Io avevo (e in parte anora ho) forti perplessita' sul meccanismo cooptativo: se da un lato permette l'emergere delle eccellenze, dall'altro potrebbe essere lo strumento per immissioni incontrollate (che, in un contesto di risorse limitate, sarebbe -nel complesso- un evento catastrofico).
Ho comunque firmato il documento perche' sono convinto che, qualora ci sia una seria volonta' riformatrice, sia anche possibile prevedere dei meccanismi per governare la transizione.
La proposta che, al momento, mi sembra piu' sensata e' quella accennata anche da Alberto Lusiani, per cui i virtuosi (secondo parametri che privilegino il livello scientifico) possano cooptare, gli altri no. Cio' potrebbe voler dire che i virtuosi scelgono (all'americana) mentre gli altri son scelti (alla francese): un dipartimento che fosse in mano ad una cricca di potere (che magari coincide con una famiglia) sarebbe destinato a venir colonizzato dai vincitori dei conc orsi nazionali; viceversa dipartimenti che, pur non potendo scegliere, seguissero un percorso virtuoso, attirerebbero i migliori ricercatori (mettendo le basi per un riscatto).
Sempre a proposito di transizione, vorrei fare un'osservazione sul problema "che fare dei ricercator i?" (categoria alla quale appartengo).
Concordo con chi e' contrario a ope legis piu' o meno cammuffate: penso invece che la soluzione al p roblema sia gia' insita nella proposta.
Mi spiego. Assumiamo che la riforma venga implementata: sarebbero quindi bandite nuove posizioni caratterizzate da una progressione salariale meno correlata all'anzianita' e con una parte consistente della retribuzione legata alla produttivita' scientifica (o all'impegno sul fronte della didattica). A questo punto dovrebbe essere offerta la possibilita' ai docenti gia' di ruolo (non solo ai ricercatori) di passare al nuovo regime. Il passaggio potrebbe anche essere "gratis", perche' un docente nullfacente non avrebbe alcun interesse a scommettere (parte del) lo stipendio su una produzione scientifica evanescente.
Questo meccanismo potrebbe garantire la qualita' dei docenti molto meglio di qualsiasi esame di idoneita' (che, come qualcuno ha osservato, rischia di trasformarsi in una burletta).
Saluti, c.c.
La proposta che, al momento, mi sembra piu' sensata e' quella accennata anche da Alberto Lusiani, per cui i virtuosi (secondo parametri che privilegino il livello scientifico) possano cooptare, gli altri no.
D'accordo Alberto e Carlo: e` possibile mettere questa clausola esplicitamente nella nostra proposta? Magari, anche con una percentuale esplicita (tipo, i top x% dei dipartimenti possono cooptare)? Ciao, E.
Sono d'accordo. Forse mi sono perso un pezzo: come si definiscono i virtuosi? Utlizzando le valutazioni del CIVR, almeno all¹inizio? Questo è ovviamente un punto fondamentale.
Patrizio Dimitri
La proposta che, al momento, mi sembra piu' sensata e' quella accennata anche da Alberto Lusiani, per cui i virtuosi (secondo parametri che privilegino il livello scientifico) possano cooptare, gli altri no.
D'accordo Alberto e Carlo: e` possibile mettere questa clausola esplicitamente nella nostra proposta? Magari, anche con una percentuale esplicita (tipo, i top x% dei dipartimenti possono cooptare)? Ciao, E. _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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On Thu, Feb 26, 2009 at 12:56 PM, Patrizio Dimitri patrizio.dimitri@uniroma1.it wrote:
Sono d'accordo. Forse mi sono perso un pezzo: come si definiscono i virtuosi? Utlizzando le valutazioni del CIVR, almeno all¹inizio? Questo è ovviamente un punto fondamentale.
La valutazione del CIVR puo' essere secondo me solo un punto di partenza ma non mi sembra sufficiente per avviare l'autonomia di reclutamento da parte dei Dipartimenti. Per avviare il reclutamento autonomo e' necessaria a mio parere una valutazione approfondita analoga al RAE inglese, che e' un esempio reale e sperimentato.
Cordialmente,
cari colleghi, spero sia chiaro che non possiamo modificare il manifesto dopo che e` stato firmato. Quello che possiamo fare e` di allegargli dei documenti, firmati da chi li prepara o da altri che si aggiungono. Documenti che mettano in evidenza la ricchezza della nostra discussione, i punti che possono sollevare dubbi o timori, evenutali controproposte.
Questa mi pareva la proposta di Carminati. Ma non dovrei essere io ad occuparmene, anche per equilibrare l'influenza delle mie idee personali nella stesura delmanifesto.
claudio
Caro Claudio,
cari colleghi, spero sia chiaro che non possiamo modificare il manifesto dopo che e` stato firmato.
