istruzione di turno.
sottolineo, per evitare strani pensieri, che ho 55 anni e sinceramente i 15 anni che mi mancano alla pensione mi sembrano tanti, decisamente troppi col clima invelenito che si respira.
saluti anna
2013/11/13 carlo bernardini carlo.bernardini@roma1.infn.it
Sono contento se, alla fine, il buon senso rifiorisce. Pensiamo a cosa sarà un vero miglioramento della situazione. Carlo Bernardini PS Ho scritto "pensiamo" ma leggete "pensate". Io sono troppo avanti con gli anni.
Il 2013-11-13 17:08 Laura Sacerdote ha scritto:
La cavolata e' che l'andata in pensione dei senior dia spazio ai giovani. Con i ritmi attuali e' meglio non liberare posti subito ma aspettare che il turn over migliori i rapporti. Diversamente sara' solo una contrazione di organico, con maggiore lavoro per i precari
Laura Sacerdote
2013/11/13 Robert Jennings robert.jennings@unimi.it
Non capisco il motivo di tanto chiasso per le parole della Carrozza, al di fuori del solito corporativismo. Sono un PO di 68 anni e intendo andare in pensione fra 2 anni - anche con piacere. Comunque vorrei dire due "cosette" a proposito della presente questione. Chi ha 70 anni è vecchio - può essere arzillo, sveglio ecc , però è vecchio. A mio umile parere le società umane non devono pensare, come criterio prioritario, ai vecchi. Le priorità vanno ai non vecchi, che ovviamente rappresentano il futuro. Noi abbiamo sostanzialmente fatto la nostra vita (quella buona) e abbiamo il dovere di uscire dal mondo di lavoro, e non solo dal mondo di lavoro, ad un certo punto per lasciare spazio ai non vecchi e anche perfino ai giovani. Devo dire che le persone che vanno avanti, oltre 70 anni, anche vantandosi di essere ancora di grande valore, non mi fanno una buona impressione.
La Carrozza non ha detto tante cavolate, a mio, sempre umile,
parere. Cordialità, Robert Jennings
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-- Laura Sacerdote<--
Anna Painelli Dip. Chimica Parma University 43124 Parma, Italy tel 0521-905461 fax 0521-905556 skype: anna.painelli _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Francamente, io preferivo la Moratti e finanche la Gelmini a personaggi come Profumo (poi passato a dirigere IREN, una multiutility legata al PD) e la Carrozza.
La fine dell'Università pubblica viene da lontano, da quando in nome dell'autonomia anche finanziaria si è cominciato a mettere regole e regolette, e poi a strozzare economicante le Università. Certo,i comportamenti di tanti colleghi non sarà stato esemplare, ma non è certo peggiore di quello che si vede in altri paesi... ed il comportamento peggiore è sempre stato da parte dei colleghi dedicati alla politica, sia in parlamento che nell'Università.
Ma credo che questa polemica sia sterile e non serve a nessuno, solo vedere quali sono gli orientamenti politici di alcuni di noi (non miei, perché giudico il comportamento dei ministri o dei politici non dalla loro appartenenza, ma da quello che dicono e fanno)
Alberto Girlando
On Wed, 13 Nov 2013 21:11:15 +0100, ruggero stanga wrote
Sinceramente, queste frasi, per quanto sgradevoli, mi sembrano poco rilevanti, dopo Moratti e Gelmini.
Nè la causa della crisi dell'Università sta solo nella azione dei politici: non sempre s' è dato un fulgido esempio di comportamento e di onestà intellettuale alla Nazione, e una rifflessione andrebbe fatta su quanto ciò abbia danneggiato la struttura, ed abbia minato la credibilità dell'insieme dei docenti.
saluti,
Ruggero Stanga
....
*Ed io, minimo essere, ebbro del grande vuoto costellato, a somiglianza, a immagine del mistero, mi sentii parte pura dell'abisso, ruotai con le stelle, il mio cuore si sparpagliò nel vento.*
*Pablo Neruda*
Ruggero Stanga
Dip. Fisica ed Astronomia, Università di Firenze
and INFN, sezione di Firenze
Tel: +390554572268/2613/2587 Mobile: +393473587284 skype: ruggeros
Il giorno mercoledì 13 novembre 2013, anna painelli ha scritto:
io continuo a ritenere che l'intervento del ministro sia stato estremamente scorretto in quanto populista: ha puntato il dito su un falso problema (i professori vanno in pensione a 70 anni, comunque) per nascondere i veri problemi e cercando di scatenare la guerra generazionale. Inoltre ha implicitamente definito ingenerosi e disonesti quei colleghi che sono semplicemente vecchi e che per qualunque ragione ritengono di potere/dovere continuare a dare un contributo. Un contributo di cui in questo momento l'università italiana ha estremamente bisogno.
