Ho guardato la tabella degli stipendi di Firenze, indicata da Alessio. Qui si distingue tra *(stipendio) totale lordo annuo* (sesta colonna che, conteggiando anche la tredicesima, fornisce dati compatibili con quello che dice Claudio - e che tutti sperimentiamo), e *costo totale annuo* (ultima colonna). Evidentemente si tratta di costi aggiuntivi che non compaiono gia' come trattenute sui nostri cedolini. La distinzione e' importante perche' la confusione ci fa apparire molto piu' "ricchi" (e quindi piu' parassiti) di quanto siamo; inoltre rispetto ad un noto argomento contro gli Atenei viziosi che spendono piu' del 90% in "stipendi", sarebbe, credo, rilevante se si dovesse intendere "costi totali per il personale" (non sono molto competente in merito, ma per esempio tra questi vedo l'IRAP che mi sembra molto contestata anche in sede Europea). Qualcuno sa chiarire questo punto?
Riccardo
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puo` essere interessante analizzare lo stipendio in un ottica di capire come funziona lo stato. Per la informazione al pubblico basta spiegare alcune cose:
Il mio stipendio: Classe 14 sc. 5, quasi al massimo della carriera, 38 anni dopo aver vinto il concorso da prima fascia piu riscatti di carriera. Vedo dalle tabelle di Firenze che dovrei costare circa 160.000€ alla mia Universita`. Sul CUD mi compaiono 98.000€ lordi. Al netto delle tasse piu` o meno guadagno un po meno di 60.000€ (tutti dati per una annualita`).
Se sia tanto o poco non saprei giudicare e dubito che ci sia qualcuno in grado di esprimere un tale giudizio, in un mondo cosi' pieno di disuguaglianze feroci ogni giudizio e` arbitrario.
Ma ci sono TRE FATTI che vanno spiegati al pubblico e che noi conosciamo bene.
1. Lo stipendio iniziale di un ricercatore e` bassissimo, circa 1200€ al mese netti, e un professore con una anzianita` media non porta a casa molto di piu` di 3000€ netti. Se deve mantenere una famiglia a Roma e non ha altri redditi non e` che nuota nell'oro.
2. Lo stipendio dipende solo dall'eta` e quindi due docenti a parita` di carriera, uno che ha fatto cose eccelse e l'altro che si e` imboscato per tutta la vita prendono lo stesso stipendio. Naturalmente l'assurdo sta nel fatto che ci siano persone che fanno quasi nulla nell'universita`, i "fantasmi" di Rizzolatti.
3. Con lo stesso stipendio vivere a Roma o Milano oppure a Lecce o Cosenza fa una enorme differenza, basti pensare ai valori immobiliari.
claudio
On Dec 23, 2008, at 4:52 PM, benedett@dm.unipi.it wrote:
Ho guardato la tabella degli stipendi di Firenze, indicata da Alessio. Qui si distingue tra *(stipendio) totale lordo annuo* (sesta colonna che, conteggiando anche la tredicesima, fornisce dati compatibili con quello che dice Claudio - e che tutti sperimentiamo), e *costo totale annuo* (ultima colonna). Evidentemente si tratta di costi aggiuntivi che non compaiono gia' come trattenute sui nostri cedolini. La distinzione e' importante perche' la confusione ci fa apparire molto piu' "ricchi" (e quindi piu' parassiti) di quanto siamo; inoltre rispetto ad un noto argomento contro gli Atenei viziosi che spendono piu' del 90% in "stipendi", sarebbe, credo, rilevante se si dovesse intendere "costi totali per il personale" (non sono molto competente in merito, ma per esempio tra questi vedo l'IRAP che mi sembra molto contestata anche in sede Europea). Qualcuno sa chiarire questo punto?
Riccardo
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Ulteriori informazioni: http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/lettera.html
Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Caro Claudio,
Ma ci sono TRE FATTI che vanno spiegati al pubblico e che noi conosciamo bene.
- Lo stipendio iniziale di un ricercatore e` bassissimo, circa 1200€
al mese netti, e un professore con una anzianita` media non porta a casa molto di piu` di 3000€ netti. Se deve mantenere una famiglia a Roma e non ha altri redditi non e` che nuota nell'oro.
- Lo stipendio dipende solo dall'eta` e quindi due docenti a parita`
di carriera, uno che ha fatto cose eccelse e l'altro che si e` imboscato per tutta la vita prendono lo stesso stipendio. Naturalmente l'assurdo sta nel fatto che ci siano persone che fanno quasi nulla nell'universita`, i "fantasmi" di Rizzolatti.
- Con lo stesso stipendio vivere a Roma o Milano oppure a Lecce o
Cosenza fa una enorme differenza, basti pensare ai valori immobiliari.
Mi permetterei di aggiungere:
4. Nel resto del mondo civilizzato il tuo stipendio sarebbe piu` alto (in USA, direi, di un fattore almeno 5, mi sbaglio?). E` difficile essere competitivi su un mercato internazionale quando gli stipendi di livello piu` basso sono vergognosi e quelli piu` alti sono risibili se paragonati alle nazioni leader...
Pero`, attenzione, mica potremo chiedere piu` soldi per tutti. O chiediamo piu` soldi per meno persone (ergo, piu` selezione iniziale, meno dottorati, meno borsisti...) o meno soldi per tutti. In questo, le proteste di noi universitari sembrano sembre poco chiare se viste dall'esterno, ci piace spesso avere soldi a pioggia senno` la maggioranza di noi protesta...