Ma visto che in alcune parti il manifesto e` davvero assai generico, non si potrebbe fare un'integrazione che ne spieghi i dettagli? Faccio solo alcuni esempi: - cooptazione ristretta al top 10% dei dipartimenti (o top quel che volete voi) - valutazione basata sul sistema inglese (o quel che volete voi) - regole per gestire il sistema delle idoneita` (quanti anni dura, come nominare le commissioni, quali solo i criteri di selezione, quanti sono gli idonei e chi li assume) - regole per gestire la competizione (conseguenze dei comportamenti viziosi, eventuali chiusure e fallimenti, se ne prevediamo, possibile autonomia nel tetto dei salari e nelle tasse universitarie, se la vogliamo)
A me sembra che una tale integrazione non `modifichi' il documento, ma lo `precisi' solamente, quindi non vedrei ostacoli a fare queste aggiunte anche dopo le nostre (poche) firme...
Ma non dovrei essere io ad occuparmene,
Credo sarebbe la cosa migliore che sia comunque tu, se vuoi, a gestire questa integrazione: molti di noi hanno aderito al tuo documento pur non essendo convinti di alcuni punti sia in virtu` della tua levatura scientifica e morale, sia per focalizzare le energie in un'unica direzione - se ora ognuno di noi si alza e aggiunge il suo documento a picchio rischiamo di ottenere una proposta poco omogenea e finisce che ci disperdiamo ulteriormente.
Ciao, E.
caro Enrico, a parte il fatto che posso benissimo fare errori e quindi non posso assumermi piu di tante responsabilita`, io sono abbastanza contrario ad entrare troppo nei dettagli.
Si rischia prima di tutto di fare un lavoro inutile, visto che non siamo ne` competenti ne` preposti a scrivere una vera riforma dell'universita`. Quando questa sara` scritta entreranno in gioco forze ben piu` corpose di quelle che ora ruotano intorno a questa discussione. Ci saranno i sindacati, tutta quella classe accademica che vive nella conservazione dei privilegi, i politici che useranno l'universita` per i loro fini etc..
La mia personale opinione e` che, tramite i punti che abbiamo sottoscritto, noi mettiamo in evidenza in fondo una unica cosa: che e` assolutamente necessario ridare voce autorevole a chi fa ricerca scientifica, che non avvenga che di questioni scientifiche decidano persone incompetenti, che gli scienziati sono classe dirigente autonoma entro gli ovvi limiti in cui ogni classe dirigente lo e`.
Tutti noi sappiamo che l'universita non e` solo ricerca ma questo in passato e` stato un alibi per metterla in secondo piano, magari accompagnata da retorica sulla sua importanza. Con il nostro slogan valutazione, competizione, cooptazione tenterei di renderla centrale.
comunque io credo che Carminati stia per fare un po di lavoro concreto per avviare la preparazione di materiale documentale sul blog, certamente io non mi tiro indietro ma le mie risorse sono limitate. claudio
On Feb 27, 2009, at 9:05 AM, Enrico Valdinoci wrote:
Caro Claudio,
cari colleghi, spero sia chiaro che non possiamo modificare il manifesto dopo che e` stato firmato.
Ma visto che in alcune parti il manifesto e` davvero assai generico, non si potrebbe fare un'integrazione che ne spieghi i dettagli? Faccio solo alcuni esempi:
- cooptazione ristretta al top 10% dei dipartimenti (o top quel che
volete voi)
- valutazione basata sul sistema inglese (o quel che volete voi)
- regole per gestire il sistema delle idoneita` (quanti anni dura,
come nominare le commissioni, quali solo i criteri di selezione, quanti sono gli idonei e chi li assume)
- regole per gestire la competizione (conseguenze dei comportamenti
viziosi, eventuali chiusure e fallimenti, se ne prevediamo, possibile autonomia nel tetto dei salari e nelle tasse universitarie, se la vogliamo)
A me sembra che una tale integrazione non `modifichi' il documento, ma lo `precisi' solamente, quindi non vedrei ostacoli a fare queste aggiunte anche dopo le nostre (poche) firme...
Ma non dovrei essere io ad occuparmene,
Credo sarebbe la cosa migliore che sia comunque tu, se vuoi, a gestire questa integrazione: molti di noi hanno aderito al tuo documento pur non essendo convinti di alcuni punti sia in virtu` della tua levatura scientifica e morale, sia per focalizzare le energie in un'unica direzione - se ora ognuno di noi si alza e aggiunge il suo documento a picchio rischiamo di ottenere una proposta poco omogenea e finisce che ci disperdiamo ulteriormente.
Ciao, E. _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni: http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/ lettera.html
Caro Claudio,
io sono abbastanza contrario ad entrare troppo nei dettagli.
Si rischia prima di tutto di fare un lavoro inutile, visto che non siamo ne` competenti ne` preposti a scrivere una vera riforma dell'universita`.