Ma lo sapete o no che stiamo chiudendo i corsi di studio? lo sapete o no che coi prossimi pensionamenti e le regole di accreditamento si chiude bottega?
Cari colleghi, sarete anche più eleganti e sereni di me e magari pieni di buon senso e savoir fair. Io lotto giorno per giorno per tenere in piedi la baracca e dare uno straccio di opportunità ai giovani studenti italiani, magari quelli che non hanno le risorse economiche per andare a studiare all'estero o in un club privé. Io personalmente sono molto stanca di essere presa a pesci in faccia dal ministro della NON_PIU'_PUBBLICA istruzione di turno.
sottolineo, per evitare strani pensieri, che ho 55 anni e sinceramente i 15 anni che mi mancano alla pensione mi sembrano tanti, decisamente troppi col clima invelenito che si respira.
saluti anna
2013/11/13 carlo bernardini carlo.bernardini@roma1.infn.it
Sono contento se, alla fine, il buon senso rifiorisce. Pensiamo a cosa sarà un vero miglioramento della situazione. Carlo Bernardini PS Ho scritto "pensiamo" ma leggete "pensate". Io sono troppo avanti con gli anni.
Il 2013-11-13 17:08 Laura Sacerdote ha scritto:
La cavolata e' che l'andata in pensione dei senior dia spazio ai giovani. Con i ritmi attuali e' meglio non liberare posti subito ma aspettare che il turn over migliori i rapporti. Diversamente sara' solo una contrazione di organico, con maggiore lavoro per i precari
Laura Sacerdote
2013/11/13 Robert Jennings robert.jennings@unimi.it
Non capisco il motivo di tanto chiasso per le parole della Carrozza, al di fuori del solito corporativismo. Sono un PO di 68 anni e intendo andare in pensione fra 2 anni - anche con piacere. Comunque vorrei dire due "cosette" a proposito della presente questione. Chi ha 70 anni è vecchio - può essere arzillo, sveglio ecc , però è vecchio. A mio umile parere le società umane non devono pensare, come criterio prioritario, ai vecchi. Le priorità vanno ai non vecchi, che ovviamente rappresentano il futuro. Noi abbiamo sostanzialmente fatto la nostra vita (quella buona) e abbiamo il dovere di uscire dal mondo di lavoro, e non solo dal mondo di lavoro, ad un certo punto per lasciare spazio ai non vecchi e anche perfino ai giovani. Devo dire che le persone che vanno avanti, oltre 70 anni, anche vantandosi di essere ancora di grande valore, non mi fanno una buona impressione.
La Carrozza non ha detto tante cavolate, a mio, sempre umile,
parere. Cordialità, Robert Jennings
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----- Alberto Girlando Dipartimento Chimica Universita' degli Studi di Parma (http://www.unipr.it)
Tanti anni fa mi ricordo un amico marxista che faceva una dotta analisi a proposito dell'Università in termini di strutture e sovrastrutture, io non lo prendevo troppo sul serio ma forse aveva ragione lui.
Di fatto l'attacco all'Università ha una funzione strutturale e consiste nel ridimensionare fortemente sia la quantità che la qualità delle strutture Universitarie pubbliche. L'aspetto grottesco è che poi non ci sono delle vere strutture private come le "Top Universities" negli USA a compensare questo disimpegno ma le famigerate Università telematiche.
Non sono però del tutto sicuro che ci sia una vera strategia dietro questo ma piuttosto una serie di "regolamenti di conti" , negli anni 70 e non solo, scelte miopi hanno inflazionato l'Università spesso con persone non adeguate, queste scelte sono state genericamente attribuite alla sinistra anche se una lettura più complessa dei rapporti di forza di quei tempi sarebbe utile. Anche per capire come certe operazioni gattopardesche abbiano mantenuto privilegi obsoleti, ora si spinge ad un ridimensionamento altrettanto brutale; ma questi sono regolamenti di conti fra politici noi quelle e queste scelte le abbiamo solo subite.
La mia analisi è sempre stata che le storture del sistema partono dalla politica, intesa in senso lato, che è poi uno specchio delle pulsioni della società e che ha favorito la crescita di una classe accademica vicina alla politica stessa a discapito di una classe scientifica. Quella stessa classe che ha distrutto l'Università ora si fa finta paladina della meritocrazia.