Vabbe', ma i soldi non fanno la felicita`, dicono (non essendo ricco non ho modo di controllare), per cui FELICE NATALE! Ciao, E.
nel mio caso credo che il punto vero non sia lo stipendio, puo` essere che in America sarebbe il doppio, non credo un fattore 5, poi non ha senso confrontare il mio stipendio che e` quello di fine carriera con quello con cui un giovane bravo viene assunto in Italia o negli USA, in quel caso il fattore potrebbe anche essere 10. La differenza pero` potrebbe essere nel peso che potrei avere nelle scelte scientifiche, non credo che mi capiterebbe mai di dover stare in una commissione di concorso in cui qualche commissario non capisce neppure i titoli dei lavori che dovrebbe giudicare.
claudio On Dec 24, 2008, at 10:57 AM, Enrico Valdinoci wrote:
Caro Claudio,
Ma ci sono TRE FATTI che vanno spiegati al pubblico e che noi conosciamo bene.
- Lo stipendio iniziale di un ricercatore e` bassissimo, circa
1200€ al mese netti, e un professore con una anzianita` media non porta a casa molto di piu` di 3000€ netti. Se deve mantenere una famiglia a Roma e non ha altri redditi non e` che nuota nell'oro.
- Lo stipendio dipende solo dall'eta` e quindi due docenti a
parita` di carriera, uno che ha fatto cose eccelse e l'altro che si e` imboscato per tutta la vita prendono lo stesso stipendio. Naturalmente l'assurdo sta nel fatto che ci siano persone che fanno quasi nulla nell'universita`, i "fantasmi" di Rizzolatti.
- Con lo stesso stipendio vivere a Roma o Milano oppure a Lecce o
Cosenza fa una enorme differenza, basti pensare ai valori immobiliari.
Mi permetterei di aggiungere:
- Nel resto del mondo civilizzato il tuo stipendio sarebbe piu`
alto (in USA, direi, di un fattore almeno 5, mi sbaglio?). E` difficile essere competitivi su un mercato internazionale quando gli stipendi di livello piu` basso sono vergognosi e quelli piu` alti sono risibili se paragonati alle nazioni leader...
Pero`, attenzione, mica potremo chiedere piu` soldi per tutti. O chiediamo piu` soldi per meno persone (ergo, piu` selezione iniziale, meno dottorati, meno borsisti...) o meno soldi per tutti. In questo, le proteste di noi universitari sembrano sembre poco chiare se viste dall'esterno, ci piace spesso avere soldi a pioggia senno` la maggioranza di noi protesta...
Vabbe', ma i soldi non fanno la felicita`, dicono (non essendo ricco non ho modo di controllare), per cui FELICE NATALE! Ciao, E._______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
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2008/12/24 Enrico Valdinoci enrico@math.utexas.edu:
- Nel resto del mondo civilizzato il tuo stipendio sarebbe piu`
alto (in USA, direi, di un fattore almeno 5, mi sbaglio?).
Alla massima anzianita' il costo totale del lavoro degli ordinari italiani e' superiore al salario del 90% o 95% (non ricordo) dei docenti USA, paese con reddito pro-capite 40-50% superiore al nostro e con molto maggiori risorse dedicare all'istruzione universitaria.
Le vere differenze sono ai livelli piu' bassi. Una studentessa di dottorato a Monaco di Baviera mi dice di prendere 2500 Euro netti (la cifra a dire la verita' mi sembra troppo elevata, controllero'). Un post-doc viene pagato in California 35000 dollari l'anno, contro un costo lordo di circa 18000 Euro per un assegnista in Italia. Non conosco gli stipendi al livello iniziale della docenza universitaria ma immagino siano tipicamente un fattore 2 superiore a quelli italiani.
E` difficile essere competitivi su un mercato internazionale quando gli stipendi di livello piu` basso sono vergognosi e quelli piu` alti sono risibili se paragonati alle nazioni leader...
Concordo sulla prima osservazione ma non sulla seconda. Semmai direi che in Italia e' difficile offrire salari competitivi a persone outstanding al di fuori degli stipendi tabellari, in pochi selezionati casi di eccezionale valore.
Pero`, attenzione, mica potremo chiedere piu` soldi per tutti. O chiediamo piu` soldi per meno persone (ergo, piu` selezione iniziale, meno dottorati, meno borsisti...) o meno soldi per tutti. In questo, le proteste di noi universitari sembrano sembre poco chiare se viste dall'esterno, ci piace spesso avere soldi a pioggia senno` la maggioranza di noi protesta...
Concordo che non e' ne' realistico ne' corretto chiedere piu' soldi a pioggia. A invarianza di spesa tuttavia sarebbe molto opportuno chiedere che la progressione stipendiale di anzianita' venga rimodulata, per esempio adottando la "pendenza" francese.
Buone feste a tutti, -- Alberto Lusiani ricercatore di Fisica, SNS
Caro Alberto,
concordo sostanzialmente con le tue precisazioni, scusa se alcune parti della mia email erano farraginose.
Una studentessa di dottorato a Monaco di Baviera mi dice di prendere 2500 Euro netti (la cifra a dire la verita' mi sembra troppo elevata, controllero'). Un post-doc viene pagato in California 35000 dollari l'anno, contro un costo lordo di circa 18000 Euro per un assegnista in Italia.
La studentessa potrebbe aver ragione... E non vorrei dire fesserie, ma credo ci siano anche post-doc in California che superino i 60,000$ (sono quelle borse speciali che non danno tutti gli anni)... Comunque, anche soli 35,000$ sono imparagonabili all'Italia, e questo non puo' renderci competitivi...
Inoltre, spesso il post-doc USA e' una tenure track che se uno e' abbastanza figo lo tengono stabilmente, a differenza dell'Italia dove a ogni borsa si ricomincia da capo (se non hai santi in paradiso)...
E` difficile essere competitivi su un mercato internazionale quando gli stipendi di livello piu` basso sono vergognosi e quelli piu` alti sono risibili se paragonati alle nazioni leader...