Capisco il tuo punto di vista, e, dal punto di vista scientifico, la tua posizione mi appare giustissima.
La mia paura, pero`, e` che lasciare le nostre proposte cosi` generiche presti il fianco a una manipolazione delle nostre intenzioni da parte di chi vuole cavalcare il prestigio della ricerca per nascondervi i suoi intrallazzi personali.
La mia personale opinione e` che, tramite i punti che abbiamo sottoscritto, noi mettiamo in evidenza in fondo una unica cosa: che e` assolutamente necessario ridare voce autorevole a chi fa ricerca scientifica, che non avvenga che di questioni scientifiche decidano persone incompetenti, che gli scienziati sono classe dirigente autonoma entro gli ovvi limiti in cui ogni classe dirigente lo e`.
Il fatto e` che non ho mai sentito un politico che dicesse il contrario: nessun politico dice che chi fa ricerca non deve avere voce autorevole, ne` che gli incompetenti devono andare al potere, ne` che la scienza non debba essere autonoma (beh, ancora non ho capito la posizione di Ratzinger su quest'ultimo punto, che a me pareva un po' ambigua, ma escludiamolo per ora dalla categoria dei politici).
Per cui non credo che l'unico scopo della nostra azione sia quello di far dire ai politici che la ricerca e` importante, questo lo fanno gia` da loro.
Per ottenere migliorie concrete io credo invece che dovremmo proporre non dico una ``riforma'' nella sua universalita`, ma almeno una serie di ``norme'' chiare che noi crediamo possano aiutarci a svolgere meglio il nostro lavoro, permettendoci di premiare la ricerca di qualita` e di emarginare quanti di noi hanno comportamenti lesivi nei confronti della ricerca stessa (ma questo lo vogliamo fare davvero??).
I punti che descriviamo possono essere invece interpretati a capocchia dai troppi facinorosi che ci circondano. Cosa vogliamo: cooptazione per tutti o solo per il top x%? autovalutazione o valutazione all'inglese? tutti idonei o valorizzazione delle eccellenze?
La differenza tra questi dettagli a me pare un abisso. ``God is in the details'', come ci insegna Evansgariepi`...
Ciao, e grazie per il gran bel lavoro che stai facendo. E.
lavoriamo (tutti) con Carminati per estrarre i punti salienti e metterli sul blog a chiarire le nostre posizioni
claudio
On Sat, February 28, 2009 12:16 pm, Enrico Valdinoci wrote:
Caro Claudio,
io sono abbastanza contrario ad entrare troppo nei dettagli.
Si rischia prima di tutto di fare un lavoro inutile, visto che non siamo ne` competenti ne` preposti a scrivere una vera riforma dell'universita`.
Capisco il tuo punto di vista, e, dal punto di vista scientifico, la tua posizione mi appare giustissima.
La mia paura, pero`, e` che lasciare le nostre proposte cosi` generiche presti il fianco a una manipolazione delle nostre intenzioni da parte di chi vuole cavalcare il prestigio della ricerca per nascondervi i suoi intrallazzi personali.
La mia personale opinione e` che, tramite i punti che abbiamo sottoscritto, noi mettiamo in evidenza in fondo una unica cosa: che e` assolutamente necessario ridare voce autorevole a chi fa ricerca scientifica, che non avvenga che di questioni scientifiche decidano persone incompetenti, che gli scienziati sono classe dirigente autonoma entro gli ovvi limiti in cui ogni classe dirigente lo e`.
Il fatto e` che non ho mai sentito un politico che dicesse il contrario: nessun politico dice che chi fa ricerca non deve avere voce autorevole, ne` che gli incompetenti devono andare al potere, ne` che la scienza non debba essere autonoma (beh, ancora non ho capito la posizione di Ratzinger su quest'ultimo punto, che a me pareva un po' ambigua, ma escludiamolo per ora dalla categoria dei politici).
Per cui non credo che l'unico scopo della nostra azione sia quello di far dire ai politici che la ricerca e` importante, questo lo fanno gia` da loro.
Per ottenere migliorie concrete io credo invece che dovremmo proporre non dico una ``riforma'' nella sua universalita`, ma almeno una serie di ``norme'' chiare che noi crediamo possano aiutarci a svolgere meglio il nostro lavoro, permettendoci di premiare la ricerca di qualita` e di emarginare quanti di noi hanno comportamenti lesivi nei confronti della ricerca stessa (ma questo lo vogliamo fare davvero??).
I punti che descriviamo possono essere invece interpretati a capocchia dai troppi facinorosi che ci circondano. Cosa vogliamo: cooptazione per tutti o solo per il top x%? autovalutazione o valutazione all'inglese? tutti idonei o valorizzazione delle eccellenze?
La differenza tra questi dettagli a me pare un abisso. ``God is in the details'', come ci insegna Evansgariepi`...
Ciao, e grazie per il gran bel lavoro che stai facendo. E. _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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