Le colpe del mondo accademico le conosco benissimo ma so anche che chi le ha combattute lo ha sempre fatto in una posizione di debolezza (qui entra la storia delle strutture), e quindi alla fine ha perso e non poteva essere altrimenti. Nelle facoltà scientifiche ci siamo un po difesi dandoci una forte internazionalizzazione e quindi cercando di essere lontani dalle lotte accademiche, ma poi è chiaro che nelle commissioni dei concorsi, nei consigli di Dipartimento e di Facoltà nelle elezioni dei Rettori in tutto quello che riguardava i fatti di casa nostra eravamo di fatto sempre in minoranza.
Con questo, ripensando al passato, credo che sia stato un miracolo quello che siamo riusciti a fare con le condizioni esistenti e di più non si poteva fare.
Ora per il futuro la sola strategia che vedo possibile è di non transigere almeno su quelli che formalmente sono impegni presi dalla classe politica.
La chiave per me sono prima di tutto le idoneità. La riforma Gelmini del ruolo di ricercatore può avere senso e potrebbe in teoria razionalizzare una scelta sbagliata fatta quando questo ruolo è stato istituito. Ha senso che un dottore di ricerca abbia un periodo breve, massimo tre anni, di postdottorato in cui dedicarsi principalmente alla ricerca, ma dopo questo se resta nell'Università deve farlo da docente. Altrimenti abbiamo il paradosso che quelli che non sono diventati docenti sono anche quelli che non sanno fare ricerca!
Il problema sta tutto nel passaggio dal vecchio sistema al nuovo, il punto che io criticavo di più quando si discuteva della riforma. Qui è essenziale che tutti i ricercatori che meritano una idoneità siano rapidamente immessi nei ruoli di associati o ordinari.
Lasciare in un limbo questi colleghi vuol dire veramente distruggere la struttura. Purtroppo però con l'assenza di investimenti non solo questo non avverrà ma vi è il rischio, forse la certezza, che questo passaggio sarà contestuale o ad una paralisi del ricambio o ad una precarizzazione che di fatto è il contrario di quanto previsto teoricamete dalla riforma stessa.
Per cui invece di dibattere sul pensionamento che come credo e come vi ho chiesto di indagare, ora spesso viene ben prima dei 70 anni per puro sfinimento, esigiamo almeno dai politici il rispetto degli impegni presi.
Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Sinceramente, queste frasi, per quanto sgradevoli, mi sembrano poco rilevanti, dopo Moratti e Gelmini.
Nè la causa della crisi dell'Università sta solo nella azione dei politici: non sempre s' è dato un fulgido esempio di comportamento e di onestà intellettuale alla Nazione, e una rifflessione andrebbe fatta su quanto ciò abbia danneggiato la struttura, ed abbia minato la credibilità dell'insieme dei docenti.
saluti,
Ruggero Stanga
....
*Ed io, minimo essere, ebbro del grande vuoto costellato, a somiglianza, a immagine del mistero, mi sentii parte pura dell'abisso, ruotai con le stelle, il mio cuore si sparpagliò nel vento.*
*Pablo Neruda*
Ruggero Stanga
Dip. Fisica ed Astronomia, Università di Firenze
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Il giorno mercoledì 13 novembre 2013, anna painelli ha scritto:
io continuo a ritenere che l'intervento del ministro sia stato estremamente scorretto in quanto populista: ha puntato il dito su un falso problema (i professori vanno in pensione a 70 anni, comunque) per nascondere i veri problemi e cercando di scatenare la guerra generazionale. Inoltre ha implicitamente definito ingenerosi e disonesti quei colleghi che sono semplicemente vecchi e che per qualunque ragione ritengono di potere/dovere continuare a dare un contributo. Un contributo di cui in questo momento l'università italiana ha estremamente bisogno.
Ma lo sapete o no che stiamo chiudendo i corsi di studio? lo sapete o no che coi prossimi pensionamenti e le regole di accreditamento si chiude bottega?
Cari colleghi, sarete anche più eleganti e sereni di me e magari pieni di buon senso e savoir fair. Io lotto giorno per giorno per tenere in piedi la baracca e dare uno straccio di opportunità ai giovani studenti italiani, magari quelli che non hanno le risorse economiche per andare a studiare all'estero o in un club privé. Io personalmente sono molto stanca di essere presa a pesci in faccia dal ministro della NON_PIU'_PUBBLICA istruzione di turno.
sottolineo, per evitare strani pensieri, che ho 55 anni e sinceramente i 15 anni che mi mancano alla pensione mi sembrano tanti, decisamente troppi col clima invelenito che si respira.
saluti anna
2013/11/13 carlo bernardini carlo.bernardini@roma1.infn.it
Sono contento se, alla fine, il buon senso rifiorisce. Pensiamo a cosa sarà un vero miglioramento della situazione. Carlo Bernardini PS Ho scritto "pensiamo" ma leggete "pensate". Io sono troppo avanti con gli anni.