Concordo sulla prima osservazione ma non sulla seconda. Semmai direi che in Italia e' difficile offrire salari competitivi a persone outstanding al di fuori degli stipendi tabellari, in pochi selezionati casi di eccezionale valore.
Si', esatto, era quel che volevo dire anch'io, mi spiace se ho formulato la frase in modo ambiguo. Per far due conti, io pensavo che a un spermatematico un'universita' americana possa offrire tra i 400,000$ e i 600,000$, da cui il fattore 5 da me congetturato. Ma non sono affatto sicuro di queste cifre, che mi avevano raccontato come pettegolezzo, scusate se ho sparato cifre a caso come i politici. Se necessario, comunque, le cifre si possono controllare: gli stipendi delle universita' USA pubbliche sono pubblici anch'essi. Ma se anche fosse solo un fattore 2, mi pare chiaro che l'Italia possa difficilmente attirare supermatematici dall'estero, se non per motivi squisitamente personali.
(Fisici e matematici applicati vengono poi pagati di piu', e trascuro il fatto che in quasi tutte le universita' USA il dipendente piu' pagato sia il coach di football, cosi' mi dicevano...)
Insomma, i giornalisti ci dicono che guadagniamo troppo. Il che e' molto vero per alcuni, ma molto falso per altri. Sta a noi riuscire a far loro notare la differenza...
mica potremo chiedere piu` soldi per tutti. O chiediamo piu` soldi per meno persone (ergo, piu` selezione iniziale, meno dottorati, meno borsisti...) o meno soldi per tutti. In questo, le proteste di noi universitari sembrano sembre poco chiare se viste dall'esterno, ci piace spesso avere soldi a pioggia senno` la maggioranza di noi protesta...
Concordo che non e' ne' realistico ne' corretto chiedere piu' soldi a pioggia. A invarianza di spesa tuttavia sarebbe molto opportuno chiedere che la progressione stipendiale di anzianita' venga rimodulata, per esempio adottando la "pendenza" francese.
Io sono proprio d'accordo con te, ma anche piuttosto pessimista, secondo me la maggior parte dei nostri colleghi non scienziati non ci starebbe, ma magari mi sbaglio. Pensiamo che BEN il 25% di noi ha votato NO alla domanda "la valutazione deve influire sullo stipendio per almeno il 30%", e che succederebbe se votassero tutti...
Mi piacerebbe vedere una proposta in cui si chiede davvero un trattamento diverso di salario a seconda del rendimento scientifico e in cui, in cambio, si fissi un carico didattico, magari con il sistema di correlazione didattica-ricerca che proponeva Alberto Abbondandolo. Credo che troppi non lo vorrebbero, ma spero di sbagliarmi.
Quel che non ho capito e': la proposta che stiamo facendo vale per tutti, letterati, giuristi e medici compresi, o chiediamo esplicitamente che ci siano leggi diverse per discipline diverse?
Ciao, Enrico
Qualche anno fa per le borse marie curie post doc venivano corrisposti alle persone che venivano in Italia 2000 euro al mese circa. COn la curiosa conseguenza che il postdoc in formazione guadagnava spesso più del prof formante... Saluti Alessio
----- Message from enrico@math.utexas.edu --------- Date: Wed, 24 Dec 2008 15:49:22 -0600 (CST) From: Enrico Valdinoci enrico@math.utexas.edu
Una studentessa di dottorato a Monaco di Baviera mi dice di prendere 2500 Euro netti (la cifra a dire la verita' mi sembra troppo elevata, controllero'). Un post-doc viene pagato in California 35000 dollari l'anno, contro un costo lordo di circa 18000 Euro per un assegnista in Italia.
... a proposito di Beppe Grillo ... A me pare che sia solo uno che ha fatto della protesta un mestiere ... Cerca continuamente obiettivi da attaccare, qualche volta capita che siano giusti, ma altre volte si tratta di falsita' o semplificazioni fasulle condite da un'abbondante dose di demagogia. Personalmente credo che lo si debba assolutamente evitare. Un esempio di alcuni suoi interventi legati alla ricerca lo trovate a questi link:
http://technorati.com/videos/youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DG1jW-Hko1Rs http://technorati.com/videos/youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DBBAnLrhhYP4 http://technorati.com/videos/youtube.com%2Fwatch%3Fv%3D8jR66Q9FYrM
---------------------------------------------------------------------------- Edoardo Milotti
Address: Dipartimento di Fisica dell'Università di Trieste and I.N.F.N. - Sezione di Trieste Via Valerio, 2 I-34127 Trieste, Italy
e-mail: milotti@ts.infn.it phone: +39 040 558 3388 fax: +39 040 558 3350
http://www.ts.infn.it/~milotti/index.html ----------------------------------------------------------------------------
Caro Enrico,
aggiungo alcuni dati e commenti in risposa al tuo messaggio
2008/12/24 Enrico Valdinoci enrico@math.utexas.edu:
[...]
E non vorrei dire fesserie, ma credo ci siano anche post-doc in California che superino i 60,000$ (sono quelle borse speciali che non danno tutti gli anni)...
Immagino sia possibile ma dubito che la media vada oltre 40,000$. Cercando su web per gli USA si trovano dati che ritengo attendibili, per esempio risulta da http://swz.salary.com/salarywizard/layouthtmls/swzl_compresult_national_ED03... che il salario medio per un assitant professor e' 62.6k$. Assistant professor significa tradotto in italiano sostanzialmente un ricercatore con da 0 a 6 anni di anzianita'. Negli USA il salario credo corrisponda al costo totale: le tasse non sono prelevate dal datore di lavoro. Al massimi si saranno dei benefit sanitari extra, che non dovrebbero valere oltre 4000$. Questo va confrontato col costo totale di un ricercatore italiano. Il ricercatore confermato a inizio carriera ha un costo totale pari circa al 50% dell'assistant USA.