Il 2013-11-13 17:08 Laura Sacerdote ha scritto:
La cavolata e' che l'andata in pensione dei senior dia spazio ai giovani. Con i ritmi attuali e' meglio non liberare posti subito ma aspettare che il turn over migliori i rapporti. Diversamente sara' solo una contrazione di organico, con maggiore lavoro per i precari
Laura Sacerdote
2013/11/13 Robert Jennings robert.jennings@unimi.it
Non capisco il motivo di tanto chiasso per le parole della Carrozza, al di fuori del solito corporativismo. Sono un PO di 68 anni e intendo andare in pensione fra 2 anni - anche con piacere. Comunque vorrei dire due "cosette" a proposito della presente questione. Chi ha 70 anni è vecchio - può essere arzillo, sveglio ecc , però è vecchio. A mio umile parere le società umane non devono pensare, come criterio prioritario, ai vecchi. Le priorità vanno ai non vecchi, che ovviamente rappresentano il futuro. Noi abbiamo sostanzialmente fatto la nostra vita (quella buona) e abbiamo il dovere di uscire dal mondo di lavoro, e non solo dal mondo di lavoro, ad un certo punto per lasciare spazio ai non vecchi e anche perfino ai giovani. Devo dire che le persone che vanno avanti, oltre 70 anni, anche vantandosi di essere ancora di grande valore, non mi fanno una buona impressione.
La Carrozza non ha detto tante cavolate, a mio, sempre umile,
parere. Cordialità, Robert Jennings
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Cari colleghi,
Premesso che nelle Università ci sono sicuramente molti che dovrebbero essere allontanati anche molto prima dell'età pensionabile, non credo proprio che un ministro della repubblica possa fare certe affermazioni così superficiali, ovvero dire che "chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani".
Non sono quei 40 che prolungheranno di due anni la loro permanenza negli atenei, che se lo meritino o no, a offendere i giovani. Ma veramente pensiamo che i problemi del reclutamento dipendano da questo ristretto manipolo di docenti? Mi sembra proprio di no, come messo in evidenza da un articolo puntuale apparso su Roars che esamina nel dettaglio la questione ( http://www.roars.it/online/di-buone-intenzioni/ ).
Non dipenderà, al contrario, dal blocco del turnover deciso dalla Gelmini& co. che sta strangolando gli Atenei e dall'azzeramento delle risorse? Sono i nostri governi precedenti che ci hanno portato a questa situazione di stallo i primi a offendere i giovani, è il governo a cui appartiene la Carrozza che fa finta di sbloccare il turnover. E' la Carrozza che offende tutti noi (giovani, di mezza età e vecchi) quando dice che" le poche risorse che abbiamo trovato per la ricerca le abbiamo messe tutte su un programma per giovani ricercatori". Ci avete fatto caso? Tra le righe la ministra ci informa che il bando è Prin 2013, l'unica fonte rimasta di finanziamento pubblico per la ricerca di base, è stato soppresso e trasformato in un bando Firb “futuro in ricerca” per i giovani!! Ma non ha il coraggio di dirlo esplicitamente e fa passare questo come una gran bel gesto verso i giovani. Una bella presa per i fondelli! E' la Carrozza che offende i giovani con questa retorica vuota sui giovani, mistificando la realtà e facendo un uso strumentale e propagandistico della storia dei docenti 70enni. E molti ci sono cascati, compresi Jennings e De Vivo, il che mi meraviglia molto!