Tenendo conto che l'Italia ha comunque un reddito pro-capite medio e ritengo anche un costo della vita inferiore agli USA io concludo che ad inizio carriera i salari italiani sono significativamente piu' bassi, ma comunque di un fattore ben inferiore a due. Va aggiunto anche che negli USA il salario progredisce molto meno con l'anzianita', e anche i differenziali tra full a fine carriera e assistant ad inizio carriera sono molto, molto inferiori a quanto accade in Italia.
Un fattore probabilmente non ben compreso nemmeno tra la docenza accademica in Italia e' il livello abnorme del prelievo fisco-contributivo che incide sul costo del lavoro totale fino al netto in busta paga. L'aliquota marginale omnicomprensiva oltre una modesta quota esente ammonta al 63-64%. Questo fa si' che a livello di busta paga negli USA (e in generale all'estero) un docente universitario possa prendere anche 4 volte piu' di un italiano, ma poi deve pagare le tasse. L'abnormita' italliana e' non tanto l'IRPEF ma il prelievo contributivo per sanita' e soprattutto pensione. Poi anche le detrazioni specie familiari sono generalmente infime rispetto all'estero. Solo in Italia i contributi obbligatori sono tendenzialmente corrispondenti a garantire una pensione dell'ordine dell'80% dell'ultimo salario (50-60% dopo la riforma Amato).
Se vogliamo si tratta di un ultimo premio all'anzianita': tutto il sistema Italia tende a remunerare meno i giovani e piu' gli anziani. Si tratta di un sistema perverso perche' ovviamente chi e' dentro ha interesse a conservarlo, allo stesso tempo sembra disegnato apposta per scoraggiare e disincentivare l'arrivo dall'estero dei giovani piu' qualificati e di valore, e per espellere queste stesse persone dall'Italia.
Comunque, anche soli 35,000$ sono imparagonabili all'Italia, e questo non puo' renderci competitivi...
Inoltre, spesso il post-doc USA e' una tenure track che se uno e' abbastanza figo lo tengono stabilmente, a differenza dell'Italia dove a ogni borsa si ricomincia da capo (se non hai santi in paradiso)...
Il vero post-doc USA non e' tenure-track, la tenure track riguarda gli assistant. Il passagio tra post-doc e assistant almeno per Fisica ma ritengo ovunque e' il passo piu' critico nel sistema USA. Una volta assistant, perfino ad Harvard l'80% circa (da 10 anni ad oggi) arriva alla tenure a livello di associato dopo 6 anni, almeno a Fisica.
E` difficile essere competitivi su un mercato internazionale quando gli stipendi di livello piu` basso sono vergognosi e quelli piu` alti sono risibili se paragonati alle nazioni leader...
Concordo sulla prima osservazione ma non sulla seconda. Semmai direi che in Italia e' difficile offrire salari competitivi a persone outstanding al di fuori degli stipendi tabellari, in pochi selezionati casi di eccezionale valore.
Si', esatto, era quel che volevo dire anch'io, mi spiace se ho formulato la frase in modo ambiguo. Per far due conti, io pensavo che a un spermatematico un'universita' americana possa offrire tra i 400,000$ e i 600,000$, da cui il fattore 5 da me congetturato.
400k$ per Fisica sono veramente veramente eccezionali, io non conosco casi (ma la mia conoscenza e' piuttosto limitata). Se ricordo bene a Stanford i salari (lordi) del full professor di Fisica sono 150-220k$, e questa e' una media di carriera. Nel sistema USA tipicamente si fanno 6 anni come assitant, 4-5 anni come associate, e 20 anni come full professor. Va sottolineato che c'e' una grande differenza tra discipline, immagino che 300-400$ siano comuni per i medici, e anche economisti, giuristi ed ingegneri prendono 1.5 - 2 volte gli scienziati. I full professor di Humanities prendono meno degli scienziati ma non molto meno.
[...]
Ma se anche fosse solo un fattore 2, mi pare chiaro che l'Italia possa difficilmente attirare supermatematici dall'estero, se non per motivi squisitamente personali.
Sui compensi non c'e' alcuna possibilita' di rendere l'Italia competitiva a breve termine:
- il Paese e' povero (reddito pro-capite superato dalla Spagna nel 2006, secondo le estrapolazioni superato anche dalla Grecia nel 2008-2009)
- il livello delle retribuzioni e' fortemente spostato sulle anzianita' elevate
- c'e' un abnorme prelievo fisco-contributivo che sposta al tempo della pensione la riscossione di circa il 32% del costo totale del lavoro, con l'ulteriore incognita che e' anche necesario fidarsi che lo Stato italiano stesso paghi la pensione in questione a tempo debito, dopo aver incassato i contributi
Tuttavia quando il salario offerto garantisce un livello minimo di agiatezza, come e' il caso almeno per gli ordinari, ritengo che l'Italia possa entrare in gioco perche' nessuno sceglie dove andare solo in base al salario corrisposto ma ci sono mille altri fattori (tipicamente relazioni matrimoniali, percezione sulla qualita' della vita) che possono molte persone valide anche in Italia. Oggi come oggi tuttavia il potere di attrazione e' praticamente nullo a causa del livello poco decente delle retribuzioni dei giovani ad inizio carriera, dovuto al cumularsi dei tre punti elencati.
(Fisici e matematici applicati vengono poi pagati di piu', e trascuro il fatto che in quasi tutte le universita' USA il dipendente piu' pagato sia il coach di football, cosi' mi dicevano...)
Insomma, i giornalisti ci dicono che guadagniamo troppo. Il che e' molto vero per alcuni, ma molto falso per altri. Sta a noi riuscire a far loro notare la differenza...
So che mi rendo impopolare dicendo quanto segue, ma il costo del personale docente in Italia complessivamente non e' sottodimensionato. I problemi sono altri: progressione troppo ripida con anzianita' e troppo elevato prelievo fisco-contributivo, carenza di flessibilita' e rigidita' burocratiche per es. nel riconoscimento dell'anzianita' maturara all'estero.
Quando si fanno i conti del costo dell'universita' italiana per pubblicazoine, per citazione, per studente, per laureato non vengono fuori mai fattori elevati a svantaggio dell'Italia, anzi a volte spendiamo piu' anche di paesi piu' ricchi di noi. Il costo per laureato e' probabilmente il piu' alto al mondo prima della riforma del 3+2, per esempio. I giornalisti sono generalmente incompetenti e scrivono spesso per fare sensazionalismo e propaganda, ma su basi concrete e' possibile anche affermare che i docenti italiani sono - in media - pagati troppo in rapporto ai risultati.
secondo me la maggior parte dei nostri colleghi non scienziati non ci starebbe, ma magari mi sbaglio. Pensiamo che BEN il 25% di noi ha votato NO alla domanda "la valutazione deve influire sullo stipendio per almeno il 30%", e che succederebbe se votassero tutti...
Io personalmente direi che la valutazione deve contare per il 100% delle risorse alla ricerca, ma il 30% dei salari forse e' troppo e correttamente spaventa qualcuno giustamente sospettoso della reale capacita' valutativa del sistema sui singoli. Ritengo che il principio irrinunciabile debba essere che chi ottiene migliori risultati o lavori di piu' o con maggiori responsabilita' debba essere pagato di piu', quanto di piu' puo' essere anche meno del 30%, per esempio il 10-15%, per costituire incentivo reale.
Mi piacerebbe vedere una proposta in cui si chiede davvero un trattamento diverso di salario a seconda del rendimento scientifico e in cui, in cambio, si fissi un carico didattico, magari con il sistema di correlazione didattica-ricerca che proponeva Alberto Abbondandolo.
Sulle proposte di Abbondandolo sono completamente d'accordo, sarebbe interessante avere dei regolamenti in materia esistenti in altri Paesi. Per quel che capisco, i docenti USA hanno due mesi all'anno liberi e non pagati, e possono competere per fondi di ricerca che diano loro un salario comparabile con quello degli altri mesi per fare ricerca. Un sistema che permetta di pagare all'universita' di appartenenza il costo di un docente per spostarlo da didattica a ricerca mi sembra un ottimo meccanismo per allocare le risorse nella maniera piu' produttiva, e anche per introdurre premi di remunerazione per i docenti piu' scientificamente produttivi. Inoltre eviterebbe la divisione "antipatica" tra universita' di serie A e B.
Credo che troppi non lo vorrebbero, ma spero di sbagliarmi.
Quel che non ho capito e': la proposta che stiamo facendo vale per tutti, letterati, giuristi e medici compresi, o chiediamo esplicitamente che ci siano leggi diverse per discipline diverse?
Io ritengo che forse la prima richiesta da fare ai politici e' separare le sorti delle diverse discipline. Scienze almeno dovrebbe essere ovunque finanziariamente autonoma rispetto alle altre discipline, troppo radicalmente diverse, a parte forse in qualche misura Ingegneria. Medicina, Legge, Economia e Lettere ugualmente dovrebbero tutte essere separate tra loro, sono troppo diverse. Poi non credo che per Medicina, Legge ed Economia si possa ragionevolmente pensare ad un sistema in cui i dipartimenti chiamano chi vogliono e poi c'e' una _seria_ valutazione a posteriori. Forse per quelle discipline ha ragione R.Perotti (chiudere e privatizzare) ma non ritengo di essere competente a dare un giudizio personale fondato.
Cordialmente, -- Alberto Lusiani ricercatore di FIsica, SNS
Confesso che non capisco i vostri calcoli; ricavo dal sito
http://www.unipi.it/ateneo/personale/carriere/stipendi/tabelledocenti.pdf
che un ricercatore classe 1, direi simile a un assistant professor, ha uno "stipendio" (inteso in senso americano, cioe' quanto l'universita' paga) di 47.619,15 Euro che fanno, al cambio di 1,40 di oggi, 66.667 USD, dunque ben di piu' dei 62.654 della media americana.
Lo stesso si puo' dire di un full professor, che a fine carriera in classe 14 (io ho 54 anni e sono in classe 11, quindi credo che non sia impossibile arrivarci) ha uno "stipendio" di 189.774,92 Euro che fanno 265.685 USD. Credo che in tutti gli USA i matematici con uno stipendio superiore a questo non siano piu' di una dozzina.
Certo che se si paragona da un lato il "netto" e dall'altro il "costo" escono fuori dei rapporti come quelli che ho visto nei mail di questi giorni, ma e' come paragonare metri e yard.
Il vero problema e' il prelievo fisco-contributivo, che fa scendere i 189.774,92 Euro a circa 60.000 netti!!! Immagino che a un professore americano, che ha un salario iniziale nettamente piu' basso del nostro, tolte tasse, sanita', pensione, tfr, ..., resti in tasca di piu'.
L'altro problema e' che le nostre tabelle stipendiali sono rigide, uguali per tutti; non sarebbe male avere un 30% dello stipendio piu' flessibile, legato alla produttivita'. Temo pero' che questo verrebbe inteso dai nostri politici come: "togliamo a chi non produce e non diamo a chi produce", tipo la misura proposta sul congelamento degli scatti di anzianita' a chi non produce, senza dare nulla in piu' a chi produce. Per questo credo che proporre una flessibilita' sugli stipendi non incontrera' il favore dei docenti; il punto e' la mancanza di fiducia che la manovra sia a somma zero.