Sto leggendo fra incredulità e un po di sconforto, questa levata di scudi sulle dichiarazioni della Carrozza. Al di là di tutta una serie di distinguo che si vogliono fare, sono d'accordo con Robert. Non penso affatto, con la sua stessa umiltà, che la Carrozza abbia detto chissà quali cavolate. Cordiali saluti Benedetto De Vivo
Benedetto De Vivo Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale Università di Napoli Federico II DISTAR-Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle Risorse Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli, Italy Tel. +39-081.2535065; Fax +39-081.2535061 email: bdevivo@unina.it; Web: www.fluidenv.unina.it
Adjunct Prof. Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA Chief Editor of Journal of Geochemical Exploration www.elsevier.com/locate/gexplo http://www.sciencedirect.com/science/journal/03756742 Associate Editor of American Mineralogist www.minsocam.org Associate Editor of Mineralogy and Petrology http://www.springer.com/earth+sciences+and+geography/geology/journal/710 Southern Europe Councillor of the Association of Applied Geochemists
Geochemical Atlas of Europe (FOREGS) | GEMAS | Geochemistry of European Bottled Water | Mineral Waters of Europe
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Robert Jennings Inviato: Wednesday, November 13, 2013 4:50 PM A: Forum "Università e Ricerca" Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] carrozza ha ragione
Non capisco il motivo di tanto chiasso per le parole della Carrozza, al di fuori del solito corporativismo. Sono un PO di 68 anni e intendo andare in pensione fra 2 anni - anche con piacere. Comunque vorrei dire due "cosette" a proposito della presente questione. Chi ha 70 anni è vecchio - può essere arzillo, sveglio ecc , però è vecchio. A mio umile parere le società umane non devono pensare, come criterio prioritario, ai vecchi. Le priorità vanno ai non vecchi, che ovviamente rappresentano il futuro. Noi abbiamo sostanzialmente fatto la nostra vita (quella buona) e abbiamo il dovere di uscire dal mondo di lavoro, e non solo dal mondo di lavoro, ad un certo punto per lasciare spazio ai non vecchi e anche perfino ai giovani. Devo dire che le persone che vanno avanti, oltre 70 anni, anche vantandosi di essere ancora di grande valore, non mi fanno una buona impressione.
La Carrozza non ha detto tante cavolate, a mio, sempre umile, parere. Cordialità, Robert Jennings
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Condivido diversi punti della lettera.
Vorrei comunque sottolineare un dato di fatto che risulta in netto disaccordo con un'opinione e luogo comune troppo diffuso in Italia: il fatto che un anziano occupato tolga il posto di lavoro ai giovani. Per quanto l'economia non sia una scienza esatta, i dati statistici su occupazione di giovani ed anziani nei Paesi avanzati comparabili all'Italia (OCSE) mostrano con chiarezza che gli Stati che hanno una maggiore percentuale di occupati tra gli anziani (es. 60-64 anni) hanno anche la maggiore percentuale di giovani (es 25-30 anni). Si tratta di una correlazione statistica significativa, senza necessariamente ci sia un nesso causale diretto.
Tuttavia il fatto e' abbastanza comprensibile se si considera quanto accade in Italia, dove una serie di disfunzioni dello Stato, sindacati e societa' in generale agiscono per deprimere l'occupazione dei lavoratori anziani, che e' tra le piu' basse dei Paesi OCSE, facendone pagare il conto allo Stato tramite scivoli, mobilita', cassa integrazione in deroga piu' che decennale, prepensionamenti (fino a 40 anni in passato), aumentando cosi' la tassazione che a sua volta deprime l'offerta di lavoro per tutti e quindi anche per i giovani.
E' vantaggio ovvio per qualunque societa' avere la maggior percentuale possibile sia di giovani sia di anziani occupati in attivita' utili. Detto questo per l'economia e la societa' in generale, rimane vero che la materia dell'eta' di pensionamento degli anziani in un contesto come l'universita', dove non agiscono le logiche del mercato ma logiche statali, burocratiche e corporative, logiche che spesso perdono anche il senso del termine "logica", il discorso e' piu' complesso da dirimere.
Io mi limito a dire che un docente universitario anziano che fa un lavoro utile alla societa' e riceve per questo un compenso commisurato all'utilita', dovrebbe avere possibilita' di lavorare. Una societa' che per un complesso di norme, istituzioni e organizzazione interna lo impedisce o lo ostacola e' una societa' che ha un problema, che la rende meno prospera. Il declino economico italiano dipendere anche da questo e molti altri fatti simili a questo.
L'opinione italiana sbagliata che gli anziani tolgano il lavoro ai giovani, secondo la mia opinione personale, ha due origini.
La prima origine riguarda il comparto statale, dove norme e consuetudini corporative e relazionali si combinano a dare retribuzioni e potere eccessivo agli anziani. Questo fa si che se si fa un confronto in termini di risultati diviso costi gli anziani sono un peso (ma erano dall'altra parte dell'equazione quando erano giovani).
La seconda origine e' il fatto che nel comparto privato i contratti di lavoro (che riflettono mentalita' coporative un po' feudali simili a quelle che influiscono nel settore statale) prevedono progressioni di anzianita' di servizio, indipendenti da merito, che si accumulano anche per decenni. Queste progressioni sono in Italia significativamente maggiori che all'estero. Quindi anche per le imprese private in termini di risultati / costi i lavoratori anziani sono un peso. Specie nei decenni passati della prima Repubblica, le imprese private piu' grandi (Fiat, Olivetti, Pirelli) proprietarie anche dei maggiori mezzi di informazione, hanno spesso propagandato questa idea della necessita' di prepensionare gli anziani (a spese dello Stato) per assumere giovani per diretto interesse economico e per promuovere consenso politico a queste forme di intervento statale.
Personalmente ritengo che questo insieme di credenze, norme e comportamenti in materia di occupazione di giovani ed anziani siano uno degli elementi primari del declino economico italiano.
2013/11/12 morante silvia.morante@roma2.infn.it:
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei
Cordialmente,
Cara Morante, dopo aver letto 24 mail di appoggio alla tua protesta e due solo, bada due, un po' diverse (di Lattanzi e Luisiani), sono francamente molto sorpreso e deluso. Possibile che tanta scienza non si rende conto che allo stato attuale il problema non è nella contrapposizione di "giovanilismo" e "cariatidismo"? Se volessi cadere nella trappola ti chiederei a chi stai "tirando la volata" per la proroga oltre i 70 anni (magari per farlo diventare anche emerito). Scelgo invece di ricordare a tutti che forse è il caso di dedicare le proprie energie a fare proteste più sensate contro questo ministro, semplicemente un altro della serie. Anche questo ministro persegue infatti nella linea dello smantellamento dell'Università. L'avete sentita dire per caso che la riforma Gelmini deve essere cancellata? Il problema reale dell'Università non sono i settantenni che devono andare per forza in pensione, il problema reale è che non ci sono più i ricercatori. Quelli che si riescono ad assumere a tempo determinato sono solo lì per scommessa. E spesso si tratta di persone non propriamente meritevoli, assunte perché c'era n quel momento la disponibilità e che potrebbero trovarsi un giorno ad essere ripescate da una della tipiche sanatorie italiane. Altro che rigore meritocratico della selezione! Il problema reale dell'Università è che il governo di "Rigoletto" ha continuato, senza fare una piega, nella politica dell' "affamare la bestia" predicata da Tremonti ed attuata in tutto lo splendore da Monti e Giavazzi - 37.5 milioni per il PRIN di tutto il Paese - in coerente continuazione dell'operato della Gelmini e dei governi del pregiudicato di Arcore. Il problema reale dell'Università è che si sta architettando un piano di ridimensionamento del numero di sedi, mediante accorpamenti o federazioni (forse meglio sarebbe dire annessioni) che ridurrà drasticamente, svilendola e svuotandola, tutta l'alta formazione italiana. Invece di qualificare, aiutare, supportare le sedi in difficoltà.
Diversi anni fa, quando esposi in questa mailing list la mia idea sul fatto che gli universitari italiani dovrebbero andare in pensione a 65 anni come si fa tutto il mondo avanzato, salvo poi essere cooptati con contratti alternativi anche oltre questa età (per chi lo merita c'è sempre spazio), fui assalito da una critiche pesanti, innanzitutto da parte di Procesi. Tuttora penso la stessa cosa e penso che sarebbe meglio non inscenare una ridicola protesta contro il ministro di turno per questa ragione.
Cara Morante, cari colleghi, lasciate stare, per cortesia. Ne va della serietà e del vostro valore scientifico. Piuttosto, pensate a fare arrivare al ministro critiche del tenore di quelle che ho esposto sopra.
Un saluto a tutti Rino Esposito
On 12/11/13 08:46, morante wrote:
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno votato il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non accenna a preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che mettere, l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani non si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università: ma io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di tipo
B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia di dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche- riducendo al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo di tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto tanto da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un "troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo padre e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei, nella sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo."
caro Esposito, non so di quale mondo avanzato parli, negli USA certamente i professori Universitari possono anche non andare mai in pensione. In Francia ed in Svizzera mi pare che siano 70 gli anni in cui si va in pensione poi non è che mi sono studiato tutti i sistemi.
Detto questo il problema è che gli Atenei invece di tenersi i migliori, a svolgere le attività che sanno fare, spesso fanno dei contratti ai pensionati per svolgere le attività didattiche che dovrebbero fare invece i giovani, questi sono di fatto i contratti alternativi e non c'entra nulla il merito.