Saluti, Giuseppe Buttazzo
------------------------------------------------- This mail sent through IMP: http://horde.org/imp/
Caro Giuseppe,
2008/12/26 buttazzo@dm.unipi.it:
Confesso che non capisco i vostri calcoli; ricavo dal sito
http://www.unipi.it/ateneo/personale/carriere/stipendi/tabelledocenti.pdf
che un ricercatore classe 1, direi simile a un assistant professor, ha uno "stipendio" (inteso in senso americano, cioe' quanto l'universita' paga) di 47.619,15 Euro che fanno, al cambio di 1,40 di oggi, 66.667 USD, dunque ben di piu' dei 62.654 della media americana.
Il cambio euro/dollaro varia negli anni da 0.85 a 1.6, una media ragiovevole e' probabilmente 1.18 di quando ha avuto corso ufficiale l'euro. Non e' ragionevole usare il cambio del giorno per fare i confronti di salari, in genere questi confronti si fanno a parita' di potere d'acquisto (PPP), la stessa misura che si usa per confrontale i PIL di paesi diversi che notoriamente fluttuano molto meno dei cambi delle monete.
Usando 1.18 otteniamo per il ricercatore italiano 56.190$, meno della media USA, comunque piu' vicino della media USA rispetto al PIL pro-capite italiano. Questo conferma che dal punto di vista del costo totale del lavoro, l'universita' italiana non e' sottopagata a partire da livello di ricercatore. Questo non toglie tuttavia che dottorandi e post-doc sono pagati molto meno in Italia rispetto all'estero, e che la condizione di post-doc si prolunga oggi molto nel tempo (sembra fino a 37 anni in FIsica, probabilmente oltre i 40 per lettere, molto molto meno per matematica che pero' e' una vera eccezione).
Lo stesso si puo' dire di un full professor, che a fine carriera in classe 14 (io ho 54 anni e sono in classe 11, quindi credo che non sia impossibile arrivarci) ha uno "stipendio" di 189.774,92 Euro che fanno 265.685 USD. Credo che in tutti gli USA i matematici con uno stipendio superiore a questo non siano piu' di una dozzina.
RItengo sia corretto.
Certo che se si paragona da un lato il "netto" e dall'altro il "costo" escono fuori dei rapporti come quelli che ho visto nei mail di questi giorni, ma e' come paragonare metri e yard.
Il vero problema e' il prelievo fisco-contributivo, che fa scendere i 189.774,92 Euro a circa 60.000 netti!!! Immagino che a un professore americano, che ha un salario iniziale nettamente piu' basso del nostro, tolte tasse, sanita', pensione, tfr, ..., resti in tasca di piu'.
Certamente.
L'altro problema e' che le nostre tabelle stipendiali sono rigide, uguali per
Concordo.
tutti; non sarebbe male avere un 30% dello stipendio piu' flessibile, legato alla produttivita'. Temo pero' che questo verrebbe inteso dai nostri politici come: "togliamo a chi non produce e non diamo a chi produce", tipo la misura proposta sul congelamento degli scatti di anzianita' a chi non produce, senza dare nulla in piu' a chi produce. Per questo credo che proporre una flessibilita' sugli stipendi non incontrera' il favore dei docenti; il punto e' la mancanza di fiducia che la manovra sia a somma zero.
E' vero. La prima tentazione dei politici sara' quella di fermare la progressione per anzianita' senza redistribuire le risorse verso chi e' pagato meno. Non e' per nulla facile riformare questo sistema perverso, occorre anche tenere conto che c'e' gente che ha investito tutte le sue forze fino a 40 anni anche per arrivare al posto fisso e per poter fruire nei 25 anni successivi degli scatti di anzianita' assicurati. Io credo che il modo migliore per cambiare sia proporre al momento del reclutamento nuove scale di stipendio, per esempio con pendenza francese, a parita' di spesa. E' necessaria un minimo di teoria economica per "attualizzare" gli stipendi futuri, ma si puo' fare. Facendo conti piu' complessi si potrebbe offrire anche ai gia' assunti un cambio alle nuove progressioni, che potrebbe essere equo per tutti anche se probabilmente piu' interessante per che e' nelle classi di stipendio iniziale per quanto riguarda l'aumento di salario immediato.
Cordialmente, -- Alberto Lusiani ricercatore di FIsica, SNS
Il rapporto anomalamente basso tra stipendi <iniziali> (la media di tutti gli stipendi di chi ha un dottorato da meno di 8-10 anni) e stipendi <finali> e' una delle storture principali del nostro sistema di istruzione superiore. E di gran lunga il problema primo della voce <stipendi>.
Secondo me la denuncia di questo problema dovrebbe entrare fra le poche priorita' del nostro movimento.
Riccardo Barbieri
Io so, dal mio CUD 2007 che la mia pensione che è uguale all'ultimo stipendio (del 1997) dopo 50anni di lavoro di ruolo nell'università e 33 da prof.ordinario è euro 79903 lordi e ritenuta IRPEF di euro26531, quindi in tasca a me arrivano 53372 euro. Margherita Hack From: buttazzo@dm.unipi.it To: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Friday, December 26, 2008 10:24 AM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] Volume 1,Numero 61/stipendio lordo
Confesso che non capisco i vostri calcoli; ricavo dal sito
http://www.unipi.it/ateneo/personale/carriere/stipendi/tabelledocenti.pdf
che un ricercatore classe 1, direi simile a un assistant professor, ha uno "stipendio" (inteso in senso americano, cioe' quanto l'universita' paga) di 47.619,15 Euro che fanno, al cambio di 1,40 di oggi, 66.667 USD, dunque ben di piu' dei 62.654 della media americana.