Insomma di fatto la macchina funziona per spendere il meno possibile non per ottimizzare le risorse che esistono.
Comunque c'è in giro un aria populista per cui sembra che la mia generazione (sono del 41) abbia avuto dei privilegi particolari, ci si dimentica che noi siamo nati sotto le bombe e poi abbiamo trasformato l'Italia da un paese in macerie in una delle potenze mondiali. Quando sono diventato professore il mio Istituto era in completa decadenza scientifica, noi siamo andati all'estero a studiare a riprenderci il posto che ci spettava nel mondo scientifico e abbiamo fatto la nostra parte. Poi non capisco la tua sparata sugli emeriti, uno dovrebbe essere emerito se ha meritato oppure presumi che siamo tutti delle scarpe?
Di fatto nei miei 72 anni io sto producendo piu lavori scientifici della maggior parte dei miei colleghi giovani e se da qualche parte del mondo vogliono un consiglio scientifico lo chiedono ancora a me e non a loro, cosi come i giovani chiedono ancora a me di mandarli all'estero a studiare. Quindi per favore impostiamo la discussione sui fatti, i fatti sono che c'è una strategia di dimagrimento dell'Università micidiale e se potessero manderebbero in pensione pure i quarantenni.
Nella lettera di Silvia io non vedevo affatto la richiesta di essere prorogati a 72 anni, francamente peraltro non mi sembra una grande conquista, ma di essere rispettati e di saper riconoscere chi ha contribuito alla cultura Italiana.
Di fatto questo è il punto debole di tutte le discussioni, quando si vuol far credere che tutti sono uguali tutti baroni si capisce il disprezzo o il disinteresse o l'ignoranza per chi invece magari è arrivato ai massimi livelli di stima e considerazione nel mondo scientifico internazionale. D'altra parte ti ricordi di come è stata trattata Rita Levi Montalcini sia da Grillo che dal PdL? E che dire della storia grottesca fra Carlucci e Maiani?
Insomma siamo diventati un popolo di cialtroni.
Claudio
On Nov 12, 2013, at 1:11 PM, Rino Esposito wrote:
Cara Morante, dopo aver letto 24 mail di appoggio alla tua protesta e due solo, bada due, un po' diverse (di Lattanzi e Luisiani), sono francamente molto sorpreso e deluso. Possibile che tanta scienza non si rende conto che allo stato attuale il problema non è nella contrapposizione di "giovanilismo" e "cariatidismo"? Se volessi cadere nella trappola ti chiederei a chi stai "tirando la volata" per la proroga oltre i 70 anni (magari per farlo diventare anche emerito). Scelgo invece di ricordare a tutti che forse è il caso di dedicare le proprie energie a fare proteste più sensate contro questo ministro, semplicemente un altro della serie. Anche questo ministro persegue infatti nella linea dello smantellamento dell'Università. L'avete sentita dire per caso che la riforma Gelmini deve essere cancellata? Il problema reale dell'Università non sono i settantenni che devono andare per forza in pensione, il problema reale è che non ci sono più i ricercatori. Quelli che si riescono ad assumere a tempo determinato sono solo lì per scommessa. E spesso si tratta di persone non propriamente meritevoli, assunte perché c'era n quel momento la disponibilità e che potrebbero trovarsi un giorno ad essere ripescate da una della tipiche sanatorie italiane. Altro che rigore meritocratico della selezione! Il problema reale dell'Università è che il governo di "Rigoletto" ha continuato, senza fare una piega, nella politica dell' "affamare la bestia" predicata da Tremonti ed attuata in tutto lo splendore da Monti e Giavazzi - 37.5 milioni per il PRIN di tutto il Paese - in coerente continuazione dell'operato della Gelmini e dei governi del pregiudicato di Arcore. Il problema reale dell'Università è che si sta architettando un piano di ridimensionamento del numero di sedi, mediante accorpamenti o federazioni (forse meglio sarebbe dire annessioni) che ridurrà drasticamente, svilendola e svuotandola, tutta l'alta formazione italiana. Invece di qualificare, aiutare, supportare le sedi in difficoltà.
Diversi anni fa, quando esposi in questa mailing list la mia idea sul fatto che gli universitari italiani dovrebbero andare in pensione a 65 anni come si fa tutto il mondo avanzato, salvo poi essere cooptati con contratti alternativi anche oltre questa età (per chi lo merita c'è sempre spazio), fui assalito da una critiche pesanti, innanzitutto da parte di Procesi. Tuttora penso la stessa cosa e penso che sarebbe meglio non inscenare una ridicola protesta contro il ministro di turno per questa ragione.