Lo stesso si puo' dire di un full professor, che a fine carriera in classe 14 (io ho 54 anni e sono in classe 11, quindi credo che non sia impossibile arrivarci) ha uno "stipendio" di 189.774,92 Euro che fanno 265.685 USD. Credo che in tutti gli USA i matematici con uno stipendio superiore a questo non siano piu' di una dozzina.
Certo che se si paragona da un lato il "netto" e dall'altro il "costo" escono fuori dei rapporti come quelli che ho visto nei mail di questi giorni, ma e' come paragonare metri e yard.
Il vero problema e' il prelievo fisco-contributivo, che fa scendere i 189.774,92 Euro a circa 60.000 netti!!! Immagino che a un professore americano, che ha un salario iniziale nettamente piu' basso del nostro, tolte tasse, sanita', pensione, tfr, ..., resti in tasca di piu'.
L'altro problema e' che le nostre tabelle stipendiali sono rigide, uguali per tutti; non sarebbe male avere un 30% dello stipendio piu' flessibile, legato alla produttivita'. Temo pero' che questo verrebbe inteso dai nostri politici come: "togliamo a chi non produce e non diamo a chi produce", tipo la misura proposta sul congelamento degli scatti di anzianita' a chi non produce, senza dare nulla in piu' a chi produce. Per questo credo che proporre una flessibilita' sugli stipendi non incontrera' il favore dei docenti; il punto e' la mancanza di fiducia che la manovra sia a somma zero.
Saluti, Giuseppe Buttazzo
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On Tue, Dec 23, 2008 at 9:51 PM, claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it wrote:
[...]
- Lo stipendio iniziale di un ricercatore e` bassissimo, circa 1200€
al mese netti, e un professore con una anzianita` media non porta a casa molto di piu` di 3000€ netti. Se deve mantenere una famiglia a Roma e non ha altri redditi non e` che nuota nell'oro.
Dove c'e' contrattazione privata sugli stipendi dei docenti (USA) questa tiene automaticamente conto del costo della vita, altrove ci sono addizionali collegate col costo della vita come ad es. la London allowance.
- Lo stipendio dipende solo dall'eta` e quindi due docenti a parita`
di carriera, uno che ha fatto cose eccelse e l'altro che si e` imboscato per tutta la vita prendono lo stesso stipendio. Naturalmente l'assurdo sta nel fatto che ci siano persone che fanno quasi nulla nell'universita`, i "fantasmi" di Rizzolatti.
Introdurre differenze di salario tra docenti in un sistema intensamente statalista come quello italiano non e' per nulla semplice. Tuttavia il sistema italiano e' significativamente anomalo rispetto agli altri sistemi statali, come quello francese, perche' i salari tabellari dei docenti universitari salgono molto piu' ripidamente con l'anzianita'. Sarebbe opportuno attenuare la componente di anzianita' e in questo modo sarebbe possibile anche dare stipendi decenti ai ricercatori ad inizio carriera. Sarebbe anche opportuno riconoscere adeguatamente l'anzianita' maturata all'estero o anche in Italia in attivita' collegate con la ricerca, altrimenti rimarra' molto difficile attrarre docenti esteri. Le universita' migliori come Harvard hanno anche 1/3 di docenti provenienti dall'estero. Il sistema italiano nel determinare gli stipendi e riconoscere l'anzianita' secondo R.Perotti e' costruito in modo tale da respingere i migliori scienziati esteri ed attrarre quelli peggiori, interessati principalmente ad un posto sicuro senza responsabilta'.
Cordialmente, -- Alberto Lusiani ricercatore di Fisica, SNS
ma scusate, ma dimentichiamo del fatto che paghiamo il 20% di IVA sugli stessi fondi ministeriali? che senso ha, qualcuno me lo spiega?... e poi, è chiaro che dappertutto si sta decidendo di investire in contratti brevi su cui le Università risparmiano. qui sì. da voi no?
Maria Capovilla, PhD Dulbecco Telethon Institute (DTI) Dept. of Biology and Evolution University of Ferrara via L. Borsari 46 44100 FERRARA (ITALY)
On 23/dic/08, at 21:51, claudio procesi wrote:
puo` essere interessante analizzare lo stipendio in un ottica di capire come funziona lo stato. Per la informazione al pubblico basta spiegare alcune cose:
Il mio stipendio: Classe 14 sc. 5, quasi al massimo della carriera, 38 anni dopo aver vinto il concorso da prima fascia piu riscatti di carriera. Vedo dalle tabelle di Firenze che dovrei costare circa 160.000€ alla mia Universita`. Sul CUD mi compaiono 98.000€ lordi. Al netto delle tasse piu` o meno guadagno un po meno di 60.000€ (tutti dati per una annualita`).
Se sia tanto o poco non saprei giudicare e dubito che ci sia qualcuno in grado di esprimere un tale giudizio, in un mondo cosi' pieno di disuguaglianze feroci ogni giudizio e` arbitrario.
Ma ci sono TRE FATTI che vanno spiegati al pubblico e che noi conosciamo bene.
- Lo stipendio iniziale di un ricercatore e` bassissimo, circa 1200€
al mese netti, e un professore con una anzianita` media non porta a casa molto di piu` di 3000€ netti. Se deve mantenere una famiglia a Roma e non ha altri redditi non e` che nuota nell'oro.
- Lo stipendio dipende solo dall'eta` e quindi due docenti a parita`
di carriera, uno che ha fatto cose eccelse e l'altro che si e` imboscato per tutta la vita prendono lo stesso stipendio. Naturalmente l'assurdo sta nel fatto che ci siano persone che fanno quasi nulla nell'universita`, i "fantasmi" di Rizzolatti.
- Con lo stesso stipendio vivere a Roma o Milano oppure a Lecce o
Cosenza fa una enorme differenza, basti pensare ai valori immobiliari.
claudio
On Dec 23, 2008, at 4:52 PM, benedett@dm.unipi.it wrote:
Ho guardato la tabella degli stipendi di Firenze, indicata da Alessio. Qui si distingue tra *(stipendio) totale lordo annuo* (sesta colonna che, conteggiando anche la tredicesima, fornisce dati compatibili con quello che dice Claudio - e che tutti sperimentiamo), e *costo totale annuo* (ultima colonna). Evidentemente si tratta di costi aggiuntivi che non compaiono gia' come trattenute sui nostri cedolini. La distinzione e' importante perche' la confusione ci fa apparire molto piu' "ricchi" (e quindi piu' parassiti) di quanto siamo; inoltre rispetto ad un noto argomento contro gli Atenei viziosi che spendono piu' del 90% in "stipendi", sarebbe, credo, rilevante se si dovesse intendere "costi totali per il personale" (non sono molto competente in merito, ma per esempio tra questi vedo l'IRAP che mi sembra molto contestata anche in sede Europea). Qualcuno sa chiarire questo punto?
Riccardo
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Prof. Claudio Procesi, Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia
tel. 0039-06-49913212, fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
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2008/12/23 benedett@dm.unipi.it:
Ho guardato la tabella degli stipendi di Firenze, indicata da Alessio. Qui si distingue tra *(stipendio) totale lordo annuo* (sesta colonna che, conteggiando anche la tredicesima, fornisce dati compatibili con quello che dice Claudio - e che tutti sperimentiamo), e *costo totale annuo* (ultima colonna). Evidentemente si tratta di costi aggiuntivi che non compaiono gia' come trattenute sui nostri cedolini. La distinzione e' importante perche' la
I costi aggiuntivi sono i contributi INPS per la previdenza (l'imposizione fiscale in Italia e' congegnata apposta per confondere il contribuente). A grandi linee il sistema prevede:
- l'imponibile IRPEF e' il lordo in busta paga meno circa 9.5% del lbp stesso (contributi sanitari o IRAP) - il costo totale del lavoro include in aggiunta al lbp il 33% del lbp stesso come contributi INPS
Alla fine di tutto, l'imponibile IRPEF e' circa il 68% del costo totale del lavoro. Se 98000 e' l'imponibile IRPEF, il costo totale del lavoro dovrebbe essere 144000.
Chi fosse interessato ad una mia un po' logorroica investigazione sulla tassazione del lavoro dipendente puo' leggere http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/938, dopo "Calcoli aggiornati sull'aliquota marginale IRPEF".
Cordialmente, -- Alberto Lusiani ricercatore di fisica SNS
2008/12/24 Alberto Lusiani alberto.lusiani@pi.infn.it:
- l'imponibile IRPEF e' il lordo in busta paga meno circa 9.5% del lbp
stesso (contributi sanitari o IRAP)
- il costo totale del lavoro include in aggiunta al lbp il 33% del lbp
stesso come contributi INPS
Alla fine di tutto, l'imponibile IRPEF e' circa il 68% del costo totale del lavoro. Se 98000 e' l'imponibile IRPEF, il costo totale del lavoro dovrebbe essere 144000.
Cerco di correggere alcune inesattezze che ho scritto, dopo essemi riguardato alcune informazioni su web.
Per i dipendenti pubblici c'e' un prelievo "previdenziale" (e non sanitario o IRAP) del 8.5% e non 9.5% sul lordo in busta paga. Inoltre c'e', elemento che non aveno incluso un prelievo del 9% circa sul lordo in busta paga oppure del 6% circa sul costo totale del lavoro per contributi sanitari (un tempo) o IRAP (ora). Quindi a mio parere partendo dall'imponibile IRPEF occorre prima dividere per 0.68 (questo numero andrebbe corretto per tener conto della precisazione da 9.5% a 8.5% ma la correzione e' piccola) per arrivare a lordo in busta paga piu' contributi previdenziali, e poi dividere questo numero per 0.94 per arrivare al costo totale del lavoro. In questo modo da 98000 di imponibile IRPEF si arriva a 153300 di costo totale del lavoro.
Cordialmente, -- Alberto Lusiani ricercatore di FIsica, SNS
Suppongo sia lo stesso di quello che succede per i lavoratori privati che costano al datore di lavoro quasi il doppio di quello che intascano. Ci sarà una quota per il TFR, altre per assicurazioni varie, sanità ecc. MH ----- Original Message ----- From: benedett@dm.unipi.it To: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Tuesday, December 23, 2008 4:52 PM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] Volume 1,Numero 61/stipendio lordo
Ho guardato la tabella degli stipendi di Firenze, indicata da Alessio. Qui si distingue tra *(stipendio) totale lordo annuo* (sesta colonna che, conteggiando anche la tredicesima, fornisce dati compatibili con quello che dice Claudio - e che tutti sperimentiamo), e *costo totale annuo* (ultima colonna). Evidentemente si tratta di costi aggiuntivi che non compaiono gia' come trattenute sui nostri cedolini. La distinzione e' importante perche' la confusione ci fa apparire molto piu' "ricchi" (e quindi piu' parassiti) di quanto siamo; inoltre rispetto ad un noto argomento contro gli Atenei viziosi che spendono piu' del 90% in "stipendi", sarebbe, credo, rilevante se si dovesse intendere "costi totali per il personale" (non sono molto competente in merito, ma per esempio tra questi vedo l'IRAP che mi sembra molto contestata anche in sede Europea). Qualcuno sa chiarire questo punto?
Riccardo
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