Cara Morante, cari colleghi, lasciate stare, per cortesia. Ne va della serietà e del vostro valore scientifico. Piuttosto, pensate a fare arrivare al ministro critiche del tenore di quelle che ho esposto sopra.
Un saluto a tutti Rino Esposito
On 12/11/13 08:46, morante wrote:
Gentile Prof. Carrozza,
se le parole che i giornali riportano sono davvero quelle da lei pronunciate che, per comodità, scrivo qua sotto virgolettate, lei è stata inaccettabilmente offensiva. Ma la cosa più importante è che lei sta utilizzando una strategia politica odiosa a coloro che hanno votato il partito in cui milita. e cioè di "populisticamente" attribuire a categorie "deboli" le responsabilità di una politica scellerata nei confronti della scuola prima e dell'Università poi.
Visto che è lei a parlare (a sproposito?) di onestà, il suo modo di agire è, se non disonesto, sicuramente scorretto. Lei, che non accenna a preoccuparsi del destino dei "giovani", non trova di meglio che mettere, l'una contro l'altra due categorie "deboli". Lei spera che i giovani non si accorgano che non è dove lei indica il problema delle Università: ma io, che ho maggiore fiducia di lei nei "giovani" (attenzione, sarebbe meglio chiamarli, "precari", a volte i precari hanno più di 40 anni) sono sicura che se ne accorgeranno.
Se ci fosse anche solo l'intenzione di sfruttare la "generosità" (mi scusi, ma l'onestà cosa c'entra?) di coloro che vanno in pensione ci sono alcune semplici cose che si potrebbero fare:
- Per ogni pensionamento DOVREBBE essere assunto un ricercatore di tipo
B (la logica vorrebbe due, ma ci contenteremmo), invece lei tralascia di dire che perchè un'Università acquisti il diritto di assumere un ricercatore deve mandare in pensione da 5 a 10 ordinari;
- Ad ogni pensionato che accetta (per generosità) di continuare a
fornire le proprie competenze (lei implicitamente ammette che ci sarà bisogno di queste competenze, perché sa che sta distruggendo, come i suoi predecessori, le Università pubbliche -- non telematiche- riducendo al lumicino personale e servizi) DOVREBBE essere garantito l'utilizzo di tutti i servizi del Dipartimento, esattamente come prima del pensionamento (o lei sta pensando più che alla "generosità" alla vocazione al martirio -- altrui naturalmente?).
Mi scusi, ma lei come fa a sapere se chi ha oggi 70 anni ha "avuto tanto da questo mondo", con quel "tanto" che ha l'aria di essere un "troppo"?
Viceversa, quello che vedo io è una persona di 49 anni (per inciso, nella generazione di mia madre lei sarebbe già insopportabilmente vecchia) che ha avuto moltissimo (troppo?). Ha avuto la possibilità di fare una brillante carriera rimanendo (cosa, come lei spero sappia, molto rara, non solo per i giovani, ma anche per quelli della sua generazione) SEMPRE nella città dov'è nata. Ha fatto TUTTA la sua carriera nella stessa Università dove erano (o sono) ordinari suo padre e suo fratello. Ha superato l'ultimo gradino approfittando (non certo generosamente, se pure si vuole ammetterne l'onestà) di un concorso presso un'Università telematica dove non ha mai (ingenerosamente) lavorato.
Dato il suo curriculum, la supponenza con cui tratta persone che hanno fatto la storia della cultura italiana è una cosa, questa sì, che ci offende e di cui dobbiamo vergognarci. Lei non sa di chi sta parlando.
Cara Prof. Carrozza, se tutti i 50enni sono come lei (cosa che io auspico non sia vera) teniamoci i 70enni. E già che ci siamo, lei, nella sua infinita onesta generosità, a quali dei suoi privilegi sta rinunciando, di grazia?
Cordialmente
Carrozza: "A 70 anni i professori universitari, se fossero generosi e onesti, dovrebbero andare in pensione, e offrirsi di fare gratuitamente seminari, seguire laureandi, o offrire le proprie biblioteche all'università. Chi vuole rimanere in ruolo oltre i 70 anni offende la propria università e offende i giovani. Sono sempre stata per un pensionamento rapido, magari non uguale per tutti. Ma non si può tenere il posto e pretendere di rimanere, solo perché è un diritto. Prima di tutto bisogna pensare ai propri doveri. In un momento di sacrifici per tutti, a maggior ragione li devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo."
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
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